Babel Tower - Sala dell'Ascesi - Arena degli Eroi, La Torre del Tempo - III Turno

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Il Consiglio
view post Posted on 14/4/2012, 02:35




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III Turno


Warwizard vs -Ranma-

Condizioni climatiche: Sereno
Temperatura: 19 °C
Descrizione: Contrariamente alla vecchia Arena degli Eroi, situata nella Sala dell'Ascesi della Babel Tower, dove il cielo era una volta stellata, guardando in alto potrete assistere alla finale dello scorso torneo, tra Alexer e Warwizard, come se fosse un film. Al centro di tutto un’ellisse composto di pura sabbia fine, di colore tendente al bianco, di 100 x 50 metri. Oltre semplicemente una distesa infinita di candido marmo, perfettamente levigato. Lungo il perimetro dell’ellisse, intervallate da una distanza di circa 25 metri, sono disposte dodici colonne bianche, anch’esse di marmo, alte 5 metri e di diametro pari a mezzo metro. La stessa composizione di colonne, seguente quindi la stessa forma dell’ellisse e la stessa quantità, si ripete ogni 30 metri nella zona di marmo bianco.



(L'immagine vuol essere uno spunto per la descrizione e non un vincolo. I giocatori si possono sentire liberi di descrivere il tutto in modo diverso, pur attenendosi a ciò che è scritto in questo post)

Post Minimi: post di presentazione + due post di combattimento
Limite di tempo: 25 giorni
Penalità di giudizio: -1 punto per ogni ritardo dopo tre giorni

Impossibilità a teletrasportarsi al di fuori dell’arena

Ore 0.01 del 16 Aprile: Start!

~

Regolamento: QUI

~

Dati obbligatori

• Nome Armatura
• Resistenza Armatura
• Quote delle tecniche usate
• Riassunto
• Legenda del post (quali simboli si usano)

(Questi dati sono obbligatori e sono considerati necessari per far comprendere il post)

Dati opzionali

• Status fisico
• Status armatura
• Status psicologico
• Tutto ciò che non rientra tra i dati obbligatori

(Questi dati non sono obbligatori e possono essere inseriti a discrezione del giocatore)

 
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view post Posted on 18/4/2012, 00:05
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Millenary Saint
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Nell'attraversare la porta, la gigantessa sentì le propria membra gonfiarsi ed irrobustirsi mentre lo scricchiolìo sinistro delle ossa accompagnava la sua crescita all'età adulta.
La sua intera figura si stava irrobustendo e trmutando, i capelli crebbero sino ad arrivarle alla schiena, ricadendole in morbide ciocche sulle spalle ed il candido tessuto della sua veste si tinse di rosso per poi svanire e lasciare il posto al freddo metallo della sua armatura, il quale immediatamente si scaldò e si riplasmò per adattarsi alle forme del suo corpo vigoroso.

Tutto ciò non durò che per il tempo di un battito di ciglia ed il candore abbacinante del percorso interno alla porta la condusse in un luogo semplice ed al tempo stesso maestoso, per quanto le 12 colonne fossero alte appena un metro più della gigantessa che di conseguenza risultava immune all'austero fascino di quel luogo che infine, non le parve nulla di diverso da un deserto che invece d'esser formato di sabbia, era composto da marmo lucido e levigato, una tecnica decisamente estranea alla donna che ricordava solo i templi lignei, quando l'elegante e ricercata stondatura dei fusti delle colonne in marmo non era ancora stata tratta dal naturale piegarsi di quei tronchi di legno.

Ma non vi erano fregi arricchiti da metope e triglifi ad impreziosire quell'architettura, non vi era nessun segno delle eredità di quelle sporgenze lignee fissate da chiodi robusti che ben differivano da quelli moderni, identici nel loro essere prodotti industrialmente, l'esistenza stessa d'Alexandra risaliva ad un tempo nel quale l'industria non era ancora nata.

Rivolgendo lo sguardo al cielo la gigantessa notò uno spetacolo a dir poco bizzarro, chiedendosi mentre si protava al centro dell'arena, se quello non fosse uno scontro contemporaneo al proprio, forse Marcus avrebbe potuto osservarla sollevando lo sguardo o per altro, da quando aveva varcato quella soglia grazie alla propria ingenuità infantile, eran passati altri millenni e la storia dell'uomo si era forse riavvolta come un vecchio nastro per trovarsi a svolgersi nuovamente, conservando solo alcune brevi immagini di un passato turbolento.

Alexandra si carezzò la collana che la legava a Chrono, ricordando a sé stessa il proprio obiettivo ed acuendo i sensi allos copo d'individuare possibili nemici, non si poteva mai dire che qualcuno non fosse già pronto a sferrarle un atacco a sorpresa, sfrutando la sua breve distrazione.
Ma non si sarebbe lasciata sorprendere, Chrono era debole e senza di lei, chi avrebbe potuto aiutare i giganti a tornare sulla Terra?

CITAZIONE
png

Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Illeso
Status Armatura: Integra
Status Psicologico: Determinata a sconfiggere i due avversari per soddisfare Chrono

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

 
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view post Posted on 19/4/2012, 12:40
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Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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CITAZIONE

Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Varcare la porta verso cui li aveva condotti la Guida, senza che diede risposta alcuna alla sua domanda o a quella di chi l'aveva preceduto, si risolse in una sensazione stranissima, quasi di dolore fisico al costato e a tutte le membra del suo corpo, quasi come se fosse stato sottoposto ad un processo di rapida crescita e un nuovo accelerato passaggio dall'adolescenza ad un'età fisicamente più adulta. Possibile che così fosse? In effetti Shiar nella semioscurità di prima sembrava diverso dal solito e in fondo la stessa persona gigantesca non sembrava essere alta quanto Alexandra... Era così assurdo, che però poteva anche essere vero: in fondo anche l'inizio di tutta quella vicenda era stato pazzesco, perché era stato colpito da un fulmine, ma contro tutte le leggi della logica e della fisica era rimasto illeso ed era stao portato in tutt'altro luogo insieme ad altre persone.
*E io che pensavo di averle viste tutte ormai!* si disse quando i dolori cessarono. Guardandosi, si accorse che la tunica bianca che indossava prima si era ristretta abbastanza notevolmente e ci si sentiva quasi impiccato dentro, tanto che si strappò in più punti ai primi movimenti. Era piuttosto imbarazzante andare in giro come una sorta di straccione, ma almeno poteva muoversi liberamente e reagire senza troppi intoppi in caso di scontro... e aveva ormai pochi dubbi sul fatto che avrebbe dovuto scontrarsi per l'ennesima volta prima di arrivare a capire qualcosa su quello che stava succedendo. Chissà perché, quelle entità si divertivano come non sapeva dire cosa nel creare una serie di scontri quasi fratricidi senza neanche dire per cosa si dovevano battere i vari contendenti, lui compreso. E per giunta, doveva continuamentedarsi da fare per lottare più per la sua sopravvivenza che non per coprire la verità!
*Comincio ad essere stanco di questa situazione!*

Tuttavia, quando tornò a vedere, ci fu qualcosa di inatteso e finalemnte di gradito al suo arrivo: la risposta alla domanda che aveva posto alla Guida era lì, composta in forma di fiamma ed in sua attesa. Non appena si rividero, l'Armatura si scompose e andò subito a vestire il suo Cavaliere, accorrendo come una vecchia amica di fronte ad una persona cara che non vedeva da troppo tempo.
*Menomale, sei viva! Sei Qui! Dov'eri finita? Mi hai fatto preoccupare, sai?*
La corazza emanò un afflato cosmico con il quale rispose tramite sensazioni al suo Cavaliere che anche lei era stata preoccupata per la loro separazione momentanea e non voluta e che si era trovata lì quando aveva potuto riprendere coscienza, senza sapere come ci fosse finita e se e quando si sarebbero ritrovati.
*Per fortuna è andata bene...* replicò con un sospiro di sollievo.
Poi entrambi cominciarono a guardarsi meglio addosso e l'aspetto che avevano ottenuto ombinati assieme ci aveva complessivamente guadagnato, senza però raggiungere quello cui erano abituati: Marcus infatti prediligeva vestirsi di rosso come la sua Armatura e in tal modo di solito riuscivano ad ingannare gli avversari meno scaltri con lo stesso colore e facendo loro credere che non ci fossero parti scoperte. Invece la tunica bianca sottostante lasciava poco spazio all'immaginazione e non ci sarebbe voluto molto per arguire quali parti sarebbe stato meglio colpire.
Ci potevano fare poco e sperare di uscirne il meno malconci possibile da qualsiasi scontro. Quindi avanzarono, guardandosi meglio intorno.

In quel momento, entrambi provarono più di una volta una sensazione sempre più forte di dejà vù: l'arena era infatti piuttosto familiare, come se vi fossero già stati sebbene fosse immacolata... ed un bagliore attirò la loro attenzione verso l'alto, facendo loro cogliere una scena come mai ne avevano viste: il cielo sembrava una gigantesca proiezione di un evento passato, un evento analogo che si era verificato l'anno prima.
*Sulla cima della Torre di Babele, dove ci siamo scontrati con Alexer lo scorso anno! L'arena era la stessa! Possibile che siamo tornati in quello stesso luogo? Siamo di nuovo in cima a quella Torre?*
Era a dir poco sorprendente quello che stava succedendo: nel cielo si stava replicando, forse all'infinito, uno scontro come mai c'era stato prima e uno dei contendenti, invece di replicarlo per l'eternità, era laggiù ad assistervi! E forse sul punto di iniziarne un altro...
Quel pensiero indusse Marcus a saltare su una delle colonne più basse, senza particolare uso del proprio cosmo, e a distogliere lo sguardo in cerca di altri avversari. La ricerca durò poco, perché un'altra figura fu ben visibile e quasi non credette quello che vide: anche Alexandra era arrivata fin lassù! E ciò poteva voler dire una cosa sola: erano destinati a lottare l'uno contro l'altra. Di nuovo.
*Questo è un devà vù che non avrei voluto che ci fosse... preferirei quasi uno scontro con quel mezzo macellaio di Shiar o con un altro Spectre.* Neppure la sua Armatura si rivelò particolarmente entusiasta di quella replica, ma non poté farci assolutamente nulla, se non rimanere sul suo Cavaliere mentre questi balzava già dalla colonna e si avvicinava pacificamente alla Gigantessa.
Quando fu a circa sei metri da lei, Marcus si sforzò di mostrarsi contento di vederla: "Alexandra! Vedo che stai bene per fortuna..." O almeno bene stava il suo corpo, perché la stessa maledetta collana che aveva distrutto nel loro incontro precedente si era riformata e rigenerata addosso a lei. Quindi il suo animo probabilmente non stava altrettanto bene.
"Credo sia ora di smettere di lottare e di cercare di capire che cosa voglia da noi questa Guida" disse poco dopo con tono calmo, ma serio e fermo. "E' già stato abbastanza penoso arrivare fino a qui e non sono risalito dalle soglie dell'Ade per battermi di nuovo con un'amica."
Lo pensava per davvero e sperava vivamente che Alexandra avrebbe riaperto gli occhi e non lo avrebbe invece attaccato com'era successo la prima volta. Tuttavia, in quel luogo che ricalcava quasi fedelmente la sommità della Torre di Babele, non si sarebbe lasciato trovare né inerte né impreparato come prima. Sapeva cosa avrebbe probabilmente dovuto fare... e sebbene non gli piacesse affato, sarebbe andato fino in fondo. E la sua Armatura con lui, ad ogni costo.

CITAZIONE
Stato fisico: illeso
Stato Armatura: intatta
Stato psicologico: tranquillo in superficie, ma interiormente pronto al peggio

Riassunto azioni: Marcus prova strane sensazioni, ma una volta finito di varcare la porta, ritrova con gioia la propria Armatura, di cui non aveva saputo più nulla.
Assieme hanno una sensazione di dejà vù e, osservando il cielo, rivedono lo scontro di un anno prima contro Alexer e desumono, bene o male, di trovarsi di nuovo in cima alla Torre di Babele, senza sapere se sia vero o meno.
Poco dopo, con un brutto presentimento, Marcus cerca l'avversario e trova Alexandra, alla quale si avvicina pacificamente e a cui parla sperando, non troppo, di poterla convincere a non lottare e a cercare di scoprire insieme perché la Guida ha iniziato quella serie di eventi ancora senza risposta. Avendo già sperimentato Alexandra e la stranezza del suo collare, Cavaliere e Armatura sono anche pronti alla lotta, sapendo quello che devono fare nella peggiore delle ipotesi.

 
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view post Posted on 22/4/2012, 01:38
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Millenary Saint
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Alexandra notò dalla distanza l'avvicinarsi di una figura a lei familiare che lei attese immobile, senza tuttavia risparmiare al nuovo arrivato uno sguardo tagliente come il ghiaccio.
Di fronte a lei si trovava Marcus della Fornace, non solo sopravvissuto al suo precedente incontro ma tanto infido da comparire contemporaneamente a quella strana visione nel cielo, possibile che uno solo di uei due fosse il vero Marcus?
Ma in fondo, perchè porsi la domanda?
Alexandra aveva un emplice compito, distruggere chiunque le si fosse parato di fronte in quella bizzarra e sotto certi punti di vista, insulsa successione di scontri; per la gigantessa l'apparizione di Marcus non era unf reno a quell'obiettivo e forse il destino le aveva posto di fronte proprio il bronze saint per stabilire con chiarezza chi dei due sarebbe stato degno di proseguire lungo quel cammino ed avere forse le risposte che desiderava.

Sotto l'influenza di Chrono non era tuttavia necessario per la gigantessa fare congetture sulla sua situazione per decidere di porre fine alla vita del saint della fornace ed il motivo era in realtà molto semplice, così come con Shaija del Sagittario, i due erano infatti i saint a lei più vicini e se doveva considerare corretta l'ipotesi di una menzogna di fondo da parte di Athena, sarebbe stato logico dedurre che entrambi fossero strumenti creati ad hoc per rafforzare il valore di quelle bugie.

Sotto la guida illuminata di Chrono Alexandra non desiderava più il perdono per sé stessa o i suoi fratelli, ma più semplicemente la liberazione degli stessi dalle oscure prigioni del Tartaro, il loro perdono per non averli seguiti in quella serie di torture sarebbe stata una motivazione assai nobile per fare in modo che il suo senso di colpa smettesse di darle fitte lancinani al cuore.
Eppure anche lei aveva un altro fine, sperare che col perdono l'accettasero a pieno titolo nel loro gruppo nonostante la differenza di statura, cominciava ad essere stanca della solitudine ed i suoi fratelli erano quanto di più vicino ad una compagnia adatta a lei, sia per carattere che per scopi.

Stringendo i pugni per il desiderio di schiacciare quel bugiardo, Alexandra decise in maniera quasi inaspettata di concedergli una possibilità di risolvere la questione a parole, avrebbe lasciato che quella lingua biforcuta sibilasse un ultima volta prima di troncargliela di netto.

Il saint esordì con l'espresione di un certo sollievo al ritrovarla di fronte a sé, informazioni che per Alexandra non costituivano altro che balle, la sua espressione appariva tirata nella menzogna e l'antica creatura rispose sprezzante:

"Le tue parole sono gentili eppure negli occhi riesco a leggere un turbamento dovuto forse alla paura..."

E forse era vero, solo che la vera paura di Marcus non sarebbe stata certo quella relativa alla possibile sconfitta all'interno dello scontro ma bensì la perdita di un'amica, la quale adesso lo vedeva come un insidioso avversario.
La gigantessa proseguì puntando un indice verso Marcus:

"La mia mente è aperta ed ora vedo oltre le menzogne del Grande Tempio!
Colui che credevo un amico non era altro che uno sgherro inviato da Athena per confondere il mio giudizio facendomi credere che la mia libertà fosse stata voluta dalla dea della giustizia, ptuì!
La vera Giustizia non può essere amministrata dai bugiardi che come te, hanno approfittato della mia bontà...Marcus!
Abbi il coraggio d'ammettere il tuo ruolo in questo ciclo di falsità!"


Avrebbe atteso una pallida difesa per distruggerla con una nuova argomentazione:

"Rispondi allora a questa domanda!
Avrai senz'altro sentito la domanda che ho posto a quello strano individuo e sono certa del fatto che tu non approveresti mai il mio obiettivo, magari mi dirai che solo io ho il diritto di stare qui sopra mentre i miei fratelli patiscono ogni genere di dolore!"


Il braccio venne riabbassato e solo per un attimo, la tristezza che attraversò il volto della gigantessa lo rese nuovamente familiare a Marcus al quale sarebbe stato detto:

"Io sono stanca d'essee sola, stanca d'essere l'unica della mia specie, un raro esemplare da tenere in gabbia e mostrare ai visitatori, esposto sia per la stranezza che per il mio essere una testimone vivente di ere più antiche della storia scritta..."

A quel punto vi fù un brusco cambiamento nel tono della gigantessa che concluse irata:

"...Non posso perdonare le menzogne del Grande Tempio e se questo strano individuo non saprà fornimi delle risposte valide, rafforzerà in ogni caso la mia decisione di muovermi il più possibile all'esterno delle trame degli dei olimpici...d'altronde, sembra che tu sia molto più esperto di questo genere di situazioni di quanto non lo sia io e sicuramente avrai compreso che in ogni caso non vi sono alternative!"

Quell'ultima frase sembrava voler stimolare l'altro alla lotta anche se l'inizio delle ostilità appariva momentaneamente rinviato, Alexandra sapeva che in qualche modo il suo piazzamento in quel luogo fosse opera di Chrono e che di conseguenza, doveva adattarsi a quelle che sembravano le regole.
D'altronde, Alexandra non temeva le battaglie, non più almeno e sarebbe stata di certo in grado di badare ancora a sé stessa, potendo contare sul fatto che non avrebbe esitato di fronte ad un suo simile, anche Marcus nonsotante tutto non era che un umano.

CITAZIONE
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Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
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Status Psicologico: Determinata a sconfiggere i due avversari per soddisfare Chrono

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- Raggiunge la velocità della luce
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Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*




L'auspicio di Marcus non venne colto a tutta prima, ma Alexandra non lo attaccò, preferendo rivolgersi a lui ancora verbalmente. Forse in fondo a se stessa sapeva che il Cavaliere non voleva farle del male, sebbene le sue parole risuonarono molto male, cariche di odio e offese a cui lui stesso era un estraneo e allo stesso tempo una vittima: per prima cosa infatti gli rispose di vedere in lui una pur presente paura, ma la interpretò nella maniera più sbagliata possibile, perché nelle sue parole successive parlò della propria apertura mentale e del fatto che vedesse oltre le menzogne del Grande Tempio. Secondo lui invece, la mente della Gigantessa era più chiusa che mai e prova evidente ne fu il fatto che imputasse all'amico di essere uno strumento per propugnarle ulteriori inganni da parte di Atena.
La reazione sdegnata di Marcus non si fece attendere: "Parli come se non mi conoscessi, Alexandra! Ti sei già dimenticata che io servo il Grande Tempio, ma non venero affatto Atena come divinità? Se qualcuno ti ha mentito e ha cercato di usarti e di raggirarti mi dispiace e non escludo affatto che sia possibile, ma come fai ad imputare me di essere alla stregua di simili vigliacchi dopo quello che abbiamo passato? Dopo che ti ho dimostrato più volte di esserti amico e di essere dalla tua parte, a tua disposizione nei momenti peggiori?"
Trascurò quasi deliberatamente l'ipotetico "ruolo" che la Gigantessa gli aveva imputato, un po' perché rispondere esplicitamente a quell'accusa con la verità che non voleva vedere l'avrebbe portata ancora di più alla propensione allo scontro e un po' perché lo stesso Marcus non sapeva di cosa Alexandra stesse parlando.
Per tutta risposta, Alexandra rispose alle sue domande con un'altra domanda, rivolta sempre con un dito e un tono accusatori. Quella domanda, posta stupidamente come retorica, lo sorprese, ma lo fece anche arrabbiare interiormente, perché l'Alexandra che conoscva non si sarebbe mai posta un simile quesito e soprattutto non lo avrebbe esternato a lui in quel modo! Tuttavia non riuscì a suscitare in lui una reazione tanto forte da essere visibile, quanto invece la spiegazione che ne seguì, proferita a braccio e voce abbassati e sicuramente più sinceri di quanto non fosse stato tutto il dialogo fino a quel momento.
*Come può...?* Il Cavaliere della Fornace e la sua Armatura rimasero entrambi sconcertati nell'apprendere qul reale sentimento della Gigantessa, la quale si considerava alla stesssa stregua di un trofeo e di una reliquia da museo, sola ed unica nel suo genere... E con le sue ultime parole, la Gigantessa sembrò disporsi rabbiosamente alla lotta.
*Tutto questo non è giusto! Anche contro Alexandra dobbiamo lottare ora?* si chiese a testa bassa il giovane, afflitto e costernato da quegli eventi e da quella logica. Per la prima volta da quando era stato investito del suo primo e preminente ruolo, provò l'impulso di piangere, sentendosi stretto da una morsa più fatale che mai, mentre si trovava sulla strada per un patibolo dell'anima. Come poteva accettare un simile destino? Come poteva accettare quello che stava succedendo?
Non poteva. E fu la sua stessa Armatura a dirglielo, trasmettendogli l'afflato di cosmo con cui erano soliti comunicare tramite empatia e sensazioni: neppure l'Armatura della Fornace poteva tollerare quella situazione e non la riconosceva come giusta, così come reputava ingiusto combattere contro Alexandra, la quale, pur essendo manifestamente fuori di sé, non meritava né una lotta né una colpa. La colpa era di altri e presto o tardi avrebbero dovuto cercarla... insieme. E l'avrebbero fatto, perché l'Armatura aveva imparato dal suo Cavaliere cosa fosse la solitudine e quanto facesse soffrire e come solo dopo essersi scelti e trovati le cose erano cambiate, in una maniera che solo loro potevano comprendere e condividere.
*Grazie* riuscì a risponderle, recuperando in breve tempo la fiducia e la determinazione necesssarie a rialzare il capo e a rispondere con fermezza all'interlocutrice.
"Se vorrai lottare Alexandra, noi ci difenderemo, come prima e come sempre. Ma sei nel torto, su molte cose: tu non sei da sola, altrimenti noi non saremmo amici e anziché restare qui ci staremmo già massacrando a vicenda come dei perfetti sconosciuti! Perché non mi hai mai detto come ti sentivi? Io e la mia Armatura avremmo cercato di aiutarti, perché conosciamo la solitudine e il valore dei legami e possiamo esserti entrambi testimoni di come la razza non centri assolutamente nulla e non si possa giudicare in base ad essa per trovare compagnia e conforto! Se così fosse, io dovrei considerare la mia Armatura come un pezzo di metallo non comune, ma nulla di più ed invece sono forse l'unico in tutto il Grande Tempio a conoscerla e ad avere con lei un legame come ci potrebbe essere tra amici e forse anche di più."
E poi, gli scaturì dal cuore una risposta che sorprese l'Armatura non tanto per la sua natura, quanto per il fatto che venne data e che sapeva bene che sarebbe stata mantenuta da Marcus... e che, lo sapeva, avrebbe mantenuto anche lei, per varie ragioni e non esclusivamente per ciò che la legava al suo Cavaliere. "E ho sentito la tua domanda Alexandra... e posso fornirtene io la risposta: se i tuoi fratelli sono come te e non vogliono compiere il male per se stessi e per il mondo, tutto compreso, non meritano la loro prigionia e ti aiuterò a liberarli."
Era una condizione piuttosto pesante e che avrebbe richiesto un grosso impegno per verificarla di volta in volta, ma già in un'altra occasione era successo e sarebbe stato bello poter verificare quella stessa possibile esistenza...
Ma lui era lì ed era fermo e sincero nei suoi propositi. Gli avrebbe creduto? Solo se fosse tornata in sé, sembrò suggerirgli la sua Armatura. Marcus sapeva bene quanto avesse ragione.

CITAZIONE
Stato fisico: illeso
Stato Armatura: intatta
Stato psicologico: tranquillo e sicuro di sé e di ciò che ha detto, ma interiormente pronto al peggio

Riassunto azioni: Marcus e la sua Armatura rimangono sconcertati di fronte alle varie accuse, ma entrambi replicano di volta in volta, spinti dalla consapevolezza del proprio legame e arrivano a dare una risposta alla domanda che Alexandra ha posto alla Guida. Tuttavia entrambi temono intimamente che l'Alexandra che hanno davanti non arriverà a credere loro e in loro.

Nota: modificati il riquadro iniziale e le dimensioni della finestra della colonna sonosra. Nessuna modifica apportata al resto del post.



Edited by Warwizard - 24/4/2012, 13:55
 
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view post Posted on 23/4/2012, 21:43
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Alexandra rise crudelmente alle parole di Marcus, proseguendo la spregevole reazione con parole sprezzanti:

"Servi il Grande Tempio eppure non veneri Athena?
Forse è vero che non menti, una tale controsenso non può essere che pronunciato con sincerità, forse anche le tue buone intenzioni sono affondate in un mare di menzogne!"


L'aria cominciò a farsi carica d'elettricità mentre i due si fronteggiavano in via ancora verbale, la tensione saliva di minuto in minuto, Marcus con tutto quel suo parlare della propria armatura sembrava più fedele ad essa di qualsiasi cosa al mondo, Alexandra invece aveva sempre nutrito un rapporto conflittuale con la propria che in qualità di strumento di guerra non iusciva a sopportare le velleità pacifistiche della gigantessa.
Per anni quell'armatura aveva agito solamente come scudo e non era riuscita a sfogare il proprio potere offensivo, gli scontri che si erano succeduti da quando Chronos era riuscito ad influenzare Alexandra erano la cosa migliore che fosse mai accaduta secondo la Fiamma Azzurra.

E quella chiacchierata non era certo nelle corde dell'antica corazza, la quale aveva ricostituito il dono di Chrono sfruttando i dubbi di Alexandra, fintanto che avesse continuato a combattere a quel modo, con il succedersi delle rigenerazioni sarebbe stata l'armatura stessa a mantenere il controllo sul'animo della gigantessa.

Alexandra rispose quindi con una smorfia alle parole concilianti di Marcus:

"Sempre a parlar della tua ferraglia!
La mia non è mai stata d'aiuto ed inoltre che cosa poteva importartene dei miei problemi?
Mi poni condizioni sulla loro liberazione come se io potessi veramente risponderti, non posso lasciare la mia gente imprigionata e vivere beatamente sulla superfice, Chrono l'ha capito ed è l'unico a volermi offrire un aiuto incondizionato...se non veneri Athena come mai ti sei unito al Grande Tempio e combatti per lei?
Qui sopra il tuo zelo nel batterti in suo nome sembra evidente..."


Il sorriso crudele le attraversò nuovamente il viso nel rivolgere un'occhiata fugace allo scontro precedente di Marcus, l'armatura della Fiamma Azzurra fremette nuovamente, conscia del fatto che presto, anche Alexandra sarebbe passata dalle parole ai fatti, d'altronde, se anche avessero deciso di non affrontarsi, il loro destino sarebbe stata una condanna al limbo e null'altro, una fine non invidiabile.
CITAZIONE
png

Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Illeso
Status Armatura: Integra
Status Psicologico: Sente che los contro è imminente

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

 
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CITAZIONE

Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Alexandra reagì in modo ancora una volta negativo e sprezzante: non volle abbandonare l'idea e l'ipotesi che il Grande Tempio le avesse solo mentito, ma forse concesse a Marcus una sorta di beneficio del dubbio. Poco dopo però il suo viso venne solcato da un sorriso malvagio e altre parole cariche di tutta la sua incomprensione vennero pronunciate dalla Gigantessa, la quale lo accusò di fare un doppio gioco e non comprese come mai si fosse unito al Grande Tempio e ad Athena pur senza venerarla... la stessa domanda di troppi ignoranti che guardavano con superficialità alla sua persona e alle sue motivazioni recondite, le stesse che avevano invece unito il Cavaliere e l'Armatura della Fornace in un'entità dalle coscienze distinte, ma dall'unico intento.
L'atmosfera si fece sempre più tesa e rovente e gli avversari compresero che non c'era ormai più molto spazio per la diplomazia e che molto probabilmente Alexandra non avrebbe mai capito, non in quel momento e non in quel modo, non con una battaglia si svolgeva sopra di loro e un'altra che qualche entità aliena voleva che venisse combattuta di nuovo su quella stessa arena.
Ma in fondo le parole stesse di Alexandra gli fornirono un'idea, un germoglio di dubbio... qualcosa che ancora non poteva sapere con certezza, ma...
Così lo sguardo del Cavaliere si indurì ed il suo cosmo cominciò ad elevarsi, ma Marcus a parlare un'ultima volta: "Ti sembra evidente ciò che non lo è, Alexandra, e mi poni una domanda di cui tu stessa conosci già la risposta perché già l'hai messa in pratica: perché tu hai voluto bene a dei semplici umani, li hai aiutati nei campi e hai giocato con i bambini del villaggio sotto il Grande Tempio? Perché loro ti hanno acccettato tra loro nonostante la differenza di statura e di razza? Non mentirmi dicendomi che era per sfruttarti, perché la risposta è un'altra ed è la stessa per me: perché condividevate gli stessi ideali di vita e di pace, come io, l'Armatura della Fornace e Athena condividiamo gli ideali di pace e di persecuzione della giustizia. E tu lo sai bene, Alexandra"
Se l'avesse negato, il Cavaliere era pronto a ricordarglielo, gli fosse costato uno scontro. Ma a deciderne l'esito, non sarebbe stata un'ipocrisia di qualche essere pseudo-divino: sarebbe stato lui e sarebbe stato un esito di salvezza e di purificazione della stessa Alexandra. Era ben deciso a farlo.
Anche l'Armatura era con lui... e se l'idea di Marcus era giusta, sapeva anche che non avrebbero dovuto avere pietà alcuna.

CITAZIONE
Stato fisico: illeso
Stato Armatura: intatta
Stato psicologico: determinato, con un dubbio ancora imprecisato insinuatogli da Alexandra, che paradossalmente lo sprona ancora di più alla lotta, qualora dovesse cominciare.

Riassunto azioni: continua il dialogo tra i due amici ora avversi, ma Marcus e la sua Armatura cominciano ad avere un dubbio, una sorta di teoria. Comprendendo contemporaneamente che lo spazio delle parole si sta esaurendo, entrambi si preparano alla lotta, ma prima di cominciare, Marucs cerca di porre Alexandra davanti alla verità smentendo le sue parole con la verità e con ciò che sa essere storicamente accaduto. E' tuttavia certo che non basterà e si predispone quindi al combattimento, con l'Armatura leggermente più consapevole di lui su quello che forse dovranno fare per vincere e far rinsavire Alexandra.

 
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view post Posted on 26/4/2012, 23:14
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Millenary Saint
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Le parole di Marcus caddero nel vuoto ed attualmente, non fecero altro che aumentare l'ira di Alexandra, la quale digrignò i denti ricordando tempi in cui la sua fiducia nel prossimo era stata incrollabile, ma tutto era cambiato da quando quel black saints aveva deciso di portarsi via la vita di una bambina, tanto che la gigantessa abbattè un piede a terra, infondendovi improvvisamente un potente cosmo atto a creare una forte scossa, capace di frantumare il terreno ai piedi di Marcus e destabilizzarne l'equilibrio se non fosse riuscito in qualche modo ad evitarlo.

Alexandra gridò non appena tutto il suo cosmo esplose al massimo del suo potere, in maniera istantanea ed irruenta, le sue parole apparivano simili ad un ringhio:

"Ma la mia fiducia è stata tradita!"

Sfruttando il caos generato dalla scossa tellurica causata dal suo potente pestone, Alexandra si diresse verso una dlle colonne a lei vicine e senza apparente sforzo, l'afferrò con le braccia robuste, i cui muscoli poderosi si gonfiarono mentre un sinistro scricchiolio andava a riempire l'aria, unendosi al suono del terreno che andava in frantumi, ancora scosso dal potere del cosmo della gigantessa, la quale non aveva dovuto far ricorso ad alcuno dei suoi poteri più particolari.
Il suo cosmo non si era diretto come al solito sino alle profondità della Terra per raggiungere Gea ed ottenere da lei una risposta, quella scossa tellurica non era altro che la manifestazione della pura forza bruta di una creatura tanto antica quanto potente quando lo desiderava, il cosmo aveva ampliato la sua forza naturale per creare quell'effetto ed adesso, sotto la spinta dei suoi muscoli, una pesante colonna venne divelta e preparata all'attacco.

La scossa era stata un diversivo ed ora Alexandra era riuscita a procurarsi un'arma rozza ma dall'aria decisamente efficace, in seguito alla raccolta della quale avvenne un crollo in prossimità del fregio ora privo di sostegno, una porzione dell'anello crollò creando un gran polverone dietro al quale tuttavia, era possibile intravedere la robusta figura della gigantessa.

Con uno sguardo carico di risentimento, Alexandra eseguì un rapido giro su sé stessa, adoperando la robusta colonna come se si fosse trattata di un'asta da combattimento ed adoperandola a quel modo, la gigantessa compì un attacco diretto verso il corpo di Marcus, cercando di colpirlo dal lato destro per dargli come una mazzata che con sicurezza, non avrebbe potuto lasciarlo indenne nel caso in cui fosse stato colpito.

Si trattava pur sempre di una colonna lunga cinque metri adoperata a mò di mazza da baseball da una donna gigante e diretta con tutta la sua potenza su di un umano, il quale avrebbe in ogni caso avuto difficoltà a muoversi agilmente a causa dell'irregolarità del terreno oramai ridotto ad un'unica maceria.
Per Alexandra invece, quel terreno irregolare non appariva molto diverso da della semplice ghiaia.

CITAZIONE
png

Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Illeso
Status Armatura: Integra
Status Psicologico: Irata

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

Riepilogo Azioni:

-Attacco: Alexandra crea un diversivo con un pestone potenziato tramite il cosmo (Effetto simile ad una delle sue tecniche, solo privo dell'effetto offensivo, in modo da non infrangere le regole riguardo il numero di attacchi).
La gigantessa sfrutta il diversivo per staccare una colonna ed adoperarla come arma contro Marcus, mirando a colpirlo con un movimento rotatorio-orizzontale dal lato destro.

 
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view post Posted on 30/4/2012, 13:05
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CITAZIONE

Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Le sue parole ancora una volta sortirono l'effetto contrario a quello sperato e Alexandra si adombrò visibilmente e divenne sempre più minacciosa ed ostile, fino al punto di emettere un ringhio preoccupante e asserire semplicemente e falsamente che la sua stessa fiducia era stata tradita.
*Non si rende neppure conto di quello che sta facendo* comprese immediatamente Marcus, quando la sentì e subito dopo la vide pestare il terreno, scatenando un mezzo terremoto e sconvolgendo così tutta la sabbia dell'arena in un ampio raggio, costringendolo a cercare di mantenere l'equilibrio per non cadere e rimanere così inerme. Nonostante il polverone generato, il Cavaliere vide che Alexandra poi si girò per afferrare una colonna, staccarla e prepararsi ad usarla come furiosa e, per lei proporzionata, arma improvvisata: un gran bastone di pietra, che forse avrebbe dovuto darsi in testa, sembrò quasi voler commentare l'Armatura della Fornace con una certa qual dose di ragione.
Tuttavia non sarebbe bastato e Marcus comprese immediatamente che dovevano ingaggiare una lotta senza esclusione di colpi. Per fortuna, il cosmo infuocato della Fornace era già stato elevato ed era quindi pronto al nuovo scontro tradue amici che quasi non si riconoscevano... o per meglio dire, era solo lei che non riusciva a riconoscere lui e forse neppure se stessa.
Quando arrivò il colpo, una mazzata trasversale piuttosto semplice, forse Alexandra aveva pensato di riuscire ad assestare un colpo su chi non si poteva muovere su un terreno reso più accidentato e difficoltoso di prima, ma non aveva fatto i conti con la possibilità che Marcus potesse trovare scampo per aria: infatti il Cavaliere non perse tempo e, con un tempismo reso perfetto dallo stimolo cosmico della sua Armatura, saltò e lanciò verso il terreno il suo attacco più tipico, ottenendo un'elevazione di una decina di metri nell'arco di pochi istanti. Il colpo di Alexandra tagliò quindi solo i due tremendi fasci scaturiti dal Pugno di Fuoco di Marcus, forse interrompendolo e forse arrivando ad una temperatura talmente alta da sciogliere la pietra.
Tuttavia quello era un dettaglio senza importanza, perché subito dopo aver schivato l'offensiva della Gigantessa, Marcus passò ad un rapido e per certi versi feroce contrattacco: con un colpo di reni infatti fece in modo di inclinarsi e di cercare di ricadere verso l'avversaria e mentre ricadeva, il Cavaliere le urlò: "Sei tu che stai tradendo, Alexandra. Anche te stessa!"
Quindi fece prorompere con ulteriore violenza il proprio cosmo e generò un attacco nettamente simile a quello tipico del suo Maestro, un attacco che aveva acquisito per imitazione e che forse non poteva competere con il suo, ma che in quel momento era rivolto a tempestare letteralmente alexandra con una vera e propria pioggia di palle di fuoco. Marcus attaccò apparentemente senza pietà con il massimo raggio d'attacco che poteva generare con quella tecnica acquisita, ma in realtà aveva un duplice scopo: in primo luogo cercare di impedire ad Alexandra di intercettarlo in aria, come sarebbe successo se si fosse limitato a scappare; in seconda battuta voleva anche cercare di rendere inoffensiva Alexandra e per farlo sapeva di dover prima di tutto distruggere la sua Armatura. Forse, se fosse riuscito durante quella stessa ricaduta a ricadere su quel suo collare e a distruggerlo con una forza cosmica sotto forma di palle di fuoco concentrate, sarebbe già arrivato a metà dell'opera e a farla crolalre com'era già successo in quell'arena circondata di fulmini... altrimenti si sarebbe accontentato di tornare a terra e di aver inflitto quanti più danni possibile, onde poter continuare con il suo unico vero intento: fermare Alexandra e farla tornare quella che aveva sempre conosciuto.

CITAZIONE
Stato fisico: illeso
Stato Armatura: intatta
Stato psicologico: concentrato e determinato come non mai a sconfiggere alexandra e a riportarla alla normalità.

Riassunto azioni: Marcus subisce il terremoto di Alexandra senza riportare conseguenze, soprattutto per via della composizione del terreno, quindi, vedendo la manovra preparatoria e l'attacco, si coordina con la propria Armatura e sfrutta il Pugno Infuocato, lanciato verso il terreno, per scappare in aria per una decina di metri. Nel momento della ricaduta, attira l'attenzione di Alexandra, rispondendo direttamente a ciò che la Gigantessa ha appena detto, e lancia la Pioggia di Meteore Infuocate per coprire la propria ricaduta con l'attacco e cercare di avicinarsi al collare e distruggerlo con una dose più concentrata dello stesso attacco.

Tecniche utilizzate (nell'ordine):
CITAZIONE
Pugno di Fuoco
Marcus concentra la sua energia cosmica nei pugni portati indietro all'altezza del cuore e poi portati in avanti, rilasciando due fasci di fuoco ad alta temperatura, sufficiente per causare ustioni di secondo grado e di riscaldare le armature, in quanto i fasci sono a flusso continuo. Questo attacco ha una componente fisica, ma è essenzialmente cosmico e di solito è portato alle massime temperature raggiungibili tramite il suo cosmo.

CITAZIONE
Pioggia di meteore infuocate
Imitando il Ryu Sei Ken del suo maestro, Marcus lancia una serie di Palle di Fuoco a ventaglio più o meno ampio (da uno fino a cinque metri di ampiezza) per un ammontare di centinaia di veloci attacchi, che, se focalizzati, possono anche portare alla fusione di determinate corazze. L'attacco può essere lanciato da fermo o anche in corsa e ogni colpo andato a segno ha lo stesso effetto di una Palla di Fuoco, ma in nessun caso può essere composto da Palle di Fuoco Esplosive.

 
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view post Posted on 1/5/2012, 22:47
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La colonna impugnata da Alexandra non riuscì a colpire Marcus che trovato rifugio in aria grazie ad un bizzarro uso a fini propulsivi del suo cosmo fiammeggiante, il quale aveva reso inservibile l'arma improvvisata che la gigantessa gettò stizzita di lato, come si faceva con i rifiuti.
Marcus provò nuovamente ad inculcarle nella testa un poco di buon senso, ma il problema era proprio questo, parlarle come se fosse stata semplicemente incapace d'intendere e di volere, senza tenere conto del fatto che ciò che diceva e faceva, avesse in ogni caso origine nel suo io razionale.

Marcus era convinto che lei stese tradendo sé stessa, ma in realtà, era possibile che fosse stata lei ad illudersi per tutto quel tempo d'essere qualcun'altro, qualcuno he fosse realmente incapace di cedere alla rabbia ed abusare del suo potere, qualcuno che fosse capace di lasciarsi calpestare o ferire per il bene del suo prossimo, quella notte, la notte in cui conobbe Marcus, Alexanra scoprì il suo lato furibondo e primordiale, una forza che la spaventava.
Abbracciando la causadi Chrono, in realtà Alexandra aveva semplicemente avuto la possibilità d'accettare quella parte di sé della quale aveva rifiutato così ostinatamente l'esistenza.

Quando i colpi di Marcus cominciarono a farsi strada verso di lei, mirando ad infrangersi sul suo corpo robusto come una pioggia di fuolo altamente distruttiva, alla gigantessa non bastò che ricorrere ad una difesa ideata appositamente per quel genere di situazioni, una difesa che aveva dedicato ad un titano che come lei, aveva desiderato il bene dell'uomo e che era finito per soffrire a lungo a causa di un singolo atto d'astuta generosità.
L'uomo che lo liberò, fu lo stesso che la spedì nel Tartaro con un preciso colpo di mazza.

vs_marcus_1



Espandendo al massimo il proprio cosmo ed incrociando le braccia di fronte a sé, Alexandra assunse quindi la posizione della "Benedizione di Prometeo", la quale, pur richiedendo la sua assoluta immobilità per l'esecuzione, offriva la possibilità di difendersi da qualsiasi attacco basato sulle temperature, la gigantessa venne infatti avvolta da un rovente fuoco azzurro che all'apice della sua potenza, poteva arrivare a sciogliere i ghiacci generati tramite il raggiungimento dello 0 assoluto, oltre ad assorbire e nullificare attacchi basati sulle alte temperature, proprio come la pioggia di meteore infuocate di Marcus, la quale s'infranse sulle fiamme azzurre d'Alexandra senza riuscire ad oltrepassarle, unendosi ad esse e finendo inevitabilmente assorbite.

Illesa, la gigantessa abbandonò la posizione e disse seccamente:

"Inutile, oltre che banale e prevedibile utilizzo del fuoco."

A quel punto, la gigantessa allungò le braccia con un movimento fluido e con le dita ben tese e divaricate, Marcus avrebbe potuto notare come sulla punta delle stesse si fossero venute a formare delle piccole sfere di fuoco azzurro che quasi in risposta al movimento delle braccia, si allungarono in dieci sottili fili di fiamma, le sue "fruste di fuoco" che tuttavia non andarono ad avvolgersi attorno a Marcus ma bensì, passarono oltre il bronze saint e solo il gran fracasso che seguì ad un secondo gesto della gigantessa, gli diede un indizio di cosa quest'ultima volesse realmente fare.

vs_marcus_2



Alexandra infatti riportò a sé le braccia tramite uno sforzo dei possenti muscoli, il quale causò il crollo di un altro lato del colonnato, al quale la gigantessa aveva avvolto le proprie fruste fiammeggianti, nel tirarle a sé, ben quattro colonne lasciarono i propri posti per dirigersi verso Marcus dalle spalle, guidate con attenzione ed insospettabile precisione dalla titanica forza della gigantessa.
L'attacco venne accompagnato da nuove parole di Alexandra, cariche di risentimento e del vigore dei suoi attacchi, ma tuttavia, possibili indizi per quella che poteva essere la chiave del loro riappacificamento:

"Ti ostini a non capire che cosa sono!
D'altronde, anch'io ho cominciato a comprenderlo solo nella notte in cui ci siamo conosciuti!"


La notte in cui aveva sperimentato per la prima volta la trasformazione in un essere guidato unicamente dalla furia, trasfigurata dalla rabbia in qualcosa che forse, rappresentava il suo vero io, una concreta dimostrazione che tutti i giganti non potessero che essere dei mostri violenti.
Come poteva lottare ancora contro questo suo rancore se questo apparteneva in maniera inscindibile alla sua natura?


CITAZIONE
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Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Illeso
Status Armatura: Integra
Status Psicologico: Irata

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

Riepilogo Azioni:

-Difesa: Utilizzo della Benedizione di prometeo per nullificare l'offensiva di Marcus.

CITAZIONE
Benedizione di Prometeo: Alexandra, da sempre ammiratrice del generoso operato del titano Prometeo, ha dato il suo nome alla tecnica che ha sviluppato per difendersi dal gelo e dalle fiamme.
Incrociando le braccia di fronte a sè e bruciando il suo Cosmo, la gigantessa avvolge il proprio corpo in roventi fiamme azzurre, le quali possono annullare gli effetti di attacchi di ghiaccio o di fuoco di un avversario parienergia e che riduce gli effetti dei medesimi attacchi nel caso di avversari più potenti.
Nel caso di attacchi fisici, le fiamme possono provocare ustioni e fintanto che le fiamme rimangono attive, Alexandra non sarà in grado di muoversi, altrimenti perderà la concentrazione necessaria a mantenere la tecnica.

-Attacco: Alexandra Usa le fruste di fuoco per afferrare 4 colonne alle spalle di Marcus e tirargliele in testa.

CITAZIONE
Fruste Fiammeggianti: Da ognuna delle sue dita, Alexandra è in grado di far fuoriuscire una lunga frusta di fuoco azzurro dall'elevata temperatura che può essere usata per immobilizzare o colpire il nemico.

PS: Mamma mia che gli ho fatto ad Alexandra nel secondo disegno. O_o

 
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view post Posted on 2/5/2012, 13:14
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Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


La sua strategia sarebbe stata giusta ed ottimale contro altri nemici, ma purtroppo non aveva fatto esattamente i suoi conti con il fatto che lui ed Alexandra condividevano sostanzialmente gli stessi poteri e quindi un attacco di quel genere non le fece pressoché nulla, neppure vagamente il solletico! Inoltre per avvicinarsi davvero a lei avrebbe dovuto usare un attacco diretto e concentrato, come un arma di fuoco o qualche altra tecnica simile e invece la distanza tra loro era pure aumentata, pur di poco e solamente in senso orizzontale.
Quando anche la sua Armatura gli suggerì la futilità di quell'uso del cosmo, Marcus interruppe l'attacco e diede un altro colpo di reni per tornare in posizione eretta e cercare di ricadere in piedi anche senza essere un gatto. Tuttavia Alexandra ne approfittò immediatamente e gli rivolse contro le sue fruste infuocate... e non avrebbe neppure avuto vita molto difficile a prenderlo, perché a mezz'aria come ancora era, Marcus non avrebbe potuto fare molto altro che rannicchiarsi in difesa come effettivamente fece. Ma con sua sorpresa, le fruste lo oltrepassarono e lo lasciarono ricadere sulla sconvolta sabbia dell'arena. Una volta di nuovo con i piedi per terra, il Cavaliere si voltò rapidamente e allora vide qualcosa che gli fece aprire gli occhi: Alexandra non si era più limitato a quella che aveva buttato, ma aveva afferrato ben quattro colonne e le stava facendo convergere tutte verso la sua posizione! Si buttò allora verso la propria sinistra, ma le fruste tese gli impedirono completamente la fuga: era sostanzialmente in trappola e allora fece l'unica cosa che la sua esperienza gli dettò: saltò erigendo il proprio Scudo di Fuoco Oplitico per coprirsi dall'impatto di una delle colonne che inevitabilmente lo avrebbe centrato.
La collisione con quella sorta di ariete improvvisato contro lo scudo fu notevole, ma il fatto di non avere più un appoggio e quindi una resistenza da esercitare lo sbalzò indietro di una quindicina di metri oltre la figura di Alexandra, per un volo complessivo di oltre venti metri... e forse gli salvò la vita, perché altrimenti sarebbe stato travolto ugualmente, ma da più colonne e con un effetto tutt'altro che salutare per il suo corpo, a cominciare dallo scheletro! E neppure l'armatura sarebbe stata probabilmente in grado di salvarlo da un quadruplo impatto di quella portata!



Una volta finito di strisciare sulla sabbia, lasciando dietro di sé una scia notevole, Marcus cercò quasi inconsciamente il proprio bastone, solo per ricordarsi dopo di non essere riuscito a prenderlo quando era stato colpito dal fulmine che l'veva imbarcato in quella strana gara a suon di lotte non volute.
*Per la miseria... Mi sento come se mi avesse tramortito un treno!* pensò quando cominciò a riaversi dal colpo. *Tu come stai?* chiese all'Armatura. Questa rispose con una sensazione che, se fosse stata tradotta in parole, sarebbe risuonata più o meno come "stavo meglio prima". *A chi lo dici!*
In quel momento gli arrivarono anche le parole di Alexandra, parole strane e che fecero reagire con sensazioni di sdegno e di rifiuto l'Armatura della Fornace, anche perché era la stessa Gigantessa ad ostinarsi a non capire nulla. *Hai ragione... ma continuare a contrapporci e basta non ci poterà ad altro che a farci massacrare a vicenda come forse qualcun'altro vuole. E noi siamo già stati anche troppo a certi sordidi giochi!* rispose il Cavaliere, guardando il frammento del proprio precedente scontro, proprio quando Alexer aveva deciso di attaccarlo con maggior risolutezza nonostante lui gli avesse opposto una reazione volta a suscitargli il dubbio e a suggerirgli che fosse meglio non attaccarlo.
Con un sospiro, Marcus quindi si rialzò, sfruttando soprattutto il braccio destro: il sinistro, sebbene non fosse rotto, era tutto indolenzito fino alla spalla per via dell'urto subito e quasi non se lo sentiva più. Anche l'armatura aveva subito un notevole danno da impatto ed il bracciale era rimasto leggermente incurvato.
Infine, di nuovo in piedi, Marcus non accennò nuovamente ad attaccare, pur mantenendo vivo il proprio cosmo. Piuttosto rispose: "Se sono così ignorante, Alexandra, illuminami. Perché io vedo solo una persona che di diverso da me ha solo l'altezza e che è molto arrabbiata, molto confusa... e che si sente tanto sola."
Cominciò quindi ad avvicinarsi di qualche passo, in maniera pacifica. Forse... forse era quello il suo vero problema: Alexandra aveva paura della solitudine! E forse un gesto d'affetto sincero l'avrebbe fatta desistere da quella follia e l'avrebbe fatta rinsavire...
L'Armatura non credeva che ciò sarebbe bastato e neppure pensava che lei glielo avrebbe permesso, anzi avrebbe cercato di ucciderlo prima che riuscisse ad avvicinarsi. Ma Marcus era fiducioso e lei gli sarebbe rimasta accanto per proteggerlo da qualsiasi cosa sarebbe potuta succedere.

CITAZIONE
Stato fisico: danni da strisciamento alle spalle, danni da impatto attutiti dallo scudo, braccio sinistro completamente indolenzito.
Stato Armatura: bracciale sinistro leggermente incurvato per l'impatto subito, leggeri danni da strisciamento sulle parti posteriori di elmo e spalliere. Determinata a proteggere Marcus, anche se discorde con quello che sta facendo.
Stato psicologico: forse ancora stordito per il colpo, determianto, deciso a liberare Alexandra e a mostrarle il proprio affetto, nonostante il parere discorde dell'Armatura.

Riassunto azioni: vedendo la futilità del suo attacco, Marcus ancora a mezz'aria lo interrompe e ritorna eretto per ricadere al suolo senza conseguenze. Nel mentre però, le fruste di fuoco di Alexandra, di cui si ricorda dall'incontro precedente, lo sorpassano e poi ritornano indietro con quattro colonne dirette peggio di quattro proiettili contro di lui. A causa delle fruste, non può fuggire come vorrebbe e quindi salta nuovamente, schivando tre colonne e frapponendo lo Scudo di Fuoco Oplitico tra sé e la quarta. L'urto violento lo scaraventa ad una quindicina di metri indietro rispetto ad Alexandra e lo stordisce per breve tempo. Quando si riprende, realizza le parole di Alexandra e, pur mantenendo il proprio cosmo attivo, rinuncia ad attaccare e risponde all'amica, intenzionato a mostrarle affetto se lei glielo permetterà. L'Armatura non approva, ma resta comunque al suo posto e supporta il suo Cavaliere.

Tecnica utilizzata:
CITAZIONE
Scudo di Fuoco oplitico
Marcus concentra sul braccio sinistro un quantità di fuoco cosmico tale da dare ad esso la forma e le dimensioni di uno scudo oplitico, quindi piuttosto coprente. Questo caldo riparo, insopportabile senza apposite abilità di resistenza e manipolazione del fuoco, offre una buona protezione contro attacchi fisici e condotti con energie fredde, ma contro attacchi cosmici e psichici equivale ad un foglio di carta bruciata.

 
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view post Posted on 3/5/2012, 23:24
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Millenary Saint
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Alexandra vide Marcus sbalzare via in seguito al contraccolpo derivato dall'impatto con una delle colonne, la gigantessa si voltò verso il bronze saint che le era volato accanto alla velocità d'un proiettile.
Il suo avversario sembrava malconcio e nelle sue parole, l'antica creatura lesse forse un tentativo di temporeggiare, in fondo il colpo ricevuto, seppur non letale, sembrava averlo conciato decisamente male e chissà che quel suo strano procedere non fosse che una tattica diversiva.

La gigantessa decise di lasciarlo avvicinare, rispondendogli fintanto che era lontano, con un sorriso quasi malinconico:

"Mi sembra un pò troppo facile pretendere una risposta a questo modo, non trovi?
La notte in cui ci siamo conosciuti ero arrabbiata e confusa, sola lo sono sempre stata, persino tra i miei fratelli...ma la notte in cui ci siamo conosciuti ho anche capito cosa mi isolasse da loro, ho sempre soppresso la mia vera indole, tu che ami tanto la tua armatura, sicuramente non sai quanto la mia mi detesti per questo fatto."


Apparentemente, Alexandra non stava manifestando alcuna intenzione ostile, tuttavia, quando Marcus si avvicinò a meno di un paio di metri, il suo sguardo si fece più freddo e dando un pestone a terra, questa volta vi proiettò il proprio cosmo in maniera tale da raggiungere ancora una volta le profondità della Terra e riuscire così a ragiungere Gea, la madre che millenni prima le aveva dato la vita tramite il fecondo sangue di Urano.
Contro Marcus, Alexandra preferiva evitare l'utilizzo del fuoco che si era già rivelato poco efficace e potendo contare su poteri più variegati di quelli del bronze saint, la gigantessa non si faceva problemi a sfruttare tattiche poco ortodosse, urlando verso l'avversario:

"Non un passo di più!"

Lo aveva lasciato fare per studiarne le intenzioni e doveva ammettere che non solo quella camminata le appariva sospetta, ma la sua armatura nutriva un bruttissimo presentimento a riguardo, come se veramente un gesto di quel genere potesse ridurre la presa dell'incantesimo imposto da Chrono alla sua proprietaria, si trattava di un intrigo elaborato ma molto fragile una volta esposti i suoi punti deboli.

Non appena la gigantessa ebbe finito di parlare, il suo cosmo esplose nei meandri della Terra ed a velocità supersonica, una colossale parete di roccia si eresse di fronte all'antica creatura, sottolineando col fragore della roccia in movimento l'esclamazione di Alexandra, la quale svanì alla vista di Marcus, occultata dal muro di roccia che aveva posto tra lei e Marcus, quasi come a dare una forma fisica a quel muro d'incomprensioni che al momento impediva ai due d'intendersi e trovare una soluzione alternativa al conflitto per uscire da quella situazione.

Tuttavia, la gigantessa non si limitò ad erigere una maestosa difesa, la quale si estendeva per diversi metri sia in altezza che in larghezza e ben temprata in maniera tale da poter resistere ad alcuni degli attacchi più potenti a disposizione dei guerrieri divini, ma bensì, con un salto ed una possente spinta alla cima di questa parete rocciosa, Alexandra la spinse verso Marcus, agevolata dal principio delle leve.

Per il bronze saint si cominciava a delineare un tragico destino, quella spessa e pesantissima parete di roccia che gli stava crollando addosso era infatti incredibilmente resistente agli attacchi e di certo, il suo peso avrebbe ridotto in poltiglia sia cavaliere che armatura se quest'ultimo non fosse riuscito ad inventarsi qualcosa per difendersi.

CITAZIONE
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Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Illeso
Status Armatura: Integra
Status Psicologico: Cauta

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

Riepilogo Azioni:

-Difesa/Attacco: Alexandra erige un muro di fronte a sé e lo spinge addosso a Marcus nel tentativo di schiacciarlo.

CITAZIONE
Muro Lavico: Proiettando il proprio cosmo nel terreno, Alexandra è capace di sollevare, tramite un getto di lava, un blocco di terra incredibilmente solido, in grado di resistere a colpi di notevole potenza (Cosmica o fisica) e che proteggerà da un singolo lato la gigantessa o qualcuno a lei vicino.
Su alcuni terreni, come in alta montagna o nel deserto, il colpo potrebbe rivelarsi poco efficace o addirittura inutile.

 
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Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Alexandra replicò in maniera bizzarra, ma assolutamente non ostile. Lasciò che Marcus si avvicinasse di un paio di metri e nel frattempo menzionò ancora una volta il rapporto con la sua armatura, diametralmente opposto a quello che intercorreva tra l'incarnazione ed il protetto della Fornace. Inoltre la Gigantessa disse di aver sempre represso la propria indole e di essere sempre stata sola anche tra i propri fratelli... e con la propria stessa armatura!
Quel dettaglio scivolò addosso al Cavaliere, che rimase comunque turbato da quelle parole, ma la corazza non se lo fece sfuggire e in un certo senso rimase pure attonita a quella notizia: quale combattente poteva muoversi senza avere un accordo anche solo iniziale con la propria Armatura? Era a dir poco inconcepibile!
Però non ebbe modo di portare quel dettaglio all'attenzione del suo Cavaliere, perché Alexandra cambiò radicalmente atteggiamento, gli urlò di non fare un altro passo con rinnovata, ma ancora incompleta ostilità ed eresse tra loro un nuovo muro di roccia alto e abbastanza compatto, ma forse non abbastanza per fermarlo. Tuttavia Alexandra non si perse ulteriormente in chiacchiere e realizzò una dannata mossa che fece inclinare e ricadere quello stesso muro contro l'amico e la sua corazza.
Marcus non aveva la più pallida idea del motivo per cui Alexandra avesse cambiato così radicalmente idea e comportamento, ma la situazione richiedeva una reazione immediata.
Il Cavaliere non perse tempo e sfruttò un proprio pensiero, un'intuizione legata a ciò che sapeva dei poteri di Alexandra e soprattutto dal fatto che il muro fosse spuntato dalla sabbia dell'arena. E in ogni caso non poteva permettersi di scappare da quel muro o di ribaltarlo: doveva semplicemente abbatterlo o non avrebbe avuto speranze per sé e per la sua Armatura.
Quindi rintuzzò il suo potere cosmico per innalzarlo ai livelli necessari e sufficienti per concretizzare sulle sue mani due sfere di fuoco esplosive, che vennero lanciate una dopo l'altra contro il centro del muro, in modo da disgregarlo con due esplosioni di diametro di dieci metri ciascuna, tirate abbastanza in alto perché lui non venisse coinvolto e sufficientemente concentrate da risultare abbastanza devastanti e distruggere così il muro. Forse non era stato così devastante, ma la voragine di una ventina di metri e frammenti delle più varie dimensioni fu sufficiente a salvarsi la vita.
Nel lanciare però la sua tecnica, il braccio sinistro passò da intorpidito ad uno stato ben peggiore.
*Diavolo, comincia a farmi male tutto dalla spalla in giù! Se andrà avanti così...*
Per fortuna, però, non furono costretti a sorbirsi una pioggia troppo rilevante di detriti di varia sorta e quei pochi che caddero nella loro direzione, non impensierirono i legati alla costellazione della Fornace. Tuttavia era arrivato il momento di pensare a come uscire da quell’impiccio, perché il polverone venutosi a creare non sarebbe durato per l’eternità.
Fu in quel momento che l’Armatura infuse il proprio cosmo nel suo Cavaliere e lo focalizzò sul loro rapporto e sul contrasto che aveva percepito poco prima di quell’interruzione di fatto. Marcus non riuscì a comprendere esattamente cosa volesse dire in un primo momento, ma quando poi l’Armatura indicò anche una sensazione di lontananza a quelle precedenti, il Cavaliere ebbe come un’illuminazione.
*Vorresti dire che la corazza di Alexandra è in contrasto con lei e forse è responsabile della sua mente alterata e lontana da quello che è sempre stata?*
L’Armatura della Fornace confermò tramite il cosmo il ragionamento di Marcus.
*E… aspetta un attimo! Se è così, allora quel collare… il collare che ha addosso Alexandra in questo momento non era parte della sua corazza. Ma sono sicuro di averlo distrutto quando abbiamo combattuto la prima volta. Tu credi che la corazza della Fiamma Azzurra possa aver volontariamente prestato le proprie potenzialità per cercare di plagiare Alexandra?*
A quell’ipotesi, l’Armatura della Fornace replicò con una sensazione che sarebbe equivalsa all’espressione di un’alta probabilità che così fosse e ad una concordanza con quella stessa possibile spiegazione.
*Se è così… temo di doverti chiedere scusa, ma temo anche che dovrò distruggere quella corazzatura per poter liberare Alexandra.*
La reazione immediatamente successiva dell’armatura fu sorprendente: l’Armatura della Fornace gli trasmise una sensazione di repulsione verso quell’oggetto, come se non la considerasse una sua simile e che quindi non c’era nulla da farsi perdonare. E subito dopo, soggiunse che in ogni caso sarebbe stata con lui contro il male che evidentemente rappresentava ciò che stava succedendo ad Alexandra, chiunque ne fosse il responsabile.
Lui sorrise e toccò il giustacuore con la mano destra. *Grazie, amica mia.*

Il polverone si dissolse e Marcus riemerse illeso dalle macerie da lui stesso create. Quando infine trovò Alexandra in mezzo a tutta la devastazione che si era venuta a creare fino a quel momento, il giovane Italiano salì su qualche ammasso di roccia per poter avere una migliore mobilità e guardò la Gigantessa con una nuova consapevolezza riflessa in viso e con essa anche una durezza che era tipica del Cavaliere quando decideva di sfoderare la sua piena potenza… un evento tanto raro, quanto temuto dallo stesso Marcus, che non sfoderava quasi mai quella forza: non era nella sua natura scatenare un incendio di tremende proporzioni, ma in quel caso sapeva che era dolorosamente necessario. E per di più, sapeva anche che non poteva sperare di vincere contro Alexandra di pura potenza elementale, perché entrambi loro utilizzavano il fuoco e meglio di altri potevano neutralizzare i reciproci colpi, ma doveva ricorrere anche e soprattutto al modo in cui scatenare le sue fiamme. Quella sarebbe stata la vera differenza tra loro due… anzi, tra loro quattro.
Marcus espanse così il proprio cosmo e la sua presenza divenne largamente diffusa e quasi opprimente. Non era ancora nulla che potesse impensierire qualcuno come la Gigantessa, ma che nel frattempo gli avrebbe consentito di attuare il suo piano. Quindi cominciò ad alzare entrambe le braccia lentamente, non tanto per nascondere il dolore ancora presente nell’articolazione sinistra, quanto per simulare di stare per raccogliere il suo cosmo per un attacco frontale.
E per cercare di prevenire la formazione di una difesa da parte della Gigantessa, le disse: “Io ho compreso tutto, Alexandra. E ora mi dispiace, ma dovrò fare più male a noi che a te.
Durante quelle stesse parole, Marcus avrebbe cercato di far comparire il semicilindro dell’Implosione Flammica proprio dietro ad Alexandra, dal collo fino alla fine del tronco… e alla fine di quelle sue stesse parole, avrebbe fatto implodere il suo attacco. L’obiettivo non era fare del male ad Alexandra, ma sfruttare il suo pieno potenziale per distruggere la sua corazza e l’influenza che essa aveva sulla Gigantessa per sua stessa implicita confessione. Se ci fosse riuscito, avrebbe certamente fatto del male alla Gigantessa, ma a quel punto gli sarebbe bastato sostanzialmente eliminare i gambali per liberare la sua amica.

CITAZIONE
Stato fisico: danni da strisciamento alle spalle, danni da impatto attutiti dallo scudo, braccio sinistro dolorante.
Stato Armatura: bracciale sinistro leggermente incurvato per l'impatto subito, leggeri danni da strisciamento sulle parti posteriori di elmo e spalliere. Determinata a proteggere e supportare Marcus nel liberare la Gigantessa dal male che la opprime.
Stato psicologico: ferramente determinato a distruggere l’Armatura, rassicurato e rafforzato dal supporto datogli dall’Armatura della Fornace.

Riassunto azioni: Marcus resta sorpreso dall’improvviso cambio di umore di Alexandra, mentre la sua Armatura registra le parole della Gigantessa. Quando questa attacca, Marcus comprende di non avere altra scelta e reagisce quindi sfondando la parete in caduta libera con due Palle di Fuoco esplosive dal raggio contenuto in dieci metri ciascuna e dal potere distruttivo quindi abbastanza concentrato da frantumare, se non polverizzare la parete.
Quindi Marcus e la sua Armatura hanno un confronto e arrivano a capire cosa sia successo ad Alexandra e, pur non avendo una certezza assoluta, trovano il vero bersaglio e colpevole di quella situazione.
Allora il Cavaliere sale sulle macerie onde poter schivare più facilmente eventuali reazioni nemiche ed espande ad area il proprio cosmo, pronto ad usare la sua piena potenza contro l’armatura di Alexandra, usando l’Implosione Flammica (nota: la tecnica è a potenza ordinaria) contro di lei, mascherando la manifestazione dell’attacco con l’espansione del cosmo in una vasta area e con le proprie parole

Tecniche utilizzate:
CITAZIONE
Palla di Fuoco esplosiva
Variante della Palla di Fuoco, esteticamente non ha nulla di diverso, ma in realtà, a differenza della prima, che può essere dipsersa, esplode al contatto con il bersaglio o con un ostacolo, causando un'esplosione molto dannosa, perché capace di infliggere ustioni di secondo grado.

CITAZIONE
Implosione Flammica
Anziché creare una sfera di fuoco, Marcus crea un campo di fiamme di forma semicilindrica attorno al nemico tagliato sulla sommità. Le fiamme, che possono raggiungere picchi molto elevati, vengono poi utilizzate per scatenare un'implosione dello stesso cilindro di fuoco, alto due metri, e causare così gravi ustioni al nemico e la fusione delle corazze più deboli. Alcune corazze di miglior fattura potrebbero resistere alla fusione, ma non rimarrebbero comunque esenti da conseguenze.

 
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view post Posted on 6/5/2012, 19:48
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Millenary Saint
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Alexandra assunse una semplice posa difensiva per evitare che i detriti scaturiti dalla podersa difesa di Marcus riuscissero ad infliggerle danni sei, solo qualche ferita superficiale che sanguinava a mala-pena, tuttavia ciò era più che sufficente per farle passare del tutto la voglia di parlare, il bronze saint l'avrebbe pagata cara.

Non appena si fù diradata la coltre generata dai detriti, lo sguardo dei due avversari si incrociò ed in entrambi si poteva leggere una ferrea decisione, nessuno dei due si sarebbe fermato senza raggiungere il proprio obiettivo e nessuno dei due si sarebbe più trattenuto, Alexandra avanzò decisa con un'espressione irata e già s'apprestava ad aumentre il proprio cosmo.
La sua concentrazione nell'andare a bruciare il proprio cosmo la portò ad ignorare l'aumento della temperatura attorno a sé, la gigantessa infatti immaginava che il bronze della fornace si sarebbe nuovamente scontrato in maniera aperta e che stesse cercando di raccogliere energie sufficenti a travolgere le difese di Alexandra che dal canto suo, riteneva impossibile essere sconfitta da un semplice umano in una battaglia basata sul dominio del fuoco.

Le fiamme azzurre erano un simbolo della fiamma perfetta, priva di sprechi che bruciava al massimo vigore e che una fiamma inferiore come quella rossa non aveva speranza di sconfiggere e d'altronde, la gigantessa aveva dalla sua una maggior comprensione di cosa fosse il calore, i suoi poteri non si limitavano alle fiamme, ma andavano anche verso elementi differenti e complessi come il magma.

doruoora



Per questo lei sapeva che nel posizionare le mani di fronte a sé nella posizione tipica della sua tecnica finale, una tecnica talmente potente da ricordare l'alito infuocato di un drago sia nella potenza che nella posizione delle mani, le quali si aprivano proprio come le mascelle del leggendario rettile e del quale ogni dito si tramutava simbolicamente in un dente, non poteva avere dubbi sulla vittoria in uno scontro diretto.

Ma il bronze saint decise di non scontrarsi direttamente con lei ed abusare invece della vigliacca possibilità d'attaccarla alle spalle.

Soltanto i sensi acuti della gigantessa l'avvisarono all'ultimo momento di un aumento improvviso della temperatura alle sue spalle e solo l'istinto la portò a girarsi ed a lanciare il suo terribile colpo non per offesa ma bensì per salvaguardare la propria vita, avendo modo però di lanciarne solo una versione incompleta e finendo così sbalzata all'indietro dall'esplosione generata dai due colpi ad altissima temperatura, la quale rieccheggiò per kilometri nella distesa desertica che li circondava, mentre un'alta colonna di fiamme, in parte rosse ed in parte azzurre, si levava verso il cielo, disturbando le mmagini dello scontro passato, le quali ondeggiarono lievemente nel cielo per poi tornare alla consueta nitidezza, come se fossero state riflesse su di un corso d'acqua.

Alexandra si rialzò da un mucchio di macerie, spostando con rabbia una colonna che si era spezzata nel momento in cui lei l'aveva urtata a piena potenza con la schiena, adesso sul dorso della sua armatura era visibile una profonda crepa e sul suo corpo, ferite più numerose e profonde delle precedenti, ma lo sguardo d'Alexandra era ugualmente determinato e la sua volontà era ancora più forte a causa del risentimento, tanto che disse a Marcus:

"Combatti come un vigliacco!
Ma sappi che anch'io conosco qualche trucco poco pulito!"


Sfruttando a suo vantaggio il calore generato sia da lei che dal suo avversario, la gigantessa ne approfittò per creare una distorsione nella rifrazione della luce, un vero e proprio velo che andasse a nasconderla allo sguardo di Marcus, il quale l'avrebbe vista scomparire in meno di un istante non appena Alexandra terminò un semplice movimento portato col braccio, quasi come se stesse indossando un mantello che la rese invisibile alla vista.

Normalmente, quella tecnica le impediva d'avvicinarsi tropp oad un nemico ma in quel caso era diverso, il calore presente nell'aria la portava a dover fare ben poco sforzo per riflettere la luce e di conseguenza, anche a pochi metri di distanza sarebbe stato molto difficile per Marcus notare una differenza nella temperatura, forse un lievissimo aumento pochi istanti prima che il suo colpo andasse a segno, non poteva esserne sicura.

La gigantessa si mosse con insolita leggerezza, zigzagando per ilterreno accidentato e muovendosi laddove la roccia avrebbe impedito a Amrcus di individuare delle chiare tracce come invece sarebbe avvenuto sulla sabbia.
Una volta sufficentemente vicina al cavaliere, Alexandra nona vrebbe attaccato alle spalle, mossa estremamente prevedibile, ma bensì, dal lato destro di amrcus, mirando a dargli un pugno sul volto con tutta la sua immane forza, una forza nettamente superiore a quella che l'armatura della fornace avrebbe potuto sopportare.

Portato il primo attacco, Alexandra si sarebbe allontanata di qualche metro, attendendo una risposta di Marcus ed attendendo l'occasione migliore per poterlo nuovamente colpire.

CITAZIONE
png

Armatura: Fiamma Azzurra LV IV (Distrutta con Difficoltà da una Nera)
Status Fisico: Numerose piccole ferite sanguinanti
Status Armatura: Grosse crepe sulla schiena
Status Psicologico: irata, ma ancora in grado di controllarsi, cerca di colpire piano ma duramente

Capacità a Nera:
- Raggiunge la velocità della luce
- Saint di fuoco [possibilità di raggiungere il limite di fusione delle Armature di Livello VII° e superiori, ma non la certezza automatica di farlo. Raggiunge un livello in pari con lo 0 assoluto.]
- Le tecniche raggiungono un diametro massimo di 50 metri

Riepilogo Azioni:

-Difesa: Alexandra prepara un colpo per Marcus ma si ritrova invece ad utilizzarlo per difendersi all'ulimo secondo, senza peraltro, riuscire ad uscirne illesa.

CITAZIONE
Fiamma Inceneritrice: L'attacco finale d'Alexandra, il più aggressivo e distruttivo in suo possesso.
Tendendo le braccia di fronte a se', in modo da creare una sfera di fiamma tramite il cosmo, la gigantessa può sparare una vera e propria fiammata, in tutto paragonabile a quella di un drago dalla potenza moltiplicata, la quale s'estende a grande velocità e per diversi metri verso l'obiettivo, apparendo come un lungo cilindro infuocato dall'ampio diametro.

-Attacco: Alexandra diviene invisibile grzie alla sua tecnica e si avvicina con cautela sino ad arrivare alla destra di marcus, mirando a tirargli un potentissimo pugno sul lato destro del viso.

CITAZIONE
Velo di calore: Sfruttando il calore emanato dal corpo tramite il cosmo, Alexandra può creare un velo che modificando la rifrazione della luce in prossimità della gigantessa, riesce a renderla invisibile, anche se avvicinarsi più di 5 metri ad una persona rende evidente l'innalzamento della temperatura.
Essendo il calore creato tramite il cosmo, ogni tentativo d'individuare il cosmo di Alexandra risulta complesso in quanto il cosmo viene esteso in un'area piuttosto vasta, tuttavia, nel qual caso la gigantessa concentrasse il cosmo allo scopo d'attaccare ad esempio, si renderebbe facilmente individuabile, anche se una buona strategia può rendere vana l'individuazione di Alexandra.

 
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view post Posted on 7/5/2012, 21:49
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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CITAZIONE

Marcus della Fornace
Nome Armatura: Armatura di Bronzo (liv. IV)
Narrato
"Parlato"
*Pensato*


L'Alexandra che conosceva non sarebbe cascata così facilmente nel tranello che le aveva teso il Cavaliere, mentre quella versione dalla volontà imbrigliata da qualcosa di alieno riuscì a subodorare l'inganno e anzi si apprestò ad attaccare con qualcosa che Marcus aveva già visto e da cui non sarebbe riuscito a scampare tanto facilmente. Tuttavia in qualche modo la Gigantessa si accorse che qualcosa stava per accadere alle sue spalle e scaricò ciò che aveva già caricato contro il semicilindro dell'Implosione Flammica, generando all'ultimo secondo una deflagrazione di proporzioni colossali e di una forza d'urto tale da sbalzare indietro persino lei.
Anche Marcus venne indirettamente coinvolto e volò indietro di alcuni metri con alcune macerie più leggere, riportando per qualche scottatura sulle parti prive sia di Armatura sia di vestiti... e nulla vietava che qualcosa fosse passato anche sotto la tunica bianca ormai più stracciata e bruciata che mai, ma almeno non era stato proiettato contro una colonna com'era successo ad Alexandra. Ma anche l'Armatura non era rimasta indifferente a quello spettacolo infernale e, pur essendo intrinsecamente legata ai poteri del fuoco, cominciava subire un po' dovunque le prime avvisaglie del surriscaldamento dovuto alle alte temperature raggiunte.
*La situazione si sta facendo letteralmente rovente!* si disse senza troppa ironia il Cavaliere mentre si rialzava. *Se non si fosse accorta di nulla, ora saremmo in vantaggio. Non sono stato abbastanza veloce e ora anche tu ne hai dovuto pagare il prezzo.*
L'Armatura cercò di nascondere il fatto che fosse accaldata, quasi se ne vergognasse, e con un piccolo ritardo, gli trasmise una sensazione di leggerezza, come a volergli dire di non preoccuparsi e di andare avanti. Marcus sorrise e tornò a rivolgere la propria attenzione alla propria avversaria, la quale lo imputò di combattere come un vigliacco, e al suo reale bersaglio. Tuttavia entrambi sparirono ben presto alla vista e anche alla percezione del cosmo!
*Ma che diavolo...! Questa è nuova. E ora come diavolo faccio?* si chiese. Purtroppo in quel caso anche l'Armatura era rimasta spiazzata dalla mossa inaspettata della Gigantessa e non sapeva neanche lei come fosse meglio muoversi.
Marcus si guardò intorno cercando qualsiasi segno rivelatore della presenza di Alexandra, che sembrava essersi occultata alla perfezione in quell'ambiente incandescente, ma tutt'intorno non c'erano altro che sabbia arroventata e sul punto quasi di vetrificarsi e rocce affioranti dalla distruzione che era stata portata in quell'arena, in gran parte ad opera della stessa Alexandra... nulla che potesse indicare esattamente dove fosse finita e quali intenzioni avesse.
Poi però mise un piede in fallo e quasi perse l'equilibrio. Per fortuna lo recuperò, ma a prezzo di un certo rumore. E quell'evento casuale gli fece capire cosa fare per difendersi: le pietre non erano stabili ed erano macerie sulla sabbia e a discapito delle loro dimensioni, non erano parte integrante del terreno circostante e muoversi su di esse era praticamente impossibile senza fare rumore per lui che pesava sugli ottanta chili... figurarsi per una persona alta quattro metri!
Allora chiuse gli occhi e, nonostante la tensione del momento e il sudore copioso per l'atmosfera rovente tendessero a disturbare la concentrazione, riuscì a sentire alcune rovine muoversi sempre più vicine alla sua posizione. E infine sentì un'ulteriore vampata di calore e il rumore di qualcosa in arrivo dalla sua destra, abbastanza vicino da farlo reagire d'istinto e farlo quindi voltare verso la minaccia con uno Scudo di Fuoco Oplitico dispiegato di fronte a sé. Anche se riaprì gli occhi, non riuscì a capire bene che cosa lo stesse esattamente minacciando e la posizione relativamente instabile in mezzo alle macerie dello scontro gli impedì di esercitare una vera e propria resistenza, facendolo finire nuovamente sbalzato indietro di altri cinque o sei metri. Marcus utilizzò tutti e quattro gli arti per cercare di arrestare il moto, lasciando un'altra volta il segno, altrimenti sarebbe finito molto più in là... e probabilmente molto peggio e forse fu solo per caso che passò accanto ad una colonna ancora in piedi invece che finire contro di essa.
*Porca... il braccio...* si disse quando il sinistro praticamente cedette e si riacutizzò il dolore che stava provando già da prima e che con quella frizione non si era di certo fatto una sabbiatura salutare. *Mi sento come se me l'avesse centrato un camion...*
Ed in effetti non era andato tanto lontano dal vero: prima aveva dovuto sostanzialmente assorbire l'urto di una colonna scagliata addosso a piena velocità e poi un altro colpo e infine il tentativo di frenata dopo l'ennesimo tentativo di insegnargli a volare. Praticamente solo la presenza dello scudo aveva evitato danni molto più seri a lui e alla sua Armatura e se non fosse stato fatto della stessa essenza del cosmo di Marcus, sarebbe probabilmente finito sbriciolato al primo colpo...
Ancora tramortito, Marcus tornò in piedi tenendosi la spalla dolorante, anche se non sapeva esattamente cosa tenersi per cercare di attenuare il dolore. Probabilmente, se ne avesse avuto il tempo, avrebbe potuto usare un po' di cosmo per placare quello stesso dolore, ma sapeva che Alexandra, o chi per essa, ne avrebbe sicuramente approfittato per farlo a pezzi definitivamente. Doveva convivere con quel dolore per il momento e cercare un modo abbastanza valido per ribaltare la situazione: la Gigantessa infatti continuava a non essere in vista nonostante la sua mole e quindi avrebbe potuto tirarle un altro tiro mancino come il precedente e con migliori risultati. Doveva ribaltare in qualche modo la situazione, ma non poteva lanciare attacchi a casaccio: c'era qualche probabilità di colpirla, ma con troppa poca efficacia e uno spreco di cosmo troppo grande perché potesse permetterselo.
E l'unico modo che gli venne in mente fu un sostanziale specchietto per le allodole. Tutt'intorno a sé quindi cominciò ad intessere una nebbia di fuoco sempre più intensa e sempre più adeguata al livello del suo cosmo, fino a che la cortina rossa non divenne una nebbia impenetrabile alla vista e alla percezione cosmica: per cinque metri quadrati attorno al suo corpo, nulla divenne più visibile o percepibile, perché il suo livello di emanazioni cosmiche era tale e quale a quella della manifestazione fisica della nebbia che avvolgeva Cavaliere e Armatura della Fornace. Alexandra forse non si sarebbe fatta niente a cercarlo lì in mezzo per via della sua affinità con il fuoco, ma il suo piano non era quello di ferirla in maniera così indiretta e in fondo banale: il suo scopo era quello di spingerla a cercarlo più attivamente, in modo che il suo occultamento disvelasse quello dell'amica e lui potesse attaccare il vero nemico.
Marcus quindi si mosse ai confini della cortina, verso destra rispetto alla direzione dalla quel era giunto fino a quel momento. Le sue tracce sarebbero state coperte dalla cortina e dal fatto che la sabbia spostata non avrebbe fatto lo stesso rumore dei sassi pur presenti. Non restava ad entrambi che incrociare le dita e sperare di non finire malamente... anche perché difficilmente la sua Armatura avrebbe sopportato altri colpi di quel genere. La sua controparte sul corpo di Alexandra doveva semplicemente sparire, per il bene di tutti e due... e si sorprese nel provarlo, perché difficilmente aveva provato altre volte sensazioni analoghe, soprattutto perché, come Marcus, non amava ricorrere alla distruzione. Ma la cosa si stava facendo personale per lei: stavano combattendo una battaglia non voluta contro qualcosa di talmente perverso da mutare la volontà di chi la indossava, un'amica del suo Cavaliere, per costringerla a combattere contro di loro! Era inconcepibile per lei: un'Armatura doveva proteggere e aiutare chi la indossava, consigliarlo e al massimo abbandonarlo se erano in totale disaccordo, ma non arrivare a plagiarne la volontà. Era semplicemente assurdo. Assurdo... ed imperdonabile.

CITAZIONE
Stato fisico: danni da strisciamento alle spalle, ripetuti danni da impatto attutiti dallo scudo, braccio sinistro dolorante, scottature sulle parti scoperte.
Stato Armatura: danni da frizione sulla parte posteriore degli spallacci, sui guanti e sugli stivali, bracciale sinistro quasi completamente incurvato verso l'interno; segni di surriscaldamento. Determinata a vedere distrutta la sua controparte sul corpo di Alexandra per l'imperdonabile crimine che sta commettendo.
Stato psicologico: consapevole del dolore e dello stato precario, ma ancora determinato a stanare Alexandra e distruggere la sua armatura.

Riassunto azioni: Marcus resta coinvolto, anche se indirettamente, dall'esplosione generata dallo scontro di attacchi reciproci e ne resta per fortuna solo scottato nelle parti scoperte (ma anche la corazza inizia a surriscaldarsi nonostante l’affinità con il fuoco ed è per sostanzialmente tale ragione che non riportano entrambi danni peggiori) per via della distanza che intercorre con la fonte dell'esplosione. Quindi si ritrova a perdere di vista Alexandra e solo per caso capisce come poter avere una speranza di individuarla. Quando percepisce l'attacco in arrivo, riesce a reagire d'istinto e a frapporre un altro Scudo di Fuoco Oplitico al pugno della Gigantessa, ma viene sbalzato via e accumula altri danni più consistenti al braccio e al bracciale sinistro.
Ripresosi, Marcus idea uno stratagemma: usare il suo occultamento per cercare di smascherare l'occultamento di Alexandra, costringendola ad un'azione più incisiva che ne riveli la posizione, onde consentire a Marcus di attaccare mentre resta nascosto ai margini della cortina stessa.

Tecniche usate:
CITAZIONE
Scudo di Fuoco Oplitico
Marcus concentra sul braccio sinistro un quantità di fuoco cosmico tale da dare ad esso la forma e le dimensioni di uno scudo oplitico, quindi piuttosto coprente. Questo caldo riparo, insopportabile senza apposite abilità di resistenza e manipolazione del fuoco, offre una buona protezione contro attacchi fisici e condotti con energie fredde, ma contro attacchi cosmici e psichici equivale ad un foglio di carta bruciata.

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.

 
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