| Le parole del maestro furono chiare e precise. Koga eseguì gli ordini alla lettera; tornato a casa, si mise alla ricerca di un recipiento bello grande da contenere la sua armatura, dopo aver messo a soqquadro l'intera abitazione trovò qualcosa di più o meno adatto. Perdonami Pegasus, dovrai restartene qui buona per un po'! disse ironico, mentre infilava pezzo per pezzo la corazza nello zaino. Poteva sembrare stupido parlare con la propria armatura, ma per lui era come se fosse una fedele compagna di battaglia, solo lei poteva salvare la vita del cavaliere da un colpo cosmico; per questo, il pensiero di potersi ritrovare a combattere senza lo spaventava. Roma... Italia.. pensò, fantasticando sul come poteva essere quel luogo. Oltre alla Grecia, l'unica città che aveva frequentato era Nuova Luxor, nei pressi di Tokyo in Giappone. Aveva sentito molte cose sull'Italia, ma ciò che più lo attirava era il cibo ... al solo pensiero delle leccornie italiane, già sbavava. Scosse la testa, Non è il momento di pensare a certe cose, no!, Annuì deciso, ricordandosi del suo obbiettivo primario: recuperare la Silver Cloth. Indossò abiti comuni, nulla di appariscente se non il ciondolo con il prisma che portava ovunque e il bracciale col dente di leone, dono del Cavaliere D'Oro. Arrivato all'aereoporto, con qualche minutino di ritardo, si riunì a Marcus e Terenzio che lo stavano aspettando. Yossha! (alla grande, in giapponese) Sarà un avventura fantastica ragazzi! disse loro, con un sorrisone a 32 denti. Era emozionato, carico e non vedeva l'ora di partire... proprio come un bambino impaziente! A stento riuscì a seguire il maestro, troppe erano le distrazioni che l'aereoporto offriva! Negozi, Ristoranti, Bar ... TUTTO FANTASTICO! Curiosava dappertutto, facendo perdere anche tempo ai due. Impossibile resistere, non essendoci mai stato prima era tutto così nuovo per lui. Un'agitazione eccessiva che presto svanì non appena mise piede nell'aereo. Al momento della partenza, si avvinghiò il più forte possibile ai braccioli del sedile. Ora moriamo, ora moriamo, ora moriamo, ora moriamooo, sussurrò velocissimamente, terrorizzato. Non appena l'aereo staccò le ruote dalla pista fece partire anche un urlo agonizzante, facendo girare tutti i passeggeri verso di lui. Voleva sparire in quel momento, che pessima figura! Il resto del viaggio lo passò più o meno in modo tranquillo, alternando momenti di panico al sonno più profondo ... L'incubo finì dopo oltre una decina di ore di viaggio, scese stremato, pallido e non parlò fino all'arrivo a Roma, mezzo traumatizzato; mai più avrebbe ripreso l'aereo, MAI PIU'.
La capitale italiana era stupenda! Diversissima sia da Nuova Luxor che Tokyo, era sia antica che moderna al tempo stesso. Per non parlare del viavai delle persone che era impressionante. E poi c'era il Colosseo, imponente su tutta la città, per niente paragonabile alla vecchia arena dove si era addestrato. Wooooah...! restò a bocca aperta, pensare che molti secoli fa era teatro di scontri all'ultimo sangue. Seguì gli altri e percepì immediatamente un cosmo estraneo, forte quanto il suo. Guardò il maestro, Lo sento anch'io!, poi si girò verso Patrizio, Non preoccuparti, se qualcosa va storto ti proteggerò io!, gli sorrise, battendosi piano il pugno sul petto. Detto ciò, seguì Marcus, avviandosi all'entrata del Colosseo assieme a tutti gli altri turisti.
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