Le parole di Marcus erano quelle di un uomo preoccupato, anche se il Cavaliere della Fornace non era tipo da mostrare facilmente i propri sentimenti.
Zakard non era solo un suo allievo, ma era un compagno di battaglia con cui aveva già combattuto battaglie fianco a fianco, Shaija capiva quel sentimento e quelle sensazioni, anche lui aveva avuto degli amici per cui avrebbe rischiato la pelle senza pensarci due volte.
Gli tornarono in mente Arles, Luxor, Daemia, Saga, Deimos, Ba, lo stesso Sommo Mu.
Tutta gente che in quel momento non c’era, chi perché era sparito nel nulla, chi perché era morto in battaglia.
Shaija per un attimo si sentì profondamente solo, ora lontano da quel sentirsi coinvolto dalla battaglia per salvare degli amici, ma quel sentirsi alieno venne scosso subito dalla sua freddezza.
La sua nuova famiglia, i suoi nuovi fratelli erano proprio quelli che stavano combattendo e che lui non aveva aiutato durante l’ultima battaglia, non erano loro a mancare, ma lui.
Il fatto che Shaija si fosse messo in disparte in attesa di capire gli eventi, era segno evidente di un disagio interiore.
Infine accettò la richiesta di Marcus, non per altro perché voleva combattere affianco a colui che l’aveva “sostituito”, le restie stelle della Fenice avevano riconosciuto in Zakard l’ardore che Shaija aveva mostrato quando era tornato nel Santuario?
A quel ragazzo si palesava un percorso permeato da sofferenze e solitudine?
Come per Marcus, Shaija raggiunse con la telepatia il Cavaliere dell’araba Fenice.
Zakard.
Sono Shaija del Sagittario, giungerò in tuo supporto.