Alessandria d'Egitto, Isola di Pharos

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view post Posted on 16/4/2012, 22:23
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Millenary Saint

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I due cavalieri avanzarono al massimo delle loro capacità. Ogni volta che il leone poggiava la gamba ferita al suolo, un brivido di dolore lo scosse anche se si prodigava a non farlo notare all'amico che lo sorreggeva. Tuttavia la sua smorfia sofferente che cercava di occultare non poteva essere che sinonimo di disagio, tristezza e ira repressa per essere divenuto un peso sulle spalle altrui.
“Lasciami qua, kambei. Ti raggiungo dopo.” Avrebbe voluto dirli ma sapeva che piuttosto che abbandonarlo lì, l'amico lo avrebbe sollevato di peso per caricarselo sulla schiena come un sacco di patate.

Un ago pungente parve trapassarli da tempia a tempia, come se qualcuno cercasse di insinuarsi nella mente per comunicarli un qualcosa che il leone non riuscì a captare. Una simile sensazione la provava talvolta la mattina dopo una sbronza, quando solitamente la testa pesava oltremodo.

Bah... sarà la stanchezza...

Quando si affacciarono alla superficie, il leone potè respirare a pieni polmoni un'aria nuova, pura, di cui quasi aveva dimenticato l'ebrezza, grazie al quale, per incanto, il dolore si attenuò per qualche istante. Una timida luce illuminava un poco il viso rendendolo forse meno truce nonostante la terribile cicatrice che lo caratterizzava.
Poi il suo unico occhio finalmente si aprì per contemplare la scena davanti a lui e la serenità tanto sospirata scomparve nuovamente. Di fronte vi era una mattanza di cavalieri esanimi al suolo, feriti e prossimi alla morte, tenuti in vita dal cosmo poderoso e caldo come la brace dell'unico superstite: Marcus della Fornace, un cavaliere di bronzo virtuoso che in qualche modo aveva segnato il suo destino.
I pensieri vagavano a ritroso commemorando il loro scontro alle pendici del vulcano, per poi fermarsi sull'attuale presente quando notò una presenza del tutto estranea, bizzarra e sconcertante: una donna, dalle dimensioni abnormi e coperta di qualche lenzuolo consunto, giaceva a fianco ad un altro cavaliere di bronzo che Babel riconobbe vagamente solo per quei pochi pezzi di armatura devastata che lo proteggevano: il saint della fenice.
La situazione era drammatica, con il numero dei caduti pari a quello dei cavalieri ancora in piedi, e con il leone a spostare l'ago della bilancia senza sapere da quale parte. Sebbene le ferite e la stanchezza non avessero scalfito la sua risolutezza, era pur vero che privo dell'uso di una gamba la sua abilità era decisamente menomata, cosi come un supporto in un eventuale battaglia.
Dov'era iancu adesso? Babel sperava che l'andatura del giovane saint d'argento fosse quanto mai silenziosa e celere come un falco sospinto dal soffio di Eolo. Vola ragazzo, vola verso Atene!

Fu quindi con grande sollievo che si sedette per terra affianco a coloro che degnamente avevano combattuto per la dea anche se non li conosceva. Sorrise mentre guardava le dimensioni e le fattezze di quel donnone, le cui forme strabordavano ben oltre i lembi di lenzuolo e su cui Babel indugiò con lo sguardo più che volentieri, forse anche troppo.

Quindi esistono per davvero!

Difatti aveva sempre ritenuto la stirpe dei giganti pura leggenda e invece eccola li a portata di mano. Ironia della sorte!
Poi cercò di mantenere un minimo di contegno e con aria solenne impose a se stesso la massima concentrazione, trattenendo il dolore per la ferita alla gamba ancora ben lungi dal rimarginarsi.

Lasciate che pure il mio cosmo possa contribuire, affinchè i feriti si possano rialzare.

Il cosmo di Atena avviluppò dapprima la sua figura per poi inglobarsi insieme a quelli di Marcus e di kambei in unico grande abbraccio ristoratore.


CITAZIONE
- Guarigione – [abilità di casta]
cavalieri di Atena possiedono l’abilità tipica di curare i danni puramente fisici, sia su di sé che su altri. Maggiore sarà il danno che essi vogliono curare, maggiore sarà il consumo di cosmo e il tempo richiesto per farlo. Fintanto che questa abilità rimane attiva il saint dovrà rimanere del tutto immobile e non gli sarà possibile utilizzare nessun tipo di tecnica o altra abilità. In ogni caso non è possibile rigenerare con questo mezzo parti del corpo perdute come braccia o gambe.

ovviamente cerco di guarire anche me stesso XD
 
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Warbandit88
view post Posted on 17/4/2012, 12:13




Sulla cima della torre la situazione di pericolo era esponenzialmente calata; oramai erano arrivati anche alcuni cavalieri che avevano combattuto nei piani inferiori ed erano anche loro vistosamente provati dai combattimenti sostenuti. Li riconobbe dai loro immensi cosmi, il cavaliere d'oro della bilancia e il cavaliere d'oro del leone, anche se feriti e debilitati dalle battaglie ardevano di una fiamma incredibilmente viva e meravigliosa.
Oltre a loro due Marcus aveva raccolto un artefatto nella mano, ma era talmente preoccupato per la sorte del cavaliere della fenice, che quasi non si era accorto di tale strano oggetto; nel contempo tutti i presenti avevano evocato il potere curativo di Atena che aveva avviluppato in un abbraccio luminoso i loro corpi feriti.
Da parte a tutto ciò che stava accadendo restava l'aspirante cavaliere della bussola, il cui cuore sprofondava sempre più nella disperazione e nella solitudine, pensando nella tempesta delle emozioni:


"...bah...sembra quasi che non esista...ma del resto sono stato probabilmente solo un peso per questi cavalieri...che inutilità...diavolo...forse era meglio se non fossi arrivato; cosa pensavo di ottenere...accidenti!..."

Mentre strani e oscuri pensieri nascevano nella mente del giovane, un pensiero pressante rimaneva al centro della sua mente: andarsene da lì, tornare a casa e abbandonare tutto. Lasciare quel mondo così pericoloso e impervio e tornare alla vita facile e leggera che nelle mura familiari lo aspettavano.
Senza accorgersene i suoi pugni si erano chiusi in una forte stretta, era molto nervoso ed era sul punto di scoppiare...tuttavia ricordò ciò che gli aveva detto il suo caro maestro durante il lungo addestramento, che anche se la via fosse stata impervia e crudele non avrebbe mai dovuto cedere a sentimenti oscuri, non avrebbe dovuto distogliere mai lo sguardo dalla via di luce che portava ad Atena. Al ricordo di quelle parole stranamente il cavaliere rinsavì, accorgendosi di una lacrima all'occhio sinistro che da sola era sgorgata, segno del suo conflitto interiore. Scaccio gli oscuri pensieri dell'abbandono e della ritirata e si portò rapidamente vicino al gruppo di cavalieri feriti e dicendo loro


"Cavalieri, sò di non essere stato di alcun aiuto...sò di non averne diritto alcuno, ma vi prego lasciate che vi aiuti, in qualsiasi modo e maniera!"

 
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view post Posted on 17/4/2012, 21:09
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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La situazione cominciò a placarsi, sebbene il luogo recasse ancora le ferite di una battaglia a dir poco disastrosa: al richiamo di Marcus accorsero due Cavalieri d'Oro, ovvero Kambei di Libra e Babel del Leone, quest'ultimo decisamente provato e ferito.
Non appena la vide, il Primo Ministro sbottò con un'esclamazione che lasciava poco margine di dubbio su cosa fosse focalizzata la sua attenzione e, una volta ripresosi, collocò il compagno vicino ad Alexandra. Anche quest'ultimo poi riservò alla gigantessa uno sguardo prolungato e del tipo che avrebbe voluto evitarle. A quella vista, scosse leggermente il capo, come a dirsi "come volevasi dimostrare": non osava chiedersi cosa avrebbe potuto fare Babel se fosse stato anche solo leggermente più sano e "beningambato" e preferì non pensarci.
"Ci siamo già conosciuti Kabei di Libra, anche se forse non vi ricordate di me." replicò innanzitutto alle parole del Cavaliere della Settima Casa, mentre entrambi i combattenti dorati espandevano il loro cosmo con intenti curativi.
Poi udì le parole del giovane aspirante Cavaliere della Bussola, parole cariche di angoscia e di voglia di rendersi utile, unite ad un fondo di qualcosa che gli risuonò istintivamente oscuro, qualcosa di simile alla frustrazione o a qualcosa di ancora peggiore. "Non dire così, Arc! Qui non c'è da discutere di diritti, ma solo da cercare di aiutare e di rendersi utili come si può. E in questo momento, se sei riuscito a risvegliare il tuo cosmo, puoi impiegarne le proprietà terapeutiche per aiutare chi ne ha bisogno... e i feriti purtroppo non mancano" aggiunse girando la testa verso gli altri presenti.
Quindi si alzò meglio in piedi per cercare di amplificare il campo curativo generato con l'unione dei cosmi e catalizzare meglio le forze di tutti, quasi come un'antenna. La scena sembrava ancora devastante, ma almeno aveva dei colori la cui utilità era decisamente più gradita e consona alla natura dell'Italiano.
"Ora che ci siamo pressoché tutti, vi riassumerò le vicende di questo luogo, come da più di voi richiesto. Quando ci siamo separati alla base del Faro" disse guardando Babel più di tutti gli altri "per me è stato tutto un susseguirsi di enigmi e trappole fino a quando non sono arrivato fino qui in cima. Qui ho incontrato di nuovo lo stesso nemico che ha attaccato la Piazza del Grande Tempio e ucciso guaride e civili prima di lasciare l'indizio che ci ha portato qui. Ho avuto il supporto di Zakard e insieme siamo riusciti a ridurre il nemico a quella che ci sembrava una sconfitta, ma ci siamo sbagliati e ciò ha spinto Zakard ad una mossa critica, dalle cui conseguenze è stato salvato dall'intervento della mia amica qui svenuta, la Gigantessa Alexandra."
In tal modo, avrebbe chiarito che la ragazza non era affatto una nemica, se qualcuno ne avesse avuto il sospetto, oltre alle intenzioni non proprio pulite. Non restava che aspettare che si risvegliasse o che gli altri reagissero in qualche modo al resoconto che aveva fatto.
Ma prima di avere le risposte degli altri, si rivolse all'amico e allievo della Fenice. "Naturalmente, Zakard: la tua Armatura avrà il mio sangue dopo che avremo risanato le tue e le loro ferite. Spero solo di averne abbastanza anche per l'Armatura di Alexandra, sebbene non abbia idea di chi potrebbe aiutarci a ripararla, in assenza di Shion di Aries..."
 
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°§Iancyu§°
view post Posted on 17/4/2012, 22:48




E così iniziava l'altra missione del Segugio, il cavaliere che aveva ritrovato se stesso, o almeno un parte. La dea Athena l'aveva richiamato e risvegliato dal torpore in cui era caduto e Iancyu non la poteva deludere. Uscito dal faro a gran velocità il saint si fermò sulla spiaggia dove era precedentemente arrivato e sistemò bene sulle sue spalle lo scudo dorato sfruttandone le impugnature. Si guardò a destra e sinistra in cerca di qualche pericolo, ma trovando tutto tranquillo decidette che era l'ora di partire. Richiamato a sè una quantità si cosmo sufficiente il segugio si scagliò verso il cielo circondato dal suo cosmo argentato, come una meteora alla velocità vicina a quella del suono si diresse verso il Grande Tempio. Chissà cosa stava accadendo ai compagni lasciati ad Alessandria, chissà se era tutti sani e salvi, se la missione che aveva non fosse stata così importante, sicuramente il giovane saint sarebbe andato a soccorrerli. Tra i mille pensieri che aveva, il Silver Saint era molto determinato e proseguì dritto coprendo in brevissimo tempo grandi distanze nonostanze il peso enorme dello scudo lo rallentasse leggermente.
Intanto il suo sguardo si concentrò sui due medaglioni incastonati nell'armatura, i medaglioni che recavano i nomi di due divinità e che lo avevano aiutato precedentemente a sconfiggere l'essere egizio. Iancyu ancora si chiedeva quale fosse il vero potere di essi? Avrebbero giovato al giovane cavaliere o in qualche modo lo avrebbero danneggiato? Solo il tempo poteva dare le giuste risposte...
 
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Zakard Ki'Saad
view post Posted on 18/4/2012, 00:00




" No Marcus.. "

« mormora diniegando e sospirando, nel mentre egli rimuove dal suo corpo i pochissimi pezzi dell'armatura, i pochi sopravvissuti all'esplosione, e li adagia tutti sulle ceneri dell'armatura stessa, ceneri dal colore rossastro-arancione, lo stesso colore del bronzo »

" Un modo per sconfiggere quell'avversario c'era. Senza mettere a repentaglio la mia vita.. nonchè la vita di costei.. "

« uno sguardo, amareggiato, rivolge verso Alexandra »

" Io... io non sono degno di essere un cavaliere. I cavalieri non si comportano così. Soltanto gli assassini se ne fregano di tutto e tutti, e pensano soltanto all'avversario. L'avversario da uccidere, e non da sconfiggere. No. Questo non è un comportamento da saint, non è un comportamento da cavalieri di Athena. Guarda loro... "

« rivolgendosi a Babel del Leone, disteso con un'evidente gamba rotta e Kambei di libra, anch'egli malconcio »

" loro si che sono cavalieri.. hanno affrontato un'entità che ricordo mille volte più potente del nemico che ho spedito all'ade. Eppure non sono ricorsi a gesti estremi, non hanno sacrificato la loro missione, distruggendo tutto e tutti, pur di annientare il loro nemico. E soprattutto.. non si sono fatti beffe delle vestigia che protegge i nostri corpi, che restano comunque di umana consistenza e resistenza, visto che un cavaliere, sebbene potentissimo, non resisterebbe nemmeno ad un proiettile di pistola, se non indossa la sua armatura. "

« sospira pesantemente »

" Vi ringrazio, i vostri cosmi hanno curato le ferite del mio corpo. Ma la ferita del mio animo.. quella, purtroppo, è irreparabile. Ho perso del tutto il mio cormo forse perchè Athena ha voluto che fosse così. Io.. non sono degno di essere il cavaliere della fenice. Qualcuno più degno succederà di sicuro a me. "


« un'espressione serena compare nel volto di Zakard, mentre osserva Marcus »


" Grazie di tutto, Marcus. Anche se ora non sono più un cavaliere, e non ho più alcun cosmo da utilizzare, sappi che comunque io non muoio, e non tornerò in Nepal. Quindi, se mai sarai libero per un caffè, un giorno, potremmo sempre ritrovarci. Hai pur sempre il mio contatto di Facebook "

« un inchino verso Kambei di libra, sacro guerriero della Bilancia ed uno verso Babel, sacro guerriero del Leone »


Tornerò in grecia con un traghetto o con un volo di linea. Buona fortuna con il resto della vostra missione.


« dicendo questo, Zakard discende le scale, scomparendo dalla vista dei presenti e, non avendo più alcun cosmo, anche dal loro campo percettivo. »
 
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view post Posted on 18/4/2012, 17:51
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Millenary Saint

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Mentre ascoltava assorto, ci fu un momento in cui era prossimo a infuriarsi per l'aria da funerale che aleggiava intorno al gruppo. Il leone non era affatto d'accordo su ciò che udiva: si, erano tutti malconci ma perlomeno vivi e anzi lui era proprio raggiante perchè finalmente non era stato testimone della morte dei suoi compagni, come precedentemente era già accaduto e per il quale, dopo tante lacrime, era rimasto solo il ricordo.

Questo è il colmo... esco di tutta fretta da una cripta per poi invece ritrovarmi in un mortorio ancora peggiore!

Disse in un misto tra lo sdegno e il disappunto.
Zakard pareva essere preda di qualche senso di colpa che Babel stentava ad afferrare, così come prima di lui un altro cavaliere, o aspirante tale, che non aveva ancora notato. Ad ogni modo le loro parole gli rammentarono il suo passato, quello di tanti anni fa, quando anche la sua mente era assediata dagli stessi pensieri... quando l'impulsività soppianta il raziocinio.

E' già passato il prete per l'estrema unzione? Sbaglio o siamo ancora vivi? Tsk... dovreste apprezzare di più il dono della vita! Comunque sia se può rasserenarvi, sappiate che lo scudo di Atena è stato recuperato. Ora è in mano al giovane segugio che è in viaggio di ritorno verso Atene. Quanto a te...

Il suo unico occhio si posò sulla fenice quasi a volerlo fulminare, frattanto fece in modo che le ultime gocce di sangue della ferita sulla coscia, insieme a quelle di Marcus, andassero ad imbrattare i frammenti dell'armatura di bronzo sparsi per terra, auspicando che tale gesto potesse far risorgere le sacre vestigia della fenice dalle sue ceneri.

... questa sorta di dimissioni non si addicono ad un cavaliere di Atena, specialmente a uno della tua nomea. Alzati in piedi... non è ancora il momento della dipartita della fenice!
 
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Zakard Ki'Saad
view post Posted on 18/4/2012, 19:35




« forse a causa del sangue di Babel versato sui resti del cloth di phoenix, o chissà per quale altro strano fenomeno, la cloth reagisce a ciò, illuminandosi per un istante, forse un secondo soltanto, di una luce infuocata che immediatamente divampa. Ed in quel preciso istante, risplende della stessa luce anche tutto il corpo di Zakard. il quale, pochi istanti dopo, si ferma. Dopo aver udito le parole del Leone »

" I cavalieri affrontano tante battaglie. E per loro non deve esistere la sconfitta. La vittoria appartiene ai giusti. E se un giusto viene sconfitto, allora non era poi così giusto come pensava di essere. "

« mormora stando di spalle rispetto a tutti i presenti, ormai a un passo dalle scale »

" Ho sconfitto Mintaka con un prezzo troppo alto. Ho vinto la battaglia contro Mintaka. Adesso non mi resta altro da fare che vincere un'altra battaglia: quella contro me stesso. "


« quindi sospira, diniegando vistosamente con il capo »


" Non me ne andrò... ma, per favore.. lasciatemi solo... "


« mormora e, che possano ribattere o meno, discenderà le scale del faro, fino a raggiungere il pian terreno »
 
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view post Posted on 18/4/2012, 21:57
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La cura di Alexandra era o doveva essere abbastanza a buon punto, così decise di anticipare la soddisfazione alla richiesta di Zakard. Nel frattempo anche le condizioni di Babel sembravano essersi sufficientemente stabilizzate da permettergli di unire il proprio sangue a quello del Cavaliere della Fornace e permettere di dare una grande possibilità di resurrezione all'Armatura della Fenice. Zakard invece fu preso da un qualche genere di sconforto inspiegabile, che cercò di giustificare con il fatto che forse Atena non lo voleva più come Cavaliere e che non riusciva più ad evocare il proprio cosmo... come se il suo gesto avesse rotto qualcosa dentro di lui.
La reazione rabbiosamente ironica del Leone non tardò a farsi sentire, ma la Fenice non sembrò riuscire a scuotersi e a tornare quello di prima.
Conosceva il suo allievo, ma non riusciva a giustificarsi il suo comportamento. Così scelse di prendere momentaneo congedo, di seguirlo e di andare a parlargli in privato. quando fu abbastanza certo di non essere ascoltato dagli altri, gli disse abbastanza a muso duro: "Hai già dimenticato ciò che ti ho insegnato, Zakard? Puoi credere quello che vuoi riguardo alla tua fede, sai che non ho mai imposto nulla a nessuno su questo aspetto, ma non tirare in ballo chissà quale entità: il cosmo non è un dono divino, ma la più alta e concreta espressione della propria volontà. Se sei confuso, il tuo cosmo non ti risponderà e l'Armatura della Fenice non risorgerà. Prenditi il tempo che vuoi, ma dissipa i tuoi dubbi e torna da noi: abbiamo bisogno del Cavaliere della Fenice." Si voltò, ma prima di ritornare di sopra aggiunse: "Io ho bisogno di te, di un amico... come ne ho avuto prima. Senza di te, sarei probabilmente morto contro Mintaka Orionis."
Quindi ritornò sulla sommità del Faro e riprese ad emanare il proprio cosmo su Alexandra e su Babel, onde accelerare la loro guarigione: dovevano essere tutti in grado di camminare prima di poter cercare di scoprire dove altro andare.
 
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view post Posted on 18/4/2012, 21:59
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Millenary Saint
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Il cosmo dorato dei cavalieri d'oro lì riuniti cominciò ad avvolgere il corpo di Alexandra che stremata, si era ritrovata a cadere in terra del tutto priva d'energie, speranzosa sino alla fine nel fatto che il suo sacrificio avesse potuto salvare delle vite, sia quella del saint della fenice che quella del loro nemico per lei avevano valore e d'altronde, lei pur non essendo ostile ai saint di Athena non poteva considerarsi una loro alleata.

Per lei quella terribile contesa andava semplicemente fermata senza che fosse versato inutilmente del sangue ed ancora una volta, in fondo al cuore seppe d'aver fallito nel ruolo che s'era imposta, a cosa seriva una sorella maggiore se non era in grado d'evitare che i più piccoli si facessero del male in maniera tanto futile?
La sua lunga vita doveva servire come guida ed esperienza eppure, quel suo stesso sacrificio non era servito a nulla se non a dimostrare quanto la gigantessa fosse irrimediabilmente stupida.

I suoi incubi erano venuti a turbrle nuovamene il sonno, differenziandosi però dalle solite visioni che la vedevano scacciata dai fratelli che l'incolpavano del fatto d'essere libera, non aveva scelto lei di fuggire a quelle torture ma questo non riusciva ad attenuarle il senso di colpa.
La verità era che invece, la gigantessa non ebbe che un rifesso distorto della realtà, seppure incoscente, rimaneva stranamente consapevole dei cosmi che la circondavano, ne setiva il calore ma nel mondo onirico in cui si trovava rinchiusa, quest'ultimi divenivano gelidi e taglienti mentre le sagome dei suoi alleati si distorcevano sino a tramutarsi in esseri grotteschi, i quali cocnretizzarono il proprio cosmo in catene di ghiaccio indistruttibili, le quali costringevano la gigantessa in ginocchio di fronte ad Athena, la divinità della quale non credeva di potersi più fidare.

Le sue domande si fermarono in gola come congelate dal collare che le veniva imposto mentre si rivogleva alla divinità, l'aveva lasciata proprio eprchè credeva che in un qualche modo, la dea volesse sfruttare la sua ingenuità e le sue buone intenzioni.
Lei desiderava ardentemente aiutare i suoi fratelli ma era ben conscia oramai che nessuna divinità l'avrebbe sstenuta in ciò e che un aiuto nons arebbe stato più che una vaga promessa in cambio della sua sottomissione.
Alexandra non voleva dare adito all'orgoglio, ma sentiva dentro di sé quella rabbia e quella frustrazione che in sogno l'aggredivano annebbiandole la mente ed impedendole di vedere chiaro, ogni volta che si coricava, non faceva altro che pensare a come nonostante tutto fosse sola e che per quanto non desiderasse accettarlo, in lei dimorava la furia dei suoi simili, la quale sfrutava ogni sua debolezza pur di crescere.

Alexandra era in quel momento schiacciata tra due necessità opposte, liberare i suoi fratelli e vivere con essi in pace con gli umani, un desiderio utopico e d'altronde, lei stessa pensava che forse avrebbe potuto limitarsi a vviere con gli umani ma il senso di colpa la divorava e la missione diveniva di giorno in giorno sempre più vicina all'ossessione.

Nel mondo del sogno si vide cadere nel vuoto, verso le oscure profondità del Tartaro e fermarsi a mezz'aria solo per effetto delle catene ghiacciate che la legavano agli dei, la tensione era terribile e nel risvegliarsi, la gigantessa scoprì d'essere sudata e fissò con occhi spalancati e d'un intenso azzurro i numerosi saint presenti vicino a lei.
Un mantello le copriva il seno e lei se lo sistemò gardandosi atorno, ancora intontita dal sonno e stordita da tanta calca, individuando Marcus ed il saint della fenice che nuovamente in piedi se ne stava andando, la gigantessa si sentì in parte sollevata.

Ma non percepiva il cosmo di Mintaka e così chiese debolmente senza rivolgersi a nessuo in particolare pur guardando Marcus:

"Si sono salvati entrambi..?"

Se l'avessero aiutata, sis arebbe mesa a sedere e si sarebbe lasciata stringere il mantello a mò di fascia reggi-petto, dalla vita in giù la sua armatura era ancora intatta ed avrebbe rifiutato che chiunque vi versasse il proprio sangue...ne era già stato perso troppo e per un'armatura da gigante, nessun umano poteva donarne a sufficenza senza morire ed anche allora, non sarebbe bastato.

D'ltronde, non era detto che tutti volessero aiutarla, per molti di loro i giganti erano nemici e forse avrebbero preferito farla prigioniera per tenerla sotto controllo, poteva sperare solo che ad eccezione di Marcus, anche gli altri tre cavalieri che aveva incontrato avrebbero rassicurato gli altri in merito alla sua presenza, doveva aiutare Iside e forse larisposta si nascondeva nelle teste di quei saints.
 
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view post Posted on 18/4/2012, 23:23
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Gold Saint di Libra

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**Tutti sembravano essersi ripresi , così Kambei smise di elargire quel poco di cosmo che gli rimaneva e si sedette a gambe incrociate sul pavimento per assistere alla strana scena melodrammatica che si stava mettendo in atto .
Il senso di colpa aveva soprafatto Zakkard , il quale era evidentemente scosso per aver rischiato la sua vita ed essere arrivato ad un passo dal perderla , ecco perché il gold Saint diffidava dalle parole del giovane che sembrava lagnarsi del aver perso la sua armatura nello scontro , in realtà era uno sfogo in seguito allo stess subito , almeno questa era l’idea che si era fatto in testa. Ben capiva i sentimenti della Fenice , dato che non solo anche egli era stato prossimo al trapasso , anzi era proprio trapassato , ma grazie al suo maestro era tornato in vita , quindi ora solo il maestro di Zakard, Marcus poteva far rinsanire il suo allievo , indi decise di ammonire la lingua fetida del suo amico **

L’ipocrisia mal si addice ad un cavaliere d’oro ,Babel , visto che tu in quella cripta la tua vita la stavi gettando e chissà grazie a quale strano agito del destino siamo salvi….uhm …a proposito

**”L’agito del destino” al quale si riferiva agli strani medaglioni di Iancyu che avevano steso Montu e di lì si accorse che il Segugio fedele , aveva prontamente ubbidito , infatti era già sparito.Si rivolse al cavaliere appena arrivato , che sembrava essere il più fresco , un aspirante cavaliere a prima vista , forse non sarebbe riuscito a raggiungere Iancyu che era in fuga verso il grande tempio , tuttavia perché non provare?**

Tu giovane , visto che sei tanto volenteroso di dar un mano ascolta queste mie parole , anzi ascoltatemi tutti .

**Il tono si fece perentorio , tipico di un capo, voleva prendere in mano la situazione**

Io e questo sciocco Leone e grazie all’aiuto di Iancyu del Seguigio , siamo riusciti a recuperare lo scudo della nostra amata dea e adesso il segugio è in corsa verso il Santuario , per rimetterlo al giusto posto , quindi questa missione per ora , può definirsi un successo a tutti voi i miei complimenti. Tu , giovane aspirante , gettati all’inseguimento di Iancyu , anche se non lo raggiungerai mai , potresti essergli utile , di certo molto di più che restando qui , va pure su!

**Fece un spiro e riprese fiato , passandosi una mano fra i capelli , la situazione si era calmata ma rimanevano ancora troppe domande , le stesse che aveva fatto al Montu , perché aveva preso lo scudo di Atena?Cosa voleva farne? Ancora quella sensazione di imbarazzo lo pervase , non gradiva molto star al centro dell’attenzione e dar ordini , provava la stessa sensazione di un pesce fuor d’acqua, tuttavia era ciò che il suo ruolo gli imponeva.**

Intanto quelli che si sono ripresi di noi , cercassero qualche indizio che possa aiutarci a risolvere il mistero che ci hai portato tutti qui: il perché di tutto questo,ho il sospetto che ci è andata fin troppo liscia

**In quel momento la gigantessa si risveglio , la sua enorme mole sul davanti si riportò in posizione verticale , il provvidenziale mantello di Marcus le servì , tuttavia dalla sua espressione ,Kambei intuì lo spaesamento della femmina di Gigante e cercò di tranquillizzarla.**

Sta tranquilla , non abbiamo cattive intenzioni , ci hai aiutato in fondo

**E sperava che continuasse a farlo , uno strano presentimento prudeva sul collo del Saint e pur passandovi la mano sopra non riusciva a togliersi dalla faccia la sua espressione preoccupata**
 
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view post Posted on 19/4/2012, 06:21
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Millenary Saint

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Le dure parole di Babel non sortirono l'effetto sperato sullo spirito inquieto della fenice, la quale preferì allontanarsi dal gruppo per meditare con la propria coscienza. Solo Marcus pareva essere l'unico a cui avrebbe dato credito.

Ahhh sti giovani di oggi!

Nel frattempo la gigantessa si svegliò e fu facile intuire il suo sconcerto nell'essere attorniata da cosi numerosi saint. Babel, benchè abbia contribuito a guarirla, diffidava della sua presenza riservandola un'occhiata sospettosa dal suo sguardo terribile e sfigurato. Chi era e cosa ci faceva lì?
Chi l'aveva chiamata?
Nuove domande ora si insinuavano, ad ogni modo il leone capì che doveva dedicare un attenzione di riguardo su questa gigantessa, onde evitare raggiri e brute sorprese. Probabilmente le innumerevoli lotte contro gli specter avevano inasprito il suo cuore, tanto da non fidarsi di tutti coloro che non erano cavalieri di Atena suoi fratelli.

Finalmente anche Kambei si ricordò di avere la lingua, anche se talvolta ne faceva un uso improprio. Babel si sentì chiamato in causa quando il monito dell'amico giunse puntuale, accusandolo di mosse troppe ardite e pericolose. Di rimando il gold rispose con una frecciatina scherzosa, che accompagnò con un gesto della mano come a voler scacciare una mosca fastidiosa:

Sono solo dettagli, amico mio! Se davo retta al tuo consiglio a quest'ora avevamo un dio nemico che imperversava nel faro... Dobbiamo osare ogni tanto, spero che ciò lo capisca anche Zakard

Rise dando una poderosa pacca sulla schiena del fidato amico. Poi quando la bilancia si prolungò in un monologo in cui si atteggiava a capo della missione, Babel si rilassò seduto, allargando le braccia come segno di rassegnazione.
Frattanto tirò fuori il medaglione recuperato nella cripta e ci giocò con le dita facendolo roteare come se fosse una grossa moneta.
Presto dovevano essere in marcia, voleva godersi il momento.
 
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Warbandit88
view post Posted on 19/4/2012, 12:50




L'aspirante saint della bussola alle amichevoli parole del cavaliere della fornace si unì al gruppo ed elevando il cosmo, anche se in piccola parte sperò di aiutare quelli che un giorno sarebbero potuti diventare suoi alleati e compagni. Restò in silenzio ossequioso mentre tra loro parlavano, tuttavia qualcuno mancava all'appello, il silver saint del segugio con il quale poco tempo prima si erano divisi non c'era, per un istante il giovane Arc temé il peggio, poi il sommo cavaliere della bilancia gli spiegò l'accaduto e invitò l'aspirante saint della bussola a raggiungere il compagno, partito per una missione di vitale importanza.

...Nobile Kambei, partirò immediatamente alla volta di Iancyu, spero di avvertire presto il suo cosmo per potermi teletrasportare da lui per dargli manforte, ora scusate, e che Atena guidi i vostri passi nella sua luce splendente...

Detto ciò rapidamente si dileguò negli antri del faro per raggiungere quanto prima il cavaliere del segugio, partito oramai già da tempo. Mentre correva via, notò con estremo piacere che la gigantessa era rinvenuta e sembrava rapidamente riacquistare energie, quindi rincuorato che tutti erano relativamente al sicuro, accelerò al limite delle sue possibilità il cammino alla volta del Grande Tempio, illuminandosi di luce cosmica si lanciò dunque all'inseguimento.

 
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view post Posted on 19/4/2012, 22:34
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Zakard non diede mostra di dargli ascolto, ma in fondo lui neppure glie aveva dato l'occasione di rispondere, perché era tornato su da Alexandra e dagli altri feriti. Dopo un piccolo scambio di frecciatine tra lui e Babel del Leone, il Primo Ministro cominciò a dare disposizioni ed ordinò ad Arc di raggiungere Iancyu, cosa che fece, sparendo poco dopo com'era sua prerogativa fare.
Nel frattempo Alexandra si riprese e con voce stanca chiese se entrambi si erano salvati. Sapeva a chi si stesse riferendo e Kambei fu il primo a rivolgersi a lei, con un tono e soprattutto con parole rellativamente di circostanza. Marcus invece si fece molto più vicina all'amica rigenerata nel corpo, ma non ancora nelle proprie forze fisiche e si inginocchiò vicino a lei e le mormorò gentilmente a mezza voce: "Vieni, ti aiuto a risollevarti."
Ricorrendo ad un'altra dose del suo cosmo esclusivamente per se stesso, aumentò la propria prestanza fisica per quel tanto che bastava a sollevare la Gigantessa e a metterla almeno a sedere senza accumulare uno sforzo che umanamente non sarebbe stato altrettanto facile da compiere. Nel farlo tuttavia fece attenzione affinché il suo mantello non lasciasse vedere troppo le grazie superiori della Gigantessa e una volta appoggiata ad un muro abbastanza stabile, si prodigò per trasformare il suo manto in una fascia reggiseno. Non era esattamente pratico di indumenti e men che meno di biancheria femminile e quindi il suo lavoro rischiava di essere un po' troppo scadente, ma almeno qualcosa avrebbe fatto. Poi forse avrebbe provveduto la stessa Alexandra ad agghindarsi meglio.
"Ecco fatto. Ti chiedo scusa, amica mia, se non sono riuscito a farti un pezzo all'ultima moda, ma purtroppo con i vestiti non me la cavo come con i metalli" cercò di scherzare lui tornandole di fronte. Il tono che aveva tenuto era stato comunque abbastanza forte da farsi sentire anche dagli altri presenti e far capire loro che di Alexandra ci si poteva fidare... o che almeno lui si fidava e la cosa poteva non essere poco, nonostante fosse un semplice Cavaliere di Bronzo.
Notò che l'Armatura della Fenice ancora non aveva reazioni e ancora non percepiva il cosmo di Zakard... probabilmente stava ancora riflettendo, ammesso che lo stesse facendo.
*Sbrigati a risorgere, Fenice! La battaglia non è ancora finita e tu non puoi restare cenere namida!*
Cercò di accantonare quel pensiero e si allontanò di qualche passo per abbracciare tutti i presenti con lo sguardo.
"Purtroppo non abbiamo molti indizi. Zakard ha esagerato nel suo atto e la creatura disumana che ci ha attaccati è morta prima di darci risposte..." Si avvicinò quindi ad Alexandra e le mise una mano sul braccio prima che potesse replicare qualsiasi cosa e guardandola negli occhi le disse più direttamente: "Dispiace anche a me per quello che è successo, ma non potevi farci nulla. Anzi, sei stata fin troppo coraggiosa a salvare il mio amico dal fato che aveva scelto per entrambi e a sacrificarti in quel modo. Sono io da biasimare, perché avrei dovuto attaccare un'altra volta e non cercare di dissuadre il nemico. Forse avrei evitato tutto questo... Perdonami, se puoi."
Con un sospiro, Marcus si staccò da lei e si rivolse di nuovo alla platea generale asserendo: "L'unica cosa che posso aggiungere è che Mintaka Orionis proteggeva questo..." e così dicendo, tirò fuori dalla tasca la reliquia che aveva sottratto al nemico, osservandola bene anch'egli per la prima volta e chiedendosi cosa avesse qeull'oggetto di tanto importante da valere tutto quello che era successo.
 
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view post Posted on 22/4/2012, 23:38
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Millenary Saint
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La domnda di Alexandra si perse nel vuoto e Marcus si curò maggiormente di tirarla sù e di sistemarle la fascia attorno al seno, in quel momento Alexandra si sentì addosso tutto il peso dei propri anni, nemmeno fosse una povera vecchia che necessitasse di una badante ed alla quale non andassero date le brutte notizie per timore che un infarto ponesse fine ad una serie apparentmente infinita di battiti cardiaci.
La gigantessa rispose stancamente alla battuta di Marcus riguardo al vestiario alla moda:

"Meglio così, nemmeno io sono più al passo coi tempi..."

Concluse con un debole sorriso, poi Marcus decise di fare il punto della situazione, alla gigantessa non piacque l'appellativo utilizzato per l'oramai defunto guerriero d'Orione, definirlo "disumano" non le andava a genio.
Lo stesso si poteva dire per lei in fondo che umana non era per quanto l'unica stranezza apparente fosse costituita unicamente dalle dimensioni.
Ancora molto stanca non si sentiva in vena d'imbarcare un dialogo con nessuno ma rispose a Marcus che sembrava incolparsi per l'accaduto almeno quanto lei che provò a confortarlo:

"Hai fatto quel che potevi, in teoria io avei dovuto saper fare di meglio...più passa il tempo e più mi accorgo che le cose son proprio cambiate..."

Forse era proprio vero che lei non osse che una reliquia del passato, anche il mitico potere dei giganti poteva essere rivaleggiato o persino superato da dei mortali, faticava ancora ad adattarsi a quella nuova era in cui era finita per risvegliarsi.

Sentendo parlare poi Marcus di una reliquia, Alexandra decise di passare al dunque su ciò che le interessava sapere sin dall'inizio:

"Visto che ci siamo, vorrei chiedervi una cosa, qualcuno di voi ha notizie du Iside?
Ho ricevuto una richiesta d'aiuto da parte sua e sicuramente coinvolge anche Seth, visto che siete stati attaccati sia voi che i cavlieri di Asgard, non si possa escludere un'azione su larga scala..."
 
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°§Iancyu§°
view post Posted on 27/4/2012, 14:47




Il viaggio proseguiva indistrubato, come una saetta Iancyu squarciava il cielo ed ogni secondo era più vicino alla meta. Non ci volle molto data la distanza e la velocità del Saint. Con lo scudo ben saldo sulle spalle Iancyu notò il Grande Tempio e accellerò. Dietro di lui percepiva un cosmo amico, quello di Arc che a quanto pare lo stava seguendo. Il segugio decidette di non fermarsi in quanto la sua missione aveva la massima importanza. In breve tempo arrivò a destinazione e atterrò in un quartiere desolato della capitale greca.

° Mi conviene passare dietro gli edifici lontano da occhi indisceti non si sa mai chi potrebbe esserci in città...°

Questo pensò Iancyu. Aveva preso la saggia decisione di muoversi scaltro e silenzioso. Azzerato il cosmo e aggiustatosi lo scudo sulle spalle, il Saint cominciò a correre furtivo diretto al Grande Tempio deciso a consegnare il leggendario oggetto al maestro e Gran Sacerdote Virgo.
 
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111 replies since 21/6/2011, 07:55   1561 views
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