Elene era rimasta da sola. Che se ne rendesse conto o meno, la ragazza non era stata seguita da nessuno e nessuno l'aveva cercata... e presto non ebbe neppure più la possibilità di tornare indietro: poco dopo essersi allontanata, seguendo il gatto nelle tenebre, la ragazza avrebbe sentito uno strano rumore dietro di sé e se avesse tastato nel buio, avrebbe trovato un solido muro di pietra... e per quante volte lei potesse tentare, non avrebbe sortito alcun risultato, con nessuna delle sue armi e potenzialità: il muro sarebbe rimasto al suo posto.
E per tutto il tempo, l'inquietante gatto sarebbe rimasto seduto imperterrito ad osservarla, chiaro e perfettamente visibile nonostante il buio completo che li circondava. Tuttavia non si sarebbe fatto avvicinare: non appena Elene si fosse avvicinata, lui si sarebbe mosso in una serie di strade e cunicoli, scomparendo dietro angoli bui per poi riapparire una volta svoltati, il tutto per una quatità di tempo indefinibile.
Ma alla fine il gatto si sarebbe infilato in una galleria più larga ed illuminata, seppure fiocamente, da una fila di torce per muro. E una volta imboccata anche questa, un altro cancello, stavolta di metallo, sarebbe calato dietro la sacerdotssa, mentre il gatto spariva più avanti. Poco dopo, sarebbero apparsi degli strani individui: uomini dai visi felini, i corpi pelosi e dalle braccia artigliate e armate.
Uno dei quattro ringhiò e soffiò, miagolando minaccioso e dicendo: "
Sento odore di cane!"
"
Già, anch'io." soggiunse un secondo, dal lato opposto, esterno sinistro.
L'interno destro continuò: "
I cani sono blasfemi! Vattene!"
"
Vai via, donna-cane!" gli fece eco l'ultimo.
Come avrebbe reagito la Sacerdotessa?
Questa è una prova riservata ad Elene di Cerbero, alias poeta. Nessun altro è autorizzato a postare in questo topic, salvo diverse istruzioni.