Casa dei Pesci

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^Alucard^
view post Posted on 13/7/2010, 23:43




*La XII casa dello zodiaco emanava già la leggiadra fragranza dei fiori che la circondavano ancor prima di poterne vedere l'entrata.
Era risaputo che il protettore di quel particolare tempio fosse il re indiscusso delle rose e che nelle sue mani, questi delicati oggetti diventavano delle letali armi.
Il cosmo del cavaliere dei pesci era presente nelle immediate vicinanze.*


- Salute a te , cavaliere d'oro dei pesci.
Sono Nicholas di Gemini, e sono qui per chiederti il permesso d'oltrepassare la tua casa al fine di poter conferire con il Gran Sacerdote. -

*Disse Nicholas una volta esser giunto nei pressi dell'entrata.*
 
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view post Posted on 17/7/2010, 21:58

J

★★★

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I
Nuovi Pezzi

Narrato
*Pensato*
«Parlato di Edward»
[«Telepatia di Edward»]

Con nonchalance afferrò un torre dal colore dorato da un cofanetto in legno, posizionandolo attentamente nelle retrovia di quella bizzarra scacchiera, accanto ad una pedina in legno con scritto “Osho” in ideogrammi.

«Mi chiedo cosa significhi la presenza di un nuovo Cavaliere di Gemini qui al Santuario.»

Inspirò a fondo, quasi a voler trovare quella risposta nell’aria circostante.

«Mi piacerebbe chiedervi molte cose. Chi siete, come siete arrivato ad ottenere l’armatura che un tempo era di Shion e se sapete dove si trovi lui ora, ma…»

Le dita accarezzarono la superficie lignea della scrivania, prima di indicare l’uscita che conduceva alla tredicesima casa.

«…presumo che il primo da avvertire sia il Grande Sacerdote. Fermarti qui non penso sarebbe di suo gradimento. Perciò io, Edward di Fish, vi concedo di passare oltre la dodicesima casa, ma il mio invito per un buon tè rimane.»

Sorrise leggermente.
 
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^Alucard^
view post Posted on 20/7/2010, 15:07




*Con occhi sorridenti, il giovane Nicholas guardò il suo compagno d'armi che lo invitava ad intrattenersi per bere assieme una tazza di The.
Che strano il destino...
Quello era lo stesso invito che gli era stato rivolto quando incontrò Shion per la prima volta nello Jamir, e lo aveva aiutato a riconquistare un posto tra le schiere di Athena.
Tuttavia ora si vedeva costretto a declinare, poichè non voleva ritardare ulteriormente il proprio incontro con il Gran Sacerdote.*


- Purtroppo sono contretto a declinare il tuo invito cavaliere della XII casa, ma al mio ritorno avrò tempo e modo di attardarmi a sorseggiare un tazza di the in tua compagnia, e magari, rispondere alle domande che vorrai pormi. -

*Così disse prima d'incamminarsi nuovamente alla volta delle stanze del Gran Sacerdote. *
 
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view post Posted on 4/5/2011, 18:14
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Millenary Saint

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La dodicesima casa rappresentava l'ultima difesa per accedere al Grande Tempio, luogo da sempre inviolato e brama di conquista delle forze oscure.
Una nomea, pizzicata da un velo di mistero, attorniava la figura dell'individuo prescelto a custodire tali ambite vestigia e palazzo: si narrava che il cavaliere dei Pesci avesse peculiarità con rose venefiche, dalla fragranza sublime ma dal fascino letale, in grado di condurre alla morte in un delirio di tormenti.
Purtroppo però, il cavaliere del Leone non avrebbe avuto modo di fare la conoscenza di questo guardiano poiché vuoto e silente si prospettò il tempio, dalla soglia d'ingresso fino all'uscita.

L'ultima scalinata ora lo separava dalla meta finale onde conferire con l'autorità massima. Intraprese l'ultimo tragitto con un sospiro di sollievo, derivato dall'assenza del temibile giardino di rose, il cui effluvio mortifero avrebbe reso vana ogni speranza.
 
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view post Posted on 19/11/2011, 14:14
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Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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A differenza di tutti gli altri convocati, la sua fu la discesa più breve: a Marcus era stata infatti affidata l'ultima delle Dodici Case da presidiare, ostacolo ultimo per contrastare l'ascesa di un nemico di natura e poteri sconosciuti, ma dall'acclarata intenzione ostile. Gli ordini erano chiari, come purtroppo era chiaro quello che avrebbe dovuto fare: aspettare che gli altri Cavalieri venissero sconfitti e probabilmente macellati prima di combattere egli stesso, sfruttando i suoi poteri di fuoco e le risorse della Dodicesima Casa per creare un inferno al quale sopravvivere non sarebbe stato certo facile. E in quel momento si sentì sconfortato come non mai: per quanto la scelta del Grande Sacerdote fosse saggia e giustificata, in assenza di altri Cavalieri abili nella manipolazione delle fiamme a sua disposizione, lui avrebbe preferito di gran lunga prendere il posto di Elene e cercare di fermare in prima persona gli attaccanti prima che rischiassero di fare troppi danni e di fare del male agli altri.
E invece si ritrovava lì, in triste attesa di sapere qualcosa da chi poteva e doveva comunicare tramite una telepatia che non aveva e che non poteva ricambiare, aspettando che gli eventi facessero il loro corso... l'angoscia cominciò già ad attanagliare il cuore del Cavaleire prima ancora che la battaglia cominciasse, al punto che dovette appoggiarsi ad una colonna per evitare di barcollare, stretto da una morsa che cominciava a fargli anche fisicamente accorciandogli il respiro.
In quel momento si sorprese a pregare ancora più intensamente per la salvezza dei suoi amici in quella circostanza, sebbene le sue preghiere non stessero andando ad Atena, la quale non si era mai manifestato a lui e per lui non aveva mai fatto veramente nulla. In risposta però sovvenne la sua Armatura, che si manifestò cosmicamente alle porte della sua coscienza con tocco caldo e leggero di una compagna affezionata che cercava di consolarlo con un contatto fisico ed empatico unico nel suo genere grazie al legame instauratosi tra loro.
"Hai ragione" disse ricambiando quella sorta di abbraccio toccandosi la piastra giustacuore. "Non è ancora ora di disperarsi: nessuno è ancora morto e il nemico non si è palesato. Ci sarà tutto il tempo... per tutto. Anche per la speranza."
Si distaccò dalla colonna e si pose quindi in una posizione all'esterno della Casa dalla quale avrebbe potuto cercare di vedere meglio la situazione e salutare gli altri Cavalieri mano a mano che scendevano ai rispettivi presidi. E una volta che anche l'ultimo Cavaliere si fosse allontanato, Marcus avrebbe visto e percepito come la scalinata si sarebbe riempita di rose mortali, come se la Casa stessa avesse recepito e compreso le intenzioni del Grande Sacerdote e si stesse preparand anch'essa all'ultima difesa.
*E io mi lasciavo prostrare in questo modo dall'angoscia?* si chiese il Cavaliere quasi vergognandosi di se stesso. *Non posso lasciarmi abbattere: per quanto gli altri possano andarci di mezzo, anch'essi sono stati ben addestrati, alcuni anche da me, e sono pronti anch'essi a tutti i rischi che comporta l'essere Cavalieri. E se oseranno fare del male a qualcuno, sapranno quanto male avranno fatto: ci penserò io a mostrarglielo!*
 
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