Alessandria d'Egitto, Isola di Pharos

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view post Posted on 21/6/2011, 07:55
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Virtus et Aequaminitas

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Una vela biancastra si muoveva sul mare grigio che schiaffeggiava le coste ruvide di roccia dell'isola.
Una leggera nebbia non permetteva di vedere tutto l'orizzonte ma ben presto il sole avrebbe dipanato quella coltre.

La vela sbandò mossa da un'onda che il cavaliere della fenica aveva prodotto, ma solo per un attimo, poi tornò nel suo tranquillo veleggiare.

Per primo Zakard aveva capito che qualcosa aveva a che fare con Alessandria, mentre gli altri saint continuavano a combattere contro un nemico ignoto.

Forse la vela stava simbolicamente ad indicare che nessun vento è favorevole al marinaio che non sa dove andare...e Zakard era un marinaio che aveva preso la via giusta.

Giunse infine all'isola di Pharos, che per ironia della sorte aveva dato il nome a tutti i fari del mondo. Sì, perchè duemila anni fa l'unico faro degno di questo nome era quello di Alessandria che prese il nome dall'isola e diventanto il faro per antonomasia, regalò questo nome in eredità ai posteri.

La riva rocciosa su cui pose piede Zakard era umida, evidentemente non si prospettava una buona giornata quasi in solidarietà ad Atene.
Il cavaliere con passo fermo avanzò leggermente scrutando quello che poteva vedere considerando la leggera nebbia..

Un passo avanti e si trovò di fronte ad un muro. Alzò lo sguardo verso l'alto e con enorme sorpresa non riuscì nemmeno a intravedere la fine del muro... cosa diavolo era?
Non avrebbe dovuto esserci nulla! Il faro era stato distrutto centinaia di anni fa... eppure questo muro.. cos'altro poteva essere?

La cosa non era incoraggiante, qualcosa era fuori posto, ma almeno ciò significava che aveva visto giusto....


Master: Per il momento nella quest ci sarà solo Zakard
 
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Zakard Ki'Saad
view post Posted on 21/6/2011, 13:38




« non notato immediatamente, a causa della fitta nebbia che è comparsa all'improvviso, quasi come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno, Zakard si trova adesso di fronte ad un muro. Un muro gigantesco. Sarà la nebbia che ostruisce la visuale, ma Zakard, spostando lo sguardo verso l'alto, non riesce ad intravedere il bordo superiore di tale muro. »

{ Che cosa significa tutto ciò? }

« si guarda anche attorno, il muro sembra quasi una sorta di cancello atto a proteggere qualcosa, proprio come le mura di cinta di un castello. Zakard, con una rapida corsa, aggira completamente il muro, facendo, in pochi secondi, il giro completo dell'isola. Ma niente. Non vi è un'entrata, o forse è talmente nascosta da esser sfuggita allo sguardo di Zakard, il quale è ora tornato al punto di partenza »

{ Mmmh non posso attaccarlo, dentro potrebbero nascondersi orde intere di nemici pronti a darmi il benvenuto, e magari non riuscirei nemmeno ad abbatterlo. }

« salta, quindi. Zakard carica la forza sulle sue gambe e, piegandole, effettua un salto che raggiungerà almeno gli 80m di quota. Ma niente. Anche da così in alto non riesce a vedere la cima di tale muro. Quindi atterra su entrambi i piedi »

{ A quanto pare non mi resta altra scelta. Non so quando gli altri saint giungeranno, anzi non so nemmeno se giungeranno. }

« quindi Zakard scaglia il suo pugno destro in avanti, dal quale nasce un grosso fascio di luce infuocata, che parte verso un punto imprecisato del muro, alla base, ma ad altezza uomo. Tuttavia Zakard non è stupido. Il pugno non è scagliato in linea retta ma in linea obliqua in modo che, se l'energia non fosse abbastanza forte ed il colpo rimbalzasse contro il muro, esso finirà altrove. »
 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 3/7/2011, 21:01




Il cavaliere della Fenice provò lungamente e in ogni modo a trovare una apertura.
Ma non ce n'era nessuna. Almeno apparentemente.

Poi alla fine decise di colpire con tutta la sua forza la parete.
Il colpo micidiale fu completamente assorbito dalla parete che per qualche istante rimase inerte.
Poi una leggera vibrazione. Nel punto colpito la parete indietreggiò per una decina di metri formando un tunnel che terminava ancora con una parete.

Ogni 50 centimetri scesero degli anelli di ferro collegato al soffitto con una leggera catena. in corrispondenza dell'ultimo anello la parete mostrava un piccolo foro.

Sui due lati del corridoio c'erano delle figure che brillavano e lampeggiavano d'oro. A destra un uomo vestito con pelle di animale selvatico sotto la scritta in greco Ὀδυσσεύς, a sinistra invece un insieme di figure, alcune gaudenti altre atterrite con sotto la scritta in greco μνηστῆρες.

Poi tutto tornò in quiete come prima, il silezio tornò ad avvolgere l'isola e il cavaliere di bronzo.
 
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~ Shaija del Sagittario ~
view post Posted on 21/7/2011, 11:38




Il Sagittario d’Oro corse verso Alessandria per aiutare Zakard, colui che dopo di lui avevano scelto come custode dell’armatura della Fenice.
Shaija era consapevole che forse nemmeno con il suo intervento avrebbero potuto salvarsi, la sfida sembrava davvero epica ed impossibile, ma così come questo stato d’animo così tetro viveva nella sua mente, un altro, che riaffiorava piano piano, gli dava ancora più preoccupazione, era il pensiero di dover fare di tutto per salvare Athena e l’umanità, che era lo scopo per cui era diventato Cavaliere d’Oro.

Aveva già provato a contattare Fenice, ma il primo tentativo era andato a vuoto, così come toccò la terra d’Alessandria, si ritrovò in un territorio fitto di nebbia, ma percepì il Cosmo di Zakard, quindi si diresse subito in quella zona, infine…

Infine ti ho trovato, Fenice…


 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 31/7/2011, 09:38




La Fenice era alle prese con un rompicapo che impediva l'accesso al faro, così almeno sembrava e per questo motivo nemmeno rispose al saluto del sagittario.

D'altra parte la fenice aveva sempre osteggiato i cavalieri d'oro, ma non per odio, bensì per il suo carattere spinoso e selvaggio...

I saint avevano comunque di meglio da fare che discutere, bisognava affrettare i tempi perchè nessuno sapeva cosa il nemico avrebbe voluto fare con lo scudo di Atena...
 
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view post Posted on 31/7/2011, 20:56
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Millenary Saint

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pensato
parlato

Nell'isola di Pharos si manifestò una nuova presenza, annunciata dalle fulgide saette che attorniavano un cosmo vasto e prepotente... quello di Babel del Leone.
Giunto in cima ad un enorme masso, il suo unico occhio scrutava ciò che si prospettava dinnanzi, alla cerca disperata dei compagni e di coloro che avevano sottratto lo Scudo di Atena.
Riaffioravano nella mente le parole del Sagittario alla nona casa, che mai come in quel momento rappresentarono un inno al dovere, il dovere di un cavaliere d'oro a cui Babel era chiamato a rispondere e adempiere per dimostrare non solo il suo valore in battaglia, bensì di essere degno di tanta grazia.

Ma fu con enorme sorpresa che la visuale fu totalmente occupata da un muro di un'altezza sovrastante, quasi innaturale, eppure era certo che non si trattava del leggendario faro di Alessandria poichè esso era andato perduto da tempo. Sembrava davvero un qualcosa che andava al di fuori dell'ordinario e ben lontano dall'essere un prodigio del genere umano. Cos'era veramente?
La risposta l'avrebbe trovata di li a poco ma al contempo capì di essere al posto giusto quando da un'insenatura del medesimo muro percepì cosmi portentosi e alleati. Ne tradusse uno infuocato e un altro che conosceva meglio...

L'eco di un cadenzato passo rimbombò per alcuni interminabili istanti nel tunnel e prima che la sua figura fosse visibile all'altrui vista, proferì:

Finalmente sono qui...
 
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view post Posted on 23/8/2011, 23:08
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Le tensioni non si erano granché placate tra i Cavalieri d'Oro, uno su tutti in particolare, ma alla fine bene o male un gruppo partì dal Grande Tempio in direzione dell'isola di Pharos, un tempo sede della torre su cui sorgeva ciò che poi avrebbe preso il nome per antonomasia.
Marcus era stato di parola e, una volta scongiurato il pericolo di un assalto alla gola tra il borioso ex Traingolo Ramked e la sua sfacciata allieva Elene, si era diretto a casa sua in una frazione di secondo e aveva così altrettanto rapidamente preso tutto il suo equipaggiamento. Tuttavia aveva deciso di non aspettare gli altri, bensì di partire per primo ed andare in avanscoperta: la situazione richiedeva più velocità e capacità tattiche più che il movimento lento di una forza compatta... e tremendamente disomogenea.
Inoltre era preoccupato per il suo allievo Zakard della Fenice e per il suo amico Shaija del Sagittario: Babel del Leone non aveva neanch'egli aspettato la definizione di controversie "burocratiche" e gerarchiche sulla sommità de Grande Tempio, ma Marcus aveva constatato personalmente quale fosse il livello di forza di quel Cavaliere d'Oro e sapeva che la sua Armatura d'Oro poteva costituire un vantaggio in battaglia; ma se d'altro canto doveva giudicare in base a quello che era successo in quella notte non ancora finita, non sarebbe stato determinante. Per giunta, il nemico non solo aveva ottenuto lo Scudo di Atena con facilità a dir poco disarmante, ma aveva anche lasciato una pista dietro di sé, il che significava solamente una cosa: chiunque avesse architettato tutto, voleva essere trovato. E c'era da scommettere che non si sarebbe lasciato trovare impreparato, né che avrebbe mostrato pietà alcuna.
*Devo fare attenzione: se mi lascio sorprendere e sopraffare, non sarò in grado di aiutare gli altri! Spero solo che chi è andato avanti stia bene...*

Così il Cavaliere della Fornace aveva innalzato il suo cosmo e si era mosso come meglio sapeva e poteva fare: come già prima alla Torre di Babele, calcolò approssimativamente la direzione e la distanza e, con la giusta dose di cosmo caricata, spiccò un balzo alla velocità della luce dal Piano dell'Incudine e si lanciò in un salto che di umano non aveva niente.
Tuttavia, a differenza della volta precedente, non ci fu alcuna interruzione improvvisa del suo flusso cosmo e così riuscì ad atterrare come una cometa di luce sulla spiaggia senza incidenti, ruzzoloni o capitomboli vari. Lì si trovò di fonte ad uno spettacolo che non aveva ragion d'essere: una parete solida e apparentemente infinita che però si apriva in una sorta di immenso tunnel... dal quale sentì arrivare delle tracce cosmiche a lui familiari!
*Grazie al cielo!* si disse estremamente sollevato. Almeno erano vivi!
Marcus quindi soppresse il suo cosmo e, con il proprio bastone sfoderato, avanzò in mezzo a quell'apertura. Quello che vide lo lasciò leggermente perplesso: dal soffitto pendevano delle catene a mezzo metro l'una dall'altra, fino alla parete di fondo, dove si trovavano i Cavalieri giunti in avanscoperta.
"Menomale che vi ho trovati!" disse per farsi notare e riconoscere dai compagni d'arme. "Reco notizie: il Grande Sacerdote è caduto vittima dei nostri nemici ed è ora nelle sue stanze per riprendersi da ciò che gli è successo. Inoltre lo Scudo di Atena è stato rubato, anche se forse Babel vi avrà già informato su questi sviluppi. Ora una forza di Cavalieri si sta dirigendo qui, anche se credo che dovremo fare attenzione a come ci muoveremo: non credo che possiamo godere dell'effetto sorpresa."
Quindi il Cavaliere si dedicò a visionare l'ambiente circostante e si ritrovò di fronte a due rappresentazioni dalla parvenza arcaica: quella di destra raffigurava un uomo vestito con pelli di animali, che poteva essere chiunque, ma che una sorta di didascalia lo identificò come "Odisseo"
*Se ci fosse stata anche una clava, sarebbe potuto passare benissimo per quel selvaggio di Eracle...* si disse con una certa dose di scetticismo e di sarcasmo verso l'artista.
Sull'altro lato c'era invece una folla di persone dagli atteggiamenti contrastanti, identificati da un'altra didascalia che riportava una parola greca che non riconobbe... ma l'accostamento tra la figura di Odisseo e quella della folla indusse un qualcosa nella mente del Cavaliere, un dettaglio storico-letterario: quando tornò finalmente in patria dopo svariati anni di peregrinazioni e sventure, il re di Itaca si trovò la casa infestata di pretendenti al suo trono e a sua moglie Penelope, a torto ritenuta vedova e, per non farsi riconoscere ed uccidere subito, si travestì da mendicante con il consiglio e l'aiuto di Atena, che gli impedì anche di riconoscere la terra natia in un primo tempo dopo l'aiuto prestato dai Feaci... e il giorno successivo all'arrivo di quel nuovo mendicante, Penelope ebbe l'idea di sfidare i vari pretendenti ad una gara di forza ed abilità, consistente nel far passare una freccia attraverso gli anelli di una fila di scuri usando l'arco che solo il marito aveva saputo e potuto tendere... nessuno infatti vi riuscì, salvo proprio lo sbeffeggiato mendicante che ottenne la sua vendetta dopo aver attraversato tutti gli anelli...
*Un momento! Qui ci sono tanti anelli infilati uno davanti all'altro fino ad un buco nella parete grande quanto gli altri anelli. Non saranno di scuri, ma forse...*
Si rivolse quindi al Sagittario: "Shaija, credo che il tuo arco ci sarà utile" Marcus spiegò quindi in sintesi il dettaglio che si era ricordato e venne quindi al punto: "Forse se torni all'inizio di questa fila di anelli e usi l'arco d'oro per farvi passare una freccia, la parete si aprirà e potremo andare avanti. Le immagini e questa fila di anelli mi suggeriscono questo."
Non era del tutto improbabile che bastasse un qualunque genere di proiettile o magari anche un raggio cosmico... ma avendo a disposizione un arco, perché non provare prima con quello?
 
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view post Posted on 24/8/2011, 09:25
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A quanto pareva, alcune persone avevano approvato il suo comportamento. Primo fra tutti, Vhan. Forse la sua era stata solo una ripicca sul Cancro per come l'aveva trattato ma era altrettanto probabile che semplicemente fosse d'accordo con lei. Poi c'era stato Marcus. Il maestro aveva esplicitamente preso le sue parti, lodando la sua forza e affermando che la scelta di restare o meno spettava a lei. Il Cancro, però, voleva a tutti i costi rendersi ridicolo agli occhi di tutti e con un discorso da donnicciola isterica pretese da Elene che rimanesse in seconda linea.
« Paura che ti tolga la gloria, granchietto? »
Non si trattava di gloria per Elene, lei di certo non andava cercando una cosa del genere. Ramked, invece, batteva i piedi come una prima donna pur di essere al centro dell'attenzione e di dar comandi a destra e a manca. Sarebbe stato interessante osservarne la reazione ma in quel mentre irruppe un giovane cavaliere. Sembrava appena stato investito (e non da un'auto). Era riverente e sotto la maschera la ragazza rise al pensiero che al Cancro il suo comportamento sarebbe senz'altro piaciuto.
« Per me, più siamo e più ci divertiamo. »
Detto ciò, partì per Alessandria.

Fu molto sorpresa di percepire che il suo maestro fosse partito da solo, lasciandoli indietro. Si fosse trattato di un Cavaliere d'Oro avrebbe ipotizzato che semplicemente volesse fare da sé senza nessuno che potesse togliergli la fantomatica gloria (come aveva fatto Babel). Invece Marcus non era il tipo, quindi doveva esserci altro. Forse era preoccupato per Zakard, che li aveva preceduti.
Una volta ad Alessandria, la ragazza si trovò davanti a un muro.
« Ok, questa non me l'aspettavo. »
Per qualche attimo rimase a contemplare il muro apparentemente non valicabile, poi avvertì il cosmo degli altri Cavalieri e si diresse da loro. Arrivata all'imbocco del tunnel un'espressione perplessa che nessuno avrebbe potuto vedere si dipinse sul suo volto.
« Ma che... »
Era arrivata al momento delle spiegazioni, eppure non ci aveva capito nulla (probabilmente perché non aveva visto le iscrizioni alla fine del tunnel, o forse perché sapeva ben poco di mitologia).

 
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°§Iancyu§°
view post Posted on 28/8/2011, 22:31




La risposta da Marcus non venne, ma Iancyu decise di seguirlo lo stesso, lui sarebbe stato più veloce ma grazie alla velocità dei saint non ci sarebbe voluto molto a raggiungerlo. Il giovane da poco ritornato al tempio dopo essere scomparso per molto tempo, al punto che qualcuno lo credeva morto, era pronto per andare in missione. Procuratosi una armatura da soldato semplice il silver saint aspettò fuori la casa della fornace. Poco dopo ecco che un lampo fuoriuscì da essa, era Marcus che alla velocità della luce balzò all'esterno e si diresse ad Alessandra. Senza perdere tempo Iancyu lo seguì, richiamò a se una piccola quantità di cosmo e facendo leva sul piede fece una scatto e scomparì nel nulla. Ad una velcoità vicina a quella del suono il cavaliere del segugio arrivò ad Alessandria leggermente in ritardo rispetto alla fornace di cui seguì il cosmo. Egli si trovava su di una spiaggia e davanti ai suoi occhi si innalzava un muro immenso. Tutti sanno che quello è il luogo in cui un tempo nasceva il primo faro, una delle sette meraviglie del mondo, costruzione che ormai non c'era più da secoli. Subito il segugio si chiese che cosa fosse allora quell'imponente struttura in pietra, ma ecco che mentre pensava a ciò fu distratto da un' entrata aperta creata in essa. Da questa provenivano quattro cosmi, due potenti, uno forse conosciuto, l'altro appartenente senza ombra di dubbio a Babel, uno sconosicuto e poi quello di Marcus che era appena entrato. Senza attendere oltre Iancyu entrò anche lui e si ritrovò in un lungo corridoio dove riconobbe il cavaliere del Saggittario, ex cavaliere della fenice e con lui il nuovo detentore di questa armatura.
"Compagni, eccomi giunto in vostro aiuto, inviato qui per volontà di Athena, lei mi ha risvegliato ed eccomi tornato a lottare con voi Saint! Iancyu del Segugio qui per sostenervi!"
Salutò educatamente il gruppo tra cui c'era anche una sacerdotessa di cui ora era percepibile il cosmo, la stessa sacerdotessa che stava nelle stanze del gran sacerdotre e che stava litigando con il superbo Ramked...
Tutti sembravano intenti a risolvere un enigma, infatti la strada era bloccata, ma c'erano alcuni anelli disposti a 50 cm l'uno dall'altro e due statue che portavano due scritte greche il cui significato era una Ulisse, rappresentato come un uomo con stracci, e Pretendenti, rappresantati come uomini gaudenti e altri atterriti. Tutto ciò, pensò Iancyu, voleva far ricordare il momento in cui Ulisse tornò ad Itaca e sbaragliò i Proci, pretendenti a prendere in sposa la moglie. Il re dell'isola fu l'unico capace a tendere il suo arco e a scagliare una freccia attraverso degli anelli. Lo stesso ragionamento del segugio lo fece Marcus che consigliò al cavaliere possessore del sacro arco, di scagliare la sua freccia dorata attraverso gli anelli.
" Marcus ha ragione, tutto questo ci fa ricordare la sfida sostenuta da Ulisse contro i Proci! Cavaliere della fornace la tua saggezza mi stupisce sempre!"
Il segugio non potè non lodare l'abile mente di Marcus che poteva forse essere paragonato ad Ulisse in ingegno.
Ora non restava che stare a guardare cosa sarebbe accaduto, quello sembrava l'unico modo per aprire qualche passaggio e proseguire la missione. L'obbierttivo dei cavalieri era di riprendere lo scudo di Athena che era stato rubato al tempio prima dell'arrivo di Iancyu...

Edited by °§Iancyu§° - 29/8/2011, 21:10
 
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Ramked
view post Posted on 29/8/2011, 10:34




Essere giovani aiuta in vigore ma non in intelligenza. Ecco perché i presenti al Grande Tempio non comprendevano, anzi criticavano - chi apertamente, chi tra le righe - l'atteggiamento del Cancro. Eppure non era così complicato, a detta di quest'ultimo, comprendere cosa si celava dietro quel comportamento, all'apparenza così dispotico e scostante. Ma ivi c'erano solo ragazzi incapaci di guardare al di là del proprio naso, che si concentravano solo sulle loro prime impressioni, senza andare nel profondo. In quella situazione, ci si aspettava maggiore maturità mentale dai Cavalieri d'Oro di più fresca investitura, i quali invece avevano forse travisato il significato di quelle corazze che indossavano o peggio non avevano mai capito l'onere ch'esse comportano. Il contesto voleva uno stuolo di guerrieri pronti alla pugna ma senza nessuno che si prendesse la briga di guidarli con raziocinio. Solo Ramked lo aveva capito ed essendo anche il Cavaliere d'Oro con più anzianità lì presente si sentiva in dovere di assumere la veste di "coordinatore", con decisione e fermezza, essendo disposto a prendersi tutta la responsabilità di fronte al Grande Sacerdote in caso di fallimento. Sapeva che così facendo non avrebbe subito guadagnato il loro rispetto e la loro fiducia, ma col tempo, osservando il modo di fare del Cancro, quest'ultimo si augurava che cambiassero opinione. Ma ora era giunto il momento di andare sul campo di battaglia, ad Alessandria d'Egitto, il luogo indicato dal fuggitivo prigioniero.

Il cavaliere dorato ci mise poco ad arrivare a destinazione. Lo avevano preceduto Babel, Marcus e la sacerdotessa, oltre al redivivo cavaliere del Segugio. Sul luogo vi erano da tempo la Fenice e, soprattutto, il Sagittario, ovvero il suo vecchio maestro, colui che lo aveva condotto agli inizi delle vie del Cosmo, che lo aveva visto crescere in tal senso e lo aveva guidato alla conquista della prima corazza, quella del Triangolo. Se ora era degno di indossare un Gold Cloth, lo doveva anche a lui. Così, appena lo vide, gli si avvicinò sorridendo sinceramente.

"Il mio cuore trabocca di gioia nel vederti, maestro".

Tuttavia, sapeva che non poteva indugiare nei convenevoli. C'era una missione da compiere, di importanza cruciale. Tutti i presenti si erano imbattuti in una parete piuttosto alta e vasta, a cui si accedeva da un tunnel, che rappresentava l'ostacolo che separava i cavalieri dal celeberrimo faro. Dentro il cunicolo, ad entrambe le pareti vi erano varie figure e rappresentazioni. Una di esse (un uomo vestito di pelle d'animale) venne subito interpretata dalla Fornace, il quale comprese che si trattava di Ulisse. Le altre immagini, presenti sulla parete opposta, erano di altri uomini e il Cancro a quel punto le associò subito ai Proci, i pretendenti della moglie di Ulisse, Penelope. Ne ebbe la conferma dalla didascalia presente al di sotto. La galleria però era contraddistinta anche dalla presenza, sul soffitto, di vari anelli a distanza regolare l'uno dall'altro, con un foro presente sulla parete in corrispondenza dell'ultimo d'essi. Marcus fu il primo a comprendere che forse ciò che bisognava fare per avanzare era tirare una freccia che attraversasse tutti gli anelli e finisse nel foro sulla parete, richiamando proprio alla leggenda dello stesso Ulisse, e Ramked si trovò d'accordo. Così si rivolse nuovamente a Shaija.

"Maestro, concordo con la Fornace. Sembra anche a me la soluzione più logica, oltre che l'unica. Vale la pena di tentare".
 
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Warbandit88
view post Posted on 29/8/2011, 11:00




Da pochi minuti era giunto il cavaliere del segugio, quando sulla sabbiosa spiaggia egiziana pose piede Arc. La brezza marina portava un piacevole odore che si univa alla fine grana bronzea della sabbia che si stagliava su un piano roccioso scuro e dalla mole immensa. Quella era terra del mito, terra di meraviglie inimagginabili. Ironia della sorte, l'isola di Pharos era colei che aveva ospitato il mitico faro che imponente mostrava la via ai marinai nei tempi antichi.
Arc a passo rapido si ritrovò innanzi ad un muro gigantesco la cui mole era tale da non permettere di scorgere la fine. Indirizzato verso un punto dove erano concentrati diversi cosmi, Arc si ritrovò a percorrere un breve corridoio in cui riecheggiavano le voci dei cavalieri che erano giunti nel medesimo luogo. Le due immagini e la struttura ad anelli che gli si paravano innanzi erano state già ipoteticamente spiegate dal cavaliere della fornace e del cancro, restava solo provare la soluzione dell'enigma proposta; infatti come nel mito di Odisseo, gli anelli formavano una struttura che, almeno apparentemente, andava percorsa da un oggetto, e quale miglior arma se non il sacro arco che richiamava proprio alla prova sostenuta da Ulisse?!? Non restava che attendere dunque, e quindi portandosi vicino a Iancyu disse


Voi dovete essere il cavaliere del segugio che è stato addestrato dal maestro Virgo, vero? Io sono Arc, cavaliere...o per meglio dire aspirante cavaliere alla cloth della bussola, il maestro mi aveva parlato di voi prima di inviarmi al grande tempio, ma siete partito con grande celerità e non ho avuto modo di parlarvi.

Il nobile Virgo prima di lasciare Arc per il Grande Tempio gli aveva parlato di un suo allievo che era del segugio il cavaliere, e che lo avrebbe conosciuto presto. Detto ciò Arc pose la mano in segno di saluto.

 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 30/8/2011, 11:44




ISOLA DI PHAROS.

Il gruppo dei Saint si era allargato e Shaija e Zakard non erano più soli.
L'enigma del faro aveva tenuto sospesi i primi due saint finchè il saint della Fornace tentò di risolverlo.

Il Sagittario ascoltò le parole del compagno e dopo un attimo di riflessione acconsentì.
Si spostò all'inizio di quella fila di anelli e mostrò ai presenti uno spettacolo meraviglioso quanto raro, il Sagittario che tendeva il suo arco dorato puntando la sua mitica freccia sulla fila di anelli.

La freccia si caricò di cosmo e cominciò a brillare, qualche istante e Shaija lasciò la presa.
Con precisione chirurgica la freccia attraversò gli anelli e si andò a conficcare sul segno nel muro.
Nessun rumore nessuna reazione, il gruppo restò con il fiato sospeso.

Poi un rumore sordo proveniente dall'interno della struttura e il muro cominciò a vibrare. Lentamente uno spiraglio e poi un varco si aprì lasciando un'ampia apertura permettendo di entrare finalmente nella struttura.

Un segno di intesa avrebbe deciso chi dei saint avrebbe fatto strada perchè non si scorgeva nessuna luce dall'interno e non era possibile capire cosa stava aspettando i saint...

Shaija e Zakard sarebbero rimasti fuori perchè se il nemico attendeva forse all'interno, sicuramente avrebbe atteso anche all'esterno pronto a colpire... forse avrebbero raggiunto gli altri in seguito.

La via era segnata e aperta, bisognava ora percorrerla...


Commento master.
Risolto l'enigma decidete cosa fare. Ho deciso autonomamente che Shaija e Zakard restano fuori (almeno finchè non postano).
Gli altri ruolata e turno libero. Posterò di nuovo tra sabato e domenica
Ciao e divertitevi!
 
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°§Iancyu§°
view post Posted on 30/8/2011, 16:11




Il gruppo di Saint si faceva sempre più numeroso, ai presenti si aggiunserò Ramked e un nuovo cavaliere, un allievo non ancora investito dell'armatura che si avvicinò al segugio e si presentò. Il suo nome era Arc futuro saint della bussola e a quanto diceva Virgo, maestro di entrambi, aveva parlato a costui del suo allievo "numero uno". Educatamente il cavaliere d'argento rispose alla presentazione stringendo la mano che gli fu posta dal novizio.
" Piacere di conoscerti futuro saint della bussola, grazie di essere giunto in nostro aiuto. Come hai già intuito io sono Iancyu cavaliere del Segugio, ma per motivi che non sto qui a spiegare non ho la mia sacra armatura che in passato più volte ho vestito."
Intanto Shaija ascoltò le parole della fornace e decise di scagliare la sua freccia attraverso gli anelli.
" Arc della bussola stai a guardare questo spteccalo, è raro ammirare il cavaliere d'oro del Saggittario che scaglia la sacra freccia!"
L'arco e la freccia emanavano una grande luce, il Saggittario tese l'arco e con grande precisione scagliò la freccia attraverso gli anelli. Questa si conficcò nel segno sul muro. Tutti guardavano con il fiato sospeso quel grande spettacolo e aspettavano qualche conseguenza di quell'azione. Non sembrava accadere nulla... forse non avevano risposto correttamente all'enigma?
Ma ecco che all'improvviso si udì un rumore e lentamente un varco si aprì nel muro. La Fornace aveva indovinato, ora i Saint potevano proseguire la propia missione.
"Complimenti Marcus, ora possiamo proseguire, a qualcuno l'onore di entrare per primo, ma facciamo grande attenzione e agiamo correttamente, l'esperienza mi ha insegnato a non avere troppa fretta nel fare le cose..."
Il segugio si era fatto più saggio e prudente, ed ora preferiva che qualcuno prima di lui entrasse nel varco dal quale non proveniva nessuna luce e dove le tenebre sembravano regnare.
 
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view post Posted on 30/8/2011, 22:34
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Mentre Marcus interpretava l'enigma della stanza, arrivarono dietro di lui altri Cavalieri, molti noti e uno dal cosmo debole e sconosciuto. Voltandosi dopo ave parlato con Shaija, il ragazzo vide dietro di sé anche Elene, Ramked, Inacyu, tornato da chissà dove, e un nuovo individuo che, come comprese ascoltando i discorsi con il Segugio, era un altro allievo di Virgo e futuribile Cavaliere della Bussola.
*Un altro psiomante in sostanza* si disse, ricordandosi bene l'ultima volta in cui aveva visto quell'Armatura indosso a qualcuno, anzi qualuna.
Non ci fu molto tempo per i convenevoli, perché poco dopo Shaija fece in silenzio quello che Marcus gli aveva chiesto e che altri lo avevano esortato a fare. L'evento a cui assistette fu un'occasione rara a vedersi e che pochi potevano dire di aver visto e meno ancora di aver fatto. Il pensiero che il suo stesso Maestro una volta aveva teso quell'arco proprio contro una divinità indossando temporaneamente proprio l'Armatura del Sagittario gli metteva addosso una strana sensazione, difficile da descrivere,ma in un certo senso desolante per la corazza di Bronzo.
*Sta tranquilla, amica mia: non ti lascerei mai, neanche per poter scagliare una volta una freccia d'oro da un arco d'altri.*
L'Armatura ebbe un guizzo cosmico che esprimeva la propria consolazione, mentre la freccia scivolava con estrema precisione in mezzo a tutti gli anelli per conficcarsi poi in mezzo al muro. Ma dopo quello spettacolo dorato, nulla sembrò accadere per qualche istante di teso silenzio. Forse qualcuno dei presenti si sarebbe fatto attanagliare dal dubbio, ma Marcus rimase in attesa: la freccia di Sagitter che solcava quegli anelli gli era parsa infatti come una sorta di conferma alla sua ipotesi e i risultati dovevano solo essere aspettati... e l'attesa fu premiata da un rumore sordo, una vibrazione e infine la scomparsa del muro che li ostacolava, lasciando soltanto un varco denso d'oscurità difficile da attraversare.
Il Cavaliere della Fornace raccolse da terra la freccia d'oro di Shaija, che per fortuna non era scomparsa insieme al muro, e la restituì al legittimo proprietario, dicendogli anche: "Gran bel tiro, Shaija."
Quindi Marcus ricevette i complimenti di Iancyu e il suo sorprendente suggerimento di procedere cautamente.
"Grazie Iancyu. Vedo con piacere che l'esperienza ti sta rendendo più accorto. Quando recupererai il tuo cosmo, sono sicuro che la tua Armatura faticherà a riconoscerti." Si volse quindi verso l'entrata buia e disse: "Il mio cosmo di fuoco fungerà anche da torcia a bassa intensità, in modo da non far capire l'entità della mia forza effettiva, a meno che non incontri proprio Mintaka Orionis. Andrò io in avanscoperta, ma credo che faremo meglio ad usare una vecchia tattica che abbiamo usato a Libertà qualche anno fa." Si rivolse ancora al Segugio girandosi di tre quarti e disse: "Iancyu, collegati alla mia mente e sta pronto a create un ponte telepatico tra tutti noi in caso di necessità: in questo modo sarò abbastanza sotto controllo e potrete sapere presto se la via è libera o se ci sono ostacoli di sorta."
Allora Marcus prese in mano il suo bastone e cominciò ad emanare una luce abbastanza intensa da poter vedere a qualche metro di distanza, ma che non mostrava neanche un quarto della potenza che il Cavaliere di Bronzo poteva raggiungere. Così pronto, lui e l'Armatura della Fornace cominciarono ad addentrarsi dasoli nelle tenebre, senza che nessuno dei due escludesse la possibilità che non sarebbero stati poi così davvero soli.
 
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view post Posted on 9/9/2011, 18:58
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Millenary Saint

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Il gruppo inviato ad Alessandria aumentò con l'arrivo di altri cavalieri, alcuni dei quali di fresca investitura che non riconobbe. Ad ogni modo l'attenzione del leone era rivolta al cavaliere del sagittario e dal suo arco teso in direzione della fila di anelli, come gli aveva suggerito Marcus. Con la precisione degna di un grande arciere, il sagittario scoccò la freccia che andò a sibilare all'interno degli anelli per poi colpire un segno inciso nel muro. Ne susseguì un sinistro vibrare della parete... l'ansia era percettibile benchè nessuno volesse manifestarla ma quando dal muro si creò una breccia, un sospiro di sollievo colse tutti i presenti.
Babel si complimentò con il compagno:

Bravo Shaja, nessuno di noi avrebbe potuto fare di meglio.

Disse dandoli una paccata amichevole sulla schiena.
Il suo occhio scrutò l'oscurità del passaggio senza poter fare a meno di trasalire al pensiero di quale minaccia si nascondeva una volta valicata quella soglia arcana, ma il desiderio di rivalsa spazzò via ogni indugio.
Nel frattempo Marcus prese l'iniziativa proponendo di entrare per primo e illuminare il corridoio con l'ausilio del fuoco di cui poteva fregiarsi. Un sentimento nostalgico pervase Babel in quel momento, rammentando con dispiacere l'antico dominio delle energie calde che aveva perduto.

Bene Marcus, finora ci hai visto giusto... facci pure strada.
 
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