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Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

Mintaka Orionis? Che nome era? Insomma, conosceva costellazioni con nomi curiosi ma quella...
Non era quella comunque la cosa di cui preoccuparsi. Il nemico era fuggito e a quanto pareva lui e chi per lui avevano quello che volevano. Cosa volevano però? Cosa avevano trafugato? Inoltre c'era la minaccia della sabbia. Erano in una clessidra, il che le ricordava una situazione vista in cartone animato dove la donzella era stata rinchiusa, per l'appunto, in una clessidra. In quel caso il suo cavaliere era giunto a salvarla rompendo il vetro. Nel caso, invece, dei Cavalieri, avrebbero dovuto rompere il vetro da soli dall'interno. Come?
" Good question, sir. "
Insomma, erano nella merda. E il tipo sembrava voler raggiungere un faro. Che altro poteva essere una torre alta con una luce sopra che serve ai marinai?
Delle grida dalle stanze di Atena e dalla scalinata sacra, udite poco prima che il cavaliere fuggisse, la fecero voltare.
« Cazzo! »
Viste le intenzioni di Marcus, Elene fu più che d'accordo. Il suo pensiero si mosse a Vhan. Non si era visto in piazza, probabilmente era nella seconda casa. Cosa gli era accaduto?
Intanto prese a correre al fianco del maestro.

Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

Per fortuna Vhan non era permaloso, almeno non sulle corna dell'armatura del Toro. Sarebbe stato noioso e fastidioso, altrimenti, averlo come compagno d'arme. E di letto. Elene, infatti, cominciò a ragionare sul fatto che, forse, quello non sarebbe stato un isolato incontro di sesso. Chissà, magari ne sarebbero seguiti altri. Si erano assaggiati, assaporati ed era piaciuto molto ad entrambi. Quindi, fino a quando Vhan non avesse trovato una donna per lui, perché privarsi di quel piacere?
A quanto pareva era arrivato il momento di separarsi. L'uomo si alzò e prese a vestirsi. Elene invece rimase a letto, con le lenzuola che le coprivano solo la zona intima, lasciando scoperte le gambe lunghe, il petto prosperoso e le braccia sinuose.
« Figurati, se hai bisogno di un altro bicchiere sono qui. »
Non smise di guardarlo nemmeno quando lui si rimontò addosso l'armatura.
" Peccato, ho perso un soprammobile di grande stile. "
Sorrise a quel pensiero e quella volta lui avrebbe potuta vederla visto che non indossava la maschera.
« Ciao, toro da monta. »
Lo guardò uscire e rimase ferma sul letto. Aveva detto "forse presto". Chissà, magari anche lui sperava in un nuovo incontro sotto le lenzuola.

Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

Il loro attacco combinato era riuscito perfettamente e non poté non prendere la riuscita di quella sua tecnica sotterranea come una vittoria personale.
" Finalmente sono riuscita ad usarla! "
In risposta alla loro vittoria, la Balena pensò bene di prendere le catene di Loek, quasi volesse sbatterglielo addosso usandolo come frusta.
" Oh, cazzo. "
Fu Loek stesso ad agire per il suo stesso bene e quello dei compagni. Cercò di stritolare con le catene trapassanti il corpo del bestione il bestione stesso. Ottima azione, indubbiamente. Eppure Elene non voleva restare in disparte. Dovevano finire quel che avevano cominciato e dovevano finirlo prima possibile.
" Finisce qui! "
Con un movimento deciso fece girare la catena sinistra dietro la schiena riprendendola con la mano destra, già stretta contro l'altra catena. A questo punto le sfere chiodate si unirono, generando, grazie al cosmo della Sacerdotessa, un'unica sfera gigante. Senza indugio prese a far ruotare sopra la propria testa quell'arma letale e, sperando che le catene di Loek riuscissero a bloccare abbastanza a lungo il Cavaliere nemico, la lanciò, mirando al petto già danneggiato dell'omone.

Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

" E dopo il sangue la sabbia. E le locuste quando? "
Il loro contrattacco era andato abbastanza a segno. Avevano letteralmente disintegrato i compagni del cavaliere rosso, lasciando lui senza protezioni sulle braccia. In quel momento Zakard mostrò quando orgoglioso fosse nel suo volersi misurare col cavaliere praticamente da solo e sebbene da un lato Elene lo capisse perfettamente (lei era identica) era pronta a rispondergli con improperi poco simpatici. Per fortuna del Cavaliere della Fenice non ce ne fu bisogno perché fu lui stesso a scusarsi.
Marcus impartì a lei e a Zakard di "agevolare la manovra di Loek".
" Eh, come? Faceva schifo dirlo? Che vuol dire "agevolare"? "
Voltò lo sguardo verso Loek, conscia che nessuno l'avrebbe vista farlo per via della maschera. Se dovevano aiutare lui avrebbe dovuto capire le sue intenzioni. Sembrava voler stringere il cavaliere agguantandolo con le catene da dietro. Come diavolo gli dava una mano? Forse quel che poteva fare era intervenire in caso di fallimento di Loek. Infondo entrambi usavano catene e se il colpo dell'etiope fosse stato schivato decise che avrebbe cercato di agguantare il cavaliere rosso lei stessa. Si mosse quindi di qualche rapido passo verso il nemico, per fargli concentrare l'attenzione su di sé e impedirgli di avvertire i movimenti delle catene di Loek. Prese a far roteare sopra la sua testa la catena e attese l'esito dell'attacco del compagno prima di proseguire.
« Ferma questo, stronzo. »

Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

Non si aspettava che Vhan rispondesse con quel gesto a quello di Elene. In fondo però non c'era nulla da dire, i gesti erano più che sufficienti. Anzi, erano molto più significativi.
Il contatto comunque durò solo un attimo e Vhan rispose alle sue osservazioni. Come si aspettava, l'uomo non era adatto alla campagna. In più non disdegnava l'idea di farsi una famiglia. Ovviamente, come chiunque avesse un lavoro pericoloso come poliziotti e vigili del fuoco, aveva paura di lasciare da soli moglie e figli. In questo dimostrava molto giudizio. In più, come quasi tutti, dimostrava di sapersi e volersi innamorare, o quanto meno ne era convinto. Quasi nessuno ragionava come Elene quindi quasi nessuno poteva comprenderla. Come diceva sempre, lei bastava a se stessa. Non avrebbe mai avuto bisogno di un uomo, né avrebbe mai saputo concedere il proprio cuore e la propria mente ad esso.
« Mi domando se ci sarà mai qualcuna che si innamorerà come si deve di te. Insomma, con l'armatura che ti ritrovi ti porti sfiga. »
Si stava chiaramente riferendo alle corna del toro e del loro significato metaforico.
« Chissà come sarebbero dei mini-Vhan. Spero comunque che prendano tutto dalla madre. »
Gli fece una linguaccia, dimostrando il lato infantile che albergava prepotentemente in lei.

Silver Cloth di Cerberus (Liv. III); Energia Rossa; scheda

Per un attimo Elene si concentrò sulle labbra di Vhan. Quelle labbra che le avevano baciato bocca e corpo ora erano tese in un sorriso. Le piacque il sorriso di Vhan, tanto che si domandò quanto stesse impazzendo per via del caldo.
Il compagno, prima di rispondere, si mise a guardare verso il soffitto, quasi come se su di esso vi trovasse scritta la risposta che intendeva dare.
E così era stata Atena stessa a condurlo in quel luogo. Elene era incredula. Non che non credesse alle parole di Vhan ma diciamo che era rimasta piuttosto stupita da quella risposta. D'altro canto non aveva un buon rapporto con la sua dea. Non che non credesse in lei. Semplicemente il più delle volte non aveva fede.
Lo sguardo della giovane si fece più scuro quando udì il discorso sugli specter. Non sapeva nulla di quel fatto, nessuno gliene aveva parlato. Non poté fare a meno di chiedersi se le cose stessero davvero così ma decise che, in ogni caso, non si sarebbe mai trattenuta in uno scontro con uno specter.
Elene non seppe come ribattere a un discorso tanto triste, soprattutto considerando che, stando alle parole del Cavaliere, Vhan aveva perduto qualcuno di caro. Non si azzardò però a chiedere di chi si trattasse.
" Mi spiace per la tua perdita. "
Parole inutile che non pronunciò. Tese invece un braccio appoggiando una mano sulla spalla di lui. Sperò che quello bastasse.
Ora però la conversazione andava portata su un piano più rilassato.
« Vuoi restare cavaliere per tutta la vita? Non vuoi sistemarti in una piccola fattoria e metter su famiglia? »
Ridacchiò al pensiero di Vhan contadino.

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Le mani di Vhan non erano morbide, esattamente come quelle di Elene. C'era da aspettarselo, erano entrambi dei guerrieri. Difficile avere le mani vellutate in questi casi. Le piacque però quel contatto ma scelse di non farci troppo caso. Vhan infatti le spiegò la questione "sigari" e Elene si rese conto di essere abbastanza ignorante in materia. Non si era mai interessata al fumo perciò non si era mai posta quei problemi.
Non aspettava però che lui le chiedesse qualcosa di così personale. Sembrava quasi che le avesse letto nella mente prima, mentre ragionava sul fatto che non si conoscevano. Beh, perché non conoscersi ora?
Si mosse per stendersi sul fianco puntellando la testa col braccio. I capelli ormai sciolti le carezzarono le spalle e alcuni ciuffi le finirono sugli occhi.
« Da un lato penso che la mia sia solo follia. Non so stare ferma e sono parecchio violenta. Essere una Sacerdotessa mi permette di sfogarmi quando voglio. »
La sua mente andò a suo padre, grande fabbro che aveva visto in lei la sua erede e che era stato probabilmente deluso dalla sua scelta di andarsene.
« Dall'altro, spero un giorno di arrivare abbastanza in alto da far due chiacchiere con Atena e chiederle per quale arcano motivo costringe le sacerdotesse a portare una maschera. »
Le venne da sorridere al pensiero di lei e Atena sedute ad un tavolino a parlare sorseggiando allegramente il tea.
« Tu, invece? Perché hai scelto questa via? »
Lo guardò negli occhi, pronta a ricevere la sua parte di confessione/confidenza.

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" Ogni motivo è buono per fare il ruffiano, eh? "
Il pensiero era critico ma era più una battutta detta tra sé e sé che una vera accusa. Vhan le sembrava troppo buono per mentire così spudoratamente. Tanto ormai quel che aveva voluto l'aveva avuto perciò, a meno che non si prendesse avanti per future prestazioni, non aveva senso che le mentisse. Chissà, forse esistevano uomini abbastanza pazzi da trovarla affascinante e interessante. Importava davvero?
Lo guardò sorridere e seppe dire con certezza che pure a lui quel che era appena accaduto era piaciuto. L'improtante era che il fatto (o il misfatto) rimanesse tra quelle mura. Non le interessavano i pettegolezzi e le malelingue ma non voleva perdere l'armatura o farla perdere a Vhan. Non conosceva le regole di "convivenza" tra Cavalieri ma non ci teneva a infrangerle. Tranne quando si trattava del "rispetto dovuto", ovviamente.
Venne sorpresa da quel curioso comportamento dell'uomo, che cercò quasi di coccolarla. Ce ne voleva di coraggio a coccolare una creatura come lei. Era come voler dimostrare affetto a un porcospino. Con noncuranza gli bloccò la mano, per impedirgli di continuare.
« Non ti facevo tipo da sigarli. Non mi spiego, visto il fumo, la tua resistenza. »
L'allusione ai polmoni e alla resistenza fisica nel sesso a loro collegati era ovvia.

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Le cose non erano per niente andate come programmate. Dopo averlo stuzzicato aveva deciso di non cedere. Era però stata presa con la forza e stesa sul suo letto, con un corpo di 100 kg steso sopra. Si lasciò baciare per un po', giocando col ragazzo, ma bastò poco perché la sua natura attiva avesse il sopravvento. Non sopportava di restare sotto, passiva a ciò che passava per la testa al compagno di "divertimento". Vhan sembrò comprendere i suoi desideri e la lasciò prendere il comando della questione. Da lì la strada fu tutta in discesa. Gli abiti vennero gettati via ed entrambi si lasciarono condurre dalla passione. O meglio, Vhan si lasciò, stranamente, condurre da Elene. La ragazza infatti nonostante tutto non si fidava mai dei suoi partner da letto da lasciarsi guidare da loro. Era il genere di donna che non avrebbe mai dormito con qualcuno dopo il sesso, che non si sarebbe mai lasciata prendere da un uomo in una posizione passiva o sottomessa. Probabilmente non si sarebbe mai lasciata andare davvero.
Ad ogni modo l'amplesso durò per un tempo piuttosto soddisfacente. Alla fine i due cavalieri giacevano fianco a fianco sul letto, nudi e sudati ma fondamentalmente appagati.
" Chissà perché mi ha permesso di stare sopra senza batter ciglio. Avrei giurato che fosse un tipo attivo. "
Decise di non preoccuparsene molto, a lei era andato piuttosto bene quel comportamento.
« Mi hai dato un motivo in più per paragonarti a un toro. Dovrò pensare ad altre battute fastidiose da rivolgerti. »
Si voltò verso di lui, ammirandone il fisico che l'aveva così tanto eccitata. Si chiese a cosa dovesse quella buona performance di Vhan. Passate esperienze con l'altro sesso o ottimo addestramento da Cavaliere?

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Era curiosa di vedere come avrebbe reagito Vhan. Sembrava essere indeciso sul da farsi, vista la pausa che si stava prendendo per decidere cosa rispondere. Era divertente vedere un omone come lui indeciso sul cosa fare a una donna. Chissà se aveva avuto precedenti relazioni, chissà se aveva avuto delle donne che aveva amato e che aveva deluso o che lo avevano deluso. Non sapeva assolutamente nulla della vita privata di Vhan e si rese conto che non si era mai posta domande, né su di lui né su altri Cavalieri. Perfino il suo maestro, Marcus, era a lei ignoto al di fuori della sfera "lavorativa".
Rimase al suo posto, decisa a non cedere o indietreggiare. Lo osservò mentre le si avvicinava al volto, convinta che volesse solo giocare col fuoco. Invece decise deliberatamente di bruciarsi baciandola.
" Che cazzo...? "
Rimase parecchio sconcertata da una tale reazione ma rimase ancora più sconcertata dal sentirsi sollevare di peso per essere appoggiata sulla spalla di Vhan come un sacco di patate.
« Vhan! Mettimi giù! »
Non era nella posizione migliore per levarsi d'impiccio. Lui le teneva le gambe nude strette con le braccia e il massimo che poteva fare era riempirlo di pugni mentre il suo seno era schiacciato sulla schiena del Cavaliere. Vista la loro disparità però non avrebbe portato a grandi risultati. Tentò comunque di reagire assestando qualche pugno tra le scapole dell'uomo usando abbastanza forza da rendersi quantomeno fastidiosa. O almeno lo sperava.
" Che diavolo ha in mente? "
Era abbastanza maliziosa da saperlo ma sperava di sbagliarsi. Invece non si sbagliava affatto. Vhan, quasi avesse una bussola interiore, trovò la sua camera da letto e senza mezzi termini ci buttò sopra la sacerdotessa, coprendola poi col corpo e, tenendola ferma, baciandole il collo.
« Vhan, piantala! »
Nonostante le sue parole, Elene cominciava a divertirsi. Per fortuna dell'uomo, anche a lei andava quel genere di contatto perciò non si impegnò nemmeno molto per sfuggirgli. Peccato che non sopportasse stare in posizione "passiva" o "sottomessa". Cercava quindi di capovolgere la situazione passando lei sopra.

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Non aveva detto sul serio con quel "non hai che da chiedere". Chiariamo: sarebbe andava a letto con Vhan. Lui era un bell'uomo, gli piaceva come persona e sembrava abbastanza forte da tenerle testa anche in un contesto più intimo. Semplicemente non le pareva il caso. Nonostante tutto ciò che avevano passato insieme, non poteva conoscere il cuore di Vhan. Se avessero cominciato una qualche relazione sessuale, Elene era certa che non avrebbe sviluppato altri sentimenti per lui. Non era certa che questo si potesse dire anche del Cavaliere del Toro. Nonostante trovasse difficile che un uomo potesse innamorarsi di una donna come lei, non poteva né voleva rischiare. In più non sapeva se Cavalieri e Sacerdotesse potessero stare assieme in quel senso. Probabile che per amore tutto fosse concesso ma per il puro appagamento della carne... beh, era tutto un altro discorso.
« Non sapresti domarmi, Vhan. Lascia perdere. »
Lo guardò con un'espressione di sfida che concluse con una linguaccia. E con quella frase volle chiudere il discorso. Da un lato le dispiacque perché un tentativo a Vhan l'avrebbe voluto concedere. Non poteva non chiedersi quanta energia uno così ci avrebbe messo in un amplesso.