Alexer vs Warwizard, Sala dell'Ascesi [Finale]

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view post Posted on 22/3/2010, 14:52

J

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V° Turno

Alexer vs Warwizard

Sala dell'Ascesi [Finale]

Per Alexer

Non appena il tuo avversario esala l’ultimo respiro di coscienza, scale di cristallo compaiono dal nulla accanto a te in grado di condurti nel cielo, oltre lo spesso strato di nuvole. E’ proprio quando attraversi quest’ultimo che l’ormai nota luce ti abbaglia. Da notare che ad ogni passo sui gradini, l’armatura e le tue ferite lentamente si rimarginano, in modo che in cima sei completamente guarito.

Per Warwizard

La discesa per le scale sembra infinita e senza speranza. E’ forse perché non hai perso nulla come Diorismos ha affermato? D’improvviso una sensazione di gelo ti avvolge, precedendo di qualche istante un forte bagliore.

--

Quando i due guerrieri riacquistarono la vista di fronte a loro vi era la cima della Babel Tower in tutto il suo splendore. Letteralmente sospesi nel vuoto, su di un piedistallo di cristallo distante un centinaio di metri dal corpo della torre, vi avrebbero potuto accedere attraverso gradini dello stesso etereo materiale. Agli angoli opposti i loro non si incrociavano, ma avrebbero potuto finalmente incontrarsi unicamente sulla cima piatta dell’imponente monumento. Lì, calcando l’argilla dei mattoni, lo spazio si sarebbe distorto per dar vita all’ultimo scontro. Nessun angelo, nessun monito, solo due guerrieri.

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Campo di Battaglia: Arena degli Eroi
Condizioni climatiche: Sereno
Temperatura: 19 °C

Descrizione: Sopra di voi un eterno cielo stellato con tanto di stelle cadenti per illuminare il campo di battaglia. Al centro di tutto un’ellisse composto di pura sabbia fine, di colore tendente al bianco, di 100 x 50 metri. Oltre semplicemente una distesa infinita di candido marmo, perfettamente levigato. Lungo il perimetro dell’ellisse, intervallate da una distanza di circa 25 metri, sono disposte dodici colonne bianche, anch’esse di marmo, alte 5 metri e di diametro pari a mezzo metro. La stessa composizione di colonne, seguente quindi la stessa forma dell’ellisse e la stessa quantità, si ripete ogni 30 metri nella zona di marmo bianco.

(L'immagine vuol essere uno spunto per la descrizione e non un vincolo. I giocatori si possono sentire liberi di descrivere il tutto in modo diverso, pur attenendosi a ciò che è scritto in questo post)

Post Minimi: post di presentazione + due post di combattimento
Limite di tempo: 25 giorni
Penalità di giudizio: -1 punto per ogni ritardo dopo tre giorni

Impossibilità a teletrasportarsi al di fuori dell’arena

Ore 14.52 del 22 Marzo: Start!

~

Dati obbligatori

• Nome Armatura
• Resistenza Armatura
• Quote delle tecniche usate
• Riassunto (solo nel caso in cui si reputi il post poco comprensibile)
• Legenda del post (quali simboli si usano)

(Questi dati sono obbligatori e sono considerati necessari per far comprendere il post)

Dati opzionali

• Status fisico
• Status armatura
• Status psicologico
• Tutto ciò che non rientra tra i dati obbligatori

(Questi dati non sono obbligatori e possono essere inseriti a discrezione del giocatore)

© Luxifer

 
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view post Posted on 22/3/2010, 22:41
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Scendeva. Scendeva quelle maledette scale all'infinito: aveva ormai perso il conto dei gradini sorpassati e del tempo che stava impiegando per arrivare ad una meta che non sembrava arrivare mai... il tutto con addosso il pieno peso dell'Armatura sul corpo e il cosmo ancora sigillato. Ansimava e sudava dall'immane fatica a cui l'angelo l'aveva costretto per avere la possibilità di proseguire e di affrontare, forse, quell'infame entità del Destino.
*Di cosa mi vogliono privare?* si chiese a un certo punto. *Mi sembra che stia quasi scendendo all'inferno!*
Gli altri tre sconosciuti si erano già dileguati da tempo, inghiottiti dall'oscurità e dai percorsi predisposti dai supposti angeli e quando ciò era avvenuto, si era chiesto perché anche lui non avesse avuto identica sorte. Tuttavia, per ragioni più oscure delle tenebre che la'vevano portato per la seconda volta davanti allo sprezzante Diorismos, la sua scalinata continuava a discendere a perdita d'occhio. E saltare per cercare di lasciarsi alle spalle qualche scalino in più non sembrava una mossa granché intelligente senza il proprio cosmo.
E così era finito in una situazione di stallo: indietro non poteva più tornare e, oltre a costituire una fatica doppia rispetto a quella che aveva fino ad allora sostenuto, non sarebbe servito a nient'altro che a rinunciare. E il Cavaliere non era affatto disposto ad arrendersi dopo essere arrivato così lontano! Tuttavia anche proseguire non sembrava portare ad alcuna meta o ad alcun risultato.
Sbuffò mentre fermava due secondi per sfrondarsi il sudore di dosso. "Non ci resta che proseguire, anche se l'impresa sembra disperata. Non sarò da meno del mio Maestro!" disse alla sua Armatura, ripensando a quante corse interminabili il Cavaliere di Pegasus aveva affrontato anni prima senza mai arrendersi, nonostante gli eventi fossero sempre stati contro di lui e i suoi compagni di allora.
Riprese a camminare, a scendere di nuovo verso le viscere della torre, se non più in profondità ancora, ma non fece in tempo che a fare pochi passi, quando avvenne qualcosa di strano e inatteso: tutto ad un tratto, iniziò ad avere freddo, passando improvvisamente dal caldo del sudore e della fatica. E quando vide la luce, pensò essere arrivato sull'orlo del collasso.

Tuttavia così non fu: quando la luce scomparve, il Cavaliere rimase in un primo momento abbacinato e barcollò mentre la vista gli tornava.
Sopra di lui si stendeva un cielo stellato, pieno di tante luci da non poter essere contate. Di queste, alcune erano più luminose di altre perché, come comprese poco dopo, erano stelle cadenti.
*Cosa diavolo è successo?* si chiese guardandosi attorno.
Era giunto in un luogo aperto e cinto di colonne di marmo liscio e di un candido bianco, che si innalzavano a sorreggere il nulla da uno strato di finissima sabbia, che tendeva ad assumere una tonalità simile a quella delle colonne.
Sembrava un posto quasi da fiaba, immerso in un'atmosfera molto diversa rispetto a quante ne avesse viste in tutto il suo percorso in quella maledetta torre... immerso in un silenzio quasi magico.
*Dove sono finito? Cos'è questo posto?*
Nonostante si stesse guardando intorno, non trovava alcun punto di riferimento, non una costellazione, non una stella per determinare la sua posizione, tanto che alla fine rinunciò a capire dove fosse. Non osò neppure sporgersi, ma oltre il bordo non sembrava esserci null'altro che il cielo: non si vedeva neppure la scala che aveva disceso fino a forse qualche secondo prima.
Che fosse arrivata la fine del suo percorso? Che avesse raggiunto la cima, paradossalmente discendendo la torre, privandosi delle sue...
*Non sono affaticato! Come mai non sono sorpreso?*

Rigenerato come se non si fosse mai mosso, l'Italiano si avventurò lentamente all'interno del colonnato. A circa trenta metri vide un'altra serie di colonne identiche alle precedenti, ma meno distanziate tra loro rispetto alle precedenti. A colpo d'occhio poteva contarne dodici, come i segni zodiacali.
*Sarà un caso?*
Lentamente, ma inesorabilmente, si avvicinava alla colonna che aveva più vicino a sé. Una volta raggiunta, vi appoggiò il proprio bastone, sostegno di tante battaglie e stampella in quei frangenti senza cosmo. Era curioso, ma in ogni "stanza" di quella torre quell'arma, trofeo vinto a Jinzo nella sua prima missione di Cavaliere, non era mai stata utilizzata seriamente. Perché? Teneva più a quel pezzo di legno e metallo che alla sua amata Armatura?
*No!* disse a se stesso e a lei. La corazza reagì con un miscuglio di sensazioni diverse, alcune di apprezzamento verso i pensieri del Cavaliere, altri di curiosità verso quella strana considerazione, altri ancora di repulsione verso la remota ipotesi che si era affacciata alla mente del suo protetto.
Dopo il bastone a lame, quest'ultimo si sfilò lo zaino e lo depose accanto all'arma e infine sciolse la corda e il rampino che, come sempre, erano tornati sotto al bracciale sinistro dell'Armatura dopo l'ultimo scontro sostenuto, ma che non aveva mai potuto, né voluto usare come arma, com'era invece successo contro il suo predecessore.
Dopo aver lasciato dietro di sé ancora una volta quegli strumenti, che avrebbero potuto essere utili se la torre gli avesse riservato ben altri ostacoli, il giovane si rialzò e varcò anche il secondo colonnato, avvicinandosi al centro di quella nuova suggestiva arena, mentre la luce alternava momenti di luce brillante ad altri di opacità, se non di luminosità quasi spenta.
Mai avrebbe pensato di ritrovarsi ad attendere in una situazione del genere che qualcuno si palesasse e gli facesse capire cosa sarebbe dovuto succedere.

SPOILER (click to view)
Nota: aggiunto lo specchietto dei dati obbligatori omesso al momento del post per dimenticanza.


Edited by Warwizard - 23/3/2010, 14:35
 
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view post Posted on 25/3/2010, 22:36

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Alexer giaceva in ginocchio, davanti al corpo svenuto del suo avversario. Aspettava che il solito vortice lo avvolgesse per portarlo via, ma rimase un poco sbalordito quando, invece, vide apparire dal nulla una lunga rampa di scale.

Scale?! Sono più morto che vivo e loro mi fanno salire delle scale? Quanto odio questi angeli…

Per l’ennesima volta si sentì sbeffeggiato da quegli esseri, credendo che quello fosse un altro dei loro giochetti. Con rassegnazione cercò quindi di sollevarsi un poco per poggiare il piede destro e la mano sinistra si primi gradini; non appena compì questo gesto una sensazione di sollievo lo pervase e si sentì lenire le sofferenze. Ciò gli diede forza per compiere un altro leggero slancio in avanti e a quel punto notò che i tagli sul suo torace avevano smesso di sanguinare. Ebbe allora la forza di reggersi blandamente sui suoi piedi e di continuare la salita senza gattonare. Ad ogni scalino assumeva una posizione sempre più eretta e composta e sentiva le forze tornargli, ogni ferita pian piano svaniva e l’armatura si auto-riparava. Quando giunse infine di fronte alle nuvole tanto il suo corpo quanto le sue vestigia erano totalmente integri. Varcò senza esitare la cortina bianca e un bagliore lo avvolse; chiuse gli occhi e fece ancora un passo avanti, quando gli riaprì si ritrovò di fronte ad un’altra scalinata, in uno scenario però completamente diverso. Sporgendosi un poco dal bordo non vi era altro che una caduta interminabile, talmente alta che le nuvole ne coprivano la fine, mentre sopra la sua testa, sospesa nel vuoto, vi era una grande struttura ovale e più in alto ancora un cielo stellato ad illuminare il luogo con le sue meteore.
A quanto pareva ce l’aveva fatta, aveva raggiunto la cima della torre, ma il viaggio non era ancora finito.

E infine, eccola qui! La leggendaria cima della torre di Babele.
A conti fatti eravamo in quattro prima e il god lo già fatto fuori io. Quindi il mio ultimo avversario sarà il gold saint oppure quel cavaliere in rosso.


Alexer salì svelto gli scalini che lo separavano dalla struttura sospesa; quando vi giunse notò subito delle file concentriche di grosse colonne separate da del marmo bianco, mentre il centro di tutto era una pura e semplice distesa di sabbia bianca. Era un’arena dalla forma semplice e di chiara ispirazione ellenica, quasi un tempio. Proseguendo ancora un pò tra quei colonnati il warrior si accorse che lo spazio dietro di sé si era letteralmente distorto facendo perdere qualsiasi traccia del punto da cui era arrivato, a quel punto andò avanti fino a scorgere la sagoma del suo avversario: era il cavaliere dalle rosse vestigia. Si avvicinò così alla fila di colonne più interna e si affiancò ad una di esse, rimanendo però un paio di passi più indietro rispetto al confine tra marmo e sabbia.

Bene bene. Niente angeli, niente frasi ridicole, niente istruzioni per il duello. Solo tu e io, qui, alla fine di tutto, nell’ultima sfida. Queste sono le condizioni che preferisco!

Ancora uno sguardo per squadrare quel cavaliere rosso, che, stando all’ellisse, si trovava nel punto opposto rispetto al suo sull’asse maggiore, e poi concluse il discorso.

Non ho molta voglia di parlare perciò ti dirò solo che sono Alexer e che preferisco di gran lunga l’azione alle parole. Cominciamo?



SPOILER (click to view)
Nome Armatura: armatura del blue warrior
Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:
Nessuna
Riassunto: tralasciando tutta la parte narrativa alla fine mi trovo di fianco ad una colonna, nel punto opposto al tuo, all’estremo dell’asse maggiore dell’ellisse.
Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: illeso
Status armatura: completamente integra
Status psicologico: rilassato, sprezzante e sicuro di sé.

 
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view post Posted on 26/3/2010, 22:08
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Si era disposto ad aspettare l'arrivo di chiunque, umano o meno che fosse, che arrivasse a sbloccare la situazione e poiché aveva già perso la nozione del tempo, oltre che dello spazio, pensava di dover rimanere ancora a lungo da solo con la sua Armatura.
*Il Destino si diverte anche a farsi aspettare...* si disse tra l'amareggiato e il sarcastico, suscitando nella corazza quello che in termini umani sarebbe stato un accenno di mesta risata.

Invece, contro tutte le aspettative, l'attesa non fu molto lunga e dall'altro capo dell'ellisse spuntò un altro individuo. Non era appariscente come la compulsiva Omonoia e men che meno come lo sprezzante Diorismos: senza dubbio era umano, ma in quello stato di semioscurità non riusciva a determinare bene chi fosse. Il fatto poi che né il cosmo né l'Armatura dell'altro gli dicessero qualcosa non contribuiva affatto a comprendere bene chi fosse. Quando infine una stella cadente illuminò meglio lo spazio con la sua scia, il Cavaliere di Bronzo lo riconobbe: era uno dei due Asgardiani che aveva visto l'ultima volta che l'Angelo della Separazione si era manifestato, insieme agli altri due combattenti a lui ignoti.
Era arrivato il momento di un altro scontro? Era arrivato alla prova finale? Se così era, non si sentiva pronto ad affrontarla: forse era quel luogo, forse era per via della discesa interminabile lungo le scale conclusasi in maniera così inaspettatamente sfolgorante, forse era ancora il fatto che troppe domande si stavano accumulando senza risposta, ma sentiva che qualcosa non tornava.
*Perché mi sento così? E' come se qualcosa frenasse la mia forza di volontà...* concluse turbato fra sé e sé.

L'altro senza ancora entrare in arena, si presentò come Alexer e non contribuì molto a rinsaldare il suo spirito. A differenza dell'Italiano, il Cavaliere asgardiano disse a chiare lettere di non avere voglia di parlare e di voler combattere immediatamente.
*Se è così non lo dimostra, altrimenti sarebbe entrato nell'arena per primo!*
Ad ogni modo, se quelle erano le condizioni che lui preferiva, ad esse il ragazzo del Grande Tempio sarebbe attenuto. Curiosamente, per lui era l'ultima sfida... che cosa voleva dire? Aveva combattuto contro l'altro nordico e contro l'ignoto Cavaliere d'Oro e, dopo averli sconfitti, era giunto lì per finire ciò che gli Angeli avevano iniziato? E se così era, Alexer aveva eliminato il loro "pupazzo" e per tale ragione non si erano ancora fatti né vedere né sentire?
Domande, continuamente domande senza risposta. Alle ultime avrebbe potuto forse trovare soddisfazione, ma il suo avversario non sembrava essere molto desideroso di pronunciare più parole del necessario.

Tirando quindi un lungo sospiro, il Cavaliere varcò quell'implicito confine e si posizionò a qualche metro dal centro ideale di quella figura geometrica, mentre il suo mantello si agitava unicamente per i suoi spostamenti e non per il vento, completamente assente in quel momento.
"Se così vuoi, così sia, Alexer. Io sono Marcus della Fornace e sono un Cavaliere del Grande Tempio."
Quindi, se possibile, lo guardò ancor più direttamente e, cercando di raccogliere tutta la sua durezza ripensando a tutto il suo indicibile percorso, continuò a parlare: "Non ho nulla contro di te, ma non mi tratterrò, anche se hai appena finito di affrontare uno o due avversari assieme: ho già perso fin troppo in questa torre e non intendo fermarmi finché non avrò visto gli Angeli e il Destino, che ci ha chiamati fin qui..."
Mentre parlava, l'atmosfera cambiava attorno al Cavaliere. Tuttavia ciò non era opera di qualche entità esterna, bensì all'influenza che il caldo cosmo esercitava tutt'intorno alla sua figura.

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.

In assenza di vento e in quelle condizioni di luce parziale, quella tecnica sarebbe stata particolarmente insidiosa: era la stessa che aveva utilizzato contro l'ultimo Spectre che aveva affrontato prima di trovarsi a scendere le scale apparentemente infinite, ma a differenza di quello scontro, aveva cambiato la sua apertura.
Il suo intento non voleva essere molto chiaro, ma probabilmente sarebbe stato palese: voleva che Alexer lo attaccasse, che rivelasse il proprio cosmo e le proprie risorse... alla cieca! Difatti la cortina rossa era molto fitta e avrebbe impedito all'avversario anche solo di distinguere la sagoma di Marcus, il quale, aiutato nella mimetizzazione dal suo mantello, si era nel frattempo spostato di un metro verso destra in maniera lenta e quanto più possibile silenziosa.
Inoltre il Cavaliere di Bronzo poteva in quel momento godere di un altro duplice vantaggio: la nebbia generata dalla sua tecnica era un'emanazione ed un'espansione del suo stesso cosmo e in quanto tale era perfettamente omogenea rispetto alla fonte dei Vapori, che si estendevano fino al massimo consentito dalla perizia dell'Italiano. E se Alexer non poteva individuare neppure cosmicamente l'avversario, lo stesso non si poteva dire per quest'ultimo.
*Ora non resta che vedere come reagirà a questa luce improvvisa...* si disse Marcus, piegato sulle ginocchia per poter scattare meglio alla mossa dell'Asgardiano.
Perché non avesse attaccato non lo avrebbe saputo dire neppure Marcus... forse voleva non solo spingere il suo avversario a farsi avanti e a far seguire dei fatti alle parole, ma probabilmente voleva anche inconsciamente prendere tempo per vedere gli Angeli. Ma se Alexer avesse cominciato, Marcus non avrebbe avuto altra scelta che combattere fino alla fine.

SPOILER (click to view)
Stato fisico: illeso
Stato psicologico: dubbioso, ma comunque deciso ad andare fino in fondo. In sostanza è in ballo e sa che deve ballare, volente o nolente.
Stato dell'Armatura: integra
Riassunto azioni: poco dopo essersi disposto ad attendere, Marcus vede Alexer apparire e presentarsi sinteticamente. Tuttavia comincia ad essere colto da una sensazione spiacevole, di quasi paralisi della propria volontà. Ripensando a chi e quanto ha già perso in quella torre, ritrova in parte la sua volontà ed intesse la nebbia dei Vapori della Fornace, quindi si sposta lentamente e il più silenziosamente possibile di un metro verso destra.
 
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view post Posted on 29/3/2010, 22:05

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Il nome dell’armatura e i fregi presenti su essa non lasciavano alcun dubbio, Marcus era un cavaliere delle energie calde e quindi poteva contare sull’elemento che in natura contrastava quello di Alexer. Ciò poteva forse creare qualche fastidio in più al warrior a livello strategico ma non se ne preoccupò più di tanto, quel torneo lo aveva forgiato nel carattere più di quanto si potesse pensare e ormai non c’era sfida che lo spaventasse.
Anche l’avversario fu parco nelle presentazioni e questo lasciò pensare che fosse votato più all’azione che al dialogo e che a quella sua camminata sarebbe seguita un’immediata offensiva; per questo, quando vide palesarsi una nuvola rossa, si mese subito sulla difensiva, pronto a reagire al minimo segnale di attacco. Dopo alcuni istanti di attesa, però, nulla accadde, e fu a quel punto che il warrior si rilassò con un’espressione sul viso un pò attonita.

Tutto qui? Solo un pò di vapore e nient’altro?

Non poteva essere una mossa casuale quella, poiché sarebbe stato sciocco, proprio nella finale, sottovalutare l’avversario pensando che fosse un tale sprovveduto. Era chiaro invece che si era nascosto in quella nuvola e che attendeva la mossa del warrior, mossa che non si sarebbe fatta attendere.

Molto bene! Se vuoi che sia io ad aprire le danze non mi tirerò certo indietro. D’altronde non puoi essere molto lontano, devi per forza trovarti ancora dentro a quella nuvoletta.

Il cosmo del warrior si intensificò fino al settimo senso, concentrandosi nella sua mano sinistra e venendo plasmato nella forma di un paio di sfere che vennero subito lanciate a ventaglio contro la cortina rossa. Scopo di questa mossa era quella di dare l’impressione di stare attaccando a casaccio, cercando di colpire l’avversario con un attacco ad area, e farlo così uscire allo scoperto; invece Alexer, che nel frattempo sarebbe saltato sulla sommità della colonna che aveva accanto per controllare meglio la situazione, contava di vedere sbucare fuori il suo avversario per lanciargli addosso la sua vera offensiva, il blue impulse, nel tentativo di travolgerlo con una corrente gelida fino allo zero assoluto. Qualora invece il suo avversario non sarebbe uscito dalla sua copertura avrebbe comunque lanciato il suo attacco contro di essa non appena le sfere avrebbero oltrepassato il vapore.



SPOILER (click to view)
Nome Armatura: armatura del blue warrior

Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:

CITAZIONE
Blue Impulse
Tecnica principale del cavaliere. Tecnica di ghiaccio. Alexer porta velocemente avanti una mano creando una violenta corrente di aria ghiacciata che scaglia contro il nemico. La corrente ha l'effetto principale di scaraventare lontano l'avversario congelandolo.

Riassunto:
Lanciò a ventaglio delle sfere di cosmo contro la nuvola di vapore per darti l’impressione di stare attaccando a casaccio e farti così uscire allo scoperto. In realtà mi porto sulla colonna che ho accanto per scrutare meglio la situazione dall’alto e attaccarti da un punto differente rispetto a prima non appena esci allo scoperto (lo scopo delle sfere è infatti proprio quello di rastrellare la nuvola per costringerti ad uscire allo scoperto e poi attaccarti con il blue impulse). Se invece rimani ancora dentro la nuvola non appena le mie sfere la oltrepassano l’offensiva viene comunque lanciata contro di essa.

Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: illeso
Status armatura: completamente integra
Status psicologico: identico a prima


OT ho editato per sistemare alcune informazioni del riassunto /OT

Edited by *Alexer* - 29/3/2010, 23:31
 
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view post Posted on 30/3/2010, 12:02
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Alexer aveva enunciato subito di essere un tipo di poche parole... e dal modo in cui le aveva pronunciate Marcus aveva altresì capito che non ne voleva usarne altre e meno ancora sentirne. Ciò nonostante, aveva deciso ugualmente di usare una prima mossa abbastanza subdola e non immediatamente offensiva per aprire lo scontro con chi non era neppure entrato pienamente nell'arena.
Non era stato solo quel dettaglio a spingerlo ad aprire le danze, come si soleva dire, in un modo così inusuale: il solo puntiglio d'onore avrebbe dovuto spingerlo ad attendere che lui entrasse, se non anche a concedergli la prima mossa. Avevano influito anche e soprattutto il suo disorientamento e il tarlo tarlo dei suoi dubbi sempre più insistenti, con le sue domande senza risposta che si affollavano generandone anche di nuove.
Sperava che l'avversario si prendesse il proprio tempo prima di lanciare un qualsiasi tentativo di vanificare gli effetti della cortina rossa e che, nell'attesa, Diorismos, Omonoia o un'altra creatura della stessa risma si palesasse per fornire loro una parvenza di spiegazione... invece niente!
*Dannazione!* imprecò mentalmente mentre il nordico accendeva il suo cosmo e lo portava a livelli inequivocabilmente idonei a lanciare un attacco.
Alexer si prese solo pochi istanti e lanciò quindi un'offensiva piuttosto blanda: fin da subito Marcus poté percepire alcune emanazioni cosmiche non particolarmente pericolose lanciate secondo traiettorie casuali, ma tutte ad altezza d'uomo. Poteva benissimo essere un tentativo di colpirlo per caso o di spingerlo a rivelarsi, ma ad ogni modo era troppo impreciso ed ingeunuo per sperare che funzionasse: già il Cavaleire di Bronzo si era spostato rispetto alla sua posizione originaria e la sua postura non era peraltro rimasta la stessa. Quindi gli bastò assecondare una delle sue manovre difensive e portò la gamba sinistra quasi perpendicolare al terreno e piegò la destra in modo tale che fosse di poco soprelevata al pavimento di marmo. Inoltre il petto dell'Italiano arrivò ad appoggiarsi sulla stessa articolazione, mentre anche le mani venivano usate per sorreggere il busto della Fornace. Fu quindi facile per Marcus evitare completamente le sfere di cosmo, che gli passarono abbondantemente sopra il capo.

All'azione offensiva di base, se non addirittura diversiva, Alexer fece seguire un'altra azione a suo giudizio poco accorta: si era innalzato rispetto al livello del terreno utilizzando il cosmo e rendendosi così facilmente tracciabile. E anche se non poteva vederlo, aveva localizzato il nordico in una posizione leggermente più avanzata.
*Se così deve essere, così sia* si disse quasi rassegnato.
Subito dopo però l'Armatura lo incitò con il proprio cosmo a stare all'erta e non solo reattivo rispetto alle offensive nemiche. Si ricordava bene infatti quanto poco avesse potuto fare per proteggere il suo Cavaliere e, anche se abbandonarlo era fuori questione, temeva che se non avessero prestato entrambi attenzione, presto avrebbero dovuto separarsi di nuovo, forse per sempre.
*Non lo permetterò!* le disse ritrovando all'improvviso tutta la sua determinazione. I dubbi esistevano e sussitevano ancora, ma una cosa era indubitabile: non poteva permettere a nessuno di distruggere la sua Armatura, perché per lui era ben più di uno strumento e di un fregio del proprio rango gerarchico.
Quindi Marcus elaborò immediatamente la propria mossa offensiva: avrebbe abbattuto il nordico proprio mentre era più esposto alla sua offensiva... e il colpo che decise di utilizzare era il più tipico di tutti i pochi che avevano indossato la sua Armatura prima di lui e il primo che gli aveva insegnato il suo Maestro, Seiya.

CITAZIONE
Pugno di Fuoco
Marcus concentra la sua energia cosmica nei pugni portati indietro all'altezza del cuore e poi portati in avanti, rilasciando due fasci di fuoco ad alta temperatura, sufficiente per causare ustioni di secondo grado e di riscaldare le armature, in quanto i fasci sono a flusso continuo. Questo attacco ha una componente fisica, ma è essenzialmente cosmico e di solito è portato alle massime temperature raggiungibili tramite il suo cosmo.

Neanche a farlo apposta, il cosmo di Alexer si intensificò e venne lanciato in un'offensiva pregna dell'elemento del ghiaccio, rivelando così la propria natura. Ancora non sapeva bene cosa sarebbe successo, ma finora nessuno era riuscito a congelare le sue fiamme, ma solo a stornarne in parte il potere. E se l'avversario avesse lanciato anche una corrente, avrebbe subito un effetto di ritorno, a meno che l'aria non fosse così fredda da impedire alle sue fiamme di cavalcare l'aria manipolata.
Ma soprattutto Alexer si era posto da solo in una situazione di svantaggio, perché lui avrebbe potuto anche dirottare il fascio di fuoco in direzione del suo cosmo, qualora esso si fosse mosso. Anche se cieca, una fiamma era sempre un pericolo da non sottovalutare...
Nel frattempo la cortina rossa cominciava a dilapidarsi, forse per effetto delle offensive avversarie. Tuttavia ancora rimaneva ben fitta nel suo nucleo, difendendo ancora colui che l'aveva evocata.

SPOILER (click to view)
Stato fisico: ancora illeso
Stato Armatura: ancora integra.
Stato psicologico: prima dubbioso e stizzito, poi determinato e combattivo.
Nota: sfrutto il vuoto narrativo dato dalla casualità del primo attacco di Alexer per schivarlo.
Riassunto azioni: Marcus si abbassa all'inverosimile e schiva così la prima offensiva, ossia le varie sfere causali, imprecando contro la situazione che, per via anche di Alexer, non gli è chiara e che a questo punto non può capire. Marcus tuttavia, esortato dalla propria Armatura, ritrova la sua determinazione e lascia da parte dubbi e rassegnazione. Quindi, percependo con il cosmo la posizione di Alexer, a sua opinione svantaggiosa, lancia contro di lui il Pugno di Fuoco mentre Alexer sta lanciando la sua offensiva, di cui però non riesce a riconoscere altro che la natura.
Nel frattempo Marcus riesce a mantenere attiva la cortina dei Vapori della Fornace.

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.
 
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view post Posted on 8/4/2010, 11:54

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L’avversario optò per il rimenare ancora nascosto all’interno della nuvola e quindi Alexer lanciò la sua offensiva contro di essa. Quasi contemporaneamente a questa, però, due fasci incandescenti si sprigionarono dal vapore, andando ad impattare proprio contro la corrente gelida del warrior. Era chiaramente la contro-offensiva di Marcus, che doveva aver capito dove Alexer si trovasse, ed ora i due elementi si stavano scontrando a mezz’aria, entrambi al massimo delle loro possibilità.
Dopo poco, come era prevedibile, l’elemento fuoco iniziò ad avere lentamente la meglio sul ghiaccio e ad avanzare verso il nordico, pur venendo smorzato nella spinta durante la contesa. In quei momenti Alexer dovette pensare in fretta a qualcosa e gli venne in mente una strategia che se attuata correttamente avrebbe dovuto permettergli di uscire da quell’impiccio. Diede così un ultima spinta cosmica al suo attacco affinché frenasse almeno un secondo ancora i fasci incandescenti, dopodichè lo sciolse e approfittò della perdita di velocità che questi avevano subito per portare la mano sinistra, cioè quella libera, verso l’alto lasciandosi avvolgere dal turbine glaciale e poterlo così sfruttare come una difesa. Il pugno di fuoco raggiunse così il vortice del warrior smorzato nella potenza e nella velocità grazie all’effetto del blue impulse. L’aria del vortice iniziò a riscaldarsi, ma di questo ad Alexer poco importava; infatti il ragazzo curvò leggermente in avanti il suo turbine e poi si abbandonò alla forte spinta ascensionale per farsi sparare come un proiettile verso l’alto e sfuggire così alle fiamme. A quel punto il blue warrior azzerò il suo cosmo e sfruttò unicamente lo slancio ricevuto per raggiungere qualche centinaio di metri di altezza, eseguendo una traiettoria leggermente parabolica in avanti così da poter sorvolare il campo di battaglia nella sua lunghezza. In quei momenti il warrior sfruttava sia l’assenza del suo cosmo sia la luce non omogenea del cielo, unita alla grande altezza, per potersi occultare al meglio sia agli occhi che alle percezioni dell’avversario.
La nuvola in cui Marcus si ostinava a rintanarsi, vista dall’alto pareva essere un bersaglio perfetto, con il suo rosso accesso che contrastava con il bianco della sabbia. Questo rese le cose alquanto facili per il warrior, che quando fu sicuro di trovarsi più o meno sopra al suo obbiettivo, frenò la sua corsa con un colpo di reni e modificò la sua traiettoria in modo tale da poter cadere proprio sopra i vapori della fornace.

Ti piace startene nascosto, vigliacco di un cavaliere? Molto bene! Vediamo se così verrai fuori dal tuo nascondiglio.

Commentò con tono sarcastico e un pò stizzito il warrior, che durante la sua discesa continuò a tenere azzerato il suo cosmo per cercare di evitare eventuali attacchi contraerei da parte del cavaliere della fornace. Quando infine sarebbe giunto a circa 10-15 metri dalla nuvola avrebbe lasciato esplodere tutta la sua gelida energia, potnziata fino al settimo senso, nel blue explosion, nel tentativo di travolgere e spazzare via tutto ciò che incontrava nel suo raggio d’azione.


SPOILER (click to view)
Nome Armatura: armatura del blue warrior

Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:

CITAZIONE
Turbine Glaciale
Alexer crea intorno all'avversario un violentissima corrente ascensionale.
Se l'avversario non riesce a resistervi essa si trasformerà in una violenta colonna turbinante di vento e gelo alta parecchi metri e rastremata verso il basso.
Il turbine trascinerà la vittima a parecchi metri di altezza causandoli notevoli danni da freddo fino anche a congelarlo, infine si scioglierà e la lascerà ricadere rovinosamente al suolo.

CITAZIONE
Blue Explosion
Alexer incrocia la braccia davanti al petto, praticamente abbracciandosi. Dopodichè concentra in sè il suo cosmo e distende velocemente le braccia verso l'alto creando una violentissima esplosione di ghiaccio e cosmo che spazza tutta l'area circostante per decine di metri congelando e distruggendo qualunque cosa investa sul suo cammino.

Riassunto:
Sfrutto il fatto che le nostre due tecniche si contrastano e quindi si indeboliscono a vicenda per proteggermi con il turbine glaciale (rielaborato a mò di difesa) e utilizzarne la spinta per farmi sparare verso l’alto e in avanti. Azzero il mio cosmo non appena fuori dal vortice e conto anche sulla luce intermittente del cielo per rimanere il più possibile nascosto.
Dopodichè sorvolo il campo di battaglia e modifico la mia traiettoria in modo tale da piombarti addosso (non proprio sopra la tua testa perché non ti vedo ma almeno contro la nuvola rossa che hai creato). Giunto infine a pochi metri dalla nuvola lascio esplodere tutto il mio cosmo nella mia offensiva.

Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: illeso
Status armatura: completamente integra
Status psicologico: un pò spazientito per il fatto che Marcus continua a senese rintanato nella sua copertura ma per il resto identico a prima.

 
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view post Posted on 8/4/2010, 23:04
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Avvolto nell'incertezza della sua posizione, che formava una delle più grandi difese, il Cavaliere aveva agito con tattica e, grazie alla fortuna, con il giusto tempismo: sebbene il suo scopo fosse quello di colpire direttamente l'avversario, percepì una resistenza contro il suo Pugno di Fuoco. Evidentemente o aveva lanciato la sua offensiva nello stesso momento dell'avversario, o quest'ultimo doveva averla lanciato qualcosa per difendersi. Tuttavia la sua posizione non sembrò mutare, se doveva prestar fede alle proprie percezioni cosmiche...
Poco dopo non avvertì più la resistenza di prima e il suo colpo poté procedere tranquillamente e speditamente contro Alexer... il quale, anziché lasciarsi travolgere dal suo duplice fascio di fuoco, pensò bene di partire in orbita, manco avesse avuto quelle fiamme a fargli da propulsione!
Sorpreso dalla manovra, Marcus cercò di seguire l'aversario nel suo volo, ma presto non riuscì più a rintracciarlo. A quel punto, invece di cercare di colpire alla cieca e sprecare cosmo, decise di troncare quell'emissione di fiamme e cominciare a riflettere.
Frustrato per l'inutilità di quella situazione prima ancora che spaesato per l'improvvisa manvora dell'altro, si rese conto di quanto ormai quella cortina gli servisse ormai a poco: lanciando il Pugno di Fuoco a vuoto, aveva sostanzialmente rivelato la propria posizione e il balzo in avanti ai limiti della cortina rossa non avrebbe cambiato di molto la situazione nei relativamente pochi metri coperti dalla sua tecnica. Inoltre non poteva continuare a nascondersi per sempre: Alexer prima o poi avrebbe usato qualcosa di molto più efficace e sarebbe riuscito a stanarlo e a danneggiare seriamente lui e la sua Armatura, nonostante lo svantaggio elementale.
E poi c'era un altro fattore da tenere in considerazione: *Se quegli Angeli non si fanno ancora vedere, probabilmente vogliono vedere come andrà a finire tra noi... e forse solo quando uno di noi sarà ben cotto oppure freezerato si degneranno di manifestarsi!*
Ormai non c'era più alcun dubbio, quindi avrebbe dovuto cominciare a fare davvero sul serio: anche se era stata utile, quella tattica era un sotterfugio utile solo contro avversari di basso calibro e contro avversari più "fisici"... e Alexer non sembrava essere nessuno dei due tipi. Sempre più convinto di ciò, il sostegno che aveva portato alla nebbia rossa cominciò a non arrivare più.
Mentre ancora non si percepiva nulla, il Cavaliere di Bronzo passò a considerazioni più tattiche: doveva ancora capire come procedere contro di lui, ma... *Non può restare in aria per sempre: per quanto miracolose siano le nostre doti, il volo non è plausibile neanche per Shaija, che in fondo le ali ce le ha! Quindi o mi arriva alle spalle, ma si sarebbe già sentito... o mi arriva in picchiata come una cometa! Ma come diavolo inten...*

La sua Armatura, allarmata, interruppe bruscamente il filo dei pensieri del suo Cavaliere non appena il cosmo del nordico arrivò a manifestarsi nuovamente: era sopra di lui di una ventina di metri ed era relativamente più spostato all'indietro rispetto alla sua posizione... ma soprattutto era molto più carico di prima, pronto a scatenarsi come non era ancora successo!
Quasi preso alla sprovvista da quello sviluppo, Marcus seguì il proprio istinto di sopravvivenza e abbandonò di corsa la nube, che poco dopo si dissolse, mentre Alexer ancora stava portando il suo cosmo al massimo.
Quando poi avvertì l'esplosione provenire dall'alto, spiccò un balzo e a mezz'aria si voltò con un avvitamento parziale da destra a sinistra e concretizzò la difesa che gli venne più istintiva portando l'avambraccio sinistro davanti al corpo e di traverso, facendo scaturire da esso uno scudo fiammeggiante, lo stesso che aveva usato nella sua prima battaglia "amichevole" contro Aioros, ora disperso in quella torre maledetta!

CITAZIONE
Scudo di Fuoco oplitico
Marcus concentra sul braccio sinistro un quantità di fuoco cosmico tale da dare ad esso la forma e le dimensioni di uno scuo oplitico, quindi piuttosto coprente. Questo caldo riparo, insopportabile senza apposite abilità di resistenza e manipolazione del fuoco, offre una buona protezione contro attacchi fisici e condotti con energie fredde, ma contro attacchi cosmici e psichici equivale ad un foglio di carta bruciata.

Chiuse gli occhi mentre il colpo nemico si avvicinava, mentre lui era ancora nel vuoto. L'esito di quella manovra, per quanto diverso dal precedente scontro, fu piuttosto vagamente analogo: un successo solo parziale.
Sbalzato via dall'esplosione, da cui si era lasciato travolgere per non assommare l'attrito dell'iniziale resistenza al colpo del nemico. Quando tutto finì, dopo un impatto abbastanza violento contro una delle colonne, schiuse le palpebre e cercò di muoversi, trovandosi ovviamente irrigidito dal dolore dovuto all'impatto... e non solo. Incredibile a dirsi, il suo scudo di fiamme era stato congelato!
*Quale potenza! Nessuno era stato in grado di farlo finora... un dolore alle scapole è un'uscita tutto sommato a buon mercato!*
Quindi Marcus usò il proprio caldo cosmo per sciogliere il ghiaccio attorno al proprio bracciale e, poco dopo, riuscì a staccarlo senza apparentemente gravi conseguenze. Tuttavia le conseguenze c'erano state e non erano di poco conto: il bracciale sinistro sembrava in qualche modo più fragile, come se il gelo intenso l'avesse indebolito e solo il provvido riscaldamento da parte di Marcus e la protezione parziale fornita dallo Scudo di Fuoco avevano salvato quella porzione di corazza. Tuttavia purtroppo non era l'unico danno e il Cavaliere se ne accorse subito: quando cercò di muoversi, la sua Armatura scricchiolò e prima ancora gemette cosmicamente per il dolore. Sgranò gli occhi nel rendersi conto di quello che poteva essere successo: l'impatto doveva essere stato più violento di quanto avesse pensato e la corazza doveva averne sorbito la maggior parte per proteggerlo, crepandosi nel tentativo di difenderlo!
*Apprezzo molto il tuo sacrificio, amica mia* le disse mentalmente e con un filo di cosmo, toccando il giustacuore con la mano destra. *Però non dovevi farlo... siamo in due e non devi essere la sola a soffrire. Per colpa mia ne hai già subite troppe!*

Allora il combattente del Grande Tempio scostò la lastra di fiamme ghiacciate e si rialzò, come se nulla fosse successo, in un panorama completamente alterato: sembravano finiti all'improvviso in una landa siberiana senza il tipico rigore di quelle bianche distese.
*Possibile che sia arrivato fino a tanto... solo per cercare di colpirmi?* si chiese perplesso e quasi disgustato da quella scena. *Quant'è capace di spingersi per rimuovere un solo uomo e una sola corazza dalla sua strada?*
Perché di quello si trattava: i protetti della costellazione della Fronace non potevano essere altro che ostacoli nei suoi confronti.
Riavvoltosi nel mantello, si preoccupaò di rintracciare l'avversario. Una volta trovatolo, gli rivolse la parola con sguardo improvvisamente duro e lingua tagliente: "Come avrai capito, Alexer, finora non ho fatto sul serio... anche se immagino che non ti sarai chiesto il perché. Ebbene, credo che sia giusto per te saperlo: ho troppe domande che mi passano per la mente, troppi dubbi, troppe domande... e troppi amici amici persi per strada. Non mi interessa combattere con te, volevo aspettare che gli Angeli facessero la loro solita sardonica comparsa, onde poter sapere da loro che fine abbiano fatto i miei amici e compagni e per sapere infine perché siamo giunti fino a qui. Ma tu" e lo indicò con l'indice destro con fare quasi accusatorio "non hai capito nulla!" concluse scuotendo il braccio dalla spalla sinistra al fianco opposto. "E sebbene io non avessi neanche pensato di offenderti mentre neanche eri sceso in campo, tu hai cominciato ad attaccarmi proprio dalle retrovie, da dove non si sarebbe dovuto neanche cominciare a combattere!" L'accusa di slealtà era implicita, ma al contempo chiara e lampante.
Con un ampio gesto, ricongiunse i lembi del mantello. "Visto che però né Omonoia né Diorismos si sono fatti vivi, credo che a questo punto vorranno vedere chi di noi cadrà per primo: se tu ben cotto o io congelato a dovere. Per quanto non mi piaccia lottare in questo momento, non mi tirerò indietro. Rispondi solo a questa domanda: hai sconfitto tu Aioros di Krisaore, Violet del Loto o Vhan di Eracle?"
Il ricordo della loro perdita, nonostante la fatica della discesa infinita, era infatti ancora vivido e ben presente. E se lui era responsabile per la scomparsa anche di uno solo di loro...

SPOILER (click to view)
Condizioni fisiche: dolore da impatto alle scapole e sensazione di freddo diffuso.
Condizioni dell'Armatura: fratture sulla parte posteriore delle spalliere e della fascia di protezione del giustacuore e avambracciale sinistro indebolito dal gelo, probabilmente per la dilatazione termica.
Condizioni psicologiche: scombussolato, si sta sdegnando e arrabbiando di fronte alla devastazione creata da Alexer, che ritiene esagerata ed eccessiva rispetto allo scopo, ossia stanarlo.
Riassunto azioni: Marcus cerca di colpire l'avversario con il Pugno di Fuoco lanciato nel precedente turno, ma rendendosi conto di non poterlo inseguire, nonostante ci provi, interrompe il colpo per non sprecare cosmo e fa un balzo in avanti, portandosi ai margini della cortina, che tuttavia smette di alimentare per nuovi dubbi, stavolta di natura tattica.
Quasi sorpreso dall'azione di Alexer, scappa mentre l'espansione del cosmo è in corso, comprendendo istintivamente quanto possa essere pericolosa. Nella fuga quando sente l'esplosione salta, si volta ed erige lo Scudo di Fuoco, ma viene scaraventato contro una delle colonne, procurandosi un danno fisico più pieve di quello dell'Armatura.
Dopo averla salvata e stimato l'entità dei danni, Marcus rimane sorpreso da quello che è successo al campo di combattimento, divenuto improvvisamente simile a una landa siberiana. Fingendo però che nulla gli sia successo, Marcus parla ad Alexer, esponendogli qualcosa dei suoi dubbi e muovendogli delle accuse di incomprensione e di slealtà, senza badare al modo in cui l'avversario possa prenderla. Inoltre, se proprio deve combattere, vuole almeno sapere se Alexer è responsabile della sparizione di uno o più suoi amici.
 
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view post Posted on 11/4/2010, 22:30

Titano di Giapeto

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L’attacco andò a buon fine. Alexer riuscì a stanare il suo avversario e anche a procurargli qualche danno, ed ora se ne stava lì, in piedi, in mezzo a quel tappeto di sabbia ghiacciata creatosi in seguito all’esplosione, quasi come fosse il re di quell’improvvisato paradiso di ghiaccio. Ma non abbassò la guardia; sapeva che Marcus non era ancora sconfitto e inoltre lo aveva appena visto rialzarsi. Per questo si mise subito sulla difensiva, prevedendo una reazione del santo di fuoco, ma a quanto pareva le sorprese non erano ancora finite lì. Infatti il cavaliere di bronzo, invece di attaccare, prese a parlare con inaspettata loquacità, discorrendo sui vari problemi che lo assillavano e che, a detta sua, non gli permettevano di combattere al meglio, e arrivando addirittura ad accusare di slealtà il warrior.
Lentamente Alexer abbassò la guardia, distendendo le braccia lungo i fianchi e prendendo a squadrare Marcus con occhi quasi stralunati. In realtà, mentre lo ascoltava, non riusciva a capire se il santo lo stesse prendendo in giro o se faceva sul serio. Era forse una tattica per confondere il nordico? Eppure nessun cosmo o segnali di una reazione improvvisa provenivano da lui, quindi molto probabilmente tutto il suo discorso era serio.
La situazione creatasi, per essere la finale di un torneo così importante, era quantomeno surreale.

Ma cosa sta facendo? Mi ha preso per il suo psicanalista per caso? Crede che abbia voglia di sorbirmi le sue turbe psichiche? Brutto idiota! Non ti permetto di prenderti gioco di me!
Non vuoi combattere? Tanto meglio! Sarà più facile per me mandarti al tappeto.


Pensò stizzito il warrior, che strinse i pugni dalla rabbia per il discorso assolutamente fuori luogo del santo. Quando infine il suo monologo ebbe termine Alexer gli rispedì subito indietro quelle accuse assurde.

Sei davvero patetico, ma ti ascolti quando parli? Le incertezze, l’arrivo degli angeli, i compagni perduti, la slealtà, ma dove credi di essere? Lo vuoi capire che qui siamo solo tu ed io? Questa è la finale, imbecille, non una seduta psichiatrica.
E io sarei sleale? Non sarà solo una bieca scusa per giustificare il fatto che stai perdendo? Guardati bene e dimmi quale dei due metodi è più efficace, se il mio o li tuo. Tu sei lì, ferito, mentre io sono qui, ancora illeso; e questa è la più lampante dimostrazione di chi dei due abbia ragione. Io ho abbandonato tutti i miei dubbi durante questo torneo e non più alcuna esitazione, mentre tu hai ancora la mente tormentata da inutili dubbi e incertezze e questo fa di te un debole!
Ecco perché perderai, cavaliere, perché é giusto che tu perda!!!!


Il cosmo del warrior esplose nella sua massima potenza e menò un violento pugno intriso di cosmo contro il terreno ghiacciato per ridurre in tanti piccoli pezzi la lastra di ghiaccio su cui ora giaceva. Quasi contemporaneamente al colpo, un forte vento gelido si innalzò, richiamato dall’energia gelida del warrior, e prese a sferzare violentemente sollevando tutti i frammenti di ghiaccio creatisi. A quel punto il vento girò e prese ad espandersi velocemente di tutte le direzione, creando una piccola bufera di gelo e ghiaccio che avrebbe investito tutta l’arena. L’intento del warrior, con questa mossa, era quello di creare un diversivo che coprisse la sua figura e infastidisse il suo avversario, così da farlo trovare spiazzato di fronte al suo attacco. Già, perché rimanendo ancora inchinato Alexer avrebbe caricato entrambe le mani per scatenare contro il cavaliere delle fiamme il suo soffio di grandine. Nel tentativo di investirlo con una micidiale raffica di dardi di ghiaccio.


SPOILER (click to view)
Nome Armatura: armatura del blue warrior

Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:

CITAZIONE
Soffio di Grandine
Esecuzione simile al Blue impulse. Alexer porta velocemente avanti una mano creando una raffica di velocissimi dardi di ghiaccio duri come il diamante e taglienti come rasoi, che investono una vasta area davanti al cavaliere. Questa tecnica viene usata suprattutto per colpire il nemico su un area piuttosto ampia e può essere lanciata anche con entrambe le mani per renderla ancora più efficace e devastante.

Quote delle abilità usate:

CITAZIONE
dominio delle correnti fredde:grazie al potere del blue warriors, Alexer è in grado di richiamare il gelido vento del polo. Questo gli consente di creare e controllare correnti di aria fredda o piccole bufere di neve.
Questo potere risulta utilissimo come diversivo in battaglia, in quanto il cavaliere può usarlo per distrarre (o confondere) l'avversario o per eludere gli attacchi dei nemici.
n.b.Il cavaliere può generare solo vento gelido.

Riassunto:
Resto incredulo e sbigottito di fronte ad un avversario che in una finale non vuole combattere. Alla fine sbotto e ti rinfaccio tutte le accuse, dopodichè prto alla attacco. Faccio a pezzi il ghiaccio (che si era creato a seguito dell’esplosione di prima) sotto ai miei piedi con un pugno intriso di cosmo e poi sollevo tutti i frammenti con delle sferzate di vento creando una tempesta di vento e ghiaccio nel tentativo di nascondermi alla vista e soprattutto di infastidirti e disorientarti, subito dopo lancio il mio attacco nella speranza di trovarti impreparato.
Faccio due precisazioni:
1) Mentre lancio la mia tecnica rimango sempre inchinato.
2) Il mio personaggio non ha risposto volutamente alla tua domanda sui compagni che hai perso e l’ha del tutto ignorata apposta poiché reputava inutile risponderti.


Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: illeso
Status armatura: completamente integra
Status psicologico: inizialmente icredulo di fronte ad un avversario che non vuole combattere, poi perde la pazienza di fronte alle accusa rivoltegli e riprende lo scontro più determinato di prima, poiché è convinto di essere nel giusto.

 
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view post Posted on 13/4/2010, 14:56
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Quello che Marcus aveva detto lo aveva pronunciato perché pensava di avere a che fare con qualcuno che, sebbene di poche parole, si sarebbe potuto dimostrare ragionevole: sapeva bene infatti che un discorso del genere avrebbe solamente fatto sbellicare dalle risate uno Spectre, che di lealtà non sapeva assolutamente nulla e che anzi avrebbe tratto piacere dall'arrecare il male e la morte a qualcun altro. Ma la reazione di Alexer lo lasciò completamente stranito e, soprattutto, amaramente deluso: dagli insulti che gli aveva proferito, Marcus aveva infatti capito di aver a che fare con un tipo determinato, ma anche così freddo, vuoto e belligerante, che per lui niente aveva lo stesso valore di una vittoria... e non ci sarebbero stati santi: o tutto o niente.
*Era forse meglio affrontare uno Spectre...* pensò il Cavaliere con sprezzante scarcasmo.
Avrebbe voluto rispondere per le rime ad un simile spregevole essere incapace di potare rispetto per qualcuno o per qualcosa all'infuori del proprio interesse, ma quest'ultimo non gliene lasciò il tempo: mentre colpiva con un pugno la lastra di ghiaccio da lui stesso creata, si sprigionò immediatamente un forte vento ghiacciato. Forse voleva fargli credere che ciò potesse essere originato da ciò che si stava rompendo sotto di lui, ma l'Italiano non era nuovo a simili trucchi: bastava anche solo capire che Alexer aveva un cosmo ghiacciato per capire che quella era opera sua... così come in fondo il ghiaccio che lui stesso stava frantumando.
Il gelo del vento amplificò inoltre il rumore dell'operazione che Alexer stava compiendo prima di coprirlo del tutto e ciò lo mise in allarme più ancora della sua ultima asserzione sulla "giusta sconfitta" del combattente...
Quella mossa era sicuramente volta a farlo scomparire e nascondere le sue azioni, ma aveva dimenticato un dettaglio importante: non aveva mimentizzato anche il proprio cosmo con l'emanazione di quel vento, lasciando così palese al Cavaliere il fatto che Alexer stava ormai per attaccare.
A quella mossa doveva opporre una valida difesa, ma non avrebbe potuto replicare nuovamente con la nebbia dei Vapori della Fornace, perché quel vento gelido avrebbe spazzato via e disperso la cortina rossa fin dal momento della sua formazione. E non potendo intessere quella difesa, Marcus escluse anche le altre: se Alexer era stato in grado di ghiacciare lo Scudo di Fuoco Oplitico, cosa sarebbe successo se avesse usato di nuovo lo stesso oppure la Barriera di Fuoco Cosmico? Di sicuro non qualcosa di positivo... e non poteva neppure lasciare che la sua Armatura si sacrificasse di nuovo per lui! Quindi fece l'unica cosa che poteva fare: scappare verso l'alto!

CITAZIONE
Pugno di Fuoco
Marcus concentra la sua energia cosmica nei pugni portati indietro all'altezza del cuore e poi portati in avanti, rilasciando due fasci di fuoco ad alta temperatura, sufficiente per causare ustioni di secondo grado e di riscaldare le armature, in quanto i fasci sono a flusso continuo. Questo attacco ha una componente fisica, ma è essenzialmente cosmico e di solito è portato alle massime temperature raggiungibili tramite il suo cosmo.

Velocemente, il combattente di Bronzo spiccò un balzo e lanciò a piena potenza il suo duplice fascio di fuoco verso il terreno ghiacciato, ottenendo una rapida propulsione verso l'alto quasi a disprezzo del vento, che lo agevolò in verità nell'avvicinarsi alla sua meta. Grazie a quella manovra, Marcus arrivò in cima alla colonna contro cui aveva impattato poco prima e dall'alto si poté avvedere meglio di quello che stava succedendo: sentiva una marea di oggetti che si infrangevano contro la pietra, coadiuvati dal vento ghiacciato di Alexer, il quale però aveva sempre e solo un'origine...
*Questo vento è una sua manifestazione, ma non è uniforme e lo usa solo come oscuramento visivo pressoché frontale... quel povero bastardo deve ancora imparare molto sulle azioni tattiche!*
Quindi, arrivato in relativa sicurezza, decise di replicare urlando al nemico, sperando che lo sentisse: "Alexer! Dici che sono patetico, ma non realizzi quanto sia tu il primo ad esserlo!"
Lasciò un piccolo lasso di tempo, ma, non ottenendo risposta, continuò: "Tu dici che questo è un torneo, ma cosa c'è di bello in questo? Per cosa competi? Per cosa ti batti?"
A quelle parole, il suo cosmo si innalzò pericolosamente, superando i limiti a cui era mai giunto al di fuori di quella maledetta torre. In poco tempo raggiunse la pienezza del settimo senso, brillando di una vasta aura cosmica più luminosa ed accecante della luce di un faro.
"Visto che brami così tanto la vittoria, dovrai guadagnartela!"

Ormai non c'era più speranza: Alexer non lo avrebbe ascoltato e costituiva ormai solo un ostacolo al raggiungimento della verità e delle risposte che ormai cercava... e quanto al supposto torneo, perché preoccuparsene? Quello non era un torneo, perché un torneo non arrecava simili perdite e tali dolori! E l'avversario aveva osato anche disprezzare tutto quanto aveva detto... quella situazione doveva finire, non aveva senso protrarla oltre: Alexer doveva cadere per far palesare gli Angeli e ottenere le risposte che cercava... e doveva cadere per il suo stolto disprezzo!
Raggiunta con una certa furia la pienezza del settimo senso come solo in quel giorno riusciva a fare, se di giorno si poteva ancora parlare, Marcus cominciò ad espandere calore e cosmo in tutte le direzioni, andando a contrastare il vento con il calore e a sciogliere tutto il ghiaccio circostante in modo da arrivare a creare un pantano con l'acqua e la sabbia che il calore avrebbe ben presto liberato.
Ma quello non era il suo vero intento: andando a contrastare il suo diversivo, il Cavaliere avrebbe cercato di distrarre l'avversario da ciò che il suo calore diffuso gli avrebbe permesso di fare. Marcus quindi alzò entrambe le braccia, facendole uscire lentamente dal mantello e portando le mani dinnanzi a sé, come se stesse preparandosi a lanciare un'offensiva frontale. Un attacco invero lo stava preparando, ma uno completamente diverso: grazie alla diffusione del suo cosmo in una vasta area, infatti, riuscì a materializzare alle sue spalle un semicilindro di fuoco...
Allora Marcus intensificò all'improvviso il suo cosmo e richiuse le braccia, dando così inizio alla sua seconda tecnica più potente in assoluto: l'Implosione Flammica.

CITAZIONE
Implosione Flammica
Anziché creare una sfera di fuoco, Marcus crea un campo di fiamme di forma semicilindrica attorno al nemico tagliato sulla sommità. Le fiamme, che possono raggiungere picchi molto elevati, vengono poi utilizzate per scatenare un'implosione dello stesso cilindro di fuoco, alto due metri, e causare così gravi ustioni al nemico e la fusione delle corazze più deboli. Alcune corazze di miglior fattura potrebbero resistere alla fusione, ma non rimarrebbero comunque esenti da conseguenze.

A quel livello di cosmo, ben pochi sarebbero sarebbero rimasti esenti da conseguenze. Restava da vedere se e come avrebbe reagito Alexer a quell'attacco. Sperò con un'insolita punta di desiderio che l'avversario non reagisse alla sua offensiva. Il fatto che ormai avesse il fiato corto per il cosmo utilizzato fino a quel momento e che probabilmente non avrebbe retto ancora a lungo eramarginale in quel momento nella sua mente.
L'Armatura della Fornace, benché condividesse il disprezzo del suo Cavaliere, fu quasi turbata da quell'evento insolito: mai aveva visto Marcus desiderare tanto ardentemente la caduta di qualcuno... per fortuna non la morte, almeno...

SPOILER (click to view)
Stato fisico: dolore residuo alle scapole per l'impatto precedentemente subito contro la colonna e affaticato.
Stato Armatura: fratture alla parte posteriore dell'Armatura e indebolimento dell'avambracciale sinistro per dilatazione termica.
Stato psicologico: prima deluso ed amareggiato, poi deciso a chiudere la partita in fretta e con un colpo solo.
Riassunto azioni: Marcus rimane deluso e amareggiato per il comportamento mostratodi Alexer, quindi capisce che sta per succedere qualcosa di spiacevole dietro a quel vento gelido improvviso. Realizzando di non poter opporre con successo una valida difesa in quel frangente (temendolo per lo più), scappa verso la sommità della colonna con il Pugno di Fuoco rivolto verso il pavimento. In tal modo evita l'offensiva di Alexer e, dopo aver osservato la situazione dall'alto e aver urlato alcune parole di replica al nordico, Marcus espande il proprio cosmo dappertutto, cercando di contrastare il freddo con il calore e impantanare Alexer. Nel frattempo usa il suo stesso calore per veicolare alle spalle dell'avversario il semicilindro dell'Implosione Flammica e dà l'avvio all'attacco, sperando quasi crudelmente di finire l'incontro, ormai sdegnato dal comportamento dell'altro "finalista". La sua speranza è quella di arrivare a vedere gli Angeli, sebbene l'Armatura sia turbata da quell'inatteso comportamento di Marcus.
Nota 1: nella mia azione approfitto della descrizione di Alexer, che impiega espressamente la propria abilità per celare la propria figura, ma non anche il proprio cosmo, per poter trarre le conclusioni di cui sopra.
Nota 2: quanto esposto in questo post rispecchia le idee e le concezioni di Marcus, non le mie personali: spero che nessuno, in primis Alexer, se ne abbia a male per la mia interpretazione.
 
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view post Posted on 16/4/2010, 14:52

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Incredibile ma vero, l’avversario si era finalmente deciso a combattere. Alexer sentì prima un’esplosone cosmica e poi avvertì che Marcus era schizzato verso l’alto, evitando completamente il suo attacco; cosa, questa, che lo lasciò alquanto perplesso, in quanto non si aspettava una simile vigoria e prontezza di riflessi, evidentemente in quello strambo cavaliere c’era molto di più di quanto non apparisse al primo impatto.
Il santo era volato in cima alla colonna che era sue spalle, rimasta sorprendentemente integra malgrado il passaggio del colpo del nordico, e da lì annullò il vento gelido con un’avvolgente quanto calda emanazione cosmica che sciolse anche il tutto il ghiaccio presente, facendo affondare il piede e il ginocchio del warrior nel fango.
Ma anche se ora aveva un atteggiamento più aggressivo, in netto contrasto con la pacatezza mostrata finora, non aveva perso il vizio di formulare frasi inutili e a sproposito, di cui Alexer non si prese il disturbo di rispondere, ma commentò con un suo pensiero.

Io combatto per me, solo per me! Ma almeno io so per che cosa combatto. Tu, invece?

Una frase corta ma riassuntiva di tutto il suo pensiero e delle differenze che intercorrevano tra i due. Alexer, nel corso del torneo, aveva acquisito nuovi metodi e principi che avevano consolidato le sue convinzioni e sapeva bene quale strada intraprendere: la strada della vittoria ad ogni costo; di Marcus, invece, non si capiva dove volesse andare a parare. Prima era il cavaliere calmo e incerto che si preoccupava di tutto e tutti, e un attimo dopo pareva un guerriero senza timore e senza remore; insomma, era tutto e il contrario di tutto.
Dall’alto della sua colonna, intanto, il cavaliere delle fiamme sembrò prepararsi per un attacco frontale. Alexer, fu pronto nei riflessi e si preparò subito ad un’eventuale schivata; ma qualcosa lo sorprese alle spalle. Infatti percepì un picco cosmico dietro di lui e non appena si voltò vide un muro di fiamme in rapida espansione. Lo stupore del momento impedirono al warrior di scansarsi e per questo finì prigioniero del cilindro di fuoco. Tutto quello che riuscì a fare fu l’erigere la sua barriera di ghiaccio per proteggersi dall’immenso calore sprigionatosi. A dir la verità al nordico venne poi in mente di saltar fuori da quella trappola, dato che risultava aperta in alto e non era troppo alta da scavalcare, ma non appena accennò il salto, venne sorpreso da una violenta implosione, che lo investì distruggendo quasi subito la sua barriera e costringendolo a terra. In quei momenti il massimo che riuscì a fare fu di portarsi le braccia all’altezza del volto proteggersi la testa. Quando fu tutto finito la sua difesa, coadiuvata anche dall’armatura, avevano smorzato l’effetto del colpo, evitando danni critici, ma il prezzo pagato per tutto questo era stato salato. Non appena accennò un gesto per rialzarsi si accorse subito di una marcata difficoltà nei movimenti, dovuta al fatto che l’armatura, soprattutto nella zona del torace e della cintura, aveva subito l’effetto del forte calore e molte placche si erano fuse tra di loro rendendola più un impiccio che un utilità; inoltre le fiamme avevano provocato considerevoli ustioni in quasi tutto il corpo, eccetto la faccia e la nuca poiché protette dalle braccia, e soprattutto nelle zone non protette dall’armatura. Sforzandosi il warrior riuscì quindi a non cadere disteso a terra e a mantenere la sua posizione inginocchiata; non voleva dare la soddisfazione a quel irritante cavaliere di vederlo riverso al suolo ed era disposto a soffrire anche più del dovuto pur di impedire che ciò avvenisse. Intanto si spogliò del blocco centrale dell’armatura e della cintura, divenuti ormai inutilizzabili, e si prodigò a creare una piccola aura gelida attorno al suo cosmo affinché gli alleviasse le sofferenze di quel insopportabile calore.

No, cavaliere, non ti darò la soddisfazione di vedermi a terra. La mia determinazione è più forte della tua. Io so per cosa combatto, so qual’è il mio scopo. Invece tu, tu non sai nemmeno come comportarti, non vedi questo come un torneo, sei debole ed insicuro. Uno come te non può vincere questo torneo, e non lo vincerà!!!

Il cosmo del warrior prese ad innalzarsi e ad espandersi come prima fece quello di Marcus, andando a raffreddare nuovamente l’aria e far scendere una fitta nebbia nell’arena. Nascosto in quella foschia il warrior azzerò il suo cosmo e preparò così la sua prossima e ultima mossa. Ormai le forze rimastegli non erano molte e quelle ustioni rappresentavano un fastidio troppo grande per prolungare ancora il duello; dunque era il momento del colpo definitivo, era il momento di chiudere la partita una volta per tutte e di mettere a tacere quel avversario così irritante.
Le gambe, per quanto risentissero delle ustioni, rispondevano tutto sommato bene, e probabilmente avrebbero dovuto permettergli di poter fare almeno un breve scatto. La certezza assoluta non vi era modo di averla ma essendo ormai il duello agli sgoccioli bisognava tentare il tutto per tutto. Alexer concentrò quindi le ultime forze rimastegli e scattò in diagonale verso destra; appena giunto a circa una quindicina di metri dal suo avversario lanciò subito una sfera di energia sempre in diagonale ma verso sinistra, azzerando poi prontamente il suo cosmo nel tentativo di rimanere nascosto ai sensi dell’avversario. Con questa mossa Alexer voleva far credere a Marcus di starsi muovendo a zig-zag per avvicinarsi il più possibile a lui. In realtà la sfera era soltanto un’esca; infatti, non appena essa sarebbe giunta in prossimità della colonna sarebbe esplosa senza causare danni ma probabilmente distraendo il santo e alterando le sue percezioni, o almeno così il warrior sperava. Intanto, Alexer, che nel frattempo avrebbe atteso nella stessa posizione raggiunta poco prima, avrebbe fatto esplodere tutto il suo cosmo contemporaneamente all’esplosione per accentuare l’effetto sorpresa e sperare di cogliere impreparato Marcus con il suo attacco più micidiale: l’urgano del nord.
Era dunque giunto alla fine anche quell'ultimo duello. Sarebbe bastasta la tecnica ultima del blue warrior a mettere fine alla contesa?


SPOILER (click to view)
Nome Armatura: armatura del blue warrior

Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:

CITAZIONE
Barriera di ghiaccio
Alexer crea intorno a sè una cupola di gelo e cosmo che lo protegge a 360° da attacchi fisici ed energetici. Chiunque tocchi questa barriera viene congelato all' istante. Questa difesa protegge Alexer da attacchi fisici ed energetici ed emana per qualche metro un'aura di gelo che diminuisce l'efficacia degli attacchi avversari prima che questi si infrangano sulla barriera, rendendo così più efficace la difesa

CITAZIONE
Uragano del Nord [tecnica finale]
E' la tecnica più potente a disposizione del Blue Warrior.
Il cavaliere brucia al massimo il suo cosmo e porta entrambe le braccia in avanti con i palmi aperti, così facendo scatena contro il suo avversario una violentissima ed imponente corrente gelida alla minima temperatura raggiungibile dal cavaliere; inoltre la corrente trasporta dei letali pugnali di ghiaccio creati dallo stesso Blue Warrior.
E' un colpo di rara potenza che mira a spazzare via l'avversario causandogli gravissimi danni da freddo e congelamento e a dilaniarlo con il ghiaccio affilato.

Riassunto:
Non riesco a sfuggire al cerchio di fuoco e ne resto imprigionato, all’interno di esso mi proteggo con la mia barriera e cerco la salvezza saltando in alto per liberarmi ma vengo sorpreso dall’implosione. Grazie anche alla mia armatura mi salvo ma ho ustioni su quasi tutto il corpo e devo togliergli il busto, i coprispalla e la cintura perché ormai sono fusi e inutilizzabili. Malgrado le ferite stringo i denti a mi preparo all'attacco all'attacco finale. Sempre più determinato a non dartela vinta, in quanto convinto di avere ragione e di meritare la vittoria, espando il mio cosmo e raccolgo tutte le energie rimaste per generare una fitta nebbia e azzerare la visuale, poi faccio un breve scatto in diagonale e in avanti verso la TUA sinistra e cerco di avvicinarmi. Appena raggiunta la meta (a circa 15 metri da te) lancio una sfera di cosmo in diagonale e in avanti verso la TUA destra e contemporaneamente azzero il mio cosmo. La sfera dovrebbe fungere solo da esca e farti credere che mi sto muovendo a zig-zag. Quando la sfera raggiunge la colonna esplode ma non causa danni e io contemporaneamente all’esplosione lancio il mio attacco dalla stessa posizione che avevo raggiunto con il mio scatto nella speranza di sorprendenti e trovarti così impreparato a fronteggiarlo. L'attacco dovrebbe quinid arrivarti da sinistra.
Precisazioni:
Nel post parlo dei movimenti in prima persona, mentre nel riassunto ne parlo tenendo conto della tua visuale del campo.


Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: ustioni in quasi tutto il corpo soprattutto su braccia e busto.
Status armatura: blocco centrale e cintura inutilizzabili. Bracciali e gambali in parte fusi ma ancora utilizzabili
Status psicologico: ancora più determinato e convinto di avere ragione ora che ha capito che, a differenza di lui, il suo avversario non sa nemmeno come comportarsi e che cosa vuole ottenere dal torneo.


OT ho editato perché avevo messo due volte lo spoiler e per precisare meglio una cosa del riassunto /OT
 
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view post Posted on 16/4/2010, 23:31
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CITAZIONE

Armatura di Bronzo della Fornace
Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Pomposo e arrogante, Alexer in tutta la smania combattiva non riuscì a comprendere quanto stesse per accadere... era lo scopo del Cavaliere, ma tutto quello che stava per succedere avrebbe dovuto insegnare al nordico a comportarsi in maniera più assennata e meno competitiva, perché una semplice vittoria non era sempre da perseguire e c'erano occasioni in cui era necessario comprendere cosa fosse più importante della stessa e quando si palesasse.
Marcus lo aveva capito molto tempo addietro: nonostante il suo stesso Maestro fosse un individuo che mirava alla vittoria, si era distinto per quella sua capacità e prima ancora volontà di comprendere e di agire di conseguenza. E in quel momento la vittoria non sarebbe stata il suo scopo preminente, né lo era mai effettivamente stata: all'inizio era giunto alla torre quasi per curiosità, ma poi, man mano che aveva percorso tutti i piani e affrontato tutte le prove, l'unico motivo per cui aveva deciso di continuare era semplicemente per conoscere la verità e avere l'occasione di affrontare l'entità che più di tutte aveva determinato le troppe sofferenze di cui era costellata la sua vita. Il fatto che avesse dovuto affrontare e vincere avversari di vario tipo era una circostanza incidentale e a suo modo strumentale per arrivare a quello scopo, senza mai pensare ad un "torneo".
Ed era stanco di combattere. Dopo aver dovuto affrontare un vecchio amico al fianco di uno finto e averne molto probabilmente persi degli altri, aveva sperato di non doversi battere di nuovo contro qualcun altro e di poter finalmente avere l'occasione che sperava. Ma così non era stato: gli Angeli, o supposti tali, non si erano maledettamente palesati e Alexer aveva deciso in totale autonomia che quello che si trovava davanti era un altro avversario di un volgare torneo, a suo dire l'ultimo.
E probabilmente Marcus gli avrebbe risparmiato l'uso di risorse potenti ed imponenti come l'Implosione Flammica, ma il nordico aveva deciso di non portare neppure rispetto al Cavaliere di Bronzo e di perseguire unicamente la vittoria... e poi? Cosa avrebbe mai potuto farci con quella vittoria?

Contrariamente alle aspettative, Alexer si accorse della sua offensiva e si voltò, creando una difesa purtroppo per lui inadatta a proteggerlo contro un colpo di fuoco: avrebbe forse potuto sfuggire saltando via l'attacco, salvo prima liberarsi dal terreno fangoso che si era venuto a creare per l'azione del caldo cosmo di Marcus e nel quale l'Asgardiano era affondato. Ma anziché cercare di saltare subito, il bersaglio dell'Implosione Flammica cercò di arroccarsi erigendo una barriera fondamentalmente inutile e con il suo principio di saltò arrivò ad aggravare la situazione, prenendosi praticamente in pieno l'attacco.
Dall'alto della colonna, Marcus non sapeva se gioire o meno, nonostante la soddisfazione per essere riuscito a mettere a segno un colpo devastante come quello. Da un lato era contento di aver impartito una cocente lezione di umiltà e di stategia a quel buffone tutto insulti e vittoria, ma dall'altro si chiedeva se era davvero necessario agire in quel modo. E a complicare ancora di più le cose, gli sopraggiunse un altro dubbio. Ormai passato in gran parte lo sdegno per gli idioti insulti, gli venne spontaneo chiedersi se le armature di Asgard fossero come la sua, vive e a loro modo senzienti, oppure vuote e prive di forza vitale come le Surplici e le patetiche imitazioni dell'Isola della Regina Nera. Ma ormai era troppo tardi per rimediare e i danni erano vistosi e palesi, sebbene non così gravi e come si sarebbe aspettato...

La situazione si era improvvisamente ribaltata: Marcus era stanco e la sua Armatura, dispiaciuta per la sorte della sconosciuta consimile, leggermente danneggiata, mentre Alexer aveva subito in un colpo solo danni molto gravi e, sebbene non l'avesse veramente persa, aveva deciso spontaneamente di rinunciare ad una parte consistente della propria corazza.
*Se anche quella è come te, è chiaro che non ha rispetto per essa e non hanno un grande rapporto* disse mentalmente e cosmicamente l'armato della Fornace alla propria compagna. *Altrimenti non l'abbandonerebbe così nel fango come un rottame!* constatò con un certo sdegnato disprezzo. La stessa protetta dalla calda costellazione non poté che passare dal dolore alla compassione per quella sconosciuta e sottolineò i pensieri del suo Cavaliere con un moto di furioso biasimo nei confronti dell'avversario.
Poco dopo, Alexer, resistendo stoicamente alle conseguenze più immediate del colpo appena subito, utilizzò le temperature artiche del proprio cosmo per creare una nebbia e mimetizzarsi nell'ambiente, grazie anche al fatto che decise di annullare completamente ogni traccia cosmica prima di spostarsi. Dopo qualche istante di calma cosmica, Marcus poté percepire di nuovo del cosmo provenire da un punto più vicino e a sinistra della sua posizione. Il Cavaliere sarebbe stato anche pronto a scattare, ma un dettaglio lo fermò: fino a poco prima, nonostante la nebbia lo celasse, il rumore prodotto dalla corsa sul terreno ancora fangoso aveva rivelato inesorabilmente l'intero tragitto percorso dall'avversario, il quale avrebbe dovuto muoversi molto più lentamente per cercare di passare inudito su un terreno come quello e con un'Armatura ancora in parte indossata e utilizzata senza il cosmo necessario ad alleggerirla.
*Cosa diavolo intende fare?* si chiese leggermente perplesso il Cavaliere, il quale stava mantenendo alta la guardia e il cosmo, sebbene quest'ultimo non fosse più così diffuso come prima. Ancora brillante e visibile anche attraverso la foschia creata da Alexer, era un bersaglio scoperto e perfetto... troppo perfetto per non essere deliberatamente tale. Ed in effetti, trovandosi lassù, rivalutò la scelta fatta dal nordico all'inizio dello scontro: quella posizione era effettivamente versatile e vantaggiosa, permetteva la conquista del piano basso e una più facile possibilità di adottare buone manovre difensive in caso di necessità... come in quel caso.
Aveva capito dall'assenza del rumore passi che il cosmo che percepiva, che dall'alto pareva quasi l'insieme di due semirette, non era affatto Alexer che cercava di avvicinarsi e anche un salto sarebbe avrebbe seguito quasi sicuramente una traiettoria non retta, quindi si era preparato ad un'offensiva più diretta ed incisiva, che venne di lì a poco.
Non appena la fonte di cosmo impattò contro la colonna su cui stava, scoppiando come una bolla di sapone, Marcus percepì di nuovo il cosmo di Alexer dallo stesso punto in cui era comparso il primo impulso, ma molto più intenso di prima.
Pronto a quell'eventualità, ma allarmato dall'inverosimile picco di potenza, mai avvertito prima in vita sua se non contro la dea Khalì, Marcus balzò all'indietro, materializzò la propria difesa fiammeggiante ponendo ancora una volta il braccio sinistro di traverso dinnanzi al corpo e si piegò sulle ginocchia in modo da esporsi il meno possibile al colpo.

CITAZIONE
Scudo di Fuoco oplitico
Marcus concentra sul braccio sinistro un quantità di fuoco cosmico tale da dare ad esso la forma e le dimensioni di uno scuo oplitico, quindi piuttosto coprente. Questo caldo riparo, insopportabile senza apposite abilità di resistenza e manipolazione del fuoco, offre una buona protezione contro attacchi fisici e condotti con energie fredde, ma contro attacchi cosmici e psichici equivale ad un foglio di carta bruciata.

Appena in tempo, anche se forse non abbastanza: nonostante fosse riuscito a porre il coprente scudo dinnanzi a tutta la sua figura, il Cavaliere della Fornace venne rapidamente investito dalla dirompente ventata di freddo come nessun ghiaccio poteva essere. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e riversare quanta più energia poteva nella propria difesa e perse così la cognizione del tempo e non si avvide di ciò che stava succedendo. Colto da una gelida sensazione di morte imminente, forse era meglio così...
Ma dopo pochi secondi, dilatati fino all'eternità, Marcus capitombolò rovinosamente al suolo, ruzzolando violentemente per quelli che dovevano essere metri. Quando l'attrito finalmente riuscì a frenare il suo corpo, il piano dove si trovava ancora vorticava in maniera pericolosa e obnubilante. Era finito con la schiena sul bianco marmo ed era rimasto lì a vedere le stelle mentre non sembravano stare ferme come invece avrebbero dovuto.
Intirizzito fino al midollo, non sembrava avere più un briciolo di forze, quasi neppure quelle per pensare. *S...Stai... Stai bene...?* chiese stentatamente alla propria Armatura. Sulle prime gli sembrò di essere talmente raggelato da non poter più neppure ricevere gli stimoli cosmici della propria Armatura, ma nonostante tutto decise di porre di nuovo la domanda, sforzandosi di essere il più ricettivo che gli fosse possibile.
Silenzio totale.
Gli occhi, prima ridotti a fessure, gli si spalancarono all'improvviso quando un pensiero attraversò la sua coscienza con la veloce efferatezza di una lama. Con grande, enorme fatica si rivoltò su se stesso, sentendo vaghe fitte di dolore lungo praticamente tutti i lati del tronco, ma ad essi non badò quasi per nulla: ne constatò la presenza, senza neanche chiedersi perché ci fossero, o come avessero fatto i pugnali di Alexer a passare ai margini, se non attraverso lo scudo, e arrivare a ferirlo senza che lui praticamente sentisse nulla per l'azione anestetica del freddo improvviso.
E fu allora che vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere: lungo la pavimentazione di marmo di fronte a sé erano sparsi vari frammenti irregolari, tutti congelati. Alcuni erano di ghiaccio apparentemente semplice, ma altri... altri erano niente meno che schegge sbiadite e senza vita di quella che solo fino a pochi istanti prima era stata l'Armatura della Fornace. Pervaso da una disperazione profonda, l'Italiano strisciò goffamente con le sole braccia e si buttò letteralmente fino a prendere e stringere fra le dita una scheggia dell'elmo.
Non ci credeva! Non poteva crederci! La sua Armatura, la sua amata Armatura, persa di nuovo, forse per sempre, per colpa di chi non voleva altro che la vittoria. Calde lacrime amare sgorgarono dai suoi occhi, esprimendo un dolore inconcepibile, già provato all'inizio di quella "scalata alla vetta", ma a cui non aveva fatto per niente l'abitudine!
Allibito e incapace di dire, fare o anche solo pensare qualsiasi cosa, urlò all'improvviso tutto il proprio disperato cordoglio, producendo qualcosa di impensabile e che sarebbe apparso terrificante a qualsiasi creatura dotata della più minima sensibilità. E dappresso, il suo cosmo si riaccese, divampò all'improvviso e divenne più caldo dell'inferno, riscaldando le membra ferite del Cavaliere, che prese a sanguinare dalle troppe ferite che aveva riportato dove né lo Scudo né la sua Armatura erano riusciti a proteggerlo.
Se prima poteva avere qualche riguardo, qualche residua pietà per un povero idiota che non capiva neanche quando era il caso di lottare e quando invece concentrarsi in ben più alte ricerche, in quel momento non poteva più. Un solo obiettivo, un solo nome impresso a fuoco nella sua mente: Alexer!

Volgendo il capo con un'espressione feroce come mai in vita sua, Marcus individuò ben presto il bersaglio della sua furia, divenuta ben presto cieca e bramosa di essere soddisfatta con il sangue. Il giovane, non più Cavaliere e forse neppure più completamente umano, si rialzò, terribile a vedersi da tanto era martoriato nel corpo e furente in volto, irriconoscibile persino per chi lo conosceva bene. In quel momento nessuno avrebbe potuto placarlo e sarebbe stato probabilmente travolto come un piccolo ostacolo di fronte al mare di fuoco che si poteva percepire dentro e fuori di sé... ma probabilmente nessuno avrebbe anche solo osato avvicinarsi in quello stato.
A passi pesanti e scoordinati, ma sorretti unicamente dal suo intento, il ragazzo arrivò a varcare la distanza che lo separava di nuovo dal fango che lui stesso aveva contribuito a creare con il suo cosmo, lo stesso cosmo che stava bruciando il marmo attorno a lui ad ogni suo minimo passo e che faceva scomparire la bruma e seccare l'arena anche a distanza.
Allora anche l'avversario ricomparve... e nel vederlo con ancora indosso dei pezzi della propria corazza, la sua furia raggiunse un nuovo, ultimo picco. E ad una quindicina di metri da Alexer, fendette l'aria con un pugno e tramite esso riversò contro il nemico tutto il proprio incontenibile stato d'animo.

CITAZIONE
Rivolta infernale
Quando Marcus si trova in particolari stati emotivi di forte rabbia, ira, indignazione, sdegno o similiari, può generare un'onda di fuoco alta circa 3 metri e larga il doppio. Venire investiti da questa vasta onda informe nei 30 metri antistanti al Cavaliere della Fornace significa essere travolti da un mare di fuoco di temperatua variabile a seconda della profondità delle sensazioni ed emozioni del Cavaliere, ma comunque molto elevata.
Se decidesse di utilizzare questa tecnica a mente lucida, Marcus non riuscirebbe che a generare al massimo un quarto delle dimensioni, della portata e della potenza sopradescritte. Sebbene non sia la sua tecnica più letale, Marcus è restio ad usarla, se non quando il suo autocontrollo non costituisce più un freno inibitorio.

Tremante e ancora carico di rabbia, boccheggiante come non mai, si sentiva svuotato, ma ancora non si dava pace. La sua vendetta era compiuta?

SPOILER (click to view)
Stato fisico: numerose ferite da taglio sul busto, anche se non agli organi vitali, ed esausto.
Stato Armatura: disintegrata
Stato psicologico: prima incerto, poi abbattuto, infine furibondo, irrazionale e assolutamente non lucido, ci vede rosso e non vuole altro che uccidere Alexer e vendicare la propria Armatura distrutta.
Riassunto azioni: Nonostante tutti i suoi discrosi, Marcus vede Alexer cadere nella trappola dell'Implosione Flammica e reagire (a suo giudizio) male di fronte alla situazione. Credendo ormai di aver concluso quella vicenda, Marcus ripercorre tutti gli eventi avvenuti nella Torre e implicitamente biasima il comportamento troppo agonistico dell'avversario. Dopo alcune considerazioni sul legame inesistente tra l'avversario e la sua corazza, si accorge facilmente del suo tentativo di aggiramento grazie alle condizioni del terreno fangoso, in cui Alexer è immerso fino al ginocchio. Per questo riesce a saltare via e a frapporre una difesa all'offensiva dell'avversario, ma ne viene inevitabilmente travoto. Lo Scudo di Fuoco viene congelato e quindi non riesce a fornire un'adeguata protezione contro buona parte dei pugnali dell'Uragano del Nord, procurando a Marcus ferite non letali, ma numerose.
Durante la caduta lo scudo e l'armatura, congelati dalla corrente fredda, si disgregano e finiscono a pezzi di fronte a Marcus, il quale se ne accorge e si trasforma in una furia omicida, ignorando le sue stesse condizioni precarie pur di uccidere Alexer.
Nota 1: ho approfittato del fatto che il cosmo di Alexer sia stato utilizzato per creare una foschia fredda e non per alterare anche la conformazione del terreno per accorgermi dello stratagemma tattico del nemico.
Nota 2: Marcus non potrebbe tendenzialmente muoversi in una situazione del genere ed è solo una furia micidiale che lo spinge ad andare avanti. Vuole vendetta a tutti i costi e non si rende conto che non potrà molto probabilmente ottenerla
Nota 3: In questo momento la tecnica è utilizzata alla sua massima intensità, ma non integra i livelli di una tecnica finale.
 
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view post Posted on 19/4/2010, 22:00

Titano di Giapeto

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Alexer era ora a quattro zampe sul fango, respirando profondamente per immettere quanto più fiato in corpo. L’esecuzione di quella tecnica lo aveva provato molto nel fisico e aveva acuito le sue ferita, che ora bruciavano come carboni ardenti. Ma un sorriso si palesò comunque sul suo volto affaticato; il fatto che le energie, sebbene poche, non lo avessero del tutto abbandonato e la totale assenza del cosmo nemico gli fecero credere nella vittoria. Ma fu soltanto l’illusione di pochi attimi; sentì infatti un improvviso picco cosmico divampare dalle colonne, e per quanto fosse incredibile non poteva essere altri che lui.

No…

Alexer Alzò prima la testa, cercando di scorgere qualcosa con gli occhi, gli unici che potevano dargli una conferma ormai. Voleva vedere per credere. Quando poi vide spuntare la sagoma di Marcus, ammantata nel suo rosso cosmo, che si faceva avanti sulle sue gambe, tirò su anche il busto e cercò, per quanto gli fosse difficile, di rimettersi in piedi; ma la fatica era troppa, oramai, e il tempo troppo poco, per questo riuscì solo a sollevare la gamba sinistra e mettere il medesimo piede sul fango per assumere una posizione perlomeno inchinata, così da poter poggiare la mano mancina sul ginocchio e aiutarsi a stare su.

Non può essere ancora in piedi…NON PUO’!!!!

Eppure, per quanto il suo corpo fosse spoglio e martoriato, il santo stava ora avanzando verso di lui, e dalla prepotenza del suo cosmo e dei suoi occhi era chiaro che un attacco era imminente. Alexer raccolse le sue ultime forze; sperava di non doverle usare, e di potersi erigere così trionfante di fronte al corpo senza forze del suo avversario, ma quella finale gli stava chiedendo ora di dare davvero il massimo, e lui non si sarebbe certo tirato indietro, neanche a costo di perdere i sensi per la fatica.
Incrociò le braccia davanti al volto, lasciando solo un piccolo spiraglio per poter inquadrare il suo avversario, e poi mise tutto se stesso per creare una barriera, o almeno una qualche protezione per proteggerlo dall’irruenza del fuoco nemico. Riuscì quindi a ricreare la barriera di ghiaccio, non che potesse risultare molto utile contro le fiamme, ma qualsiasi difesa in quel momento era bene accetta e quello era il massimo a cui il warrior potesse arrivare in quel momento.
Un’ondata di fuoco lo travolse, potente come l’eruzione di un vulcano, e si accanì sul suo scudo, che cercava con ogni mezzo di tenere attivo. Alla fine il fuoco ebbe ragiona della sua ostinata resistenza e la spezzò, spazzandolo via fino a farlo impattare con la schiena contro una colonna. Alexer cadde a peso morto sul pavimento, con le gambe e distese e il busto che riusciva a rimanere su solo perché appoggiato alla colonna; dei resti di armatura ancora indossati era rimasto ben poco, anzi, praticamente niente, mentre le braccia, l’addome e il torace erano gravemente ustionati e fuori uso,. Era davvero al limite, il nordico, ma fortunatamente non aveva perso i sensi, almeno non completamente.
La sua voce era lenta e rotta dalla fatica e dal dolore, ma le sue parole avrebbero comunque dovuto raggiungere il cavaliere delle fiamme.

E bravo cavaliere…alla fine ce l’hai fatta, e ti sei mostrato per quello che sei. E pensare che secondo il tuo giudizio dovevo essere io la bestia senza intelletto che non sapeva fare altro che combattere. Quanta ipocrisia!

Un lieve sorriso soddisfatto sottolineò la prossime frasi.

Per rispondere alla tua domanda…durante il torneo ho incontrato sia Violet che Vhan. Con la prima ho combattuto fianco a fianco, sorretto dalla fiducia e dall’amore, mentre il secondo l’ho battuto ed eliminato nel turno successivo. Ora dimmi: sono un uomo d’onore o un mostro sanguinario?
La verità é che io sono un guerriero sincero e autentico. Un combattente che in questa torre ha conosciuto, affrontato e superato: l’amore, il dubbio, la perdita e il sacrificio; e ne è uscito temprato nell’animo e nei principi. Io ho rinforzato il mio spirito di guerriero del nord per giungere fino a qui senza dubbi o incertezze.
Non per rabbia o per il mero gusto di battere gli avversari io combatto, ma per affinare le mie capacità e vincere, conquistando così la gloria imperitura che solo i più grandi miti possono vantare.
E ora, alla fine di tutto: non ho più dubbi, non ho più paure, non ho più ripensamenti. Il mio spirito é fermo e deciso come non lo é mai stato.


Fece quindi una pausa, in cui strinse e digrignò i denti; anche il solo parlare lo affaticava parecchio in quelle condizioni, ma voleva comunque arrivare fino in fondo a quel discorso, e chiedere un ultima cosa al suo avversario. Poi si sarebbe anche lasciato andare alla fatica e al dolore, attendendo l’arrivo degli angeli, o di chi per loro, a sancire la fine delle ostilità.

Ora dimmi, cavaliere: dopo questo torneo e questa finale, rispetto a me, quali sono le tue motivazioni e i tuoi principi?

E a quel punto prese semplicemente a fissarlo in silenzio, senza muoversi. Dopo tutte le contraddizioni mostrate durante il duello e le parole di Alexer, come avrebbe risposto il santo?



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Nome Armatura: armatura del blue warrior

Resistenza Armatura: liv. V
Quote delle tecniche usate:

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Barriera di ghiaccio
Alexer crea intorno a sè una cupola di gelo e cosmo che lo protegge a 360° da attacchi fisici ed energetici. Chiunque tocchi questa barriera viene congelato all' istante. Questa difesa protegge Alexer da attacchi fisici ed energetici ed emana per qualche metro un'aura di gelo che diminuisce l'efficacia degli attacchi avversari prima che questi si infrangano sulla barriera, rendendo così più efficace la difesa

Riassunto:
Cerco di fronteggiare al meglio il tuo attacco ma vi riesco solo in parte e finisco ustionato contro una colonna. A quel punto ho esaurito le mie forze e riesco solo a parlarti e a spiegarti le nostre differenze e le motivazioni che mi spingono a lottare.

Legenda del post: parlato - pensato - narrato. Eventuali citazioni di pensieri e frasi precedenti facilmente riconoscibili
Status fisico: ustioni gravi su braccia e busto, ustioni medie sulle gambe. Schiena danneggiata dopo l’impatto contro la colonna. Testa parzialmente ustionata ma con gravità minore rispetto al resto del corpo.
Status armatura:oltre ai precedenti danni, si aggiunge il fatto che i bracciali e i gambali sono quasi completamente fusi e ormai anch’essi inutilizzabili.
Status psicologico: identico a prima.

 
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view post Posted on 22/4/2010, 21:48
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Livello Armatura: III
"Parlato"
*Pensato*


Era stato impulsivo e devastante e ancora ci vedeva rosso: la furia che il Cavaliere aveva riversato nel suo pugno e da lì immesso nella gigantesca onda di fuoco era indicibile, provata poche volte prima di allora. E quando anche l'ultima scintilla fu dipartita, Marcus si sentì stanco e svuotato... e forse un pò più calmo, dopo aver sfogato almeno in parte ciò che aveva rapidamente accumulato nel suo animo dopo la distruzione della sua Armatura. A malapena si era accorto del fatto che Alexer avesse avuto la possibilità e il tempo di erigere una difesa che smorzasse il suo attacco e gli era completamente sfuggito il fatto che fosse la stessa di prima.
Ormai ansimava pesantemente e i muscoli tremavano: il suo corpo era ormai preda degli spasmi involontari e il suo cosmo era arrivato al limite. Era allo stremo e lo sapeva... ma per una volta non gli importava. Anzi, quando mai gli era importato?
Il Cavaliere era sicuro di aver eliminato colui che aveva distrutto la sua Armatura, togliendogli ogni scampo e possibilità di fuga. Tuttavia rimase sorpreso, quasi amaramente, nel constatare che Alexer era ancora vivo. Inerme, incapace di reagire, appoggiato ad una colonna ed anzi sostenuto dalla stessa e impossibilitato a reagire, annerito come pochi per via delle ustioni... ma ancora comunque innegabilmente vivo.
Vivo e parlante: nonostante il dolore, aveva ancora la forza e il coraggio di parlare a sproposito, pronunciando parole che avrebbero potuto riaccendere la sua rabbia come la brace che, sembrando morta, ritorna viva con un'incauta stimolazione. Ma per sua fortuna, il ragazzo italiano era troppo stanco per reagire ancora come prima e più di un moto di rabbia sdegnata non riuscì ad avere.
Tra pesanti ansiti, Marcus replicò dopo qualche istante con una risata stentata. "Dai a me dell'ipocrita... Alexer?"
Ansimò ancora tre o quattro volte prima di continuare a replicare a mezza voce, quella che poteva avere: "Parli di spirito guerriero... e delle prove che hai sostenuto... senza contare che io ho superato le stesse cose... e sono arrivato fino a qui!" Quel povero idiota confessò anche anche di aver passato dall'amore per Violet e la vittoria contro Vhan. Quindi lui lo aveva sconfitto e forse ucciso, anche se non lo ammetteva a chiare lettere. Ma ormai non mancava molto: presto avrebbe saputo tutto.
Alexer infine gli pose una domanda strana e che faceva denotare ancora quanto male riuscisse ancora a pensare. "Parli di differenze... e non le vedi neanche se le hai sotto gli occhi? Tu sei temprato in un cosiddetto spirito guerriero" disse sputando le ultime due parole come un insulto volgare. "Ma guardati dove sei finito...nel fango, spompato, debole, inerme... alla mercé della mia mano..." strinse il pugno, che tremò per ragioni completamente estranee agli spasmi che percorrevano il resto del corpo di Marcus "... che non riesce a prendere la giusta vendetta!"
La mano si accostò al fianco destro dopo aver sferzato l'aria in un gesto a metà tra lo stizzito e il minaccioso. "Vuoi sapere la differenza tra noi due, Alexer?" disse con la voce ancora bassa per la spossatezza. "Tu sei un guerriero, dici, e miri alla sola vittoria. Non vedi nulla al di là di quella e il risultato lo stai vedendo: io in piedi a poterti eliminare se solo lo volessi... e tu a malapena capace di alzare la testa e dire stupidaggini!"
Lasciò qualche altro istante, mentre il respiro si regolarizzava. "Tu non vedi niente al di là della vittoria e non hai capito che non era il caso di combattere, né che in tutto questo c'è molto di più... Questo che tu chiamitorneo... è tutto fuorché un torneo... è una serie di prove, macchinate e organizzate da chi ancora non so, per motivi che ancora non mi sono chiari. La differenza... è che tu sei una macchina da competizione, cieca e stolta e forse anche abbastanza cinica da fregarsene delle sue perdite! Io invece non sono così insensibile e dopo aver perso così tanto..."
Si fermò. Non valeva la pena continuare a parlarne. Restava solo da aspettare l'apparizione degli Angeli o presunti tali. Alexer avrebbe capito se lo avesse voluto... altrimenti, sarebbe rimasto un semplice "guerriero".

SPOILER (click to view)
Stato fisico: numerose ferite da taglio sul busto, anche se non agli organi vitali, ed esausto.
Stato Armatura: disintegrata
Tecniche usate: nessuna
Nota: con questo post concludo lo scontro, in attesa del giudizio dei giudici.
 
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13 replies since 22/3/2010, 14:52   391 views
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