| Poco dopo il suo arrivo, arrivò anche il suo maestro, Seiya di Pegasus, ancora visibilmente turbato per ciò che era successo. Lo comprendeva e non lo biasimava: lui stesso, sebbene cercasse di non darlo molto a vedere, era inquieto e preoccupato per tutta quella giornata. Mentre il secondo Cavaliere di Bronzo sopraggiungeva, Violet rispse alle domande che evidentemente le erano state rivolte dal padrone di Casa, aggiungendo però un dettaglio di cui non le aveva ancora parlato: a uanto pareva Arkantos non era solo il responsabile della morte del predecessore di Virgo, ma anche una pedina di colui che aveva appena attaccato il Grande Tempio! Marcus non poté non mostrarsi sopreso dal sentire quella rivelazione, ma cercò di riprendersi abbastanza in fretta quando la Sacerdotessa venne congedata insieme al suo allievo Loek. Il Cefeo non si mosse, mentre il Loto si congedò piuttosto in fretta e chiarmaente contenta, nonostante la maschera, che quell'incontro fosse finito. *Non c'è che dire, l'Inglese è molto magnetico...* commentò fra sé l'Italiano con un certo sarcasmo sottoscritto dalla sua Armatura. *Se mi senti, Violet, dopo ho bisogno di parlarti... questa storia su Arkantos è incredibile e se è vera... non voglio neppure pensarci!*
Elene non aveva ancora, stranamente, parlato e forse era un bene... neppure lui sapeva cosa le passasse ogni tanto per la testa, ma non avrebbe biasimato l'eventuale sdegno della ragazza, lo stesso che colse in pieno la corazza della Fornace, per il disprezzo mostrato per gli ultimi tre arrivati. Marcus stava per rispondere alle domande di quella sorta di nobiletto di mezza tacca, quando si avvertirono chiaramente altri due cosmi avvicinarsi alla Casa dei Pesci. Li riconobbe all'istante: erano quelli di Kain dell'Unicorno, il pupillo di Shiar, e di Zakard della Fenice, un altro allievo del Cavaliere del Fuoco. Quest'ultimo fu il primo a parlare, tenendo l'Armatura ben chiusa nello scrigno appeso alle sue spalle e senza inginocchiarsi, raccontando qualcosa di vago sui motivi per cui non era intervenuto subito nella lotta, ma non soggiunse molti dettagli rispetto all'ultimo evento "principale" di quella giornata... o eterna nottata che dir si volesse dire. Poco dopo parlò Kain, ancora non in forma e privo della sua Armatura, dopo essersi inginocchiato con qualche difficoltà. Lui fu ancora più stringato di Zakard, riferendo di essere sempre stato con Loek, cosa che in fondo era vera salvo che per una minima parte di cui lo stesso Edward Cavendish era a conoscenza. Fu quindi il turno di Iancu del Segugio di arrivare, con la sua Armatura ancora danneggiata addosso. Questi si presentò e si mise a disposizione del Cavaliere d'Oro, prima di avvicinarsi al gruppo dei convitati. *Anche se forse sarebbe più appropriato definirci interrogati...* constatò Marcus non troppo piacevolmente preso da tale situazione. Tuttavia, nonostante la pessima figura che il Cavaliere d'Oro aveva fatto disprezzando l'allievo di Seiya proprio davanti a lui, il Cavaliere di Bronzo decise di parlare. "Non sarò breve" disse all'improvviso senza segno alcuno di deferenza verso colui che non se la meritava. "D'altronde non potrei neppure esserlo." Dopo tale preambolo, Marcus lasciò scorrere qualche secondo di silenzio prima di entrare nel vivo del discorso: "Nonostante gli eventi di quest'oggi, ho obbedito all'ordine che mi è arrivato e sono sceso nuovamente in piazza mentre si stava svolgendo il Concilio Dorato insieme a Vhan di Eracle. Lì sono stato raggiunto dai presenti Kain dell'Unicorno, Loek di Cefeo, Iancyu del Segugio ed Elene di Cerbero. Subito dopo aver calmato la popolazione civile, ho organizzato i soldati in modo che cinquanta uomini divisi in pattuglie sorvegliassero l'intera gola che consente l'accesso al Grande Tempio, ma poco dopo sono risuonate delle urla. Ho mandato quindi inviato Iancyu e Kain a controllare gli eventi e hanno trovato nella gola un nemico dal cosmo sconosciuto e dall'armatura irriconoscibile. Alla luce di tali eventi, comunicatimi mediante telepatia, ho invitao anche Loek alla gola, ma gli eventi che vi si sono svolti mi sono in gran parte oscuri. Mentre ancora i tre Cavalieri combattevano, è scoppiato un altro allarme al Cimitero e allora ho mandato Elene e Vhan al Cimitero, in supporto al contingente che avevo lì stanziato in quanto il Cimitero è un luogo difeso solo dalle asperità del terreno. Poco dopo sono giunti in piazza anche Violet del Loto, appena congedatasi, e il mio Maestro qui presente, Seiya di Pegasus. Anche costoro si sono recati su mio invito al Cimitero, in quanto non avevo notizie in merito. Quindi sono stato nuovamnte informato telepaticamente, stavolta sugli eventi al Cimitero e quindi ho iniziato a riorganizzare gli eventi poco prima della vostra discesa in piazza insieme ai Cavalieri dei Gemelli e del Cancro." Riprese fiato e lasciò a Cavendish il tempo di assorbire per bene tutte le informazioni, poi continuò: "Tralascio quindi gli eventi, ma posso aggiungere semplicemente che i vostri ordini si sono rivelati inattuabili, in quanto negli istanti di poco successivi il contingente del Cimitero è stato decimato in modi che mi sono oscuri e mi sono ritrovato ad affrontare quello che temevo: un'invasione di morti viventi. Sono stato raggiunto e supportato dai Cavalieri che si sono ritirati dalla gola per ordine vostro e da Elene e Vhan. Tuttavia, dopo che i non morti sono stati sgominati e polverizzati, i soldati caduti in piazza si sono rialzati e hanno ripreso le offensive appena cessate, stavolta però contro i propri precedenti compagni d'arme. A quel punto è arrivato anche Zakard della Fenice e ha dato il suo contributo nell'eliminare anche l'ultima minaccia. Il resto credo che lo sappiate voi." E tutti avrebbero potuto confermare quel dettaglio: tra tutti, Marcus era quello che aveva avuto il ruolo maggiormente direttivo e che aveva evitato una catastrofe, benché non avesse avuto un contatto diretto con i nemici. Quando ebbe concluso, il Cavaliere della Fornace fece un leggero cenno del capo, per lasciar intendere di non avere altro da aggiungere.
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