Stava diventando sempre più chiaro, non aveva a che fare con una persona umile. Il grosso problema era riuscire a determinare fin quanto potesse spingersi la sua inflessibilità... e in particolare la fortuna che sembrava assisterlo e giustificarlo.
Difatti, strano a dirsi, un colpo portato ad una velocità superiore a quella dell'avversario non riuscì ad arrivare a destinazione prima che il bersaglio avesse modo di parlare e di erigere una difesa, con la quale si allontanò prima di nascondersi.
Naturalmente sapeva dove si era andato a ficcare, ma decise piuttosto di lasciargli spazio per vedere cosa diavolo poteva architettare. Inoltre c'era un secondo dettaglio non ininfluente: le ferite alle gambe cominciavano ad essere molto più fastidiose e dolorose di quanto non avesse fatto apparire in un primo tempo e in un certo senso la fuga dell'avversario favoriva lo stesso Cavaliere, il quale ne approfittò per cercare di riprendersi.
*
Non avrei potuto continuare ancora a lungo...* ammise con riluttanza. *
Specie senza il sostegno della mia Armatura! Meno male che è ancora nascosta dallo scudo dell'anonimato.*
Meno di una frazione di secondo dopo, gli passò per la mente un dato che stava rischiando di trascurare: *
Come diavolo avrà fatto a sfuggire al mio attacco con una difesa così altamente infiammabile?* si chiese perplesso.
Non ebbe tuttavia il tempo di lanciarsi in ipotesi, in quanto l'avversario decise di ricomparire prima cosmicamente e poi personalmente. L'avversario aveva deciso di compiere uno scatto laterale prima di iniziare a saltellare a zig zag, manco fosse un leprotto... nello specifico, un leprotto che cercava di nascondere la propria traccia con una continua serie di esplosioni che creavano più danni ai monoliti che al senso dell'orientamento di chi possedeva il settimo senso. Se voleva creare qualcosa di psichedelico ci stava anche riuscendo, tuttavia per sperare di distrarlo veramente, avrebbe dovuto tentare di creare un caleidoscopio.
Ma in fondo neanche qualcosa di tanto elaborato sarebbe servito: il Maestro di Cavalieri infatti a un certo punto rinunciò a seguire l'aspirante e chiuse gli occhi, drizzando tutti e sette i suoi sensi in attesa che tutto quel delirio finisse ed Edward si decidesse a lanciare la propria vera offensiva.
E così avvenne: il nobile inglese si fermò al monolite alle sue spalle e da lì lanciò qualcosa di inequivocabilmente diverso dalle semplici esplosioni cosmiche. Non capiva precisamente cosa stesse facendo, ma non volle neanche sperimentarlo su di sé: quindi semplicemente reagì in maniera inattesa.
Ancora una volta, il suo cosmo guizzò rapido e improvviso, come la brace smortache tornava in vita, e venne incanalato nel bastone per replicare la mossa di pochi istanti prima... solo che la nuova fiammata rivolta ad uno scopo diverso.
CITAZIONE
Pugno di Fuoco
Marcus concentra la sua energia cosmica nei pugni portati indietro all'altezza del cuore e poi portati in avanti, rilasciando due fasci di fuoco ad alta temperatura, sufficiente per causare ustioni di secondo grado e di riscaldare le armature, in quanto i fasci sono a flusso continuo. Questo attacco ha una componente fisica, ma è essenzialmente cosmico e di solito è portato alle massime temperature raggiungibili tramite il suo cosmo.
Accompagnando la fiammata con un piccolo salto, il Cavaliere fece un pò la figura del razzo che partiva per l'orbita, salvo l'improvviso spegnimento del fuoco: bastò infatti poco all'inviato del Grande Tempio per potersi sopraelevare e compiere un avvitamento aereo prima di atterrare sul menhir che era posto dinnanzi a sé, rivolto nella direzione da cui era partita l'offensiva.
Arrivato sulla pietra posta in orizzontale, finse di voler atterrare in ginocchio, onde invece evitare di franare fin tropo palesemente. Il dolore però si fece sentire più acuto di prima.
*
Accidenti!* imprecò stringendo i denti sotto le labbra. *
Spero che non se ne accorga, altrimenti la mia seconda linea di combattimento cadrà a pezzi...*
In quel momento si guardò attorno e rimase allibito di fronte a ciò che vedeva: le splosioni non erano state solo sceniche, ma erano andate anche a danneggiare millenni di storia... il tutto senza che lui provasse il benché minimo senso del rispetto o anche solo un vago rimorso.
*
Ma che razza di... E dovrebbe diventare un Cavaliere d'Oro? A che scopo salvare l'umanità se si fa tabula rasa della sua storia?* si chiese con un'espressione di stupore mista a sdegno. *
Menomale che la decisione non spetta a me, se no...*
Quindi, celando il dolore che l'azione gli costava, si rialzò e individuò l'avversario, mostrando un ghigno di scherno: "
Rose Nere? Temete a tal punto la mia arma, un umile bastone, da arrivare addirittura a bersagliarlo con un attacco che avrebbe ferito a morte persino un'Armatura d'Oro?"
Scosse leggemente la testa con una risatina sottilmente sarcastica, mentre il suo cosmo si espandeva. "
Sapete fare grandi sacrifici, ma evidentemente ancora non sapete come e quando compierli..."
E mentre parlava, distraendolo con un discorso volutamente provocatorio, faceva fluire parte del suo cosmo nell'ambiente circostante e parte nella roccia, fino al terreno. La percezione diffusa del suo caldo cosmo avrebbe forse confuso l'avversario e gli avrebbe impedito di comprendere in un primo momento che si stava formando dietro di lui un semicilindro di fuoco.
CITAZIONE
Implosione Flammica
Anziché creare una sfera di fuoco, Marcus crea un campo di fiamme di forma semicilindrica attorno al nemico tagliato sulla sommità. Le fiamme, che possono raggiungere picchi molto elevati, vengono poi utilizzate per scatenare un'implosione dello stesso cilindro di fuoco, alto due metri, e causare così gravi ustioni al nemico e la fusione delle corazze più deboli. Alcune corazze di miglior fattura potrebbero resistere alla fusione, ma non rimarrebbero comunque esenti da conseguenze.
*
Se tutto va bene, chiuderò la partita con quella rosa ambulante prima che crei altri danni!*
O almeno così seprava mentre l'offensiva diveniva pronta per scottare l'avversario. Tuttavia si trattenne: per quanto lo trovasse spregevole, l'Italiano non doveva uccidere l'avversario. Neppure i suoi dettami glielo permettevano... ma non gli vietavano di ustionargli la schiena con una fiammata non invidiabile!
Restava solo da vedere se e come avrebbe reagito Edward Cavendish al colpo inferto dal cristiano.