[Quest] I Pirati dell'Egeo, Atto Finale

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L o e k
view post Posted on 28/10/2010, 18:20




«Mpf.»

Si limitò ad un semplice cenno del capo quando il cavaliere di Cerbero propose all'Etiope di coprire le retrovie. D'altro canto sarebbe stato assai pericoloso far entrare entro quella nave il moro che usava lunghe catene per assalire i nemici.
No. Era più idoneo rimanere lì.
La catena di destra si mosse lesta a coprire un'area sempre più ampia che vedeva Loek come fulcro. Lo stesso cavaliere di argento si trovava vicino all'ingresso che conduceva sottocoperta che era stato imboccato dagli altri due suoi parigrado.
La catena si muoveva costantemente. Essa vibrava poichè percossa dal fitto cosmo. Inutile dire che qualunque attacco, qualunque offesa avessero trovato i suoi due compagni, lì tra quelle catene avrebbero trovato una difesa che permetteva il tempo indispensabile per la riorganizzazione dei ranghi per un'ipotetico contrattacco.

 
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view post Posted on 28/10/2010, 20:30
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Loek aveva compiuto una saggia scelta strategica, che gli consentì di permise di osservare e di essere osservato dal proprio Maestro, anch'egli in Armatura e con in mano il proprio bastone a lame ancora nascoste, e soprattutto di evitare di assistere in prima persona allo scempio che Vhan ed Elene scoprirono sottocoperta: oltre alla stanzetta che conteneva il motore della nave, spento dal colpo violento con l'imbarcazione del Grande Tempio, c'erano solo altre stanze, una sulla destra e l'altra dritta verso la prua. La stanza laterale era in un disordine pazzesco e conteneva un letto a castello, vari giocattoli, tutti i ninnoli tipici di una quindicenne...
Il peggio si trovava nella stanza di prua: sangue su tutte le pareti, pezzi di corpi smembrati, la culla di un bambino rovesciata e buttata di lato rispetto al letto matrimoniale intriso di sangue. Su di esso, quasi crocifissa, con le braccia allargate e delle travi conficcate ai polsi, si trovava proprio il corpo una quindicenne, nuda, insanguinata, sanguinante all'inguine e con gli occhi cavati.
Non appena sentì la porta aprirsi, incominciò a lamentarsi flebilmente e a gemere, a scuotere il capo e dire "basta" "lasciatemi" "lasciatemi morire"...
 
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L o e k
view post Posted on 7/11/2010, 07:51




Un brivido lungo la schiena fece rizzare i peli della nuca a Loek.
Il presentimento che qualcosa non stesse andando l'aveva avuta fin da quando aveva messo piede lì, ma adesso quel senso di malessere s'accompagnava alla convinzione martellante che...

Mia Déa, dimmi: Perchè non sono giunto prima?


E l'amaro si fece largo dentro di lui, dentro il cuore dell'Etiope.
Frammenti di un passato oramai remoto si susseguivano disordinatamente in quei brevissimi attimi.
Si rivedeva bambino, rivedeva la figlia del vicino sviscerata dal suo stesso padre; Suo fratello mutilato e assassinato dalla loro stessa madre...

... adesso quel senso di malessere s'accompagnava alla convinzione martellante che... la Follia aveva arbergato su quell'imbarcazione.
Questo era frutto non di demoni, non di Dèi, ma di uomini che avevano perduto la loro umanità, poiché vi era differenza tra l'essere uomo e l'essere umano.
Loek lo sapeva... e tentava con tutte le sue forze di evitare che simil differenze si manifestino in codesta maniera.
Serrò la mascella mentre una goccia gli imperlava la fronte.
Attese nella sua posizione che i suoi compagni tornassero dall'interno di quella imbarcazione.


 
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view post Posted on 13/11/2010, 12:57
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Elene di Cerbero
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Elene entrò in ogni stanza, lentamente. Fosse stato per lei, avrebbe sfondato ogni porta a calci, fregandosene della segretezza ma per una sua cretinata ci potevano rimettere i compagni.
Controllò ogni stanza, fino ad imbattersi in quella di una ragazza, probabilmente adolescente. Si perse qualche attimo in quel luogo. Camera sua era completamente diversa ma era ben conscia di non essere una normale adolescente, escludendo pure armatura e cagnolone.
Improvvisamente ebbe la consapevolezza che da qualche parte avrebbero trovato il corpo di questa ragazza. Forse era proprio lei ad emanare quell'odore di morte e putrefazione. Le si strinse lo stomaco.
Continuò il giro, dirigendosi verso l'ultima stanza non ancora controllata. Sperava che Vhan la seguisse, nonostante tutto forse non era pronta allo spettacolo a cui immaginava si sarebbe trovata di fronte.
Così fu. Perse la capacità di respirare, mentre i suoi occhi analizzavano la stanza, fermandosi sul corpo della quindicenne. Il suo corpo si mosse senza che fosse il pensiero a comandarlo. Elene avrebbe dovuto chiedersi cos'era successo, se il posto era sicuro oppure se era una mera trappola, analizzare meglio il luogo per capire le dinamiche. Invece la sua mente era indirizzata verso un'unica direzione: soccorrere la ragazza. Si mosse rapida, senza attendere le mosse di Vhan, verso il letto. I suoi occhi non potevano non vedere e capire cosa quella creatura aveva dovuto subire. Lo stomaco di Elene si contrasse spasmodico. Non per la nausea, che l'avrebbe sicuramente presa dopo, ma per l'odio. Non poteva che odiare chiunque fosse capace di un tale scempio.
« Non temere, siamo qui per aiutarti. »
La sua voce voleva essere rassicurante, anche se forse non fu così.
Voleva liberare la ragazza ma non sapeva se, togliendole quelle travi dai polsi avrebbe rischiato di farle avere una copiosa emorragia. In più andava coperta. Nessuno doveva vederla così.
« Vhan, una coperta! »
Non era in sé per capire che non aveva il diritto di ordinare nulla. C'era solo da sperare che Vhan si comportasse da persona con tatto.
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 15/11/2010, 22:59




L'ingresso nella nave era contornato da uno stranissimo silenzio post speronamento tra vascelli.
Elene e Loek seguirono il cavaliere di Ercole all'interno dell'imbarcazione per scoprire che cosa si celava all'interno di essa, soprattutto perché la missione consisteva nel risolvere il problema del mar Egeo e delle navi commerciali e turistiche attaccate da alcuni ceffi, ex cavalieri di Atena.

Uno pesantissimo tanfo era presente nell'aria ed era altamente probabile che ciò fosse dovuto al marcire di qualche cadavere infilato chissà dove....l'unica era ispezionare le stanze. Una sulla destra sembrava come una cameretta per un infante o quantomeno per dei fanciulli, il quale disordine regnava sovrano...se non fosse per le tracce di sangue sparse li per li non ci sarebbe nemmeno stato nulla di strano...
La stanza infondo verso prua era una camera delle torture, posto ove qualcuno aveva decretato come posto ove render vero un incubo ad una bambina che giaceva crocefissa al muro. Aveva gli occhi cavati e la vagina sanguinante...chiunque avesse fatto una cosa del genere era probabile essersi giocata la ragione.
Vhan tentò di rimanere calmo ed osservò le reazioni dei compagni, palesemente sconvolte, soprattutto quella di Elene che improvvisamente agguantò una coperta come per voler coprire la ragazzina.

Aspetta Elene! Potrebbe essere solo una trappola! Cosa ti fa pensare che ci sia in tutta la nave solo questa ragazzina conciata così?! Potrebbe essere una trappola!

Afferrò i polsi del cavaliere di Cerbero in modo da farlo tornare in se per poi parlargli:

Voglio aiutare anche io questa ragazzina, ma non così istintivamente. Devo ricordarti di chi andiamo affrontando? assicuriamoci prima che non sia un illusione portandogli a contatto il nostro benigno cosmo, se è un illusione dovrebbe sparire altrimenti avrà sol oche effetti benigni verso di lei e tenteremo di salvarla, ma resta concentrata! Vale anche per te Loek, cerca di rimanere concentrato.

*Maledizione. Che cos'è questa diavoleria? Che sia davvero un illusione? Come può una ragazzina sopravvivere ad una tortura del genere? No. Devo verificare che non sia un illusione o trappola.*

Concentrò il cosmo nel suo palmo destro nel modo più palese e contenuto che conosceva. Avvicinò il proprio palmo ormai intriso di cosmo ad una gamba della bambina, se era un illusione si sarebbe dissolta, oppure il cosmo si sarebbe sparso per il corpo della bambina dandogli quantomeno un po di sollievo.

Se tale si fosse dimostrata, sarebbe stata comunque soccorsa e staccata da lì nella maniera più delicata possibile...magari non aveva più gli occhi, ma con le sue parole avrebbe dato modo di far dare ai cavalieri pan per focaccia ai responsabili di tale scempio..

Loek, resta con gli occhi aperti per qualsiasi evenienza.....qualsiasi...


 
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view post Posted on 15/11/2010, 23:33
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La manovra del Cavaliere di Eracle era sensata, ma, purtroppo o per fortuna, non c'era alcun inganno: quella macabra esecuzione altro non era che la realtà. La giovane gemette, quasi che la cura fosse dolorosa quanto gli altri suoi tormenti, ma poi rialzò la testa.
"Lukas! Il mio... fratellino. L'ho... nascosto... nella cabina di pilotaggio... quando quei tizi in armatura nera ci hanno... raggiunti."
Riprese fiato, quindi soggiunse un'ultima evocazione, rivolta alla prima voce che aveva udito, quella di Elene: "Salvatelo... vi prego"
La voce della ragazzina si era fatta sempre più flebile e la sua espressione tradiva tutta la stanchezza, la sofferenza e l'angoscia che ancora provava. Ed infine, apparve palese a tutti: chiunque essa fosse, aveva subito la tortura dei Cavalieri Neri con tutta la sua famiglia e, mancando il colpo di grazia, era sopravvissuta chissà quanto solo per quell'istante, solo per affidare il fratellino a chiunque scoprisse quello scempio.
"Lo salveremo. Te lo prometto" disse il Cavaliere della Fornace, giunto non udito e non percepito dagli altri.
Lei ebbe una parvenza di sorriso e mormorò distintamente "Grazie" prima di reclinare la testa e spirare. Marcus si inginocchiò accanto al letto, abbassando il capo e facendosi il segno della croce. Tacque per il tempo di due lunghi sospiri, quindi, senza cambiare posizione, diede i suoi ordini. "Elene, va a prendere il bambino. Poi tornate tutti sulla nave. Io comporrò questo scempio."
Quindi il Cavaliere di Bronzo si alzò.

CITAZIONE

Angolo di Narrazione


Non credo ci sia bisogno di altre istruzioni. Chi entrerà per primo nella cabina di pilotaggio, troverà un fagotto in fasce tramite i suoi vagiti.
Sia che vogliate obbedire, sia che non lo vogliate fare, dite che cosa fate.

Chiederei inoltre una maggiore solerzia nel rispondere alla quest.

 
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view post Posted on 16/11/2010, 00:02
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Elene di Cerbero
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Lo sapeva, se lo aspettava. Vhan era più pragmatico e razionale di lei, almeno in quel caso. Elene si era fatta prendere dall'ansia, dalla rabbia. Era la sua debolezza, la violenza contro le donne, così come lo erano le ingiustizie nei confronti di esse.
Non gradì affatto l'essere presa per i polsi ma non riuscì a liberarsi. La forza fisica del Cavaliere era superiore alla sua. Dovette sorbirsi il suo discorso troppo razionale per lo stato d'animo in cui si trovava, senza poter togliere gli occhi di dosso alla ragazzina. Andava salvata, andava curata. Non dovevano perdere tempo così!
Mentre ancora cercava di divincolarsi, udì la voce della ragazzina. Era così stanca, eppure stava pensando al fratello. E chiese proprio a lei di salvarlo. Lo stomaco di Elene si strinse ancora di più, in modo doloroso, quasi da lasciarla senza fiato.
Quasi non ragionò sul fatto di non aver udito arrivare Marcus, come se fosse sempre stato lì con loro. Era troppo sconvolta e arrabbiata.
Era morta. La ragazzina era morta così. Nuda, impalata ad un letto. Dov'era la giustizia degli dei?
Marcus le ordinò di andare a prendere il bambino. Non se lo fece ripetere due volte ma prima diede uno strattone per liberare i polsi dalla presa di Vhan.
« È colpa tua! »
La voce della Sacerdotessa era carica d'odio e di rancore ed era rivolta verso il cavaliere d'Eracle.
« Se non mi avessi fermata, avremmo potuto fare qualcosa! Saremmo potuti arrivare in tempo! »
Non ci credeva nemmeno lei a quelle parole ma era più facile prendersela con chi era lì al momento piuttosto che con fantomatici Cavalieri Neri che forse non avrebbe mai incontrato.
Prima di andarsene diede un pugno ad una parete, bucandola. Non voleva essere una dimostrazione di forza, cercava solo di sfogare la frustrazione.
" Non risolverai nulla così... "
" Stai zitto! "

Uscì dalla stanza e si diresse nella cabina di pilotaggio. Lì trovò un fagotto di fasce. Strano che nessuno l'avesse sentito prima, visti i vagiti. Si avvicinò con dolcezza alla creatura e la sollevò con tutta la grazia di cui poteva disporre una donna fabbro e cavaliere. Con delicatezza scostò la copertina per vederlo in volto. Era un maschietto di 3 o 4 mesi. Aveva i capelli biondi e gli occhi di un verde scuro tendente al castano, la pelle era morbida e arrossata sulle guance per il tanto piangere. Era una creaturina davvero dolce.
Con delicatezza, per evitare di spaventare il bambino che si era per il momento calmato, la Sacerdotessa uscì da sottocoperta per ritornare sulla loro nave.
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 16/11/2010, 21:59




Il tocco curativo di Vhan ebbe un effetto più che strano, come se stesse soffrendo per aver ricevuto il cosmo benefico di un cavaliere di Atena. Essa ricevette comunque le forze per poter chiedere loro aiuto, ma non per lei, bensì per il suo fratellino piccolo che a suo dire era ancora vivo all'interno di quella nave fantasma.

Ebbe giusto il tempo di dire il nome del pargolo da salvare, Lukas, probabilmente nascosto nella cabina di pilotaggio. Purtroppo dopo quelle poche parole intrise di disperazione e rassegnazione alla morte, la piccola emanò il suo ultimo sospiro rimanendo così come era stata trovata, crocifissa al letto.

L'immagine di ciò scosse l'animo di Elene che, con uno strattone, si liberò dalla presa di Vhan e cominciò ad inveirgli contro. Era evidente che non ce l'avesse con lui ma che invece lo stava invece usando per come bersaglio di sfogo.

*Benedetta ragazza...non hai il benché minimo senso dell'autocontrollo...anche se in questa situazione la vedo dura da sopportare...meglio che dopo la prenda da parte...*

Non volle nemmeno ribattere a ciò era invece probabile che l'avrebbe presa da parte più in la quando l'ira si sarebbe dispersa...ora si fece solamente il segno della croce.

Disse infine con aria rassegnata ai suoi compagni:

C'è poco altro da fare qui...se troviamo questo bambino conviene tornare sulla nostra nave...la vedo dura trovare altri sopravvissuti qui sopra...
 
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L o e k
view post Posted on 25/11/2010, 08:48




Sospirò rassegnato.
Non c'era altro da fare e, per quanto Elene nutrisse speranze per la povera anima appena spiata, era un dato di fatto che avrebbero solamente prolungato la sua permanenza e agonia nel mondo dei vivi.
Sensato era riprendere il viaggio per metter fine il prima possibile ad atti di tale mostruosità.
Loek si congedò arrivando sopracoperta, alla luce del sole quasi abbagliante per via delle tetre oscurità. Lì attese che tutti i suoi compagni raggiungessero la nave per poi muovere le sue catene, allentando la presa, per lasciare l'imbarcazione, prima assicurata, alla deriva.
Lui sarebbe stato l'ultimo a ritornare sull'imbarcazione partita dal porto Ateniese, assieme al Maestro Fornace che si stava occupando dei altre questioni lì sottocoperta.
Ma il Moro doveva assolvere al proprio compito di difendere la ritirata ai suoi compagni.
Certo con ogni probabilità i nemici erano già lontani a festeggiare il loro trionfo su quella povera gente, ma ciò era sola supposizione.
Loek era pronto a tutto.

 
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view post Posted on 25/11/2010, 21:17
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Non c'era ormai nulla da fare, se non tornare sulla nave. Demetrios rimase sopreso nel vedere un bambino fra le braccia di Elene e volle chiedere spiegazioni, ma all'ultimo minuto si ritrasse e non disse niente, rimanendo al timone in attesa di Marcus e Loek.
Il Cavaliere della Fornace riemerse pochi minuti più tardi da sottocoperta e tornò a bordo, presto seguito dal Cavaliere di Cefeo. Quando entrambi furono a bordo e la nave mollata dalle catene di Loek, Marcus la spinse con il bastone, a lame ritratte e cosmo accesso.
"Non ripartire, Demetrios!" ordinò Marcus, prevenendo le intenzioni dell'apprendista. "Non ora... c'è ancora una cosa da fare."
Quindi il Cavaliere di Bronzo si concentrò ed espanse il proprio cosmo mentre l'altra imbarcazione si allontanava ancora alla deriva. Quando ebbe preso una decina di metri di distanza, la calda energia del Cavaliere si espanse in tutto l'ambiente, rendendo palese ciò che il suo volto non lasciava trasparire: tristezza, rabbia, dolore, sdegno e desiderio di vendicare lo scempio che aveva appena visto. Contemporaneamente le braccia si alzarono e un cerchio di fiamme circondò la barca carica di morte.
Dopo cinque intensi secondi, carichi di attesa, le braccia tese si chiusero e altrettanto fece il cerchio di fuoco, incendiando l'imbarcazione ad un punto tale che dopo pochi minuti le paratie, già deformate dal calore, non ressero più e lo scafo collassò su se stesso prima di affondare completamente.
Quando il cosmo si spense, Marcus sospirò: il rito funebre era concluso.
"Possiamo andare, Demetrios." Il ragazzo non disse nulla e a capo chino obbedì.
Il Cavaliere nel frattempo si tolse l'Armatura, la quale tornò quietamente nello scrigno, e si portò dietro l'alloggiamento della sua corazza fino alla prua della nave.

CITAZIONE

Angolo di Narrazione



La scena ovviamente ha lasciato male tutti. Se volete potete parlare tra voi o con Marcus.
In ogni caso, tra 3 giorni la quest proseguirà indipendentemente da ciò che farete.

 
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view post Posted on 26/11/2010, 11:41
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Elene di Cerbero
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La ragazza uscì da sottocoperta e oltrepassò Loek senza nemmeno guardarlo. Era troppo impegnata a dare le sue attenzioni al piccolo Lukas, che sembrava trovar divertente quel movimento. Evidentemente era stato troppo a lungo chiuso in quella stanza. Dannazione, da quanto non mangiava e beveva? Che mangiavano i bambini di quell'età? Latte probabilmente. E dove lo trovava il latte su una fottuta nave??
Lo avrebbe chiesto a Marcus una volta che fosse tornato a bordo. Si posizionò ai piedi dell'albero maestro, sedendosi con la schiena appoggiata ad esso. Stando attenta al piccolino, prese a togliersi l'armatura. Non doveva essere particolarmente piacevole per lui venir stretto dal metallo.
Per qualche attimo stette a guardare l'operato di Marcus. Provava esattamente ciò che provava lui ma ora la sua testa era occupata dal piccolo essere umano tra le sue braccia. Il bambino sembra troppo stanco per reclamare cibo e si era addormentato. Lei lo cullava, forse un po' maldestramente, come aveva visto fare ad altre mamme.
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 30/11/2010, 18:42




Si poteva tranquillamente dire che la missione cominciò con un tragico evento. Vedere morire una ragazzina di quindici anni in quella maniera atroce non era un bell'inizio, anche se tale immagine aveva certo motivato a fare il culo a strisce a quei maledetti traditori e miscredenti. Quell'immagine della nave fantasma allontanarsi altrove, oramai incorniciata dal fuoco di Marcus che la ricopriva, sarebbe rimasto nelle menti dei cavalieri per molto tempo.

Demestrios fece ripartire il vascello ateniese e nessuno aveva molto da dire, sembravano pressoché tutti molto pensierosi o desiderosi di fare giustizia.
Vhan a quel punto dopo essersi immerso nei suoi pensieri per un poco di tempo, si diresse verso Elene che ora aveva in braccio il bambino trovato in quella nave ormai ardente.
Lo stava accudendo come meglio poteva e con ancora la sua armatura addosso. Non si poteva dire se lo stesse facendo per reazione post traumatica alle richieste della bimba..ma doveva parlargli..

Elene. Come sta il bimbo?

chiese osservando quella creatura così piccola che sembrava gioire di stare in un posto diverso da una cabina buia e senza nessuno che lo stesse tenendo come adesso.

Senti, per quanto sia difficile o frustrante, devi pensare che quella bambina non si sarebbe potuta salvare, nostro malgrado. Però possiamo evitare che si ripetano atti osceni di questo tipo, fermandone gli artefici che ci hanno ordinato di trovare. Fatti forza maschiaccio...

Una battuta per sdrammatizzare ci stava comunque tutta, anche se non avrebbe avuto l'effetto sperato. Vhan osservò quel bimbo che è stato risparmiato da tale oscenità non per sua innocenza ma per sua sola e unica fortuna. Accennò un sorriso nel guardarlo e cominciò a toccargli il pancino con il dito indice destro, come per giocarci un pò.


 
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view post Posted on 30/11/2010, 19:18
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Il mare era placido e l'imbarcazione dei Cavalieri proseguiva senza problemi, sospinta dai motori e guidata abilmente da Demtrios. L'umore genrale non era dei migliori e solo Vhan aveva cercato di tirare su il morale di Elene, la quale si era tolta l'Armatura e stava facendo del suo meglio per prendersi cura del bambino che, nonostante gli stimoli di Vhan, andò ad addormntarsi.
*Povero piccolo... chissà come crescerà al Grande Tempio? Non posso farci molto adesso ed abbandonarlo in un qualsiasi orfanotrofio sarebbe crudele, oltre che pericoloso. Ma che futuro avrà laggiù, senza la sua famiglia?*
Sospirò, abbastanza sconsolato e preoccupato per l'avvenire. Non ce la faceva a vivere alla giornata, soprattutto quando qualcosa riguardava gli altri.
Tuttavia non ci fu molto tempo per discutere, perché all'improvviso dal pieno sole calò un banco di nebbia scuro e tetro. Per tutta risposta, Marcus indossò nuovamente la propria Armatura e portò il bastone in posizione di combattimento. Poco dopo, mentre il Cavaliere della Fornace tornava in pieno ponte, Demetrios fece rallentare la nave e disse a tutti: "Non so dove siamo e non posso navigare in queste condizioni. Dovremo navigare a vista e avrò bisogno che ognuno di voi si porti su un lato della nave e mi segnali se e dove ci sono degli scogli..."
"Non abbiamo alternative?"
"Non con una nebbia simile... però è strano, non c'erano segni che indicassero un banco del genere."
*Credo di sapere a cosa sia dovuto. Dobbiamo tenere gli occhi ben aperti...* si disse Marcus, venendo captato da Demetrios, il quale, però, non disse nulla.

CITAZIONE

Angolo di Narrazione



Eccovi di fronte ad un altro problema. Demetrios vi ha prospettato una soluzione e se decidete di accoglierla, allora ognuno di voi dovrà dire dove si reca (prua, babordo, tribordo o poppa), descrivendo accuratamente cosa fate e cosa avete: tutto quello che non descriverete potrà essere usato contro di voi (e non in tribunale).
Tuttavia potete proporre delle altre idee e delle soluzioni alternative e in quel caso si vedrà come metterle in pratica.

Turni liberi, prossimo intervento appena vi sarete posizionati (si spera il prima possibile)

 
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L o e k
view post Posted on 2/12/2010, 09:37




La brezza marina gli accarezzava la pelle scura, mentre l'imbarcazione procedeva spedita tra le onde spumeggianti del mare.
Nonostante la tragedia appena scoperta, Loek non si era scosso più di tanto; o almeno così sperava di far credere...
In realtà i sentimenti all'interno del suo animo erano in un guazzabuglio caotico dalla quale era impossibile scorgere un'opinione ben precisa... Rabbia? Frustrazione? Rammarico? Tristezza?

Erono solo alcuni della moltitudine di sfumature che il moro provava in quel momento.
La vista di quel macabro spettacolo l'aveva portato indietro con la memoria, facendogli rievocare terribili eventi che l'avevano segnato per sempre. Inutile dire che la malvagità e la Follia siano sempre le uniche vere responsabili di simili scempi, ma la domanda di Loek nacque spontanea:
Perché, mia Déa, non ci hai fatto arrivare per tempo?

Fu allora che un banco di nebbia sommerse in pochi attimi l'imbarcazione ridestando Loek dai suoi pensieri. Lo stesso Etiope si mosse in direzione di Demetrios che aveva rallentato l'andatura, proponendo, altrsì, una soluzione al problema.
Loek si limitò ad annuire verso i presenti accogliedo la proposta di Demetrios per poi fare la sua.

«Con il vostro consenso mi recherò a prua. Attraverso le mie catene scorgerò eventuali pericoli che possono ostacolare il cammino.»

Indi si mosse verso il suddetto loco con indosso la sua armatura argentea. Lì espanse il cosmo infondendolo alle sue catene che si mossero per tutta la parte anteriore della nave a far difesa intorno a Loek, immobile e a modesta distanza dalla ringhiera che delimitava lo spazio calpestabile dell'imbarcazione, per poi ridiscendere giù con entrambe, verso la superficie scura del mare per diversi metri in avanti.

Loek sorrise appena.
L'idea gli era venuta da un episodio di circa due anni prima di giungere al Grande Tempio, quando finalmente aveva trovato il modo di abbandonare il nero continente per raggiungere la Grecia.
Conosceva un tale lì, che era addetto alla navigazione e che possedeva un aggeggio strano... non ricordava come l'avesse chiamato, ma era in grado di captare eventuali ostacoli attraverso onde che si rifrangevano sulla superficie dei suddetti durante lo stato d'avanzamento dell'imbarcazione.

In maniera analoga il cavaliere di Cefeo contava di sfruttare le sue catene e il cosmo in esse infuso; senza considerare il vantaggio dell'illuminazione argentea emanata dalle componenti dell'armatura che lo stesso indossava.
Questi due fattori potevano essere la chiave per attraversare il banco indenni contro eventuali pericoli...

Se questi Cavalieri Reietti ci attaccheranno sapranno dove trovarmi. Chissà se sopravviveranno alla morsa delle mie catene chiuse in mia difesa. Chissà se avranno il coraggio di mettere alla prova la forza mia e dei miei compagni. Chissà...

La sfida dell'Etiope era stata lancita nell'assoluto silenzio, rotto solo dal motore dell'imbarcazione in avanzamento.

 
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view post Posted on 2/12/2010, 12:34
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Elene di Cerbero
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Il bimbo sembrava sereno anche se mostrava chiari segni di stanchezza. Il piccolo voleva dormire ma col trambusto non era facile. La ragazza era ormai senza armatura, che giaceva inerme di fianco a lei, e teneva il bimbo tre le braccia. Le mani di un fabbro non erano certo la cosa più levigata del mondo e quindi cercava di toccargli la pelle il meno possibile, per non fargli male. Ma come andava accudito un bambino?
Alzò lo sguardo sentendo la voce di Vhan.
" Dovresti scusarti con lui. "
" Probabilmente. "
Lo lasciò avvicinarsi al bambino, senza protestare, anche se al minimo accenno di eccessivo entusiasmo gli avrebbe staccato le dita a morsi.
« Non intendo accettare discorsi consolatori da te, Vhan. »
La risposta era stata acida ma il tono non lo era. Il Cavaliere avrebbe sicuramente capito che Elene stava scherzando.
Il loro discorso fu interrotto da un banco di nebbia improvviso e sospetto.
Cercò di captare le parole tra Marcus e Demetrios, magari loro sapevano bene di cosa si trattava. Dai loro discorsi capì solo che c'era da preoccuparsi e che per navigare i Cavalieri si sarebbero dovuti mettere ai lati della nave per avvertire riguardo eventuali ostacoli. Ottimo piano se non fosse che Elene non si sarebbe mossa da lì. Il suo compito (lo aveva deciso da sé) era difendere il piccolo Lukas: portarlo con sé in uno dei lati della nave o lasciarlo lì al centro della nave placidamente addormentato non erano opzioni che avrebbe preso in considerazione. No, sarebbe rimasta lì. L'unica cosa che avrebbe fatto, e che aveva già cominciato a fare, sarebbe stata rimettersi l'armatura (dopo tutta la fatica che aveva fatto per toglierla...).
« Io non mi muovo da qua. »
" Sicura che puoi permettertelo? "
" Dovrò farmi curare questa schizofrenia, non ti sopporto più... "
 
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