[Guerra Sacra] The Blue and the Dark

Krisaore no Dragan, Energia Verde - Post n. 1

* Parole * ° Pensieri ° Narrazione

Alcuni giorni prima la Scale di Krisaore aveva trovato un nuovo proprietario, il cui nome era Dragan, di ateniesi origini; il ragazzo aveva subito un duro e serrato addestramento, e aveva conquistato il diritto di vestire quell'ambita armatura solo dopo aver dimostrato il proprio coraggio in un duello con il Generale Baian di Sea Horse, che aveva testato le capacità combattive dell'aspirante, ma sopratutto la sua fede in Poseidone.
Aveva faticato, Dragan, a trovare una propria identità, e forse proprio per quel motivo si era spinto di nuovo in superficie: aveva accettato tanto tempo prima di dire addio alla terraferma e alla sola persona che le era cara a questo mondo, il padre. Il giovane ragazzo avrebbe ricordato per tutta la vita l'espressione apparsa sul volto del soldato che serviva fedelmente il Tempio di Atena, incredulo e sconvolto all'idea che il proprio unico figlio fosse diventato ora un servo devoto dell'imperatore dei Mari.

° Ho fatto bene ad andare, doveva sapere che non ero perito e che non l'avevo abbandonato. Ora mi sento davvero molto più forte, la mia anima e il mio corpo potranno sopportare qualunque cosa: ora, sono un vero Generale. °

Un sorriso sul volto del giovane erede dello scomparso Aioros; aveva faticato ad accettare il destino di suo erede, sopratutto perché questo guerriero sembrava aver scritto un importante pezzo di storia dei mari, e lo aveva trovato fastidioso. Adesso quel periodo era passato, però non avrebbe certo scordato tutti i momenti in cui scrutava diffidente il cielo dell'oceano, domandandosi perché proprio a lui era dovuto capitare di succedere ad una persona che era stata così forte e valorosa. Lo aveva odiato, e per molto tempo, poi si era calmato e aveva trovato il proprio equilibrio: Dragan era ora impaziente di poter servire il proprio Dio, mostrandogli così quanto forte fosse la sua fede in lui. Pensava spesso anche a Naja, chiedendosi dove fosse andata, e altrettanto frequentemente il suo pensiero volava all'amica defunta anni prima. Strinse gli occhi, poi si rese conto che qualcosa non andava; non era pienamente al corrente della situazione di Atlantide, tuttavia Naja durante l'addestramento gli aveva spiegato qualcosa. Lui stesso si era reso conto che la Colonna stava tutt'altro che bene, e non si trattava certamente solo della sua, peccato non aver visitato le altre. All'improvviso fu certo di percepire un cosmo estraneo, mai notato prima di quel momento, e si chiese a chi potesse appartenere.

° E' il momento, é mio dovere di Generale scoprire cosa non va. °

Volse lo sguardo verso la sua Scale, e intensificò il cosmo per poterla indossare; impugnata la lancia, si diresse verso quello che era l'ingresso al Regno dei Mari, là dove dei soldati avevano riscontrato una strana nebbia, e lui stesso si accorse che era proprio così, anche perché l'aveva vista pure alla sua Colonna. Difficile sarebbe stato stabilire se il nuovo arrivato, coperto da un'armatura di uno splendente oro, fosse la causa di tutto questo; il silenzio dominava i pensieri di Dragan, che cercava di decidere che linea di condotta seguire. Per fortuna era sicuro che altri suoi colleghi Generali stessero per arrivare, e dal momento che non riscontrava alcun segno di violenza, era meglio provare a seguire la via diplomatica. La sua indole, oltretutto, gli vietava di attaccare uno straniero senza essersi informato delle sue intenzioni; si mosse in avanti, verso il Cavaliere dal cosmo di immane potenza, e si mostrò senza timore alcuno, i lunghi capelli corvini che contrastavano con le dorate scaglie della Scale.

* Chi siete, straniero, e cosa desiderate da Atlantide? Siete voi la causa di questa nebbia? *

Sebbene inquisitoria, la voce di Dragan non era severa, e chiunque avrebbe compreso che la sua curiosità era tutt'altro che ingiustificata. Le iridi d'argento del giovane brillarono, mentre muto attendeva una risposta.

Krisaore no Dragan, Energia Verde - Post n. 2

* Parole * ° Pensieri ° Narrazione

A Dragan servì solo uno sguardo, giusto della durata di alcuni secondi, prima di capire di avere davanti un burlone; non era abituato a trattare con gente che si divertiva, ma non era certo quello un guaio. Il Marine si sentiva un pò a disagio, solo perché nella sua vita non aveva avuto modo di apprendere a scherzare per troppo tempo, e difatti non sapeva bene come reagire forse anche in virtù del fatto che era certamente molto più forte di lui. Per un istante fu convinto che lo avrebbe colpito, ma il momento passò e con esso anche quella strana sensazione; ed ecoo giungere l'altro Generale, il solo che aveva avuto l'onore di poter conoscere dopo la sua investitura. Lo salutò con un silenzioso cenno del capo, prima di rivolgersi al cavaliere lì presente: la situazione stava precipitando in modo molto veloce, era meglio correre immediatamente ai ripari prima di vedersi costretti ad un inutile spargimento di sangue nei mari. Le voci che urlavano la colpevolezza del Saint d'Oro non lo toccarono, era convinto che non c'entrasse nulla; lasciò il collega occuparsi di sedarli alla sua maniera, poi rispose.

* Chiedo scusa se sono rimasto sorpreso al punto da non rispondere, sono in carica da poco ed ero convinto che la situazione fosse in parte normale; come hai potuto supporre non abbiamo proprio la minima idea di cosa stia succedendo. Il mio nome comunque é Dragan, Generale di Krisaore. *

Sintetico e lapidario, ma non per questo maleducato; era proprio il giovane generale, che ora si chiedeva cosa sarebbe accaduto, e anche il motivo per cui Poseidone non fosse intervenuto personalmente in aiuto del suo popolo se la situazione durava da tempo.

Krisaore no Dragan, Energia Verde - Post n. 3

* Parole * ° Pensieri ° Narrazione

Veloce come un fulmine o forse anche di più questo Shiar di Atene, a modo proprio Dragan era impressionato dai poteri che possedeva. Non era informato riguardo alle abilità in suo possesso seppure qualcosa lo inducesse a credere che fosse in possesso di qualcosa di molto potente, fingendo di volerlo colpire aveva interrotto una parola che tanto sapeva di Excalibur. Le leggende si sprecavano su questa misteriosa spada, ma non aveva il tempo di approfondire l'argomento visto che la sua intenzione pareva quella di proseguire e ispezionare i luoghi ove si trovavano le altre colonne. Kaysa sembrava concordare così si preparò a seguirli, quand'ecco che un evento imprevisto ebbe luogo: sembravano essere comparsi degli uomini dalla nebbia, ed era già pronto a combattere con la lancia quando invece Kaysa gli ordinò di continuare.
Andare o restare, questo era il problema, tuttavia fu costretto a dargli ascolto anche perché qualcuno con il Cavaliere d'Oro doveva rimanere. La sua velocità era tutt'altro che paragonabile a quella di Shiar ma non si perse d'animo, sfrecciando il più velocemente possibile e senza farsi ostacolare da nulla.

° Quanto corre quello... °

La leggera stizza provata per il divario di potere che c'era tra loro venne accantonata in fretta, perché la voce di Kaysa col suo avvertimento giunse come un richiamo disperato. Si bloccò quasi sul posto per poi voltarsi, e affrontare con lo sguardo l'unico dei superstiti di quel gruppo di.. di che cosa? Non c'era tempo da perdere, si disse impugnando la lancia con fare offensivo dopo aver squadrato il suo avversario.
La lancia venne abilmente lanciata in aria, mentre il suo cosmo ardeva, e fatta roteare proprio come se lui altro non fosse che un prestigiatore che eseguiva il proprio numero, fino a lanciare quella che sembrava un'offensiva tremenda: una pioggia rapida e violenta di cosmo, e sembrava anche che non ci fosse solo una ma più lance. L'obiettivo era chiaro, eliminarlo, anche se non fu certo quello a fermarlo; la loro forza era simile, tuttavia il ragazzo per quanto nuovo a combattimenti non era meno audace. Riportò sicuro qualche ferita, ma con una serie di sfere di cosmo riuscì a sbarazzarsi di lui che sembrava divenuto uno zombie. Rimase fermo in disparte un momento, per decidere se era possibile lasciare la zona priva di pericoli o se altre sorprese li attendevano.