[Quest] Full Moon: Atto I, Per Warwizard & Dursinger

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.:Oracolo:.
view post Posted on 27/1/2010, 18:30




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Certe volte i legami vanno rinsaldati o semplicemente è la mossa giusta da fare. In questo caso il risultato si palesa chiaramente: un Saint ed un God Warrior a braccetto per una missione. Ordini diretti, giunti dai Capocasta, ed una città verso cui recarsi: Parigi. Perché proprio Parigi? Voci, o forse qualcosa di serio se i capi in alto avevano deciso di mandare addirittura persone dotate di Cosmo ad indagare.

Perché proprio loro due? Anche qui numerosi ipotesi da lasciare ai diretti interessati. La conseguenza erano i due appena atterrati all’aeroporto di Beauvais, il terzo aeroporto di Parigi, spesso destinazioni di voli low-cost, come quello con cui avevano viaggiato. I sedili stretti e la gran mole di passeggeri compensavano il basso costo del biglietto. Eppure ora, a quaranta chilometri dalla periferia della città e con la lancetta dell’orologio che si spostava verso le ventidue e trenta, forse la scelta non si era rivelata ottima. Specie poi con quel tempo: freddo glaciale ed una leggera foschia, quasi a ricopiare le atmosfere di libri noir.

Poco restava da fare, se non comprare i biglietti per l’autobus che li avrebbe portati fino a Porte Maillot. Altri tredici euro in meno dal portafogli, sempre meglio che spendere più di cento euro in taxi.

Angolo del Master

Eccoci qui. Avete preso un volo low cost per arrivare a Parigi, sotto ordine dei Capocasta (abbastanza vago, ma è solo per darvi un solido pretesto). Siete arrivati all’aeroporto verso le 10.30 di sera. A voi al scelta di come raggiungere Parigi, considerando che le opzioni sono il bus a 13 euro che ci mette un’ora e mezza ed il taxi con una tariffa di 120 euro che ci mette 40 minuti. Descrivete un po’ il viaggio e l’arrivo. Arrivate fino a Porte Maillot, dopodichè fermatevi.

Ordine di postaggio libero.

Prossimo intervento masteriale non appena avrete postato entrambi (ovviamente ho dei limiti umani lol).

 
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Dursinger
view post Posted on 27/1/2010, 23:17




La pazzia
è solo un ponte stretto
le sponde sono Ragione e Istinto
ti inseguo
la luce del sole confonde la mente
un bambino cieco che striscia in avanti
perché annusa sua madre


La musica suonava violenta martellando nelle orecchie del giovane asgardiano giunto da poco all'aeroporto parigino.Le parole fluivano nelle sue orecchie attraverso un paio di cuffiette collegate ad un mp3 nascosto nella tasca interna della suo spolverino di pelle nera. Sotto il lungo soprabito indossava una felpa nera con qualche disegno, un paio di pantaloni di varie tonalità di verde e marrone come nelle mimetiche militari ed un paio di stivali neri.

La traccia è fresca e dal ponte
gocciola il sudore, il tuo sangue caldo
non ti vedo
sento il tuo odore, ti percepisco
un predatore che urla per la fame
seguo il tuo odore per miglia


Le iridi color del ghiaccio si spostavano frequentemente tra il pannello riportante gli orari di arrivo dei voli e l'ingresso della sala d'attesa in cui si trovava. Era arrivato all'aeroporto circa un'ora prima con un volo low cost che l'aveva costretto inoltre a fare scalo prima di arrivare finalmente alla sua destinazione finale. Il volo non era stato particolarmente sconfortevole, quanto meno per essere un volo economico. La cena era stata servita regolarmente, uno di quei pasti pronti il cui solo odore non invitava certo ad aprire la misteriosa scatola di alluminio in cui veniva servito e nei quali preferisci NON sapere cosa vi sia effettivamente dentro; in compenso i sedili risultavano un po' stretti ma fondamentalmente comodi, ed il suo inseparabile lettore mp3 era stato prezioso per lenire alla mancanza di compagnia durante il viaggio, anche se durante la sosta per lo scalo era riuscito a far la conoscenza di una simpatica finlandese che gli aveva fatto i complimenti per i suoi capelli rosso fuochi puliti e disciplinatamente legati con un cordino nero in una lunga coda che scendeva fin'oltre alla metà della schiena.

Sai di buono
sai di buono
ti seguo
sai di buono
ti trovo
- di buono
ti inseguo
sai di buono
presto ti avrò

Adesso ti ho


Sorrise ripensando al fortuito incontro, si era fatto lasciare il numero di telefono e l'indirizzo chi lo sa che un giorno o l'altro avrebbe potuto avere l'occasione di terminare quanto era stato interrotto in aeroporto.


Aspetto finché è buio
poi tocco la tua pelle bagnata
non tradirmi
oh, non vedi che il ponte brucia?
smetti di urlare e non resistere
perché altrimenti si spezzerà


L'orologio indicava le 10.25, a breve sarebbe dovuto avvenire l'incontro con il contatto che avrebbe dovuto incontrare in quel luogo e con il quale avrebbe dovuto cominciare la missione per la quale era stato inviato nella capitale francese; la sua prima missione al di fuori di Asgard.
Era rimasto colpito quando era stato convocato dal sommo celebrante per ricevere l'incarico. Solitamente i cavalieri di Asgard non si muovono all'esterno del paese utilizzando i propri poteri solamente in cui la terra di Odino ed il suo popolo siano in pericolo; tuttavia la cosa non gli dispiaceva, da tempo sognava l'occasione in cui avrebbe potuto lasciare per un po' il gelo della sua terra Natale, e finalmente quell'occasione gli si era presentata.

Sai di buono
sai di buono
ti seguo
sai di buono
ti trovo
- di buono
ti inseguo
sai di buono
presto ti avrò


Lentamente, mentre la canzone finiva, richiamò in minima parte il cosmo che subito accorse emanandosi come uno sbiadito contorno bianco intorno a lui in modo tale che solo chi si trovava estremamente vicino a lui avrebbe potuto notare l'emanazione cosmica così che,nel caso in cui il saint fosse arrivato avrebbe potuto facilmente distinguerlo dagli altri.
In silenzio si mise ad attendere mentre una nuova canzone veniva selezionata a caso dal suo lettore mp3 e le prime note cominciavano a diffondersi; si godeva gli ultimi istanti di riposo, sapeva che quando avrebbe incontrato il suo contatto l'avrebbe atteso un lungo viaggio fino alla capitale e da li l'inizio delle indagini; ma c'era tempo per preoccuparsi, ora voleva gustarsi la musica tranquillamente limitandosi,di tanto in tanto, ad osservare coloro che lo circondavano.

Quando stavo errando nel deserto e cercavo la verità
Sentii un coro di angeli chiamare il mio nome
Ebbi la sensazione che la mia vita non sarebbe stata più la stessa
Girai il viso verso l'arido sole

E io so il dolore che tu senti come me
E io sogno la pioggia che cade sopra le foglie
E le crepe nelle nostre vite come le spaccature nel terreno
Sono richiuse e ora spazzate via
 
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view post Posted on 28/1/2010, 13:28
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Tutto sembrava scorrere tranquillamente al Grande Tempio, se di tranquillità si poteva parlare: il Grande Sacerdote era morto da poco tempo e il Crysos Synongen non si era ancora espresso su quale fosse la persona che ne avrebbe dovuto prendere il posto. Sapeva poco di simili procedure e sperava che quella situazione fosse anche l'ultima: ultimamente ne aveva vissute troppe e non sapeva più cosa aspettarsi... e per uno come lui, quell'incertezza era doppiamente devastante.
Gli era quindi parso ancora più strano che il consesso dei Cavalieri d'Oro, che governava temporaneamente il Grande Tempio dopo la decadenza di Arkantos, avesse deciso di inviare qualcuno in missione all'estero in un momento di massima incertezza. Forse volevano mostrare di non essere comunque deboli...
O forse la ragione era tutt'altra: egli era infatti l'unico depositario delle ultime volontà del precedente defunto Grande Sacerdote e, sebbene altri le avessero volute conoscere, le aveva comunicate ai soli diretti interessati. Cosa ne avessero fatto di quelle dichiarazioni, non più una questione che lo riguardasse, ma c'erano comunque stati fin troppi disordini per quel segreto, per permettere che altre persone ne avessero a soffrire.
Ad ogni modo, aveva obbedito e si era ritrovato ben presto sul primo aereo low cost diretto a Parigi... dopo aver ovviamente avvertito Seiya e qualche altro Cavaliere della missiva ricevuta, che bene o male sembrava autentica.

Era vestito come al suo solito, con pantaloni e maglietta rossi coordianti, intervallati da una cintura nera stretta in vita. I suoi abiti erano coperti da una giacca anch'essa nera che usava per coprirsi dal freddo in assenza di cosmo. Era un modo di vestire che al Grande Tempio era alquanto inconsueto senza il mantello, ma che nel resto dell'Europa sarebbe apparsa normale nella stessa condizione. Aveva rinunciato ad indossare quel manto in nome dell'anonimato che era stato raccomandato nella missiva, ma non per questo aveva rinunciato a portarselo dietro. Ovviamente lo aveva riposto nell'ampio zaino e lo aveva usato per avvolgervi la sua insostituibile e inseparabile Armatura, come aveva fatto quando era andato a recuperare l'Armatura di Atena.
Lo zaino e il bastone a lame ritratte costituivano il suo unico bagaglio e per ovvie ragioni non si era fidato del sistema di trasporto bagagli. Era una scelta che aveva pagato con una maggiore scomodità in una classe già disagevole di per sé.
L'odissea del viaggio scomodo e non diretto alla fine terminò dopo ore che non avrebbe voluto trascorrere in quel modo. Fu quindi con gioia che appoggiò di nuovo i piedi per terra, prendendosi il suo tempo per riabituare lo stomaco e i sensi al terreno.
*Forse ho esagerato con l'anonimato...* si disse mentre un capogiro lo assaliva nel rimettersi lo zaino in spalla. Il bastone e lo zaino sembravano quasi fuori posto in una persona normale, ma non del tutto: in un aereoporto non era infrequente trovare dei viaggiatori provenienti da posti lontani ed esotici e quello che stringeva in mano poteva benissimo essere un souvenir ricavato da un viaggio in India o in qualche Paese affine...
Alla fine arrivò in quella che doveva essere la sala d'attesa e dopo alcuni istanti provò un inspiegabile brivido di freddo. Un brivido che il Cavaliere percepì anche dall'Armatura nello zaino: benché lui si tenesse addirittura al di sotto della soglia di latenza, era ancora in grado di riconoscere un cosmo... un cosmo freddo, ma pacifico, disposto in attesa e tenuto ad un livello tale che solo chi fosse negli immediati paraggi avrebbe potuto avvertirlo.
Seguendo la traccia, il giovane italiano arrivò presto di fronte ad un ragazzo dai capelli rossi e i tratti somatici tipicamente nordici che ascoltava qualcosa da un paio di auricolari.
*Non ci sono dubbi* si disse risoluto: quello doveva essere il suo contatto, il Cavaliere del Nord menzionato nella missiva che lo aveva portato lì a qualche minuto dalle dieci e mezzo di sera, come da istruzioni. *Allora non era uno scherzo di pessimo gusto...*

Per non disturbare il nordico e rendersi ugualmente riconoscibile, si portò davanti a lui a più meno un metro e attivò il proprio cosmo in misura analoga a quella dell'altro, onde fargli sapere che era arrivato. Si aspettava di tornare ad incotrare il Cavaliere di Artax, ma purtroppo il nome era quello di un altro guerriero. Poco male...
Però quel tale aveva qualcosa di familiare. Non riusciva a capire esattamente cosa, ma aveva la sensazione che quello non era il loro primo incontro.
Ad ogni modo, l'avrebbe scoperto presto: l'attesa era finita.

SPOILER (click to view)
Nota: ho dato per terminati sia il Babel Tower sia la quest Durante la Ricerca della Cura. Spero questo non crei difficoltà, altrimenti modificherò di conseguenza.
 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 28/1/2010, 20:28




Angolo del Master

Visto che avete scelto di non conoscervi da prima dell'arrivo a Parigi fatemi un altro turno per parlare tra di voi e consocervi meglio. Le indicazione per questo post sono le stesse del post mio precedente, ovvero:

Siete arrivati all’aeroporto verso le 10.30 di sera. A voi al scelta di come raggiungere Parigi, considerando che le opzioni sono il bus a 13 euro che ci mette un’ora e mezza ed il taxi con una tariffa di 120 euro che ci mette 40 minuti. Descrivete un po’ il viaggio e l’arrivo. Arrivate fino a Porte Maillot, dopodichè fermatevi.


Ordine di postaggio:

1)Dursinger
2)Warwizard

Prossimo intervento masteriale non appena avrete postato entrambi (ovviamente ho dei limiti umani lol).

 
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Dursinger
view post Posted on 29/1/2010, 23:54




Mi dici che possiamo far piovere.
Mi dici che tutti noi possiamo cambiare
Mi dici che troveremo qualcosa per lavare via le nostre lacrime


La musica continuava a suonare nelle sue orecchie mentre la voce del cantante lasciava il posto al suono delle chitarra abilmente suonate dai chitarristi del gruppo, di riflesso teneva il ritmo con il piede mentre con le mani mimava di suonare la chitarra cercando di seguire la canzone.Il cosmo veniva emanato in maniera minima ma costante, i vicini sembravano avvertire in minima parte il freddo del suo cosmo ma non ne erano consci ritenendo che vi fosse uno spiffero da qualche parte. Eppure, tra la folla una figura sembrava spuntare, dapprima per la sua bizzaria : per quanto variamente popolati potessero essere gli aeropori, esempio ne era il giapponese vestito con gli abiti tradizionali ormai in disuso anche nel suo paese, persone aggirarsi con bastoni di quelle dimensioni non se ne vedevano spesso, soprattutto in luoghi come gli aeroporti dove avrebbero potuto attirare l'attenzione non solo di curiosi e passanti ma anche delle forze dell'ordine.

E io so il dolore che tu senti come me
E io sogno la pioggia che cade sopra le foglie
E le crepe nelle nostre vite ...


La mano era scesa ad afferrare il lettore mp3 così da spegnerlo. Ciò che aveva visto e percepito l'aveva a dir poco sorpreso. Un cosmo diametralmente opposto al suo, caldo, avvolgente, aveva cominciato ad essere emanato dal corpo del ragazzo che impugnava il bastone; ma la cosa che più l'aveva colpito era il fatto che quel medesimo cosmo l'aveva già incontrato in passato, durante la sua avventura nella torre di Babele. Ricordava bene il duello combattuto al fianco di Aioros, generale dei mari, contro il suo connazionale ed un misterioso cavaliere di fuoco che, a causa della sua astuzia, non era nemmeno riuscito a vedere prima di venir congelato dal devastante attacco dell'amico/compagno.

Guarda che combinazione.. esclamò sfilandosi le cuffie dalle orecchie mentre richiamava il cosmo alzandosi e dirigendosi verso il ragazzo E così finalmente ho modo di conoscere l'avversario misterioso.. ridacchiò mentre sollevava lo zaino che stava trascinando e mettendoselo sulla spalla destra Io sono Uriel Det Lovark, guerriero di odino e custoda della stella di alpha proclamò orgoglioso conscio che se qualcuno avesse mai prestato orecchio alla sua presentazione avrebbe pensato con un sorriso sornione ad un povero sfigato appassionato di un qualche tipo di gioco di ruolo.

Ritengo che sia il caso di trovare un modo per arrivare fino a Parigi, dando un'occhiata in giro ho potuto accertarmi della presenza di autubus e taxi, tutto sta nella disponibilità finanziaria.. per quanto mi riguarda sono abbastanza a corto di denaro ma sono certo che non mi offenderò se proporrai di offrire tu un passaggio più rapido e soprattutto comodo

L'espressione era beffarda ed un sorrisino adornava il volto del giovane, la pelle non era pallida ma dotata di un candore particolare che entrava nettamente in contrasto con la violenza del rosso dei lunghi capelli. In silenzio attese che l'altro si presentasse e confermasse la sua ipotesi sul loro passato incontro così da poter poi decidere cosa fare per raggiungere la città; certo in caso di bisogno avrebbero potuto benissimo marciare fino a Parigi, ma la missione affidatagli non sembrava delle più tranquille, sarebbe stato saggio risparmiare le forze.
 
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view post Posted on 30/1/2010, 15:24
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Il suo picccolo stratagemma identificativo si rivelò efficace. Forse non era il migliore in caso di presenza di altri individui in grado di percepire il cosmo, ma sicuramente se c'era qualcosa che non andava, difficilmente sarebbe rimasto privo di un qualche genere di controllo. In fondo anche l'ultima volta che aveva provato ad infiltrarsi senza cosmo fra le linee nemiche non aveva potuto eludere del tutto i controli cosmici altrui.
Tuttavia, se lui era stato poco prudente, il suo improvvisato compagno in quell'avventura fu ancora meno propenso ad andarsi con i piedi di piombo. Tuttavia quella considerazione passò in secondo piano quando l'altro si presentò come il detentore della corazza di Alpha Uma.
*La vecchia Armatura di Shiar! La stessa che ho visto al fianco di Aioros nella Torre di Babele!* constatò visibilmente sorpreso. Ecco perché gli sembrava familiare.
Aveva visto per la prima volta l'Armatura menzionata quando era stato da poco investito Cavaliere ed aveva preso parte alla sua prima missione in India, contro la dea Khalì, indosso a colui che sarebbe diventato poi il Cavaliere del Capricorno... poi addosso ad una nuova persona, che però probabilmente non l'aveva neppure visto. Uriel però non si era dimenticato del suo comso, sebbene non sembrasse portargli rancore per quell'evento.
*Menomale...*

Uriel non gli lasciò molto tempo per ricambiare le presentazioni, perché gli annunciò che i mezzi per raggiungere la vera e propria Parigi erano sostanzialmente due: l'autobus che collegava la città, lento, ma relativamente economico, e il taxi, più veloce, ma anche decisamente dispendioso... specie per l'asgardiano, che sembrava già essere a corto di disponibilità economiche.
"Purtroppo anche il mio budget è piuttosto limitato" esordì il giovane italiano. "Ho il biglietto di ritorno e 500€ con me. Perderne più di un quarto per una macchina mi pare eccessivo e rischia di metterci relativamente nei guai, visto che la vita qui non costa poco, a quel che ne so."
Il bus rimaneva l'unica soluzione praticabile. Invero avrebbero potuto usare anche il cosmo per muoversi, ma ciò avrebbe attirato indubbiamente l'attenzione di qualsiasi persona o entità che erano venuti a cercare. E d'altronde muoversi a piedi senza cosmo e con le Armature sulle spalle avrebbe richiesto ad entrambi uno sforzo decisamente notevole e almeno cinque o sei ore di marcia notturna... e lui non aveva voglia di ripetere l'esperienza fatta sulla Via del Fuoco!
"Ah, approposito. Il mio nome è Marcus e sono nato sotto le stelle della Fornace."
Una maniera arcaica in uso in Europa e anche un pò criptica per definire quale fosse il suo Cavallierato e l'Armatura che lo reggeva.
Quindi l'inviato del Grande Tempio prese i biglietti per l'autobus, anticipando a Uriel i soldi di quella tariffa.

Il viaggio in autobus fu un ulteriore disagio, almeno per Marcus, che non trovò alcun posto a sedere e fu costretto a trascorrere quasi le due ore seguenti in piedi e con lo zaino tra i piedi. Con il suo preziosissimo contenuto, non si fidava a lasciarlo sulle spalle in uno spazio dannatamente ristretto. Per fortuna non successe nulla di rilevante.
Ma lungo il percorso si chiese come facesse Uriel a muoversi con l'ingombrante scrigno della propria Armatura sulle spalle, cosa che ovviamente dava fastidio agli altri passeggerei dell'autobus. Ma per fortuna, più che occhiatacce non ne ricevettero.
*Certo che andiamo bene con l'incognito...* si trovò a pensare il Cavaliere ad un certo punto del viaggio.
Fu un sollievo arrivare a Porte Maillot e potersi finalmente muovere un pò più liberamente, anziché compresso come una sardina su un autobus. Persino il vento autunnale non costituiva un fastidio, ma era anzi il benvenuto in tutta la sua freschezza.
 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 30/1/2010, 19:16




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Il viaggio proseguì agevolmente e condusse i due, seppur alleggeriti di una decina di euro, a Porte Maillot. Si trovavano ora a cavallo tra il 16° ed il 17° Arrondissemnt di Parigi ed erano le 23.45. Era possibile attraverso la Mètro, raggiungere da quel posto praticamente tutta Parigi al solo costo di 1.60 euro a persona per il biglietto. Restava quindi la priorità di scegliere una sistemazione ed il dove recarsi per soggiornare.

Angolo del Master

Iniziamo con un po’ di info. Qui trovate la mappa di Parigi divisa in Arrondissemnt dal 1° al 20°

LINK

1 del Louvre
2 della Bourse
3 del Temple
4 dell’Hotel de Ville
5 del Panthèon
6 del Luxembourg
7 del Palais-Bourbon
8 dell’Eliseo
9 dell’Opèra
10 dell’Enclos–Saint-Laurent
11 di Popincourt
12 di Reuilly
13 dei Gobelins
14 dell’Observatoire
15 di Vaugirard
16 di Passy
17 di Batignolles-Monceaux
18 della Butte-Montmartre
19 delle Buttes-Chaumont
20 di Ménilmontant

Per le tariffe degli alberghi, in genere si suddivide in zone, che comprendono uno o più Arrndessiments. Qui sotto il tariffario che ho arrotondato.

15 e 7 = zona Torre Eiffell e Palazzo esposizioni (dai 200 ai 80 a notte) 3-2 stelle

5 e 6 = zona Saint Germain (dai 300 ai 90 a notte) 4-2 stelle

13 e 14 = zona Montparnasse (dai 280 ai 60 a notte) 3-1 stelle

1, 2, 3 e 4 = zona Louvre (dai 200 ai 60 a notte) 4-1 stelle

11, 12 e 20 = zona Bastiglia (dai 180 ai 60 a notte) 4-2 stelle

8 = zona Eliseo (dai 500 ai 80 a notte) 5-2 stelle

9 = zona Opèra (dai 200 ai 70 a notte) 4-2 stelle

10 e 19 = zona Republique (dai 90 ai 60 a notte) 3-2 stelle

16 e 17 = zona Palazzo dei Congressi (90 euro a notte ai 70 a notte) 3-1 stelle

18 = zona Sacro Cuore (dai 105 ai 45 a notte) 3-1 stelle


Ordine di postaggio libero.

Prossimo intervento masteriale non appena avrete postato entrambi e deciso dove recarvi (ovviamente ho dei limiti umani lol).

 
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view post Posted on 1/2/2010, 13:39
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Di lì a poco, Marcus cominciò a sentire freddo e si allacciò nuovamente la cerniera del giaccone nero che si era portato dietro per non coprirsi con il mantello, che sarebbe apparso davvero fuori luogo.
Da una piantina pubblica ricavò la posizione in cui lui e Uriel erano stati scaricati dall'autobus di collegamento con l'aereporto. Si trovavano nella zona che si poteva definire caratterizzata dal Palazzo dei Congressi, alla periferia orientale della città. Si stava facendo tardi e la situazione sembrava tutto sommato tranquilla, a dispetto degli episodi di cronaca nera che riempiva la scena internazionale con notizie di scontri sempre nei dintorni di Parigi.
C'erano alberghi di qualità mediobassa, a quel che poteva vedere, ma d'altronde trattamenti di lusso non se li potevano neanche permettere: da quel che aveva intuito, lui aveva la sola riserva monetaria del gruppo, la quale era piuttosto limitata... e di spendere tutti i soldi che gli erano stati dati in una sola notte a 5 stelle, per quanto potesse sembrare piacevole, era fuori discussione.
Inoltre lui era un esploratore, ma non un grande viaggiatore e non aveva molta voglia di mettersi a trottare da una parte all'altra della città.
"Non so cosa tu voglia fare, Uriel, ma suggerirei di andare in quest'hotel" disse indicando sulla teca un albergo segnalato come a 1 stella nel sedicesimo Arrondissement. "Dobbiamo andare al risparmio e non credo che da queste parti accetteranno un pagamento in altre monete..." soggiunse alludendo alle dracme.
Poco dopo, staccato il dito dalla teca, parlò ancora: "Visto che non è lontano da qui, proporrei di andare a piedi. Magari riusciamo anche a capire qualcosa di questa città."
Sarebbe stato sperare troppo che il motivo per cui lui e l'asgardiano erano stati spediti lì si palesasse subito, ma forse un piccolo indizio casuale era quasi lecito aspettarselo... o meglio, lo sarebbe stato se si fosse trattato di un Cavaliere non perseguitato dal Destino come lui.
 
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Dursinger
view post Posted on 1/2/2010, 15:10




Dopo le dovute presentazioni avevano infine deciso di prendere l'autobus, mezzo molto più economico rispetto al taxi ma anche decisamente più scomodo e disagevole dato il grande zaino pesante che si portava sulle spalle all'interno del quale,oltre l'armatura sapientemente smontata e riposta all'interno dello zaino con i singoli pezzi legati con cinghie in appositi incavi così da mantenere equidistribuito il peso ed impedire che i pezzi venendo a contatto emettessero rumori metallici che sarebbero parsi sospetti, avevano trovato spazio alcuni cambi ed il minimo indispensabile ritenendo opportuno comprare ciò di cui necessitava a Parigi.
IL viaggio sull'autobus fu un vero e proprio inferno. Abituato alle immense distese innevate e deserte di Asgard trovarsi stretto in un pullman avvinghiato a persone, che spintonavano per scendere, costretto a tener saldo lo zaino con la mancina e a reggersi con la destra ad una sbarra per non cadere ed evitare che qualcuno provasse a rubare la sua borsa, fu per lui la prima prova di vita fuori da Asgard, del cui gelo, in quel momento, sembrava sentire la mancanza piuttosto di non essere compresso su un mezzo pubblico che tutto sembrava fuorchè efficente.
Raggiunta infine la periferia orientale della città, dopo aver evitato una rissa con un gruppo di ragazzi che sembravano in cerca di rogne, riuscì finalmente a respirare, anche se l'intenso odore dello smog colpì le sue narici,abituate al profumo dei boschi, rendendogli per i primi istanti addirittura difficile respirare; era conscio del fatto che presto ci si sarebbe abituato, avrebbe dovuto farlo.
Giunto il momento di scegliere dove dormire ascoltò le proposte di Marcus,il quale sembrava decisamente più a suo agio rispetto a lui nella vita di chi va in missione fuori dalla propria patria.

Ad asgard per anni ho vissuto nei boschi insieme al mio maestro durante il periodo dell'addestramento, e ancora adesso mi piace viaggiare per Asgard dormendo in una tenda con i lfuoco come unico riparo dal gelo intenso; Qui la gente sembra soffrirlo parecchio ma per me non è che una brezza leggera, nè tanto meno ho bisogno di lussi o comfort quindi per me va benissimo ciò che tu proponi, un letto ed una stanza riscaldata andranno più che bene

Non aveva mai viaggiato e non sapeva che spesso, in hotel a basso costo, anche i semplici servizi igenici potevano diventare problematici, soprattutto in quel tipo di complessi in cui i bagni sono in comune con altri, tanti, inquilini ma presto l'avrebbe scoperto.

Volentieri Annuì sorridendo in direzione di Marcus ho proprio voglia di sgranchirmi un po' le gambe dopo il lungo viaggio in aereo e quell'infernale viaggio in autobus, certe cose da noi non esistono, e comincio a ritenere che sia meglio così.

Finito di parlare cominciò a seguire marcus con lo zaino sulle spalle, osservando quel mondo così estraneo al suo, fatto di mattoni e cemento e strade ed elettricità, cosa che a stento vi era nella città principale.Le iridi color del ghiaccio si posavano su tutto ciò che lo circondava, sui pochi passanti, sulle insegne luminose. Si era allontanato da Asgard solo in occasione dei combattimenti nella torre di Babele, e anche li si era trovato in valli estese, desertiche, e aveva ritenuto che il mondo fosse più o meno tutto uguale, salvo le variazioni climatiche, ora invece si trovava immerso in una realtà completamente diversa che allo stesso tempo lo affascinava e lo inquietava.
 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 5/2/2010, 14:55




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Tre chilometri separavano i due guerrieri dall’albergo scelto, situato in Rue Jean de La Fontaine. Pertanto, armati di pazienza e buone gambe iniziarono a muoversi, percorrendo Boulevard Lannes e macinando metri ad ogni passo. Erano ormai passato un quarto d’ora ed erano arrivati a buoni due terzi del percorso, quando l’orologio segnò la mezzanotte.

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Un brivido di gelo li attraversò, mentre il mondo sembrava oscillare di fronte ai loro occhi, per poi fermarsi letteralmente. Le poche macchine erano ferme, le persone che camminavano bloccate come statue. Anche il freddo vento sembrava essersi calmato, dando vita ad un’atmosfera stagnante, tra il sogno e l’irreale. In cielo splendeva uno spicchio di luna crescente, insolitamente grande, quasi come se le distanze tra il satellite ed il pianeta si fossero accorciate.

Cosa stava accadendo?

Angolo del Master

Ovviamente lo stato di fermo non vi influenza, perciò siete liberi di muovervi ed agire come volete. Qulasiasi dubbio contattae su msn o via mp.

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Dursinger
view post Posted on 5/2/2010, 19:11




Dopo un viaggio così lungo era bello poter finalmente camminare un po' e sgranchirsi le gambe. Ad Asgard non esistevano aerei, macchine o simili e pertanto la popolazione aveva mantenuto l'abitudine a spostarsi a piedi o, più raramente, a cavallo; senza contare inoltre il fatto che non esistevano strade, ma per lo più si trattava di sentieri creati dagli stessi abitanti percorrendo percorsi abituali;inoltre la Francia, a confronto della sua terra natia, era una terra calda ed accogliente nonostante il rigore dell'inverno.
Tutto questo rendeva la marcia all'interno di Parigi, nonostante il peso dell'armatura nello zaino, una piacevole passeggiata alla scoperta di quella che viene considerata una delle città più belle del mondo.
Era silenzioso come sempre, abituato a vivere nei boschi, e solo più recentemente all'interno del palazzo reale di Asgard, aveva mantenuto l'abitudine a rinchiudersi nei suoi pensieri, fischiettando o canticchiando melodie di vario tipo, dalle più semplice imparate durante l'apprendistato nei boschi alle più complesse scoperte recentemente dopo il suo primo viaggio fuori da Asgard.
Nonostante la compagnia di Marcus non aveva molta voglia di parlare, non perchè gli stesse antipatico o per qualche altro motivo di ostilità, semplicemente si era creata quella strana situazione di imbarazzo in cui due sconosciuti si ritrovano insieme per qualche motivo, dopo questa missione, se mai si fossero incontrati, forse sarebbe stato diverso, ma per il momento la situazione rimaneva quella che era.
Stava riflettendo sulla missione che era stata affidata a lui ed al suo compagno; per quanto ne sapeva si trattava di scoprire le cause di non meglio specificati strani avvenimenti che da tempo si verificavano in quella città; l'aveva allarmato e sorpreso la decisione dei suoi superiori, qualcosa di serio doveva essere accaduto se i Saint di Atena ed i guerrieri di Odino avevano deciso di collaborare inviando due dei loro esponenti. Si domandava di cosa potesse trattarsi e si teneva pronto a tutto, ed effettivamente qualcosa accadde.
In lontananza udì il rintocco delle campane che segnava il sopraggiungere della mezzanotte, ascoltò affascinato quel suono cupo e distante, gli era sempre piaciuto ascolarle. Tuttavia un brivido di freddo gli percorse tutta la spina dorsale facendogli drizzare i peli delle braccia, davanti a lui il mondo cominciò ad oscillare, quasi come se si fosse ubriacato, ma fu solo un attimo. Chiuse gli occhi per riaprirli poco dopo sperando di scacciare quella strana senzazione che tuttavia sembrava non volerlo abbandonare.
La prima cosa che lo colpì fu il silenzio.
In una città tanto grande era normale sentire il rumore del traffico, il ronzio degli impianti termici, il rumore delle sirene; nulla... assolutamente nessun rumore.
Fu poi la volta della vista, si rese conto che le macchine si erano bloccate e che i pochi avventori della notte erano completamente bloccati, paralizzati come statue, cosa che gli dava la sensazione di trovarsi immerso in un dipinto del quale lui e Marcus fossero le uniche figure ad aver preso improvvisamente vita.

Ma cosa diavolo.. che sta succedendo? Non promette nulla di buono..

Affermò in direzione dell'amico senza tuttavia distogliere la sua attenzione dall'ambiente circostante alla ricerca della minima sensazione di pericolo. IL cuore aveva aumentato i suoi battiti, il maggiore afflusso di sangue e lo scorrere dell'adrenalina accentuavano le sue percezioni sensoriali e avvicinavano l'uomo all'animale che risiede all'interno dell'animo di ognuno [prima fase della paura: la stasi] si era fermato cercando di individuare una minaccia, allo stesso modo in cui fanno gli animali quando improvvisamente avvertono un rumore insolito, così da preparsi a fuggire da un pericolo [seconda fase della paura: la fuga] oppure, una volta riconosciutane l'impossibilità, a combattere [terza fase della paura: l'attacco].
In silenzio, in attesa dello svolgersi degli aventi, attese il palesarsi della minaccia. Se essa non si fosse palesata lui e marcus avrebbero dovuto cercare l'origine di quello strano fenomeno che non aveva assolutamente nulla di naturale.

Finalmente comincia a diventare chiaro il motivo di tanta preoccupazione da parte di Asgard e del grande tempio
 
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view post Posted on 5/2/2010, 21:26
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Parigi era una città molto bella, ma, come tutte le capitali e le metropoli, era rumorosa e caotica anche nelle ore notturne.
*E per fortuna che siamo a sera!* si disse leggermente frustrato dalla confusione generale che dominava quell'ambiente. Aveva sempre odiato il caos e l'idea di esservi tornato non gli era di gran conforto... anzi, lo rendeva piuttosto taciturno e sempre più scocciato. Non era colpa di Uriel, ma neppure quest'ultimo era in vena di chiacchiere, forse per via della sua curiosità nel vedere tante cose così inusuali rispetto alla sua partia.
L'albergo che aveva scelto era più o meno a tre chilometri dalpunto in cui quel mezzo di sardine pubbliche lo aveva scaricato insieme al Cavaliere del Nord. Tre chilometri che entrambi avevano deciso di percorrere a piedi. Forse il suo compagno non lo sapeva, ma le metropolitane erano più o meno analoghe al mezzo che li aveva trasportati lì e quel fatto, unito al rischio di perdere anche solo un pezzo della sua Armatura, gli pareva inaccettabile.
Per fortuna aveva fatto pratica nel camminare con la propria corazza senza cosmo e in più di un'occasione si era trovato a spostarsi addirittura con l'Armatura addosso senza utilizzare l'altra caratteristica che lo contraddistingueva come Cavaliere.
Stavano camminando ormai da più di un'ora, consultando cartine pubbliche lungo la strada per non perdersi, ma ancora non si vedeva nulla.
La fortuna d'altronde non gli era mai stata molto amica e quindi ormai stava per cedere alla stanchezza e alla semplice idea di andare a riposarsi dopo un viaggio estenuante che non avrebbe compiuto al ritorno, quando qualcosa di strano avvenne: il mondo oscillò. Per qualche secondo, ma innegabilmente oscillò. E non poteva essere un segno di stanchezza.
Istintivamente Marcus della Fornace portò il piede destro indietro e alzò il bastone in posizione di guardia, immobilizzandosi per cercare di capire che cosa fosse successo. Nulla però si mosse. Letteralmente nulla: dopo qualche istante, Marcus i accorse che il vento, che spirava fino a pochi istanti prima, aveva smesso di muoversi. E con esso tutto il resto di Parigi: il suo sguardo si soffermò su una coppia di passanti, forse due amanti, che sembravano stare ridendo e scherzando. Ma erano totalmente bloccati: non erano in grado di muoversi e non producevano alcun rumore. Tutto era sospeso.
Solo loro due sembravano esserne immuni.
Uriel parlò e Marcus rispose semplicemente: "Stiamo attenti: forse è per questo che siamo stati mandati qui."
 
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.:Oracolo:.
view post Posted on 9/2/2010, 13:06




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La situazione sfiorava il surreale e peggiorò improvvisamente. Al posto delle persone ferme ora c’erano nere bare che le contenevano. Bare? E quando erano comparse? Difficile da comprendere, forse al secondo battito di ciglia dei cavalieri, fatto sta che ora erano lì.

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Come se tutto ciò non bastasse, dalle pareti, dalla strada e da ogni oggetto presente lungo la via iniziarono a comparire figure ammantate di nero, con il volto ed i lineamenti celati sotto la cappa. Lenti ed inesorabili si avvicinavano alle bare.

Come si sarebbero comportati i due cavalieri?

Angolo del Master

Le bare sono fisiche e non sembrano danneggiabili. Potete attaccare le figure, ma non siate autoconclusivi.

Ordine di postaggio libero.

Prossimo intervento masteriale non appena avrete postato entrambi (ovviamente ho dei limiti umani lol).

 
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view post Posted on 9/2/2010, 22:23
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Il Destino era davvero beffardo: prima faceva credere che non ci fosse nulla di innaturale o di anomalo, poi, al pari dei cacciatori più spietati, fece scattare l'ennesimo trucco ideato per il proprio divertimento da far pagare sulla pelle di persone che non potevano difendersi. Se ancora non lo odiava, avrebbe cominciato a detestarlo in quel momento.
Ma Marcus non era più una persona comune e quindi per lui sarebbe stato più difficile sopraffarlo... o forse era proprio per quel motivo che la stessa maligna entità aveva deciso di far soffrire così tante persone. Non aveva le prove, ma ormai conosceva il Destino e, benché molti potessero pensare a lui come ad un malato di manie di persecuzione, in pochi conoscendo alla sua storia avrebbero potuto non concepire la questione al suo stesso modo.

Non passarono che pochi istanti, ma all'improvviso, dopo l'arresto del tempo, tutte le persone prima viventi vennero avvolte e rinchiuse in bare nere apparentemente molto solide... o almeno, le bare erano comparse al posto delle persone che si trovavano a portata d'occhio.
E ciò che avvenne subito dopo si rivelò ancor più inquietante: figure completamente ammantate di nero cominciarono ad uscire da tutte le parti, anche da dove non sarebbe stato logicamente lecito attendersi che fossero.
Non sapevano nulla e probabilmente non lo avrebbero saputo in maniera pacifica, ma l'Armatura non perse tempo e, nonostante il fatto che non fosse stata richiamata e il cosmo del suo Cavaliere fosse ancora completamente spento, andò a disporsi sul corpo di Marcus.
"Non avresti dovuto, amica mia" mormorò "ma apprezzo il pensiero."
Quindi, mentre lei ricambiava trasmettendogli una sensazione che sarebbe parsa analoga a quella di un sorriso d'intesa, l'inviato del Grande Tempio riattivò il suo cosmo, portandolo ad un livello analogo a quello di guardia, ossia sufficinete per una reazione veloce, ma non al pieno delle forze.
Ormai, anche se avesse voluto mantenersi celato, l'impulso dell'Armatura lo aveva già rivelato per quello che era... e poi probabilmente se ne sarebbero accorti tutti.
"Uriel, non so se vuoi richiamare la tua Armatura" gli disse con un tono più udibile, anche se non ancora forte come il suo tono di voce normale. "Ma non fare mosse che facciano pensare ad un attacco: lasciamo a loro la prima mossa e cerchiamo di capire chi sono e perché sono qui... ho idea che la lotta non sarebbe semplice e quindi sarebbe meglio cercare di capirci qualcosa."
Ovviamente però, non avrebbe impedito al cavaliere di Asgard di scatenarsi e lo avrebbe comunque spalleggiato nei limiti del possibile.
 
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Dursinger
view post Posted on 9/2/2010, 23:21




Continuava a guardarsi attorno tentando di capire cosa stesse accadendo; non gli era mai capitato di imbattersi in una situazione simile, e non capiva perchè solo loro sembravano essere immuni dalla paralisi che sembrava aver colpito tutta la realtà circostante Forse il Cosmo ci fornisce protezione... pensò tra sè e sè. Da un certo punto di vista il quietarsi di ogni rumore non gli dispiaceva, gli ricordava le notti passate al chiaro di luna tra i boschi della sua amata terra natia.

Improvvisamente la situazione sembrò mutare; quasi senza che se ne accorgesse, al posto delle persone che erano paralizzate erano comparse delle bare nere dall'aspetto decisamente solido. Se la cosa poteva sembrare decisamente macabra ciò che stava per succedere sembrava uscito da un film dell'orrore di stampo asiatico . Dapprima poche poi sempre più entità incappucciate avevano preso ad uscire da tutto ciò che circondava i due cavalieri.

Ma che diavolo sta succedendo..

mormorò stringendo la presa della destra sulla borsa che conteneva l'armatura.
La sua attenzione fu catturata dall'armatura del suo compagno che, senza essere stata richiamata, andò a disporsi a difesa del suo possessore. Sembrava che tra i due ci fosse un legame molto più profondo di quello che c'era tra lui e le vestigia del drago del nord, la quale sembrava per il momemnto intenzionata a rimanere all'interno dello zaino. Dopo aver ascoltato le parole dell'amico scrollò le spalle e chinò il capo assentendo silenzioasamente richiamando anche lui il cosmo così che una leggera aura bianca avvolse le membra del cavaliere del nord, il cosmo era chiaramente difensivo e non manifestava nessuna intenzione ostile verso quegli strani esseri.

Piuttosto macabro non trovi Marcus? il tono era tranquillo e non v'era traccia alcuna di ansia o timore Non so te ma a me questi cosi non piacciono per niente detto questo si rivolse verso le figure incappucciate E voi chi o cosa sareste?

Il tono era a metà tra il serio e lo strafottente mentre osservava incuriosito lo svolgersi degli eventi.
Decise quindi di attendere preparandosi a reagir prontamente in caso di un eventuale attacco; se c'era una cosa che aveva imparato durante il suo addestramento era quella di non sottovalutare mai nessuna minaccia, nemmeno quella che potrebbe sembrare apparentemente insignificante.
 
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76 replies since 27/1/2010, 18:30   598 views
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