Steve0 vs Warwizard, Sala della Separazione [Quarti]

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view post Posted on 14/1/2010, 00:10

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III° Turno

Steve0 vs Warwizard

Sala della Separazione [Quarti]

Un brivido attraversa il vostro corpo, mentre i sensi si affievoliscono di nuovo, non appena venite a contatto con il portale. Quando li riacquistate siete in un'arena, pronti a dar pugna.


Regole speciali

Potete utilizzare unicamente tre tecniche della vostra scheda per tutto il duello. Tali tecniche dovranno essere mandate via MP a me, seguendo le indicazione che vi ho mandato via MP. Non è possibile usare le abilità come fossero tecniche.


Campo di Battaglia: Arena dell'Espiazione
Condizioni climatiche: /
Temperatura: 15 °C
Descrizione: La stanza risulta un parallelepipedo di lunghezza pari a 300 metri, larghezza pari a 100 metri ed altezza 200 metri, composto da marmo color rosato. La stanza è illuminata dalle finestre disposte lungo i lati ed è composta da una navata principale più due, più piccole, laterali, separate da una serie di colonne.

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(L'immagine vuol essere uno spunto per la descrizione e non un vincolo. I giocatori si possono sentire liberi di descrivere il tutto in modo diverso, pur attenendosi a ciò che è scritto in questo post)

Post Minimi: post di presentazione + due post di combattimento
Limite di tempo: 25 giorni
Penalità di giudizio: -1 punto per ogni ritardo dopo tre giorni

Impossibilità a teletrasportarsi al di fuori dell’arena


Ore 0.15 del 14 Gennaio: Start!

~

Dati obbligatori

• Nome Armatura
• Resistenza Armatura
• Quote delle tecniche usate
• Riassunto (solo nel caso in cui si reputi il post poco comprensibile)
• Legenda del post (quali simboli si usano)

(Questi dati sono obbligatori e sono considerati necessari per far comprendere il post)

Dati opzionali

• Status fisico
• Status armatura
• Status psicologico
• Tutto ciò che non rientra tra i dati obbligatori

(Questi dati non sono obbligatori e possono essere inseriti a discrezione del giocatore)

© Luxifer



Edited by _Luxifer_ - 15/1/2010, 14:10
 
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view post Posted on 17/1/2010, 14:31
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Ancora una volta, l'attraversamento del portale comportò una perdita delle proprie possibilità di avvertire qualcosa con i propri sensi. La conseguente sensazione di vertigine e di stordimento cominciava ad essergli più sgradita di prima.
*Non mi abituerò mai a certe cose!* pensò scocciato, finché ancora poteva pensare con lucidità.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma alla fine tutto tornò a schiarirsi e ad essere percettibile come prima. E, come quando aveva varcato il portale di Omonoia, si ritrovò in ginocchio in un ambiente nettamente diverso da quello in cui aveva combattuto per la prima volta. Chissà se la fine di quell'incontro sarebbe stata analoga alle precedenti... sarebbe stata la sola cosa uguale in mezzo a tante diversità.
Guardandosi attorno, il Cavaliere ebbe l'impressione di trovarsi in una chiesa o in un castello antico: per quanto la suddivisione in tre navate divise da colonne suggerisse una costruzione sacra delle sue terre, in stile gotico, la disposizione e la forma delle finestre lasciava intendere un'architettura più profana.
In ogni caso, la scelta di Diorismos non poteva essere peggiore per l'italiano: perché riprendere come arena proprio un luogo che sacrale che gli ricordava le sue origini e la sua vera fede? Perché farlo combattere in un luogo dove si predicava e si praticava la pace?
*Gli angeli mi pagheranno anche questa blasfemia!* pensò piuttosto stizzito e sdegnato per quellla constatazione. Non c'erano crocifissi o altri segni sacri e quello almeno fu un bene: dovunque si trovasse, non avrebbe voluto battersi sotto i simboli cristiani, oltre che in un posto simile.
Tirò un profondo respiro per calmarsi e si rialzò, lasciando per terra il suo bastone a lame. Se già teneva a quell'arma, il fatto di trascinarla in un simile scontro e di servirsene non lo attirava minimamente. Non si era mai sentito tale da quando aveva recuperato l'Armatura di Atena nella cattedrale sconsacrata di Libertà: lì almeno non c'era più traccia alcuna di sacralità, sebbene la presenza inquinante degli Spectre lo disturbasse e lo disgustasse comunque.
Una volta in piedi, il Cavaliere si tolse anche lo zaino e si slacciò la corda, lasciandola andare vicino ad una colonna alla sua destra. Poco dopo pensò di legare assieme tutto il suo equipaggiamento: se per qualche ragione l'arena non si fosse trasformata in un gorgo apparentemente mortale, avrebbe potuto ritrovare tutto ciò che aveva acquisito al Grande Tempio senza che si disperdesse...o almeno così sperava.

Una volta fatto, il giovane si prese il suo tempo per guardarsi attorno: l'ambiente sembrava molto grande, quasi quanto una vera cattedrale, sia in lunghezza, sia in laghezza, sia ancora in altezza. Il soffitto era però visibile ed era composto da una serie di campate ad arco, solcate da contrafforti che partivano dove le colonne si congiungevano con il soffito, per un numero incalcolabile, a perdita d'occhio dall'inizio alla fine. Neanche a dirlo, le campate della navata centrale erano più grandi di quelle delle navate laterali.
Non c'erano porte in vista, ma quello che lo lasciava ancor più sorpreso era la presenza delle tante finestre lungo i muri che chiudevano le navate laterali: perché lasciare delle finestre quando non si sarebbe potuto uscire normalmente attraverso qualche portale o qualche altra apertura "canonica"?
Curiosamente, poi, dalle finestre filtrava della luce solare, che rischiarava degnamente quella che doveva essere l'arena a dispetto delle ridotte dimensioni delle aperture. La luce però filtrava soltanto dalle finestre di destra, proiettando le conseguenti ombre delle colonne lungo la navata laterale e quella centrale. Quello avrebbe potuto rappresentare un fattore decisivo...
Nonostante il senso di rifiuto che provava, il Cavaliere cristiano non pensò neanche per un istante di fuggire passando attraverso quelle aperture: aveva capito ormai che quel luogo era retto e osservato dagli angeli e questi non avrebbero permesso a nessuno di uscire senza un confronto.
*Che senso avrebbe altrimenti tutta questa trafila di lotte?*
E probabilmente, se anche si fosse avvicinato, non avrebbe visto altro che luce e cielo.

Quindi il Cavaliere decise di avvicinarsi a quello che si poteva definireil centro dell'arena... e solo allora, con la mente libera da considerazioni di diversa natura, si accorse di un fatto nuovo e sorprendentemente spiacevole: benché il suo cosmo fosse nel pieno della propria esaltata potenza, il suo potere era stato limitato. Si sentiva come se qualcosa di sé fosse stato sigillato... si sentiva stranamente incompleto.
La sua stessa Armatura era chiaramente a disagio. Anch'essa aveva una strana sensazione, un improvviso senso di vuoto e di incompletezza. Un senso inspiegabile.
"Qualcuno ci darà delle spiegazioni alla fine, puoi starne certa!" disse lui sottovoce con tono di consolazione, poggiando la mano destra al giustacuore.
Tuttavia la corazza ebbe l'impressione che lo stesse dicendo anche e soprattutto per convincere se stesso prima ancora di lei.
Con un nuovo motivo per essere inquieti, Armatura e Cavaliere si predisposero per attendere il nuovo avversario... sperando che non fosse un altro amico.
 
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SteveO
view post Posted on 17/1/2010, 18:32




SPOILER (click to view)
narrato
°pensato°
"parlato"
°°parlato del padre°°


A quanto pare la storia era destinata a ripetersi: un brivido su per il corpo, i sensi che vengono a mancare… e puf! Magicamente veniva catapultato nella nuova arena per dar pugna contro altri cavalieri. La domanda era: anche il risultato dello scontro era destinato a ripetersi? Prima di oltrepassare il varco aveva fissato tutti e sette i rivali negli occhi, e nei loro sguardi si poteva leggere la stessa grinta, la stessa voglia di vincere, e sicuramente non si sarebbero fatti battere facilmente. Allo spectre però non importava: a differenza degli altri, che combattevano per agonismo o più semplicemente per vantarsi con gli amici del bar, lui lottava per raggiungere uno scopo.

Una volta ripresosi dallo sbalzo spazio temporale, iniziò a guardarsi intorno per capire dove fosse finito. Era una sorta di ambigua chiesa, vi era una lunga navata centrale, affiancata da due più piccole laterali, separate da una serie di colonne. Le pareti, così come il pavimento, erano fatte di pregiato marmo color rosa che, illuminate dalla luce del sole proveniente dalle finestre presenti sulla sinistra, donavano un tocco di calore all’ambiente… veramente disgustoso per il servo di Ade!
Ancora furente per l’onta ricevuta, camminava a passi lunghi e decisi per la navata centrale in cerca del suo avversario, senza badarsi di altro. Il padre però, che continuava a seguirlo, cercò di fermarlo, prima che commettesse qualche fatale errore. °°Oytis… Oytis!...°°
Non lo ascoltò. Era un’autentica macchina da guerra, affamata di carne e sangue, bramosa di vendetta e volenterosa di vittoria. Il genitore, che sembrava aver ormai perso ogni influenza su di lui, riprovò di nuovo a chiamarlo, stavolta a voce più alta.°°Oytis, ti prego… nel nome di tua madre ascoltami!°°
Quelle parole lo fecero rabbrividire, era talmente abituato a vivere da solo che aveva praticamente dimenticato cosa fosse il caldo amore di una mamma. Scosso da quelle parole, si fermò di colpo, come per dire "ti sto ascoltando!".
Il padre, notando di aver colpito nel segno, tornò alla carica dicendo:°°Ti capisco, sei pieno di collera a causa del brutto tiro che ti è stato fatto, ma non per questo devi farti accecare dalla rabbia. Combatti lucido e usa il rancore per dare più potenza ai tuoi colpi… Oytis… so che non dovrei dirtelo, ma colui che dovrai affrontare, non è un cavaliere come tutti gli altri… è colui…°° Sospirò, e dopo un breve pausa, quasi bisbigliando °°…che mi ha ucciso…°°
Oytis sbarellò gli occhi, iniziò a tremare leggermente e sottovoce sussurrò "maledetto".
°°Non mi è concesso dirti come si sono svolti i fatti, ma sappi che è lui il responsabile della morte dei tuoi genitori. Eri ancora in fasce, e quel cavaliere è giunto per prendere la tua vita. Siamo riusciti a nasconderti in tempo, ma nulla è valso di fronte alla sua furia. Nel nome dei tuoi genitori, ti prego, vendicati!°°
Fece un sospiro, poi, espirando, abbassò il volto, cercando di tranquillizzarsi e porre fine a quel tremolio che aveva pervaso il suo corpo. Con tono, quasi di rassegnazione, disse:"Va bene papà!".
Alzando lo sguardo, vide che di fronte a sé vi era il suo avversario. Tolse l’elmo e mostrando il suo volto urlò a gran voce:"… MI RICONOSCI???? MI RICONOSCI BASTARDO?!? O forse dovrei farti vedere una foto di quando ero in fasce?"
Si rimise addosso l’elmo, e mettendosi in posizione di guardia disse:"Non avrò pietà di te, pezzente!"

Quello era sì un ulteriore motivo per spingerlo a combattere, ma veramente sarebbe stato utile? Il cavaliere non era già abbastanza sotto pressione? Avrebbe dato il massimo o sarebbe caduto in una crisi di nervi? Nessuno avrebbe potuto mai dirlo, l’unica cosa sicura era che, a causa di tutto quello stress mentale, non aveva notato che colui che aveva di fronte aveva più o meno la sua stessa età… come aveva potuto uccidere i suoi genitori? Era troppo tardi ormai, niente lo avrebbe più fermato.


Info
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  • Nome: Oytis

  • Armatura: Surplice della stella della furia celeste

  • Resistenza Armatura: V

  • Status fisico: ottimo

  • Status armatura: ottimo

  • Status psicologico: Furioso, stressato, vuole vendicare i suoi genitori

 
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view post Posted on 17/1/2010, 21:42
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CITAZIONE

Armatura: Armatura di Bronzo della Fornace
Livello: III


Il quadro non era già molto incoraggiante di suo, ma, come sempre quando si trattava del Cavaliere italiano, le disgrazie non venivano mai sole: anche in quella sorta di chiesa, così come nella cattedrale sconsacrata in mezzo alle Alpi, comparve presto uno Spectre dal nulla, indirizzato lì da un altro portale di Diorismos o del Destino. Uno Spectre dalla corazza munita di ali, analoghe a quelle dell'armatura di Violate di Garuda.
Non sapeva a chi dare la colpa di quell'incontro, ma entrambi erano meritevoli di biasimo: il primo per il disprezzo e i dubbi che aveva cercato di insinuare in lui e negli altri sette combattenti riuniti sotto di lui e infine per quel nuovo incontro; il secondo per tutto quello che gli aveva riservato nel corso della sua relativamente breve vita, contando anche l'incontro con quello Spectre, il secondo nell'arco di poche ore e l'ennesimo in un ambiente molto vicino a quelli della sua fede.
Per giunta il servitore di Hades si tolse l'emo e sbraitò qualcosa di incomprensibile, non tanto per le parole pronunciate, quanto per il loro contenuto. Non avrebbe avuto pietà del Cavaliere, forse prendendolo per colui che gli aveva fatto qualcosa quando era piccolo, qualcosa che lo aveva spinto ad abbracciare la causa del presunto dio della morte... qualcosa che poteva aver compiuto il suo predecessore.
L'Armatura però non ricordava assolutamente quel ragazzo, che aveva pressoché la stessa età del combattente italiano. Anzi, non ricordava neppure il fatto che il suo precedente detentore avesse fatto del male a dei bambini o ai loro genitori.
Qualsiasi fosse la ragione che lo avesse indotto a parlare in quel modo, era fin troppo palese che non avrebbe sentito ragioni che non fossero quelle della sua furia sempre più cieca, come dimostrava il fatto che ormai si fosse rimesso addosso l'elmo, pronto per combattere.
*Inutile cercare di raffreddare i bollenti spiriti* si disse, fissando l'altro con espressione scettica e dura.
Avvolto ancora nel suo mantello rosso fiammante, il Cavaliere cominciò a ruotare attorno all'avversario tra le colonne, con un ampio giro in senso orario. Mentre camminava, però, iniziò ad attuare la sua tattica. E decise di cominciare mettendo subito in chiaro quello che il nemico probabilmente non avrebbe creduto, ma che sperava che lo distraesse per il tempo sufficiente ad attuare il proprio piano.
"Non ho idea di chi tu sia... so solo che tu sei uno dei tanti Spectre che portano sofferenza per conto di Hades. Non so neppure cosa ti sia successo di tanto terribile per aver buttato via la tua anima in questo modo. So solo che io non sono il mio predecessore e quindi non mi puoi accusare di ciò che non ho fatto, né di ciò che non sono."

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.

Man mano che parlava, cominciava ad intessersi attorno al servo di Hades una sottile cortina rossa, una nebbiolina calda. Molti erano i fattori che avrebbero favorito la sua mossa: in primo luogo, infuriato e accalorato com'era dalle proprie convinzioni, probabilmente lo Spectre non si sarebbe accorto subito del caldo che Marcus aveva intenzione di manifestare. E attirato dalla figura ammantata di un vivido rosso fuoco, che continuava a girare senza posa passando da luce diretta a illuminazione indiretta, probabilmente avrebbe preso quel fumo rosso per un disturbo alla vista prima che fosse troppo tardi. In terza e ultima battuta, Marcus non stava sprigionando un gran quantitativo di cosmo: era poco più della soglia di latenza, come se si stesse preparando per attaccare o per difendersi, senza apparentemente fare altro che camminare in tondo.
"Quindi ora sei libero di credermi o meno, ma comunque sappi che indirizzi la tua ira contro la persona sbagliata." Con tali ultime parole, la sua trappola sarebbe scattata e lui stesso si sarebbe riparato dietro una colonna alla sinistra della posizione dello Spectre, una colonna che divideva la navata centrale da quella sinistra, in modo che la sua ombra non fosse visibile.
L'intento era quello di cominciare a scottare il nemico e fare poi del tiro al piccione qualora ne fosse uscito in volo. Sperava che quelle ali non fossero un segno di poteri analoghi a quelli della Spectre affrontata nel suo primo incontro alla base di quella torre mistica e misteriosa.
Il senso blocco che aveva avvertito poco prima dell'arrivo del suo ignoto nemico non lo aveva ancora abbandonato, ma non sembrava essere neppure in esercizio... sempre che il blocco fosse effettivo e non una sua mera sensazione.
L'Armatura della Fornace, però, sapeva che non era solo il frutto di una suggestione...

SPOILER (click to view)
Stato fisico: ancora ottimale
Stato Armatura: intatta
Riassunto azioni: Marcus si sente in un certo senso caduto dalla padella nella brace quando vede che il suo prossimo avversario è un altro Spectre alato come Violate di Garuda. Rimane colpito dalle urla sconclusionate di Oytis e decide di non aspettare una sua mossa, bensì di approfittarsi del suo stato alterato. Per questo cammina attorno a lui in senso orario, compiendo un ampio giro e passando tra le colonne, sparendo quindi occasionalmente alla vista. Nel frattempo intesse attorno al nemico la nebbia dei Vapori della Fornace, contando di non farsi scoprire nel suo tentativo. Una volta che la cortina raggiungerà la sua "massima potenza" si ritirerà dietro una colonna sulla sinistra di fianco alla posizione del nemico, onde non essere inizialmente visto né tramite l'ombra né tramite la propria sagoma.
 
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SteveO
view post Posted on 20/1/2010, 20:16





In una situazione del genere è difficile rimanere lucidi, ci si sente soffocare dai problemi e si desidera solo fuggire il più velocemente e lontano possibile. Dentro di te però sai benissimo che non puoi farlo, quindi cerchi di farti forza per trovare una soluzione, ma no, non ci riesci... Ed è proprio in questi momenti che compi una mossa azzardata, una decisione affrettata e... bum! Commetti uno sbaglio che ti rinfaccerai per tutta la vita.
E Oytis, che ormai era ormai al limite di un collasso, avrebbe commesso quel fatidico errore?

L'avversario, mugugnando qualcosa, gli gironzolava attorno in senso orario, cercando di difendersi dalle accuse lanciategli e tentando di placare la sua ingente furia. Inutile dire che qualsiasi parola era vana... "Pensi che sia così facile abbindolarmi cavaliere? Pensi davvero che io ti creda? Muori bastardo!" Alzò il pugnò destro per cercare di sferrare una fiammata addosso al suo nemico, ma qualcosa andò storto.
°Sono un...°
Non ebbe il tempo di finire. Il cavaliere di atena era stato molto furbo: sfruttando a sua favore l'increscioso stato d'animo dello spettro, aveva creato una cortina di nebbia rossastra che a malapena si riusciva a distinguere dal rosa del marmo, e Oytis, inconsapevole di ciò, l'aveva fatta esplodere, facendosi inglobare dal fuoco. Istintivamente cercò di svincolarsi, spingendo via le fiamme con delle correnti d'aria ma, con gran stupore da parte del cavaliere, non successe nulla.

Paralizzato.
Cosa gli succedeva? Semplicemente non si ricordava più nulla. Lui che era stato addestrato per dominare con i suoi palmi la potenza dei venti, non riusciva a creare nemmeno una leggera brezza. Di colpo si sentì fiacco, senza i suoi poteri era fragile come un un bicchiere di cristallo. °non ci credo, non riesco a utilizzare al massimo il mio cosmo... deve essere senz'altro per colpa sua! E' troppo forte per me, non vendicherò mai i miei genitori e Atena riuscirà ad invadere l'oltretomba°. Stava mollando, i problemi erano troppi, e il suo avversario sembrava apparentemente invincibile.
Non vi erano dubbi, quella era la sua waterloo.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Orfanotrofio "House of hope". 17 marzo 1996, ore 7 del mattino.

Un bambino di soli 9 anni si sveglia di scatto, urlando come un folle. Nessun problema, è solo un brutto sogno... In fondo, avere gli incubi è normale, anche a quell'età, perché essi rispecchiano le fantasie del bambino e i suoi conflitti interiori che si proiettano nel sonno.
E' però possibile che un semplice sogno possa cambiare radicalmente la vita di una persona?
Sì, se la persona in considerazione si chiama Oytis.
Avrebbe potuto non dargli peso, riderci sopra e lasciare che il vago ricordo di quella strana sequenza confusa di immagini si lasciasse disperdere nell'oblio della dimenticanza.
E invece no, vi ha creduto fin da subito.
Perché quando la vita è uno schifo, si è disposti ad attaccarsi a qualsiasi appiglio pur di trovare una via di uscita, indipendentemente da quanto ardua sia la strada da percorrere.
Cosa doveva fare? Marcire in un orfanotrofio o impegnarsi al massimo per crearsi una nuova vita? Per quanto pesanti ne fossero state le conseguenze, la scelta era obbligata.
Quel giorno il signore della morte, gli aveva dato una nuova vita.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



I secondi passavano veloci e le fiamme bruciavano il corpo del giovane ragazzo. Aveva ustioni di primo e secondo grado praticamente ovunque, i gambali e le ali della surplice si erano praticamente sciolti, se voleva salvare la pelle doveva agire subito. Quindi che fare? Rinunciare alla lotta o impegnarsi in quella battaglia apparentemente persa in partenza?
Come un fulmine a ciel sereno, le parole dette dal padre gli tornarono in mente e, come se si fosse ripreso di colpo da uno schock, disse a sé stesso:°Ho capito... ora mi è chiaro! Me l'ha ripetuto più e più volte, ma io non gli ho dato ascolto, e ho lasciato che la furia prendesse il sopravvento. Con le sue parole desiderava solo darmi delle motivazioni per spingermi a non mollare mai, nemmeno quando le probabilità di vincere sono pari a zero. Calma Oytis, calma...°.
Armandosi di coraggio e tanta voglia di reagire, si lasciò ogni problema alle spalle, proprio come fece quel fatidico 17 marzo. Caricò il peso in basso, evocò la sfera di bennu, e con un colpo di reni, balzò in avanti, cercando di restare il più basso possibile.
Dopo brevi, quanto intensi, attimi, riuscì a rotolare fuori dalle fiamme. Senza pensarci due volte, si appiattì al suolo, disattivò subito la sfera protettiva e azzerò il cosmo. Ciò gli avrebbe causato parecchio dolore, ma poco importava: nascosto dalla stessa cortina di fuoco del suo avversario, ne avrebbe approfittato per lanciare la sua controffensiva.


Info
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  • Nome: Oytis

  • Armatura: Surplice della stella della furia celeste

  • Resistenza Armatura: V

  • Status fisico: Scottature di primo e secondo grado pressoché ovunque

  • Status armatura: I gambali si sono fusi e le ali sono completamente fuori uso.

  • Status psicologico: Carico di nuova energia.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Sfera di Bennu
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Oytis evoca una sfera di fuoco nero che ingloba completamente il cavaliere per difenderlo dagli attacchi cosmici. Questa tecnica può essere usata sia a terra che in volo. Se l'avversario viene a contatto diretto con tale barriera,esso verrà ustionato dalle fiamme innalzate.

Sunto: Erroneamente, Oytis da lui stesso via alle fiamme, arrecandosi numerose ustioni e giocandosi l'utilizzo delle ali. Riesce comunque a uscirne e, appiattito al suolo e nascosto dal fuoco, azzera il cosmo per non essere scovato dal nemico.



EDIT: cambiate un paio di frasi ^^

Edited by SteveO - 20/1/2010, 22:07
 
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view post Posted on 20/1/2010, 22:14
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CITAZIONE

Armatura: Armatura di Bronzo della Fornace
Livello: III


La sua strategia funzionò alla perfezione e l'avversario, preso dalle parole del Cavaliere, si fece intrappolare dal proprio stato d'animo nella cortina intessuta dal combattente italiano. Ma, inaspettatamente, lo Spectre alato non si mosse subito.
*Oh no! Allora è un altro come Violate di Garuda!* si disse Marcus, ormai pronto a cambiare piano: se l'avversario era analogo, la nebbia rossa non avrebbe avuto un effetto più grande dell'ilarità del nemico...
*Approposito, perché non reagisce in alcun modo?* si chiese aggrottando le ciglia, ancora nascosto dietro la colonna e appostato come un rapace. *Non si sente un suono, né niente. Solo questo freddino...*
Il Cavaliere era spiazzato. Erano in pochi quelli che non avrebbero emesso neanche un suono e il nemico gli era sembrato troppo emotivo e troppo alterato per restare in perfetto silenzio in modo da cercare di farlo innervosire.
Tuttavia, proprio quando Marcus stava per dissipare la risorsa appena evocata, l'ignoto servo di Hades decise di condensare e utilizzare un pò di cosmo in più dello stato di latenza, evocando qualcosa di oscuro che lo circondò, probabilmente per schermarsi dagli effetti dei Vapori della Fornace.
Infine lo Spectre, visibile come un faro d'ombra in un mare di luce per via di ciò che aveva appena creato, rotolò fino ad uscire dalla cortina rossa, mostrando che quello che aveva attorno era, incredibile a dirsi, fuoco nero.
*Ma cosa...? Com'è possibile questo effetto? Va bene che il mio cosmo ha raggiunto picchi toccati solo una volta in vita mia, ma così...* Il combattente del Grande Tempio era incredulo per quanto stava vedendo: un avversario che usava il fuoco affetto da un colpo di bassa intensità e con la surplice sciolta nella parte inferiore e in quella che gli avrebbe altrimenti permesso di planare. *Da quando i Vapori della Fornace sono così bollenti?*
L'altro però non se lo chiese: semplicemente spense il proprio fuoco e si appiattì sul freddo pavimento di marmo, rivolto verso il fondo della navata, annullò il proprio cosmo e non si mosse più. Il tutto sotto lo sguardo del Cavaliere, il quale dalla sua posizione poteva tener d'occhio praticamente tutto quello che avveniva nella navata centrale e in quella che usava come improprio nascondiglio. E anche se non avesse potuto, avrebbe comunque utilizzato le tracce cosmiche per seguirlo fin dove possibile.

Tuttavia non c'era tempo per rimanere stupiti a lungo e quindi il ragazzo passò come suo solito ad analizzare la situazione. Era alquanto improbabile che un avversario dotato di un cosmo igneo e di una corazza notoriamente più robusta di una di Bronzo, sebbene non altrettanto viva, fosse morto per un pò di fumo colorato. Anche perché non avrebbe avuto il tempo in quel caso di rotolare via, non in quel modo almeno. Era più plausibile che, nonostante i danni riportati alla corazza, lo stesse aspettando. Evidentemente non si era accorto del suo stratagemma oppure il dolore lo stava obnubilando al punto tale da non capire.
*Mi sta aspettando...? Aspetterà invano!* concluse il Cavaliere.
Constatato che la Nebbia era efficace, molto più di quanto non avesse osato sperare, il suo artefice pensò di non lasciarla lì inoperosa o di disperderla, bensì di riutilizzarla in un modo che sarebbe stato quasi sicuramente inatteso dal nemico.

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.

Il suo piano era semplice, ma proprio per questo aveva alte probabilità di successo. Il giovane italiano iniziò quindi a sfruttare un'altra peculiarità della sua tecnica, ossia quella di spostare la tecnica a proprio piacimento e in breve tempo la Nebbia avrebbe avvolto di nuovo il nemico. E allora, prima che avesse il tempo di reagire, le avrebbe dato fuoco, creando un bell'incendio da cui lui stesso sarebbe rimasto completamente estraneo. E dopo aver fatto dirompere il suo fuoco, avrebbe a propria volta annullato il proprio cosmo, rimasto allo stesso livello d'intensità della nebbia, onde rendersi meno facilmente individuabile.

SPOILER (click to view)
Stato fisico: ancora illeso
Stato Armatura: ancora intatta
Riassunto azioni: Marcus è inizialmente sorpreso e spiazzato dal fatto che l'avversario non reagisca in alcun modo e non emetta alcun fiato o alcun tipo di suono. Tuttavia poi vede risaltare l'oscurità della difesa di Oytis e grazie ad essa e alla traccia cosmica dell'avversario riesce a seguirlo, rimanendo però sorpreso nell'osservare i danni da lui riportati.
Quindi, dopo alcune considerazioni analitiche in merito alla situazione, decide di attuare un piano semplice, ma potenzialmente molto efficace e inizia quindi a muovere la nebbia com'è in grado di fare. Il suo intento è quello di coprire di nuovo lo Spectre prendendolo alle spalle e quindi di dare fuoco all'intera cortina prima di dare al nemico alcuno spazio di movimento e reazione, il tutto restando ovviamente al sicuro dal raggio d'azione della sua stessa tecnica.
Tutto sta a vedere se avrà successo o meno.
 
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SteveO
view post Posted on 23/1/2010, 14:58





Respiro lento, a vole soffocato, a volte affannoso. L'insostenibile peso dell'armatura lo stritolava, gli comprimeva i polmoni, così come la pancia e il resto del corpo. Poco importante, sapeva che sarebbe stata una cosa momentanea e che ora doveva occuparsi di ben altro. La situazione richiedeva la massima razionalità per riuscire a trarre delle conclusioni da quel poco che aveva visto e per cercare di organizzare una controffensiva. Da dove cominciare? Era necessario procedere per passi.
Problema numero 1: dov'era il suo avversario?
Prima che si scatenasse l'inferno, lo aveva visto alla sua sinistra, che camminava dietro le colonne di una navata laterale. Il suo cosmo sembrava apparentemente provenire ancora da quella posizione: probabilmente era rimasto fermo.
Problema numero 2: da dove attaccarlo?
La navata centrale era piena di fiamme, sarebbe stato da stupidi entrare di nuovo in quell'inferno. L'unica soluzione era quella di lanciare l'attacco dalla navata laterale sulla destra.
°silenzio!°
Niente di strano, solo una leggera brezza. Lo spectre invece si allarmò subito, mettendosi sul “”chi va là””. Le fiamme, che sensualmente ondulavano in maniera casuale, sembravano aver intrapreso una certa piega, come se stessero per dirigersi verso lo spectre. °Devo agire subito, sta tornando alla carica per rinchiudermi fra le fiamme!°
Attivò subito il cosmo e l'armatura, da rigida e pesante, tornò ad essere leggera e comoda. Fece leva sulle braccia e, con uno scatto secco, si rialzò in piedi con una capriola all'indietro. Con lo sguardo sicuro, tipico di chi ha già una strategia ben fissa in testa, iniziò a correre verso la navata laterale, cercando di percorrere una traiettoria circolare in senso antiorario, così da evitare il contatto con le fiamme che avanzavano sempre più. Nel mentre, espandeva il cosmo ai limiti estremi, facendo sì che il suo corpo venne circondato da violacei aloni di luce, che venivano dispersi nell'aria come se fossero piccoli cristalli di neve nera. Una volta giunto fra due colonne, compì un balzo e, caricando il braccio sinistro all'indietro mentre era in volo, creò in pochi attimi una grande sfera cosmica di fuoco oscuro di 6 metri di raggio. °Prendi questo figlio di puttana! CORONA BLAST!°
Rapidamente portò il braccio in avanti, liberando così la forza distruttrice del suo colpo che, rasentando le fiamme al centro dell'arena, travolse come se fossero caselle del domino tutte le colonne che si trovavano fra le due navate.
°Non basterà certo un colpo del genere per far fuori il mio avversario°. Atterrò dal balzo compiuto, e a testa bassa continuò imperterrito a correre dritto di fronte a sé, cercando di restare il più possibile vicino alla parte destra della grande sfera. Perché una mossa del genere?
Il corona blast era solo un diversivo.
Oytis aveva già pianificato il tutto: proprio quando il cavaliere avversario avrebbe abbassato la guardia, lui lo avrebbe colpito nel punto più debole con la sua mossa finale, il temibile castigo degli abissi: nella mano destra stava già preparando il tutto.




Info
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  • Nome: Oytis

  • Armatura: Surplice della stella della furia celeste

  • Resistenza Armatura: V

  • Status fisico: Scottature di primo e secondo grado pressoché ovunque

  • Status armatura: I gambali si sono fusi e le ali sono completamente fuori uso.

  • Status psicologico: Carico di nuova energia.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Corona Blast



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Lo specter crea alle sue spalle un'enorme e lucente sfera di cosmo nero infuocato che viene lanciata al nemico. La sfera travolge tutto ciò che incontra e quando raggiunge il nemico esplode, arrecandogli bruciature su tutto il corpo.
 
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view post Posted on 24/1/2010, 23:48
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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CITAZIONE

Armatura: Armatura di Bronzo della Fornace
Livello: III


Il piano che aveva concepito era semplice e quindi potenzialmente molto efficace. Ma come sempre, tra il dire e il fare c'era di mezzo il mare... e il cosmo. Pensava di chiudere lo scontro in quel momento, ma molto spesso i progetti a breve termine non si concludevano come sperava chi li ideava: il Cavaliere non sapeva assolutamente come lo Spectre avesse fatto ad accorgersi della manovra in atto alle sue spalle, ma fatto stava che il suo avversario era riuscito a riattivare il proprio cosmo e a spostarsi prima che i Vapori della Fornace potessero raggiungerlo.
E il suo creatore trattenne a stento un'imprecazione, più che altro per rispetto del luogo ove si trovava... o almeno credeva di trovarsi.
Poco dopo il nemico, meno fiaccato di com'era apparso dopo essere uscito dalla cortina, fece un ampio giro e finì anch'egli nella navata sinistra. Ma soprattutto non lo fece a mani lunghe: senza alcun rispetto per quello che poteva essere il luogo sacro di una fede diversa, il nemico senza nome creò e lanciò contro la cortina rossa una sfera di fuoco del diametro di qualche metro almeno.
*Ma che...? Allora ha un cosmo igneo!?*
Non fece in tempo a chiedersi nulla, perché la creazione cosmica del nemico viaggiò a forte velocità e l'Armatura diede al proprio Cavaliere un pungolo indolore, ma innegabilmente vero e presente. Allora il combattente del Grande Tempio si riscosse e balzò all'indietro, stendendo in avanti le braccia.

CITAZIONE
Barriera di Fuoco Cosmico
Marcus stende in avanti le mani completamente aperte e con i palmi rivolti all'esterno per erigere una sorta di muro di fuoco capace di fornire protezione contro gli attacchi cosmici e condotti con energie fredde. Ha una certa parziale efficacia anche contro gli attacchi psichici, ma non può nulla contro gli attacchi fisici.

Lo scoppio fu devastante e investì tutta l'area dei Vapori, disperdendoli. Ma non fu l'unica cosa ad essere persa nell'esplosione: anche le colonne nell'area investita dall'esplosione vennero devastate e vennero ridotte in pezzi.
Per sua fortuna e grazie all'avvertimento della propria corazza, il Cavaliere venne investito solo dall'onda d'urto dell'esplosione e i residui cosmici vennero assorbiti o deviati dalla barriera di fuoco.
Purtroppo però, la difesa era solo cosmica ed elementale, per cui alcuni pezzi riuscirono a passarvi attraverso con tutta la loro violenza, investendo il combattente con tutta la loro forza. Purtroppo o per fortuna, una pietra lo colpì dritto sul giustacuore e se non ci fosse stato, il colpo sarebbe stato decisamente più duro... come quello che si era beccato allo stomaco, insieme alle varie schege che gli avevano causato vari tagli superficiali lungo tutto il tronco e le gambe nelle parti lasciate scoperte dall'Armatura. Il mantello sforacchiato come se fosse uscito da una sparatoria completava un quadro non esaltante, ma neppure tragico.
Una volta posti i piedi a terra, portò il destro più avanti del sinistro, annullò la barriera e si piegò leggermente in avanti per assorbire meglio il salto con l'attrito e gli stivali d'arme. Arrivò a toccare il muro con il tacco sinistro e allora rimase piegato un pò più a lungo, fingendo di non aver subito niente per non farsi attaccare a rapido giro dallo Spectre e nel frattempo cercava di mettere insieme le idee, oltre al suo corpo.
*Ma che diavolo...? Com'è possibile tutto questo? Se aveva un cosmo di fuoco come il mio, perché non l'ha usato per resistere ai Vapori? Chiunque se ne poteva accorgere facilmente... E ora questo!*
Rialzò la testa, osservando la devastazione causata dal nemico: la navata centrale era deturpata, il pavimento era un mezzo cratere e mancava una decina di colonne per lato. Un colpo davvero terribile.
*E ci voleva un colpo del genere per stanarmi? Non ha capito nulla, proprio come nessuno Spectre ha capito qualcosa del mondo. E temo che non sia neppure uno dei disperati plagiati da Hades...*
Come se poi la distinzione avesse un qualche senso, sembrò voler dire l'Armatura: su un campo di battaglia conoscere il nemico era importante, ma prima di pensare alla sua redenzione bisognava pensare alla propria integrità... la stessa integrità che il nemico a una quindicina di metri da lui voleva distruggere a cosmo spianato.
Ma non ci sarebbe riuscito. Aspettò quindi che il nemico fosse a qualche metro da lui, poi si confuse di nuovo tra la nebbia rossa.

CITAZIONE
Vapori della Fornace
Marcus sfrutta il proprio caldo cosmo in una maniera più astuta e indiretta, riuscendo a manipolare il calore dell'aria per creare una cortina dall'aspetto di una nebbia rossa in un'area cinque metri quadrati nel suo campo visivo o anche attorno a sé. La cortina ha alcune peculiarità: innanzitutto, anche se non molto, può causare scottature a tutti quelli che non possiedono un cosmo igneo perché si tratta di una nebbia calda e il Cavaliere può spostarla a proprio piacimento una volta intessuta; inoltre Marcus può anche incendiare la nebbia, scatenando a piacimento un inferno di fiamme, anche se solo a partire dal turno seguente a quello della formazione della nebbia stessa.
Ovviamente la nebbia sarà soggetta a tutte le leggi della fisica e quindi condizioni di vento o di pioggia renderanno questa nebbia inutile nonostante la volontà del Cavaliere.

Ancora una volta quello strumento versatile gli avrebbe probabilmente salvato la vita. Il combattente italiano approfittò del fatto di torvarsi proprio vicino al muro per darsi una spinta e proiettarsi al di fuori della cortina stessa senza usare più cosmo di quanto gli servisse per muoversi e mantenere in piedi quella cortina. Convinto che l'avversario non si sarebbe fermato pur di lanciare la sua offensiva, si slacciò il suo mantello in volo e lasciò a cadere nel mezzo della nebbia. In tal modo il nemico, se anche avesse visto un guizzo, sarebbe rimasto confuso dal secondo movimento per il tempo sufficiente al Cavaliere a rialzarsi e a reagire.
Se proprio avesse avuto fortuna, cosa di cui dubitava, il nemico avrebbe lanciato la sua offensiva alla cieca contro il mantello o in mezzo alla nebbia...

SPOILER (click to view)
Condizioni fisiche: impatto alla bocca dello stomaco, tagli ed escoriazioni superficiali sul tronco e sulle gambe nella poca parte scoperta delle stesse.
Condizioni dell'Armatura: sostanzialmente integra, con un'ammaccatura poco rilevante sul giustacuore.
Riassunto azioni: Marcus, vedendo il nemico accorgersi chissà come della sua manovra e sfuggire alla stessa, trattiene un'imprecazione. Quando Oytis lancia una grossa sfera di fuoco ne rimane stupito, ma, pungolato dall'Armatura, salta all'indietro ed erige una barriera, subendo in pratica l'onda d'urto dell'attacco in maniera non frontale e vari pezzi delle colonne, non arrestati dalla sua difesa meramente cosmica. Alla fine Marcus arriva fino al muro seguendo una traiettoria obliqua rispetto alla sua posizione precedente e ne approfitta per riprendersi e riordinare le idee.
Accorgendosi del nemico in avvicinamento che varca la distanza creatasi tra i due, crea una nuova nebbia rossa con intenti tattici, quindi usa il muro che ha toccato con il solo piede sinistro per saltare via senza impiegare più cosmo del dovuto e quindi non scoprirsi. In mezzo alla fitta nebbia, Marcus lascia cadere il proprio mantello con lo scopo di ingannare il nemico e farlo esitare o, in caso di estrema fortuna, fargli usare il proprio cosmo a vuoto.
 
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7 replies since 14/1/2010, 00:10   166 views
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