| La discussione si stava protraendo, ma qualcosa la interruppe all'improvviso: la perla che aveva recuperato dal cadavere carbonizzato di Mintaka Orionis cominciò a brillare di una luce blu in maniera intensa e per certi versi rasserenante, donando forza vitale a tutti i presenti, compreso lui, che venne rinfrancato dalla fatica dell'uso intenso che aveva fatto del proprio cosmo e del sangue che aveva versato sui fini frammenti dell'Armatura della Fenice... ma poi la luminosità del gioiello si concentrò sull'Armaturadella Fornace, andando a creare un flusso di energia di natura sconosciuta, che scombussolò completamente la sensibilità della corazza stessa, la quale era palesemente disorientata da ciò che stava avvenendo. Quasi contemporaneamente a ciò, anche l'oggetto che il nemico aveva protetto tanto strenuamente sembrò attivarsi: in mano aveva una medaglia raffigurante su una faccia un falco e sull'altra una sorta di occhio stilizzato secondo il tipico stile egizio. Quella medaglia tutto ad un tratto prese ad inserirsi e a fondersi con l'essenza fisica stessa della sua Armatura, sconvolgendo però allo stesso tempo anche lo stesso Cavaliere, scosso fin quasi nelle sue stesse fondamenta. Gli sembrò di perdere i sensi, mentre una luce che non proveniva dai cimeli egizi gli offuscava la vista e tutti gli altri sensi e il suo spirito subiva una qualche sorta di cambiamento, come se qualcuno gli stesse rimodellando in qualche modo una parte della sua coscienza e quella della sua Armatura, arrivando addirittura a fonderle in qualche maniera sconosciuta, ma profonda, spirituale ed innegabilmente... reale. Quando infine la luce si levò, Marcus si ritrovò inginocchiato a terra ad ansimare carponi. Man mano il suo battito cardiaco arrivò a regolarizzarsi e con esso, il Cavaliere e l'Armatura della Fornace tornarono lentamente in sé: erano ancora loro, ancora divisi nei corpi e nelle coscienze. Ma in qualche modo erano anche diventati... diversi da prima, come se... come se in qualche modo il mondo potesse essere conosciuto in anticipo. *Ma cosa... cos'è successo? Cos'è questa sensazione stranissima? E'... disorientante!* Anche l'Armatura era spiazzata e sconvolta e non seppe dare risposta a Marcus, ma nel frattempo era anch'essa in qualche modo cambiata: percepiva la stessa sensazione disorientante del suo Cavaliere e allo stesso tempo non si sentiva più esattamente se stessa: era come divenuta più carica di energia, più piena, in un certo senso più consistente! Eppure la sua forma fisica non sembrava essere stata mutata...
Ma a quanto pareva, non erano stati neppure gli unici protagonisti di qualche evento inspiegabile: anche Babel del Leone e la sua Armatura erano stati travolti dagli eventi e ne erano riemersi con un nuovo fregio sul pettorale dell'Armatura d'Oro. Era successo qualcosa anche a loro, non poteva essere altrimenti. Ma prima che potesse accertarsene o anche solo aprire bocca, comparve un altro falco, il quale esternò a tutti i presenti di essere un messaggero di Ra e Osiride, prigionieri del dio del male egizio. Il messaggero li illuminò sulla sorte di Iside, cosa che spinse Marcus a guardare Alexandra con un'occhiata significativa, come a dirle che ciò rispondeva alla sua domanda di prima, e su ciò che avrebbero dovuto fare dopo. Il primo a reagire, ancora una volta con una certa offensiva diffidenza, fu Babel del Leone, il quale, pur non essendo fiducioso nel messaggero, decise di recarsi ugualmente a Memphis. Marcus decise di prendere la parola, rialzandosi con l'aiuto del bastone. "Mintaka Orionis ha già cercato di ingannarmi assumendo una forma simile e sarebbe sciocco da parte di qualsiasi nemico con un minimo di buon senso cercare di ripetere l'inganno con me presente. Io mi fido del messaggero" e si rivolse quindi al falco. "Farò come dite e mi recherò anch'io a Memphis. Vi ringrazio per averci portato il messaggio. Ma nel frattempo potreste dirci anche qualcosa di più su ciò che è avvenuto? Siamo venuti qui cercando risposte, ma finora sono troppo poche..." Poi, prima di ricevere risposta, si voltò verso Alexandra e le disse ancora: "Lo stesso vale per te, amica mia: spero che continueremo assieme questo viaggio e che nel frattempo tu ci illumini su ciò che è avvenuto ad Asgard. Ma nel frattempo, se può essere d'aiuto..." Prima di essere fermato, Marcus si incise di nuovo una parte scoperta e versò il sangue che la perla di Orione gli aveva restituito sui resti dell'Armatura di Alexandra. Non sapeva se quel gesto avrebbe permesso a quella corazza così diversa di riacquisire della forza, ma se avesse potuto contribuire in quel modo, ne sarebbe valsa la pena. Tuttavia avrebbe fermato l'emorragia con il proprio cosmo prima di rischiare troppo e di sfidare la sorte... cosa che non lo aveva mai visto vincitore, purtroppo.
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