[Quest] La tela di Aracne

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view post Posted on 25/11/2008, 19:54
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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Ai tempi del mito, una fanciulla greca di nome Aracne arrivò ad eccellere nelle arti femminili, specie nell’uso del telaio e nella tessitura in genere. La sua eccellenza superava quella di qualsiasi altra ragazza o donna e per le mortali era impareggiabile. Ciò però la portò ad insuperbirsi al punto tale da voler sfidare addirittura le dee in quel campo. Tra tutte, Atena, offesa per l’alterigia di quella ragazza, raccolse la sfida e la vinse per la propria natura divina, pur non essendo la dea della bellezza o del bello. Ma alla dea non bastò aver umiliato la superba sciocca: dopo aver preso il proprio telaio, la colpì e la maledisse, condannandola a tessere per tutto il resto della sua esistenza e a non fare altro… nelle sembianze di un ragno.
Purtroppo per tutti, Atena si era dimenticata di un piccolo, ma cruciale dettaglio: il colpo che inferto alla ragazza è stato tale da rendere la maledizione eterna e quindi il ragno è divenuto immortale al tempo… e molto grosso. Ma il problema più grande è che, dopo millenni passati nell’ombra, ha riacquisito la memorie e le facoltà intellettive di quando era umana. E si è quindi resa conto della miserevole e non certo invidiabile condizioni in cui si ritrova. Ma qualcosa di più umano ha contemporaneamente destato la sua attenzione: il Cavaliere d’Argento di Tarantula.

Nella Casa del Cavaliere d'Argento infatti, una sera si infilò un ragno grosso quanto un pugno umano, passato inosservato alle sentinelle con il favore delle tenebre. Esso passò dalla finestra e andò fino al tavolo. Poi utilizzò le proprie doti naturali per scrivere alcune parole in greco antico: "Segui il ragno". Questo avrebbe letto e inteso il Cavaliere della Tarantola in rilievo sulle ragnatele che avevano occupato la superficie del suo tavolo nella cucina. e proprio sopra la finestra sarebbe rimasto il ragno in bella vista... del cavaliere almeno.
 
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Damian Frey
view post Posted on 27/11/2008, 11:47




Colonna sonora: Boomtown Rats - I don't like mondays

Frey dormiva.

Si dibatteva in un lago di sogni agitati e di immagini frammentarie, tormentato da un senso di oppressione al petto, come se qualcosa lo soffocasse. Lottò per destarsi, finché, con un sussulto, aprì gli occhi.

Giaceva sul letto della sua piccola stanza, nel retro della Casa Del Ragno. Sul suo torace, pacioso e ronfante, stava acciambellato il suo gatto bianco e nero.

"...Ma va' al diavolo, vai", mormorò Frey, alzandosi di colpo, e scaraventando così il micio in fondo al letto. *Meow*, replicò quello.

Dalla finestrella filtrava la luce incerta della sera.

°Già ora di cena. In questo periodo non faccio altro che appisolarmi...°

Andò in cucina controvoglia. Moriva di fame, anche solo il tempo di cuocere le salsicce e le patate gli pesava, ma non c'era molta alternativa. Cucinando, si macchiò anche di sugo la canottiera.

°...

...Dannazione, era l'ultima pulita.

Pazienza, ci penserò domani.
°

Non molto dopo, stava portando in tavola un piatto di salsicce unte e di patate troppo cotte, condite con una salsa a base di panna acida che stava rasentando pericolosamente il termine di scadenza. Stappò una bottiglia... D'acqua, perché aveva terminato la scorta di bevande, e si mise a mangiare di gusto.

Sul davanzale, un ragno enorme lo fissava.

°...°

Non era una vista insolita. Il dedalo di gallerie sotto la Casa era piena di grossi ragni, e a volte qualcuno di essi si smarriva e si ritrovava all'aperto. Si solito, ci pensava il suo gatto Sky a "mostrargli" la via del ritorno, inseguendolo per tutta la casa. Ma in quel momento, Sky era ancora in camera, offeso.

Così, a Frey non restò che terminare di mangiare e raccogliere le stoviglie, per...

°Hmm?°

Sul tavolo, sembrava esserci una sorta di accumulo setoso che Frey non aveva notato, prima. Come una ragnatela iniziata e terminata male. Nulla di insolito. Il cavaliere d'argento, ancora col piatto in mano, si accostò alla tela. Sembrava formare delle piccole lettere contorte.

°Hmm... Ar... Ara... °

"Segui il ragno". Ecco, questo era piuttosto insolito. Frey alzò gli occhi verso la finestra. Il grosso ragno lo fissava.
 
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view post Posted on 28/11/2008, 20:50
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Finalmente se n'era accorto. Aveva dovuto aspettare qualche ora affinché l'umano si decidesse ad alzarsi e aveva pure rischiato di farsi attaccare da quell'infame gattaccio che il mezzo aracnide si teneva in casa! E per giunta non si era neanche accorto di quello che era successo nel frattempo nella sua cucina, ma era andato a cucinarsi qualcosa con una certa qual incapacità, testimoniata dalla macchia di unto che si era ritrovato sulla canottiera.
Alla fine però trovò la "missiva" che aveva intessuto sul tavolo e vide anche lui. Il ragno allora emise una sorta di stridio e si calò velocemente fuori dalla finestra, diretto alle caverne. Per facilitare il Cavaliere d'Argento avrebbe lasciato dietro di sé un filamento fino ad una roccia circa 200 metri più in basso lungo il costone che gli umani normalmente non praticavano, se non per esercitarsi nelle scalate.
Doveva condurlo fino a lei, ma prima voleva divertirsi un pò e vendicarsi per la lunga e rischiosa attesa che gli aveva fatto patire.
 
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Damian Frey
view post Posted on 29/11/2008, 10:22




°Che DIAVOLO...°

D'impulso, Frey si lanciò all'inseguimento dello strano ragno, lasciando i piatti da lavare. Si precipitò sulla stradina antistante la Casa, ma la bestia era già scomparsa, lesta come il fulmine, lasciando dietro di sé un sottile filo bavoso. Il cavaliere d'argento lo seguì, e si trovò di fronte a uno strapiombo sul fianco del Monte Sacro.

°...°

Roger. La situazione era insolita, e non lasciava presagire nulla di buono. Ma qualunque intenzione avesse quello strano ragno - aveva già mostrato di essere in grado di rintracciare l'abitazione del Saint. Fino a che non avesse scoperto il significato di quell'incontro, Frey non avrebbe potuto riposare tranquillo.

Con cautela, affrontò la discesa della parete rocciosa a forza di braccia. Non era impossibile per una persona allenata - ma la roccia era porosa, e piuttosto friabile in alcuni punti. Quando uno spuntone crollò sotto il suo piede destro, Frey perse parzialmente la presa, e si trovò a penzolare da più di cento metri d'altezza, appeso per quattro dita.

°...Calma.°

S'appiattì alla parete, e riuscì ad individuare col tatto un altro appiglio. Il resto della discesa fu ancora più cauto - e più lento. Ma alla fine, si trovò ad atterrare sul fondo.
 
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view post Posted on 29/11/2008, 23:20
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Non era dato a nessuno conoscere gli intimi pensieri di un ragno che andassero al di là dell'istinto... neppure a quello che si poteva definire come un imbranato "uomo ragno" o qualcosa di simile. Ma se avesse potuto, l'aracnide avrebbe riso del tipo che era stato mandato a condurre fino a lei... anche se quel Frey non aveva la benché minima idea di quello che lo attendeva.
Alla fine si era concentrato così tanto sulla scalata in discesa, che non si era neppure accorto del fatto che il filo avesse preso una brusca piega a destra e che il ragno lo stesse aspettando nuovamente su uno sperone da cui si dipartiva una caverna da cui l'umano sarebbe potuto passare... solo lui però, dal momento che altri personaggi non sarebbero potuti passare se non strisciando come succulenti vermi.
Per attirare l'attenzione, lanciò di nuovo il suo bizzarro stridio, questa volta più prolungato rispetto al precedente. Con l'eco del posto, forse si sarebbe ritrovato un pò stordito, ma almneo avrebbe capito che lo stava aspettando circa duecento metri più in alto.
Poi si sarebbe addentrato in una caverna completamente oscura.
 
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Damian Frey
view post Posted on 30/11/2008, 11:53




Quando Frey udì il curioso suono stridente, sembrava non avere alcuna fretta di proseguire la ricerca. Fece un gesto con la mano, come a chiedere di attendere (al ragno?!), mentre misurava ad occhio lo spazio intorno a sé. Poi, richiamò il cosmo, intessendo una fitta ragnatela di raggi violetti, a un'altezza di un paio di metri circa da terra, che interessava buona parte del terreno ai piedi della scarpata.

La valutò con calma, poi si mise in ginocchio sotto di essa, e fra i filamenti violetti ne scagliò uno in alto, verso il ciglio della parete rocciosa. Il filo raggiunse un punto circa ai tre quarti del monte, e vi si agganciò.

Finalmente soddisfatto, Frey s'insinuò fra i fili purpurei, riprendendo la scalata verso l'alto, alquanto più sereno. Si prese tutto il tempo necessario a trovare appigli solidi, fino a quando, dopo diversi minuti di arrampicata, mise piede in un anfratto buio.

°Hmmm.°

S'inginocchiò, come per allacciarsi una scarpa. Quando si rialzò, un filo sottile, praticamente impercetttibile, si dipanava da lui all'ingresso della caverna. Prudenza innanzitutto.

Poi, i sensi all'erta, mosse il primo passo nel buio.

SPOILER (click to view)
La rete violetta è il Cobweb's Tarantula, mentre il filo che ha lanciato successivamente è un sottile filamento del Silken Grave, solido e molto resistente. Quello che ha lasciato all'ingresso della caverna, invece, è un singolo filo del White Sight.

Ti garantisco che ognuno dei gesti di Frey ha un perché^^
 
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view post Posted on 30/11/2008, 20:17
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Il ragno sembrò quasi saltare di frustrazione quando vide il gesto del Cavaliere di Tarantula, ma aspettò pazientemente e lo vide mentre eseguiva le sue operazioni e creava filamenti di vario tipo e colore prima di raggiungerlo. Non capiva se l'umano avesse fatto quel che aveva fatto per un qualche motivo o solo per perdere tempo, ma in fondo non gliene importava. Il suo scopo era solo portarlo fino a dove doveva esserre condotto. Poi non se la sarebbe vista lui con le conseguenze di quell'evento.
Quando il Cavaliere arrivò alla cresta, il ragno si voltò e si avviò velocemente verso l'interno della caverna. Per lui non era difficile, ma il percorso per l'umano non sarebbe stato così agevole, dal momento che il culmine della caverna era poco più di due metri, che però si riducevano parecchio per via delle stalattiti, che a volte andavano a fondersi con le numerose stalagmiti presenti sul terreno. Il tipo si sarebbe ritrovato in un vero e proprio labirinto. Avrebbe capito che lui era svoltato a sinistra dopo una decina di metri e da lì aveva preso un'altra svolta a destra? O si sarebbe confuso con altri suoi simili presenti in quell'antro, che stavano sciamando in quel momento piuttosto rumorosamente, per nulla infastiditi dal buio che dominava l'antro?
 
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Damian Frey
view post Posted on 3/12/2008, 01:41




°Non così in fretta!°

Frey non aveva quasi fatto in tempo ad entrare nella caverna, che lo strano, grosso ragno aveva fatto dietrofront e si era avviato nel buio pesto. L'oscurità ed il silenzio irreale colpirono il cavaliere d'argento insieme all'improvvisa consapevolezza di essere privo dell'armatura.

Non conosceva ancora la ragione che l'aveva portato lì, ma sicuramente doveva essere prudente.

Rapidamente, mirò all'addome peloso della bestiola che s'inoltrava nelle tenebre, bersagliandolo con un sottile, leggerissimo filo, praticamente impalpabile. Tanto per non dover procedere di fretta in un ambiente che gli era tanto familiare nei tratti generali, quanto sconosciuto nei particolari.

Assicuratosi che il suo cicerone potesse essere raggiunto, Frey lanciò il suo White Sight all'intorno. Mai inoltrarsi in un budello senza sapere cosa ci si aspetta...

La situazione non era confortante. Lo spazio era ristretto, e l'andamento della caverna labirintico. Nonostante il filo che aveva lasciato all'ingresso, e quello che lo guidava nel buio, non si sentiva ancora abbastanza sicuro... E in effetti fu sul punto di mollare tutto e ritornare alla sua Casa, per equipaggiarsi meglio. Ma ormai era entrato nella tana del Bianconiglio, e non poteva fare a meno di chiedersi cosa ci fosse al di là.

Quindi, un piede davanti all'altro, si inoltrò nell'anfratto.

Sinistra...

Giunto alla prima biforcazione, tirò una violenta gomitata a una stalattite alla sua destra, staccandola dal soffitto. Poi, con un calcio, frantumò una stalagmite proprio accanto.

...Destra.

Anche alla seconda svolta, spaccò un sistema di concrezioni alla sinistra del passaggio.

Lavorava meticolosamente, senza furia o rbbia distruttrice. In realtà, si stava cautelando: ad ogni svolta, spezzava le stalattiti o le stalagmiti dalla parte opposta a quella in cui si dirigeva. In modo da potere, se necessario, ricostruire il passaggio sulla base delle concrezioni spezzate che si lasciava dietro, come Pollicino.

La sua tela sottile gli mostrava una mappa di cunicoli angusti. Con un sapore metallico in bocca, proseguì l'esplorazione.

SPOILER (click to view)
WHITE SIGHT (DIFENSIVA):
Il Cavaliere del Ragno espande il proprio cosmo in una moltitudine di filamenti rettilinei, in ogni direzione, fino a coprire un’ ampia area intorno a sé. I filamenti sono impalpabili e quasi invisibili. All’ interno dell’ area coperta dai filamenti, il Cavaliere del Ragno riceve un’ impressione sensoria tridimensionale a 360° senza far uso della vista o degli altri sensi canonici. Questo gli permette di individuare avversari anche nel caso siano nascosti, aumenta le probabilità di evitare attacchi a sorpresa o alle spalle, e fornisce anche aiuto nell’ evitare le illusioni ottiche.
 
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view post Posted on 4/12/2008, 23:49
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L'astuto Cavaliere di Tarantula si attaccò a quello che non si sarebbe potuto ritenere attaccabile e alla fine riuscì ad addentrarsi dove non si sarebbe altrimenti potuto avventurare... dove anzi non avrebbe neanche pensato di entrare. Tutto stava ora a quello che sarebbe successo di lì a poco, ma il successo era assicurato.
Il ragno percepì quel filamento che il Cavaliere gli aveva attaccato addoso. E non gli piacque. Ma sapeva bene che non doveva perderlo. E se quell'incapace non era in grado di seguirlo in altre maniere, lo avrebbe sopportato per i 400 metri di labirinto che gli restavano. Poi lo avrebbe "scaricato" a lei e a quel punto si sarebbe ritirato a osservare gli eventi che avrebbero coinvolto un Cavaliere che si avventurava imprudentemente in un ambiente ignoto e pericoloso senza neanche la propria pelle d'Argento cosmico.
Quindi l'otto zampe arrivò ad una grotta molto più ampia, dove l'uomo-rango poteva restare anche in piedi e che era illuminata da alcuni lontani spiragli da cui proveniva un pò d'aria e la luce della luna. Il motivo della guida fino a quel punto lo avrebbe scoperto a breve. Intanto il ragno si liberò del filamento e scappò di nuovo fra le tenebre.
 
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Damian Frey
view post Posted on 6/12/2008, 13:07




Colonna sonora: Kenji Kawai - Floating Museum



I passi di Frey echeggiavano sinistramente, mentre procedeva nel labirinto buio. Un dedalo di cunicoli e passaggi contorti, scavato nella pietra nuda del monte. Era inquietante, soprattutto per la sensazione pesante di ignoranza che gl'ispirava - avere un altro intero labiritno, così vicino a sé, e non sospettarlo neanche, non conoscerne né l'esistenza, né gli abitanti.

Gli abitanti...

Se non fosse stato per il curioso messaggio sul proprio desco, avrebeb potuto attaccarsi all'ipotesi rassicurante di una coincidenza, un ragno solitario scambiato per messaggero, ed inseguito sino alle innocue, deserte viscere della sua tana prediletta. Ma l'accaduto puzzava di premeditazione, di intenzionalità. Una scritta di senso compiuto non si compone per caso. Scherzo o calappio, qualcuno voleva che lui si trovasse lì, ora.

Qiundi, procedeva, accarezzando le concrezioni calcaree che lo circondavano, quasi volesse saggiarne la resistenza, e procedendo nel paziente lavoro di abbattimento controllato, pensando a ciò che si lasciava dietro ed immaginando ciò che si sarebbe trovato davanti.

Poi, il contatto si spezzò di colpo.

°Se ne è accorto. Dannazione.°

Avanzò per qualche metro ancora, oltre una curva dello stretto budello, e ai limiti dlela propria percezione distinse una luce fioca, argentea, disposta in lame verticali.

°Sono arrivato... Al paese delle Meraviglie.°

Il senso di claustrofobia svanì con l'allargarsi del passaggio, dispiegando davanti a Frey uno spazio grande abbastanza da farci entrare una casa. La luce lunare gli permetteva di vedere di nuovo, ma improvvisamente Frey non ebbe alcuna fretta di accertarsi cosa ci fosse al di là. Pure, ormai era giunto...

Con un senso di trepidazione, mosse un passo nella cattedrale sotterranea.
 
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view post Posted on 7/12/2008, 12:41
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"Finalmente sei arrivato, Frey di Tarantula" disse una voce acuta e dal tono inconfondibilmente umano. Non appena tale voce si manifestò, tutti gli altri ragni crearono un silenzio innaturale, quasi tombale. Sembravano aver addirittura smesso di muoversi. Evidentemente la creatura che aveva parlato doveva essere molto potente o tremendamente influente su di loro.
E da una grande galleria sotterranea sulla destra uscì lentamente il ragno più grande che si fosse mai visto a memoria d'uomo: un essere che raggiungeva agevolmente i due metri d'altezza e dal corpo tozzo, armato di otto zampe che sembravano gigantesche lame pronte a dilaniare qualsiasi materiale. I molti occhi erano tutti grandi e puntati verso l'ospite umano mentre il ragno avanzava. In quel mentre, si poteva vedere un paio di zanne lunghe almeno mezzo metro e tra cui spuntava pure un qualcosa che brillava in maniera opaca e sinistra. Cosa potesse essere però, era un mistero che era forse meglio non svelare...
Quando arrivò, la massa aracnoide oscurò alcune delle prese naturali di aria e luce con la sua sola possente presenza. Era una creatura che evidentemente amava restare nell'ombra.
"Grazie per aver accettato il mio invito" disse ancora. Era evidente che stesse lasciando al nuovo arrivato il tempo di abituarsi all'idea di trovarsi di fronte ad un ragno gigante abbastanza senziente da parlare e da averlo fatto condurre fino a lì... e di porre le sue domande.
 
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Damian Frey
view post Posted on 21/12/2008, 18:27




Frey deglutì a vuoto un paio di volte. Aveva formulato diverse ipotesi su chi o cosa lo attendesse oltre l'ultima svolta.

Nessuna di queste si avvicinava neanche lontanamente alla realtà.

°Potrei accettare le sue dimensioni. Potrei accettare la sua esistenza. Ma sono le sue aprole che mi sconvolgono. Questa... Creatura... E' in grado di pensare?°

Mentre una stria di sudore gli si congelava lungo la spina dorsale, Frey fece appello a tutta la sua buona educazione dei tempi di Leeds. Cercando di soffocare l'impulso irresistibile di imboccare l'uscita e precipitarsene fuori a gambe levate, unì le gambe, e si produsse in un rigido inchino.

"Devo... Uhm... Devo..."

Lo smarrimento durò un istante.

"...Devo chieder venia per il ritardo. La strada era difficoltosa.

Il mio nome è Damian Frey. Per servirvi, o per essere servito."


Non si era mai presentato, dal momento del suo primo duello. Ci voleva un aracnide gigante, per fargli rammentare le buone maniere. Ma non poteva comportarsi diversamente: nonostante la diserzione, la Grecia e la cavalleria, restava inglese, e per un inglese, mostrare sorpresa è una forma di volgarità.



 
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view post Posted on 6/1/2009, 21:19
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Alla fine era arrivato. E, com'era comprensibile, era rimasto impressionato dalla presenza, dalle dimensioni e dalle caratteristiche più uniche che rare di una creatura qual era lei. Quindi non si sorprese minimamente della rigidità fisica e mentale suscitate nel suo "ospite" dalla consapevolezza di trovarsi davanti ad un ragno gigante e parlante, capace di esprimere pensieri come un essere umano... quella era l'unica cosa che di umano le rimanesse.
Stava per replicare, quando realizzò il significato del motto di spirito del Cavaliere. Allora produsse un sibilo che difficilmente sarebbe potuto risultare quello che voleva essere: una risata a denti stretti.
Quando terminò, il ragno disse: "Finalmente delle buone maniere prestate da un umano che non mi voglia attaccare a prima vista. Ti ringrazio per la cortesia, anche se sapevo bene chi tu sia, anche perché sono stata io a farti chiamare. Tuttavia credo proprio che tu non sappia chi sia io."
Senza aspettare risposta per quell'affermazione retorica, la gigantesca creatura proseguì: "Io sono Aracne, la stessa fanciulla del mito. Quello però non era un mito, ma un racconto vero."
Fece una pausa per lasciare al Cavaliere d'Argento il tempo di assimilare quell'informazione, quindi proseguì: "Ho sfidato tutte le donne di Grecia e avendole battute tutte nella tessitura, ho sfidato persino le divinità. Atena ha raccolto la sfida e pensavo di poter battere anche lei: questo è stato l'inizio della mia sconfitta: per non so quale motivo, ho cominciato male e lentamente a preparare il telaio, mentre Atena non mi ha concesso neanche il tempo di recuperare. Sono stata sempre in affanno, fino a quando non abbiamo finito. Ero riuscita a finire allo stesso momento, ma la mia tela era piena di buchi e il motivo era incompleto... in poche parole, ho perso inesorabilmente, non so quanto lealmente. E per punizione, Atena ha preso il mio telaio e mi ha colpito con esso, trasformandomi in un ragno... nel primo ragno della storia. Ho perso tutto quello che avevo, anche la mia razionalità. Sarei dovuta morire dopo qualche anno, meno di quelli che avrei avuto come donna. Ma Atena mi ha colpito anche con una maledizione: con quel colpo mi ha resa immortale. E quindi sono passata con questo corpo per i secoli. Sono vissuta, mi sono evoluta e finalmente ho ritrovato la capacità di pensare e parlare... e con essa la memoria. Ed è da millenni che voglio riavere il mio corpo umano! Sono pentita della mia presunzione. Non sfiderei più Atena o nessun'altra dea. Ma come posso presentarmi così? Chiunque mi vedesse senza essere portato quaggiù, mi attaccherebbe a prima vista, come il mostro in cui Atena mi ha trasformata!" le ultime parole sembrarono cariche di odio e disprezzo, anche se solo leggermente.
Quindi Aracne diede un paio di colpi di tosse, o quelli che potevano sembrare tali, e continuò: "Per questo ti ho fatto chiamare, Damian Frey. Per pregarti di intercedere con il Grande Sacerdote e farmi concedere quindi udienza con Atena. E se fossi ricoperta dalla tua Armatura Sacra, benedetta dalla dea, come segno di pace, forse finalemnte riotterrei il mio aspetto umano."
Tutti gli occhi dell'enorme ragno si rivolsero quindi verso Frey, brillando alla luce della luna che la stazza del suo corpo lasciava passare. Sembravano, più che supplici, avidi e in attesa di una risposta da parte del convocato.
 
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Damian Frey
view post Posted on 12/2/2009, 23:28




Una goccia di sudore rivolò lungo la tempia di Frey, che al momento non riusciva a far altro se non squadrare il mostro davanti a lui e conservare la propria sanità mentale. Sull'ipogeo calò un silenzio denso e pesante.

°E' completamente pazzo... Pazza.°

Era una situaizone talmente surreale che il cavaliere d'Argento, per una volta, faticava a decidere una linea di condotta. Alla fine, si risolse a replicare, per prendere tempo.

"Anni... così tanti anni. Deve... Deve essere stato terribile."

Intanto, rimuginava furiosamente. Partendo dal presupposto che il discorso fosse autentico... C'era una creatura gigantesca e dall'aspetto mostruoso che chiedeva di essere portata alla presenza della dèa Athena in persona. E indossando un'armatura da combattimento. A quale scopo? Chiedere perdono all'entità che l'aveva condannata a millenni di dolore e sofferenza.

.....

...Non suonava molto credibile.

"E' stata una punizione molto crudele. Ma io sono un Cavaliere, ed è mio dovere... Raddrizzare i torti e portare la giustizia. Anche se, non so se ci sia nulla che possa... Risarcirvi del tempo passato."

Beh, questo era abbastanza vero.

"Pure, farò quello che posso. Ma devo avvertirvi sin d'ora che non è in mio potere garantire udienze con la dèa... "

La dèa! E chi l'aveva mai vista???

"...né sono in grado di conferire l'armatura ad altri. Vedete, è stata lei a scegliermi... Ed è lei che decide del proprio destino."

In effetti, la prima volta che l'aveva indossata, l'armatura aveva tentato di ucciderlo. Storia vecchia, comunque.

"Quello che posso fare..."

Ecco, il momento. Frey si sentì seccare le fauci mentre parlava.

"...E' portare la vostra triste storia all'attenzione del Gran Sacerdote. Intercederò io stesso affinché sia fatto tutto il possibile perche sia fatta giustizia, e perché sia fatta al più presto."

Sentiva anche un lieve tremore alla mano destra. In fondo, era impegnato in una conversazione con una creatura folle abitante nelle viscere della terra.

Era il minimo, essere un po' nervosi.

"Dunque... Quando tutto sarà risolto, vi comunicherò l'esito. Posso contare di ritrovarvi in questo stesso luogo?", concluse.

 
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view post Posted on 14/2/2009, 21:14
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Con nervosismo e rigidità, ma alla fine Frey rispose... ma la sua risposta non le piacque. Anzi, ignorò quasi l'ultima frase del Cavaliere quando sentì l'espressione "giustizia sia fatta". Come poteva essere fatta giustizia? Come avrebbe mai potuto essere fatta giustizia? Era da millenni che quel crimine era rimasto impunito e nessuno avrebbe potuto punire Atena per ciò che le aveva fatto!
"Giustizia..." sibilò Aracne in maniera inquietante. "E' da millenni che ho capito che la giustizia non ci sia. Sono millenni che l'aspetto qui e la mia umanità... la mia umanità... quando tornerà? Solo con l'Armatura di Tarantula."
Quindi la creatura millenaria sembrò arrivare finalmente a fissare Frey e gli disse: "Se porterete con voi l'Armatura d'Argento, allora posso anche aspettare qualche altra ora... se no..."
Se no avrebbe mandato i suoi figli a infagottare quello stupido gattaccio e a prendere quel benedetto scrigno dopo essersi occupata di persona di quel burino inglese grecofono!
Aveva aspettato tanto, troppo che venisse al mondo un Cavaliere di Tarantula e aveva spostato quasi tutti i suoi figli sotto quel monte sacro a quella maledettissima scrofa di Atena... Non avrebbe aspettato oltre e non si sarebbe lasciata sfuggire l'unica occasione che aveva di poter tornare come un tempo! Il mondo era cambiato e l'aveva visto in più occasioni. Ma un corpo di nuovo umano, giovane e bello, dalla pelle liscia e senza peli capace di nuovo di godere della luce del sole e delle grazie della giovinezza... Era un sogno, un'idea, uno scopo che aveva perseguito fin da quando era riuscita a recuperare la capacità di ragionare e soprattutto di ricordare il suo passato.
 
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