Vita nuova, vecchie abitudini

E chi l'avrebbe mai detto. Una semplice visita ad un elemento della precedente vita da cavaliere d'argento, si era trasformata in una giornata di piacere tra i sessi opposti.
Elene aveva un fisico mozzafiato che sotto l'armatura ben poco si notava ed un carattere in tal senso che avrebbe fatto piacere a non pochi uomini. Una donna che prende l'iniziativa voleva dire aver trovato una donna d'esperienza e che non aveva nelle pagine del suo vocabolario la parola "emicrania" o "aulin".
All'invertirsi delle posizioni cambiò la visuale di Vhan nei confronti della compagna, dato il panorama di molto più appagante e le curve più definite. Era un po come guardare una pista di formula uno da un elicottero: era tutto molto piu chiaro e avvincente. Grande cosa avere il pollice verde.

La durata delle varie evoluzioni durò una quantità di tempo piuttosto buona, con un bel quadretto finale della coppia fianco a fianco sul letto, simbolo di tutto ciò che poteva rappresentare una grande "soddisfazione" post "piacere".

Leì asserì qualcosa sull'aver dato un motivo in più per paragonarlo ad un Toro e che avrebbe cercato qualcos'altro per poterlo prendere in giro.

Ohh un complimento da parte tua dopo una cosa del genere dev'essere davvero qualcosa di raro immagino. Grazie quindi, ma devo dire che tu hai un fisico affascinante ed un carattere ancor più...interessante

Accennò un sorriso appena finì la frase, come preso da un certo senso di soddisfazione per quello che aveva appena fatto. Portò poi il braccio destro intorno il collo di Elene per poi carezzargli la guancia a ridosso della bocca utilizzando il dito indice. Provò con delle coccole post letto in maniera tranquilla mandandogli ugni tanto degli sguardi nei suoi occhi azzurri quando realizzò qualcosa:

Dannazione, un sigaro ci voleva proprio adesso, ma mi sa li avrò dimenticati nella seconda casa.

Una bella fumata e sarebbe stato come la ciliegina della torta, ma purtroppo per lui ne avrebbe dovuto fare a meno.

Edited by Vhan L'Arciere Arcano - 25/5/2011, 00:21

Elene si ritrovò quasi avvolta dal braccio muscoloso di Vhan il quale incominciò a con una piccola serie di coccole e grattini sulla guancia della ragazza, la quale però bloccò tale esecuzione afferrando la mano. Come ovvia conseguenza mosse le dita della mano bloccata in modo da sfiorare le altrui, come riflesso condizionato, infondo non sentiva una presa forte. Probabilmente non erano di suo gradimento
ma aveva poca importanza alla fine, dato che la parte migliore era appena finita ed al migliore dei modi oltretutto.

La mancanza dei sigari in quel frangente era abbastanza pesante, non che Vhan ne fosse dipendente dato che un pacchetto da venti gli durava anche due mesi, ma in quei casi fumare sarebbe stato anche poetico forse.
Di lì a poco Elene fu stuzzicata dalla curiosità riguardo la storia dei sigari, sul motivo per il quale si abbia una resistenza tale avendo dei sigari a portata di mano.
Vhan accennò un sorriso e poi rispose:

No in realtà li fumo davvero poco, giusto in qualche occasione speciale. Mi aiutano a liberare la mente e rivolgerla al passato, presente o futuro che meriti pensiero. Intanto ti dico che i sigari non si respirano, per cui nei polmoni non ci arrivano. Inspirarli significherebbe morire dieci volte più rapidamente di quanto non si farebbe con le sigarette normali. Non mi sono mai chiesto molto su di te, forse per via di averti conosciuto praticamente sempre in missioni pericolose. Tu come tiri avanti qui? Hai un motivo particolare che ti spinge a rimanere qui a rischiare la vita in ogni momento?

L'espressione divenne seria sempre più, come se volesse sapere qualcosa sul tenersi prigionieri o vincolari ad un codice di condotta o giuramento nei riguardi del Grande Tempio. Non era facile la vita in quelle vesti, per quanto si posseggano fenomenali poteri cosmici, la famiglia mancava. Mancava viversi una vita, come nel diritto di tutti.

La domanda del cavaliere del Toro stuzzicò qualcosa nella sacerdotessa dagli occhi azzurri, tanto da farla stendere sul fianco reggendosi la testa con la mano.
Non era affatto una brutta visione vederla in quella posizione ove le lenzuola poggiavano sul suo corpo evidenziandone le curve. Per non parlare dei suoi capelli tali agli occhi azzurri incastonati come fossero due zaffiri.
Si rivelò al suo compagno di letto spiegando quanto sia violento il suo carattere e quanto gli rimanga facile divenire una sacerdotessa avendo modo di sfogarsi come meglio vuole.
La parte finale del discorso era pregno di ironia dato che riguardava la maschera che portavano lei e tutte le sacerdotesse come lei, tanto da far sorridere Vhan che la guardava negli occhi mentre parlava.
Ora però era il suo momento di parlare, già, una volta per uno non fa male a nessuno.

Portò lo sguardo verso il soffitto cominciando a pensare alla deviazione presa dalla suo fato, ironico come sempre.
Fece un breve sospiro e poi cominciò:

Sai, io sono stato condotto qui da Atena stessa o una rappresentazione di lei. Divenni cavaliere d'Ercole con la convinzione che sarei riuscito ad aiutare qualcuno, a difendere chi era più debole davanti l'ingiusto.

fece una breve pausa per poi ricominciare:

Tempo fa però feci una scoperta alquanto tragica in ambito sanitario. Si dice che la maggior parte delle malattie mortali ed attualmente incurabili erano alimentate da una lieve quantità cosmica negativa, come quella degli specter. Ogni giorno c'è chi muore a causa di queste malattie, senza che la popolazione mondiale ne venga a conoscenza tramite mezzo alcuno, alimentando l'energia degli specter. Ho avuto anche io una perdita pesante in questo senso. Da quel giorno il mio obiettivo è diventare abbastanza forte da poter schiacciare tali necromanzie, evitando ad altri quello che è successo a me e altri come me.

Una volta finito di parlare ritirò il braccio da Elene per incrociarlo poi con l'altro, socchiudendo un attimo gli occhi.

Raccontare certe cose non era mai molto piacevole, men che meno in un letto con una donna nuda a fianco dalle sinuose forme.
Vero pure che era una buona occasione per entrare in confidenza con chi si era sempre dimostrata una sacerdotessa diversa dalle altre agli occhi di Vhan, cosi come erano cavalieri diversi Loek e Marcus per via della loro esperienza collettiva nelle missioni.
Alla fine del racconto Elene portò una mano sulla spalla di Vhan come per poter dire "Mi dispiace, fatti forza". Lui rispose poggiando la propria mano sulla sua come per rispondere "tranquilla, va tutto bene".
A volte un semplice gesto sincero valeva più di mille parole anziché la solita frase di circostanza come "condoglianze", specie se a dirla era qualcuno che fino a qualche giorno prima era qualcuno che ti avrebbe investito con la macchina.
La donna dimostrò maturità in quel semplice gesto ed era un grande segno di maturità e decenza che in pochi avevano.

Spostò poi la mano dalla sua portandola sul suo torace ascoltando quanto aveva da dire Elene per poi lasciarsi andare in una risata di cuore:

Ah ah ah ah!! No no ma che campagna e campagna! Non sono fatto per la campagna te lo assicuro. Mio padre mi ci portava spesso dato che qualche terreno di proprietà ce l'abbiamo, ma non ero ispirato per nulla. Il discorso di farsi una famiglia beh, mi piacerebbe anche. Ma purtroppo l'esser cavaliere significa rischiare di rimanere ucciso in qualsiasi circostanza se vai a pensarci. Certo, non succede mai niente, ma sono molto combattuto in quanto mi troverei tra il sogno e il dovere. Se io morissi lasciando da sola mia moglie mi rivolterei nella tomba dal dispiacere credo, non certo per me. Magari se mi innamorerò come si deve è assai probabile che metterò su famiglia. Vedremo..

Disse infine posando lo sguardo su Elene, classico segno di educazione che rientra nel discorso "guardare negli occhi quando si parla".

Il discorso stava prendendo una piega divertente in quanto si cominciava con le prese in giro leggere. Era una bella giornata e passata altrettanto bene con qualcuno di riscoperto, per certi versi.
L'ennesima battuta sulla corna della propria armatura nei confronti di Vhan uscì con una puntualità quasi svizzera, se non altro si era guadagnato un altro motivo per farsi chiamare Toro, cosa comunque non da poco.

Bhe tieni conto che di corna c'è anche chi ne ha più lunghe di me. Vedi il cavaliere del Capricorno, per non parlare di quello dell'Ariete che le ha anche arrotondate!

Seguì una risata divertita. Ormai doveva conviverci con battute di quel tipo, ma se fatte da gente amichevole non era certo un problema dato che la lingua lunga la aveva anche Vhan in quel campo.
Si alzò poi dal letto togliendosi le lenzuola di dosso per cominciare a rivestirsi.

Ora devo andare Elene, è stato un piacere. Ah già, grazie per l'acqua...

Un ghigno ironico si stampò su volto del sacro toro che aveva risvegliato appena il suo cosmo per farsi rimontare l'armatura addosso.

Ci vediamo occhioni azzurri. Forse presto.

Così con un cenno fece per uscir dalla casa di Elene, per recarsi poi alla seconda casa dello zodiaco per continuare la guardia.