Fornace vs. Andormeda Nero

Marcus calcò nuovamente la sabbia dell'Arena.
Il motivo per cui era giunto lì non era la ricerca di un avversario qualsiasi, ma di uno specifico. Gli era stato recapitato un messagio anonimo, nel quale gli si diceva di recarsi in battaglia di prima mattina all'Arena per uno scontro non letale con un Aspirante Cavaliere appartenente alla Costellazione di Andromeda.
Al Cavaliere della Fornace parve strana quella richiesta, ma dopotutto Baian, un uomo decisamente superiore a lui, non si era rifiutato quando gli era stato chiesto di scontrarsi con lui stesso per la sua prova di investitura. Quindi, all'alba di quel giorno, Marcus si trovò all'Arena con lo scrigno della sua Armatura sulle spalle e il bastone a due lame appeso tra esso e la schiena stessa.
Tuttavia ancora nessuno si vedeva. Le ombre però erano ancora lunghe perché il sole non era ancora sorto.
*Forse sono arrivato troppo presto, come al solito* si rimproverò, mentre vedeva le prime luci dell'alba che sfioravano le mura superiori dell'Arena.
Marcus si tolse quindi lo scrigno a terra vicino ad un muro interno del luogo dello scontro e prese in mano il suo bastone, trofeo di un'incredibile battaglia, senza tuttavia allontanarsi.

Una figura piuttosto strana fece la sua comparsa all'arena poco dopo di lui. Nella penombra del primo mattino, il nuovo arrivato si confondeva con esse grazie ad un abbigliamento scuro e fu solo grazie alle sue parole che riuscì ad individuarlo meglio.
Parole che tuttavia non predisposero bene il Cavaliere allo scontro: il suo avversario infatti apparteneva alla costellazione di Andromeda, ma era un Aspirante alla sua aberrazione, ossia all'Armatura di Andromeda Nero!

L'espressione di Marcus, solitamente abbastanza cordiale, mutò radicalmente, divenendo istantaneamente ostile, sebbene coperta dalla semi-oscurità.
"Sì, sono io il tuo avversario, il Cavaliere della Fornace" disse con tono che si sforzava di apparire neutro "E visto che tu sei il mio avversario e per antonomasia usi delle armi, combatterò anch'io armato. Per tua fortuna, non suerò la mia Armatura... ma non pensare che sarò meno pietoso con un aspirante Cavaliere ad un'aberrazione di Atena."
Detto questo lasciò la sua Armatura e si portò in centro all'Arena, facendo roteare il suo bastone e portandosi in posizione di guardia.
"Estrai pure le tue catene... e a te la prima mossa."
Marcus voleva riservare alcune sorprese a quell'Aspirante e di certo non si sarebbe trovato a buon partito con lui. Le leggi di Atena erano chiare e lui non sarebbe morto... ma questo non gli impediva di cercare di "dissuaderlo" dal percorrere quella strada.

Lo sfidante non perse tempo e, dopo aver gettato via con noncuranza ciò che fino a pochi secondi prima teneva nascosto lui e le sue catene, lanciò la destra all'attacco. In quel frangente, Marcus riusciva a vedere meglio il corpo del suo avversario, ma le sue catene erano ancora ben nascoste nella penombra. Questo lo avrebbe penalizzato non poco. Ad ogni modo, il suo attacco venne lanciato.
A mezz'aria si materializzarono altre catene nere, almeno una decina. Marcus non riusciva a capire quali fossero reali e se ve n'era più di una reale, ma poco importava: in quella penombra erano a mlapena distinguibili le scie che producevano andando contro le prime luci dell'alba e a Marcus era negato pure il beneficio di vedere le pmbre che proiettavano quegli strumenti d'offesa.
*In tali condizioni, o tutto o niente!* pensò, ricordandosi degli insegnamenti del suo maestro.

Quindi Marcus iniziò a ruotare velocemente il suo bastone, disegnando con esso un'orbita abbastanza ampia da essere protetto da tutte le catene, vere e illusorie assieme. Nel mentre, iniziò anche a far scorrere il fuoco all'interno del bastone per essere pronto al contrattacco.
Quindi sentì l'inconfondibile cozzare metallico contro la propria arma e la punta di una catena venne deviata in alto verso destra, senso di rotazione del bastone, e Marcus allora lo arrestò, lo puntò verso l'avversario e dalla punta partì un fascio di fuoco equivalente al suo Pugno di Fuoco.


La potenza di quel fascio di fuoco era equivalente all'uso di entrambe le braccia, da tanto cosmo vi era imbrigliato... e ciò avrebbe colto di sopresa l'avversario, nel caso in cui si fosse aspettato una tattica più fisica da parte sua e non solo per l'effetto illuminante dell'attacco, che dissipava la penombra che avvolgeva lo stadio nel suo passaggio.

*Ci credo che non sia ancora un Cavaliere!* pensò * In una mossa ha già compiuto due o tre inaccortezze tattiche. Voglio vedere ora cosa farà con una catena fuori uso e un attacco diretto così rapido e abbagliante scagliato contro di lui.*
Il Cavaliere della Fornace teneva infatti d'occhio la catena per captare altre eventuali azioni tramite essa e intercettarle di conseguenza. E al contempo la sua guardia, apparentemente abbassata per favorire meglio l'attacco, era in realtà alzata. Il suo avversario se ne sarebbe accorto?

[Il tuo post è pieno di errori. In primo luogo la catena è schizzata verso l'alto e dovresti prima rendere palese la sua caduta se vuoi realizzare quella mossa. E poi è andata verso destra, ma è la MIA destra, quindi la TUA sinistra!
In terzo luogo io non ti ho lanciato addosso due fasci, ma un fascio unico potente quanto due in uno... e l'effetto che hai subito sarebbe quello di una palla di fuoco esplosiva, non degna del pugno di fuoco. Anche se sferzato, l'effetto è ancora devastante e anzi non riusciresti a pararlo con il solo avambracio, perché così creeresti due lingue e non una! Senza contare che il resto del fascio resterebbe integro e ti arriverebbe addosso con la potenza del getto di un idrante appena aperto... ovviamente fatto di fuoco. In pratica tu con la tua mossa non avresti smorzato, ma addirittura aumentato i danni!
Nonostante questo, proseguiamo.]

L'Aspirante Cavaliere Nero aveva subito in pieno il suo colpo, perdendo così la tunica e la pelle del braccio. Si chiese come avesse fatto la catena a non fondersi con la sua carne, ma di sicuro un fatto era evidente: il ragazzo non sapeva come usare la sua catena difensiva: sembrò sulla strada giusta quando tirò una sferzata alla fiammata, creando due lingue di fuoco, ma poi rovinò tutto quando decise di non continuare a frapporre la catena come un tagliafuoco. La scelta, sebbene fosse un ripiego all'uso della catena d'assalto appuntita, sarebbe potuta essere una buona soluzione difensiva. Invece aveva sacrificato la difesa per cercare di sferrare un attacco... piuttosto velleitario.
Il Cavaliere della Fornace sapeva bene quanto potesse essere pericolosa la Catena di Andromeda e quanto essa potesse muoversi anche a comando empatico del proprio utilizzatore. Così aveva tenuto d'occhio la vera arma da quando era stata respinta e rivelata rispetto alle altre illusioni che la coprivano durante l'attacco. E aveva fatto bene: in tal modo infatti si era accorto dei suoi movimenti e pertanto gli era bastato saltare a piedi uniti per evitare qualsiasi conseguenza spiacevole. Gli era stato possibile perché il nemico aveva mosso la catena mentre l'ambiente era ancora illuminato dalla fiammata del Pugno di Fuoco e non aveva invece aspettato che tornasse la penombra, cosa che avrebbe reso il tutto molto più difficile. [OT: non hai specificato quando hai attaccato e quindi io ho potuto approfittare di questa tua mancanza]
Per evitare che l'Aspirante indirizzasse la sua catena verso l'alto, lanciò immediatamente un altro attacco: sulla sua mano sinistra comparve un'altra luce infuocata e quando la scagliò contro Shaka, essa si divise in quattro sfere, che puntavano tutte contro il bersaglio con una traiettoria ad arco.


Quelle che si dirigevano contro Shaka sembravano comuni palle di fuoco, ma se avesse deciso di subirle come aveva suito il Pugno di Fuoco, il suo avversario si sarebbe ritrovato molto più ustionato diprima... e per giunta bastava farne esplodere una per creare una reazione a catena. Se fosse avvenuta a mezz'aria, Marcus sarebbe stato spostato più meno violentemente indietro; se fosse avvenuta più vicino a Shaka... poteva solo immaginare cosa gli sarebbe successo.
Restava solo da vedere come avrebbe reagito.
Nel mentre, esternò la propria opinione: "E tu vorresti aspirare ad un Armatura, anche se un'aberrazione? Con errori così grossolani saresti già stato scartato qui. Forse è per questo che hai deciso di competere per quell'Armatura di seconda scelta quale è Andromeda Nero?"

Edited by Warwizard - 14/3/2008, 16:45

Il suo avversario aveva parato tutte le esplosioni senza subire danni, forse per la forza rotatria sufficientemente forte da disperdere gli effetti esplosivi senza ripiegarsi su se stessa...
*O quella catena è più potente di quella di Andromeda o qui c'è sotto qualche trucco!*

Shaka passò poi di nuovo all'attacco: prima riportò la catena d'attacco sulla sua destra [OT: come diavolo faresti altrimenti a cercare di colpirmi sul fianco sinistro?] e poi la lanciò contro il Cavaliere della Fornace, molto probabilmente nell'intento di lanciarla sul fianco dell'avversario.
Marcus spiccò un balzo all'indietro, così da portarsi già dietro a metà del tratto di catena già lanciata. Inoltre frappose il bastone in verticale e la catena ci si avvilluppò attorno...
Poi però il suo avversario lanciò anche l'altra catena nel tentativo di colpirlo, anche in tal caso, con una traiettoria trasversale analoga a quella di una frusta.
*Ma questo è pazzo!* pensò non appena si rese conto di ciò che stava facendo.
Consecutivamente, prima che Shaka potesse utilizzare strattonare la sua catena destra, Marcus mosse il bastone davanti a sé e con esso avviluppò la catena attorno ad esso come prima, subendo però il debole impatto della sfera terminale della catena sinistra sul braccio.
Nulla di preoccupante, comunque e il lieve impatto non gli impedì di impugnare il bastone con entrambe le mani e di ricominciare a riscaldare di nuovo l'arma fino a temperature esagerate, senza subirne lui le conseguenze.
Un sorriso sarcastico si dipinse allora sul suo volto.
*Ora voglio vedere come farà: o lascia andare il bastone o si lascia fondere le catene cercando di strattonarle.*
La dilatazione termica avrebbe fatto il suo effetto.

L'avversario dileggiò il Cavaliere della Fornace, asserendo di essersi messo da solo negli impicci.
In effetti le cose non quadravano: le catene non stavano subendo conseguenza alcuna.
*Ma di che cosa sono fatte queste catene? Il fuoco nel bastone è a più di 80 gradi! Anche la catena di Andromeda avrebbe paura ad avvicinarsi...*

Poi però divenne evidente cosa intendeva dire Shaka: le catene infatti divennero serpenti e tentarono di avventarsi sul Cavaliere.
Il cuore gli partì a mille e in tale circostanza fu guidato unicamente dall'istinto: fece scattare la componente segreta del bastone, ovvero le due lame alle estremità e ruotò l'arma stessa, cercando così di avvitare i serpenti e al contempo tagliare loro le teste con un rapido e fortunato movimento... per quanto la seconda ipotesi fosse improbabile e dettata unicamente dall'istinto di sopravvivenza, con il moto rotatorio avrebbe comunque deviato i serpenti. E per maggior precauzione portò la temperatura del bastone a oltre 100 gradi: per quanto speciali, dei serpenti non potevano sperare di restare attaccati ad una così forte fonte di calore senza subire conseguenze... sia che essi fossero reali, sia che essi fossero illusori.

La sua manovra istintiva aveva avuto successo e le catene, intrecciate e sotto forma di serpente, tornarono normali e disposte attorno al Cavaliere, il quale ne approfittò per calmare un pò i battiti accelerati del suo cuore.
*Questa è stata bella. Se quei serpenti mi avessero morso non so cosa sarebbe successo...*

Tuttavia Marcus non poteva rilassarsi troppo, poiché le catene attorno a lui cominciarono a ruotare intorno alla sua persona sempre più velocemente. Il Cavaliere della Fornace non capì se erano più intenzionate a creare un tornado, come faceva supporre la loro velocità, o se volessero cercare di disorientarlo per poi finirlo con qualche colpo fulmineo... ma la presenza di entrambe le catene nascondeva qualcosa che non poteva di certo essere positivo per lui.
Quindi Marcus decise semplicemente di sottrarsi a quella situazione volando: semplicemente puntò un'estremità del bastone a terra e diede impulso alla sua tecnica più caratteristica.


Marcus sfuggì quindi all'attacco avversario, un vortice nero, e si portò alle spalle di Shaka. Puntandogli una delle lame roventi contro la schiena disse: "Finalmente ti sei messo d'impegno... ora che il duello è finito."
Tuttavia, inaspettatamente, il Cavaliere della Fornace decise di dare un'altra occasione all'aspirante cavaliere nero... o forse voleva solo affossarlo del tutto.
Ad ogni buon conto, allontanò la lama del bastone per quel tant che bastava per compiere una rotazine su se stesso e lasciare un buon due metri tra lui e il nemico.
Indi aggiunse rivolto al suo avversario: "A te la scelta ora: possiamo continuare questo scontro oppure puoi decidere di andartene da qui con le tue gambe, ringraziando la legge di Atena che vieta le morti in questo luogo."
Nel frattempo, la sua guardia era fintamente abbassata, ma era in realtà pronto a reagire a qualsiasi mossa di Shaka.

Edited by Warwizard - 26/3/2008, 23:00