Il Re della giungla, Addestramento per Denyel86

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view post Posted on 27/9/2017, 10:24
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CITAZIONE
*Narrato*
Parlato
Pensato


*Nel cuore dell'Africa più selvaggia e nera vivevano i più pericolosi predatori del mondo nel loro habitat naturale, la savana. In quella giungla nessuno stolto sano di mente osava avventurarsi da solo, se non per cacciare, e purtroppo, troppo spesso accadeva, vi erano vittime sia umane che animali.
Era sempre stato così, sin dall'alba dei tempi, sin dal principio, la regola era stata creata per un solo e valido motivo, la sopravvivenza del più forte. I deboli erano carne da macello e facevano la stessa identica fine, e ciò valeva nella giungla quanto nelle città urbane, non cambiava nulla, la cosa era uguale, il forte mangiava il più debole ed esso poteva guidare su tutti gli altri, avere il suo branco, i suoi amici, dove c'era sempre un leader, un capobranco, il forte e il debole, il buono e il cattivo, il bianco e il nero, il bello e il brutto, l'opposto di ogni cosa, così era la vita, così sarebbe sempre stato.
Il clima afoso dell'Africa rendeva le giornate umide e soffocanti, ma nonostante questo, April e suo marito Jake si avventuravano nella giunga ugualmente incuranti del pericolo.
Entrambi lavoravano come giornalisti per un giornale inglese, e il loro capo aveva chiesto loro di andare proprio in quelle terre per filmare la vita degli animali del posto, così per sapere come vivevano e quante ancora ce n'erano in vita.
Ben sapendo consapevoli dei rischi che avrebbero corso, la loro guida africana si era rifiutata di accompagnarli, avvertendoli che in quel territorio vi erano leoni e leonesse molto pericolosi e il rischio di venire attaccati era molto alto, ma molto coraggiosamente essi avevano accettato lo stesso, anche senza una guida al loro fianco.
Stavano ormai filmando da un'oretta scarsa quando apparvero i primi animali in vista in lontananza. Il leone maschio, fiero della sua maestosità assieme alla sua femmina e ai loro cuccioli attorno, si era messo a giocare con i piccoli, era grande e grosso, una vera bestia, un degno Re, temuto per la sua ferocità e la sua forza, con i suoi enormi denti appuntiti avrebbe potuto strappare la carne di qualsiasi altra creatura con estrema facilità, ed in quel momento doveva sfamare i suoi figli.
I due stranieri umani continuarono a riprendere tutti felici ed eccitati nel vedere finalmente qualcosa di molto interessante ai loro occhi, che avrebbe fruttato loro un aumento, poco ma sicuro, certo, se solo fossero sopravvissuti abbastanza per tornare indietro, e questo nessuno ancora lo poteva sapere. Di certo a loro il coraggio non mancava.
Ma si sa che non bisognava mai sfidare la sorte, perchè la fortuna prima o poi termina, ed era tempo di mangiare, tempo di caccia.
Lo spuntino era proprio lì a pochi metri di distanza, questo il Re lo sapeva, aveva già fiutato il loro odore da diversi minuti ormai, e anche la Regina, con lui, stava al suo gioco, come se li stessero sfidando a fare una mossa, pronti in qualsiasi momento per andarli a prendere.
Il tutto fu anticipato da qualcosa che cadde in terra, sfuggita di mano al marito della donna, che fece allertare dapprima la Regina che si alzò, e poi il Re al suo fianco, stavolta guardando verso la coppia.
Iniziarono ad avvicinarsi, ma lentamente, come se fosse un gioco per loro e li stessero prendendo in giro, ma quel silenzio opprimente fece rabbrividere la donna che dovette tenere entrambe la mani sulla bocca per non urlare.
Ecco infine le prede, i due umani, caduti nella trappola dei predatori, poveri stolti, ma gli era stato detto chiaramente e più volte di non andare da soli in quel posto, soprattutto senza armi, idioti.
Non ci sarebbe stato nulla da fare, sapevano entrambi che erano ormai spacciati, e non bastavano le lacrime per il loro errore, scappare non era un'opzione, non erano stupidi, lo avevano capito fortunatamente, ma solo questo e troppo tardi.
Il cibo era fresco e vivo, e gli animali avevano fame.
I forti divoravano i più deboli.
E' la vita.
Ma quel giorno le cose andarono diversamente dal solito, sì, qualcosa di inaspettato accadde, perchè ci fu un altro predatore in quel territorio, apparso come dal nulla veloce come un lampo, un fulmine, fermato davanti alla povera coppia. Quello che saltò più all'occhio era la lunga chioma argentata dell'uomo di alta statura e con un fisico alquanto muscoloso segnato da ferite multiple sul corpo, sembrava averne passate tante, ma quella figura fece fermare il Re delle giunga.
I due si guardarono negli occhi a lungo, uno sguardo di sfida, intenso, e solo allora l'uomo dalla lunga chioma prese parola.*

ANDATEVENE SUBITO, GIRATEVI, E LENTAMENTE, A PASSO SVELTO, CONTINUATE A CAMMINARE NELLA STESSA DIREZIONE SENZA MAI VOLTARVI, FATE COSì E VIVRETE, SBAGLIATE QUALCOSA E MORIRETE, A VOI LA SCELTA. MA NON CORRETE, SE AVETE CARA LA VITA, NON CORRETE.

*Era l'unico avvertimento che Ragnar diede alla coppia, consapevole del fatto che non sapeva nemmeno lui se avrebbero davvero avuto salva la vita oppure no, questo lo avrebbe scelto il Re, e lui non lo era.
I due decisero di seguire il loro consiglio, e lentamente, prendendo le loro cose, tornarono indietro sui loro passi.
Furono interrotti dal terribile ruggito del Re che riuscì a gelare i nervi di tutti i presenti, Ragnar compreso, non indifferente a tale maestosità, abituato in passato ad aver e anche fare con delle tigri, ma con i leoni era tutta un'altra cosa.
Ma i due stolti, impauriti, fecero un grave errore, iniziarono a correre.*


NO! DANNAZIONE!


*Il Re scattò, veloce, molto veloce, ma Ragnar gli andò addosso e in un attimo ci fu una grande lotta violenta, una sfida tra due predatori, ma Ragnar era pur sempre solo un umano e quella sarebbe stato il combattimento più difficile della sua vita, ma doveva provarci, tentare, mai si sarebbe arreso, era nella sua indole, piuttosto preferiva la morte, così era fatto.
La Regina, vedendo in due, decise di aiutare il suo Re lasciando così andare via la loro cena, una scelta stupida visto quanto era larga la famiglia da sfamare, ma ci avrebbe pensato più tardi a questo.
Tenere a badare due bestie fameliche era impensabile per chiunque, difatti Ragnar si limitò a schivare velocemente i loro artigli che attaccare, perchè sarebbe bastato pochi loro colpi e sarebbe morto, questo lo sapeva bene, ma non poteva evitare quei colpi all'infinito, il caldo era contro di lui e fu insopportabile.
Le ferite sul corpo aumentarono sempre di più, facevano male, molto male, ma cercò di non pensare al dolore, doveva solo pensare a come sopravvivere senza ucciderli, d'altronde li considevava una famiglia, come tutti gli animali selvatici e carnivori del pianeta, e non voleva ucciderli. Cosa poteva fare dunque?
Si trattava di vita e di morte, e più il tempo passava più sangue perdeva.*

BASTA!NON HO INTENZIONE DI UCCIDERVI!SAZIATEVI PURE CON LA MIA CARNE MA LASCIATE STARE I DUE POVERI INNOCENTI, PERDONATELI, SE POTETE, IN CAMBIO VI OFFRO LA MIA VITA!

*Ragnar si fermò, una mossa alquanto suicida ma lo fece lo stesso, per mostrar loro che lui non aveva nessuna paura di andare all'inferno, ci era già stato diverse volte ormai, a volte lo bramava, lo desiderava, ma nessuno lo aveva ancora accontentato, che sia la volta buona quella?L'avrebbe accettato visto che ormai viveva una vita senza motivo, senza scopo, senza anima, senza niente, vuoto, come un fantasma.*

Edited by Denyel86 - 22/10/2017, 14:10
 
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view post Posted on 27/9/2017, 21:19
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Non fu solo l'improvviso ruggito selvaggio dei leoni ad attrarre Babel nel cuore della giungla, ma anche un odore che conosceva bene... l'odore del sangue, mescolato al grido di disperato aiuto che giunse alle sue orecchie. Dapprima non ci fece caso, credendo che si trattasse dei soliti cacciatori, rei di aver profanato la quiete di un regno che a loro di certo non sarebbe più appartenuto. Con la scomparsa delle armi da fuoco, i leoni sapevano da soli difendere il proprio territorio, con le zanne e le unghie. Poi però un lontano sentore di cosmo lo attirò verso il luogo dove si stava consumando il massacro.
Nascosto nell'ombra, il saint assistette a ciò che stava avvenendo, e rimase stupefatto. Le urla che aveva udito non appartenevano a dei bracconieri, semmai a una coppia di innocenti che si erano avventurati dove non dovevano, là dove i leoni comandano.
Fece per intervenire ma per suo stupore venne bruciato sul tempo da un giovane arrembante dai capelli argentati. Un giovane che aveva conosciuto tempo addietro e che ora offrva la propria carne in baratto alla salvezza dei due ingenui che lo avevano preceduto. Folle richiesta, giacché un leone inferocito non è mai sazio della carne e del sangue, specialmente se si tratta di sfamare i suoi cuccioli.

Fu proprio quel ragazzo, forte e robusto, ad impressionare Babel, perché era certo che il latente cosmo che aveva percepito proveniva da quel cuore coraggioso. Così come aveva individuato la prima volta che lo aveva incrociato. Fu solo in quel momento che si ricordò il suo nome che inspiegabilmente scaturì nel custode dell aquinta casa un fremtito. Sì... Ragnar si chiamava, ne era certo.
Si scatenò una lotta: l'uomo contro il leone, un duello impari. Il sangue già irrorava l'arida savana, ma il ragazzo sembrava non voler arrendersi sebbene la sua sorte era già segnata. Lo fissò per qualche secondo, studiandone le movenze e l'ardito stoicismo, così affine al suo, così spavaldo quando anch'egli non era che un ragazzo che lottava per la sopravvivenza. In qualche modo a Babel gli parve di rivedere il suo passato, ancora una volta, tanto che un brivido nostalgico lo sorprese. Il suo unico occhio indugiò su Ragnar, ormai soverchiato dai leoni, ma la sua mente aveva già deciso:

No... non lascerò che questo ragazzo muoia. Non lascerò che un simile coraggio vada perduto. Costui servirà Atena... servirà la giustizia!

Babel si mosse, pochi e perentori passi per mostrarsi, sebbene tutta la sua figura fosse adombrata dalle fitte chiome degli alberi. Il leone che stava attaccando il ragazzo si ritirò con il muso basso, ringhiando sommessamente. L'unico occhio superstite del saint squadrò Ragnar per appurarne le ferite ma senza dare alcun segno di apprensione. Indecifrabile il suo severo sguardo, che poteva voler dire tutto o niente, anche se l'ombra delle fronde forse era sufficiente per celare i suoi connotati alla vista altrui. Certo che il ragazzo lo avrebbe udito, Babel, fermatosi a pochi passi, proferì:

E così dunque le nostre strade s'incrociano di nuovo, Ragnar. Fa che sia un giorno fausto perchè qui, nel regno dei leoni, solo i veri guerrieri possono sopravvivere!

Per un solo istante, sul volto di Babel affiorò un sorriso.. come nell'aver trovato qualcuno che valeva più di un amico, forse.

faremo un add diverso dai soliti canoni, Non ho in mente nulla di particolare, vediamo come procede e secondo me verrà bene. Ottimo inizio. L'unica traccia che ti dò: non accennare ad eventuali tecnologie moderne (telefonini, computer, armi da fuoco...). Questo perchè l'ambientazione di tutto il clan a breve, spero, subirà un grande stravolgimento. Spero con questo add/quest di farti capire a cosa andremo incontro


Edited by babel_83 - 28/9/2017, 00:13
 
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view post Posted on 15/10/2017, 22:58
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*Ragnar era ormai consapevole di morire in quel momento ma almeno sarebbe andato all'altro mondo senza nessun rimpianto.
Vivere per niente o morire per qualcosa?Era questa la domanda che affliggeva la sua mente da un po di tempo ormai, ma che purtroppo non era riuscito a trovarne una vera e propria risposta soddisfacente. Era dunque insicuro?Forse, ma negli ultimi istanti di vita era riuscito finalmente a trovarla una risposta, morire per qualcosa non sarebbe stata una brutta morte forse dopotutto, salvando quei due idioti da morte certa al loro posto, non era mai accaduto prima d'ora, ma non sarebbe stata una brutta morte per lui.
Si sentì un'idiota, un tempo non si sarebbe mai sognato di dare la sua vita per degli esseri umani che aveva sempre considerato inutili ed inferiori, così a lungo odiati e disprezzati.
Che schiocco, e difronte alla morte che faceva?Rideva, e quanto rideva davanti al Dio degli Inferi.*

Ahahahah sto arrivando grande Ade, poi toccherà a te!


*Sembrava che stesse tutto per finire, che la storia di Ragnar fosse al suo epilogo, ma a volte, rare volte, accadevano i miracoli.
Le bestie si fermarono d'un tratto, Ade doveva attendere ancora un po.
Ragnar non capiva, conosceva bene il mondo animale e non esisteva nessuna pietà tra predatore e preda, non era mai successo, per questo non capiva.*

Eh?

*Si guardò attorno ma erano soli, non c'era nessun altro animale lì vicino, ma era evidente che qualcosa li aveva spaventati, bloccati, fatti cambiare idea sulla preda da divorare.
Ma ad un tratto sentì un'odore strano, umano, nascosto, celato, ma non ai suoi sensi di certo, ecco perchè non l'aveva sentito prima, nessuno lo avrebbe potuto sentire senza avere un olfatto sviluppato come il suo, ma quella figura se la ricordava bene, non l'aveva dimenticata.
Si rialzò dunque, senza curarsene delle ferite.*

Leone di Atene, sei un po lontano dalla tua dimora non credi?Non avresti dovuto togliermi il mio momento. Se solo fossi forte almeno la metà di quello che ero un tempo ti ucciderei, sai che ci proverei, ma non sono più quell'uomo. Oggi sono un uomo che è contento di rivedere la tua brutta faccia.

*Niente abbracci, niente stretta di mano, c'era solo tanto rispetto e ammirazione verso quell'uomo che gli aveva insegnato molto e non l'aveva dimenticato.*

Che cosa ci fai qui dunque?
 
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view post Posted on 16/10/2017, 21:16
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Babel ascoltò con interesse il tono provocatorio di Ragnar, così apparentemente sprezzante della vita altrui e della propria, caratteristica che lo contraddistingueva e che, in fondo, al leone piaceva. Questa volta però era diverso e il saint se ne rese conto, perché in quel momento non seppe interpretare chi avesse veramente davanti: il ragazzo bellicoso che aveva conosciuto mesi or sono, o quello di adesso, che poneva se stesso come scudo umano per la difesa di altri che nemmeno conosceva. Ragnar era davvero cambiato?
Babel non capiva che cosa aspettarsi e quale risposta avrebbe voluto conoscere, in ogni caso in lui si instaurò la prepotente convinzione di fare del ragazzo un uomo vero, un cavaliere il cui nome presto sarebbe stato conosciuto e temuto dai nemici, un paladino della giustizia. Non lo avrebbe lasciato come l'ultima volta, in balia di eventi che sfuggirono di mano sia a lui che a Ragnar. No... avrebbe fatto di Ragnar un predestinato, perchè il fato si era enunciato offrendo a entrambi un'altra occasione: a Ragnar di diventare un prode guerriero, a Babel di farlo assurgere come tale.

Alle sue parole, il leone si mostrò serioso.
Ah, davvero? E se fossi io a volerti morto, ora? Questo per me è un luogo sacro che tu hai osato profanare con la tua insulsa presenza. Forse morire smembrato dai miei leoni non ti si addice... ma saranno queste mani a spedirti all'altro mondo!

Si fece avanti mostrando solo per un fugace istante la potenza del suo cosmo e stranamente ostile. Giunto a un passo da Ragnar si fermò, il suo sguardo torvo si rilassò in un sorriso sincero.

Dici di essere cambiato. E come mai? Non so perché ma ci credo poco, mi piaceva la tua indole selvaggia e incontrollabile! Ma se adesso sei davvero un uomo diverso, dovrai dimostrarmelo, amico mio, con la volontà e la determinazione, con il sudore e la sofferenza.

Pose le sue mani sulle spalle di Ragnar, come se fosse stato da sempre un compagno.
Questa è la fine del tuo lungo peregrinare, del Ragnar di un tempo. Quando ci lasceremo di nuovo tu sarai cavaliere di Atena!

Babel si addentrò nella foresta, certo che il ragazzo lo avrebbe seguito. Il ruggito selvaggio dei leoni fece eco durante il loro breve tragitto, fino a quando il riverbero di una cascata prese il sopravvento.
 
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view post Posted on 19/10/2017, 22:49
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*Sotto certi aspetti i due erano molto simili, selvaggi, solitari, ribelli, e forse era proprio per tale motivo che erano andati d'accordo sin da subito, cosa che, nella vita della giovane tigre di Asgard, non era mai accaduto con nessuno.
Un sorriso apparve sul volto di Ragnar, era contento, non accadeva da tempo, ma davanti a lui aveva forse il suo unico e grande amico, era diventato più forte in passato grazie agli insegnamenti di Babel, e anche più saggio senza dubbio, gli doveva molto, si sentiva in debito con lui.*

Uccidermi?In molti ci hanno tentato, prego, accomodati forza, provaci ahaha!

*Ci fu uno scontro di orgoglio per un attimo, di pura energia cosmica, ma senza nessuna ostilità, bensì di sfida tra due semplici amici che solo combattendo riuscivano a mostrare le loro vere emozioni. Il Cosmo violento di Babel fece inginocchiare Ragnar che, dato il tale potere, riuscì a malapena a rimanere fermo senza indietreggiare ma fu costretto a tenersi al solo con entrambe le mani o sarebbe volato via, tanto che era potente, Ragnar non lo era mai stato, lo invidiava.*

Il tuo potere non è cambiato per niente, sei il solito mostro, meriti il titolo di Re della foresta.

*Era indubbiamente il cosmo più potente che Ragnar avesse mai sentito da sempre, e per fortuna erano amici, averlo come nemico sarebbe stato preoccupante.
Per un attimo avrebbe voluto chiedergli come avesse perso il suo occhio ma decise di non toccare l'argomento visto che, conoscendolo, gli avrebbe riportato in meno ricordi forse troppo dolorosi da affrontare, ma se nel mondo ci fosse qualcuno ben più forte di lui, be, forse era meglio starci ben lontano.
Ritornò in piedi poi, sudato e tornando a respirare come si deve.*

I leoni non mi ritengono più loro pari, non mi riconoscono più come loro simile, un tempo ero come loro, ne facevo parte, nacqui e crebbi tra le tigri bianche di Asgard, ma ormai è passato tanto tempo e molto è cambiato. Forse sono diventato troppo umano non credi?Da non credere!

*Sputò per terra, davvero non ci credeva, li odiava gli umani un tempo.
Era davvero cambiato dunque?Non rimaneva che confermare o no la cosa, e Babel capitò nel momento adatto a dimostrarlo.
Decise di seguire il compagno anche se non capì le sue ultime parole e la curiosità ebbe la meglio. Affrettò il passo.*

Sei forse impazzito col passare degli anni?Hai per caso ricevuto qualche altra cicatrice in parti non visibili come nel cervello?Io, un vostro nemico, un cavaliere di Atena come te, coloro che ho sempre disprezzato ahahaha dovresti smetterla di bere alcol amico mio, te lo dicevo che ti faceva solo male!

*Ragnar prese a ridere come non mai, non aveva mai riso in quel modo, mai si stava divertendo così.*

Edited by Denyel86 - 20/10/2017, 20:31
 
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Babel rise di gusto, insieme a Ragnar, da tempo non gli capitava uno scoppio di ilarità così potente. L'amico non si sbagliava del tutto... forse era ormai risaputo persino nelle aule del Grande Tempio della consuetudine di Babel nel frequentare bordelli e taverne, ma pochi sapevano che erano solo effimeri svaghi per distrarre la mente, per evitare almeno in quelle circostanze che gli incubi lo tormentassero: le voci degli amici persi, mai avevano smesso di richiamarlo a gran voce dall'Ade.

Mentre attraversavano la foresta, alcuni villani fuggiti dalle incursioni dei banditi adocchiarono con curiosità quel nuovo venuto dai capelli argentati. Non c'era paura in loro, perché a rassicurarli bastava la presenza di Babel, da tempo protettore di quella foresta, nonché rifugio per i superstiti che ora affrontavano il mondo con terrore da quando esso era naufragato nella disperazione nel caos. Prima che Ragnar agisse in modo impulsivo, lo ragguagliò sulla nefasta situazione:

Non ti curare di loro. Sono spaventati e hanno paura di chiunque non conoscono. E' brava gente... che ha avuto la colpa di vivere in un'era sbagliata, dove i forti dominano e i deboli sono ridotti a sevizie e schiavitù. I governi sono corrotti, come ben sai, e non tutelano più i loro cittadini. Le strade sono in balia di assassini e ladri. Io in nome loro combatto, finché ne avrò la forza!

E quanto mai era vero, madre natura si era ribellata in maniera devastante, sospinta dai capricci degli dei che erano tornati in auge, decisi a debellare la razza umana, rea di averli dimenticati in favore del progresso. Ora, tale presunzione era stata la loro rovina e il mondo cadeva in disgrazia, in mano ai violenti. Solo Atena si ergeva come baluardo in difesa dell'umanità.

Arrivarono in una radura che si affacciava a un fiume impetuoso, dall'altra parte solo alberi e qualche sguardo indiscreto. In quel luogo apparentemente tranquillo era stato versato il sangue di aspiranti cavalieri che non avevano superato la prova d'investitura. Il saint gli aveva visti cadere uno a uno, trattenendo le lacrime, e giammai ora avrebbe sopportato di vedere l'amico condividerne la sorte, perché se ciò sarebbe successo sarebbe stato il più grande dei suoi fallimenti.
Babel si fermò al centro di quello spazio verde, cullato dal vento e dallo sciabordio del fiume. Si rivolse a Ragnar:
Hai parlato di leoni, prima, dicendo che non ti riconoscono più. Forse è vero o forse no, ma perché vuoi diventare come loro, quando invece potresti essere qualcosa di diverso... di invincibile e dedito alla giustizia?

Era certo che tali parole avrebbero indotto l'amico a mille domande. Babel lo anticipò, sperando di trovare in Ragnar ciò che cercava da tempo: un alleato in battaglia adesso... e forse un erede per un domani neanche così troppo lontano.

Il mondo è diventato pericoloso e troppo pochi sono i guerrieri che lo difendono. Il nemico è alle porte, in ogni guisa e nemmeno più celato nell'ombra. Ci sono una moltitudine di armature sparse per la Terra, nascoste ai più per essere destinate ai quei pochi meritevoli. Ma una su tutte è quella più ambita, quella che non teme nemmeno l'attacco del nemico più potente, quella in grado di rinascere dalle sue ceneri. E forse è proprio per questo che la fenice immortale cerca un degno custode, nonostante in molti siano già periti per tale intento.

Lasciò che un breve silenzio dominasse i momenti seguenti, il tempo necessario affinché Ragnar assimilasse l'importanza di tale parole e soppesasse quelle successive, dalle quali sarebbe dipeso il suo destino:

Ti ho detto tutto questo perché vedo in te l'uomo che da tempo sto cercando, ma se te ne andrai non rimarrò deluso, né avrò alcun rancore perché magari la tua strada è diversa dalla mia e il tuo fato è ancora lungi dal compiersi. D'altro canto, indossare un'armatura è un fardello che richiede sacrifici di sangue e dolore. Ma la gente ha bisogno dei suoi paladini su cui aggrapparsi, di una speranza e di credere che non tutto è perduto. Scegli dunque: vuoi andartene per una vita forse migliore... o assurgere a cavaliere della giustizia e avere un nome che tutti ricorderanno?

L'occhio penetrante del leone fissò Ragnar, lo sguardo serio, in attesa di una risposta che sperava con tutto il cuore di sentire.

perdona la lunghezza del post e del narrato. Mi è servito per introdurti nell'ambientazione nuova che abbiamo appena pubblicato, che tra l'altro ti consiglio di leggere. La trovi in tutte le sezioni nella voce "Il nuovo contesto del saint clan"
 
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view post Posted on 21/10/2017, 11:09
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*Il tragitto assieme all'amico fu davvero molto rilassante, era da tempo che non conversava tranquillamente e così a lungo con una persona vera e propria, ma aveva sempre trovato interessante e utile parlare con Babel perchè aveva sempre molte cose da imparare da quell'uomo, più saggio e maturo di lui, e quindi ne traeva sempre vantaggio.
La foreste sembrava silenziosa, quiete, ma solo per merito di Babel che a quanto pareva era conosciuto e rispettato da tutti quanti, uomini ed animali.
L'ammirazione verso quell'uomo non faceva che aumentare, voleva essere come lui, un giorno.
Si fermò a sciacquare il suo corpo ferito levandosi così il sangue e lo sporco accumulato, bevendo per refrigerarsi dal caldo e dalla fatica accumulandosi col passare dei minuti.
La conversazione prese una piega curiosa poi, suscitando in Ragnar dubbi che voleva subito levarsi al più presto.*

Di cosa stai parlando Babel?Non fare il misteriosa e criptico con me e vieni al punto. Non esiste nessuno di invincibile e tu dovresti saperlo bene no?


*Si riferì al suo occhio perduto ovviamente, non dicendolo apertamente ma lui avrebbe capito al volo, Babel doveva ricordandosi che aveva al suo fianco un uomo che non amava le storielle fantastiche dei libri per bambini ma la cruda e dura realtà, era cinico, sincero, diretto, doveva capirlo.
Ascoltò le lunghe parole del leone in silenzio senza curarsi dei presenti che incontrarono lungo il tragitto, attendendo la fine prima di proferire parola.*

Dici che il mondo è diventato un posto pericoloso, ma sbagli, lo è sempre stato. Mi chiedo dove tu sia stato in tutto questo tempo, non so nulla del tuo passato e di come hai vissuto, ma ciò che so è che io, sin da pargolo infantile e debole, ho dovuto pensare a sopravvivere ogni santo giorno della mia vita perchè i miei genitori erano troppo codardi per tenermi con loro così abbandonarono la creatura innocente dandola in pasto alle tigri di Asgard. E' lì che l'essere umano è morto, e sempre lì che è nato l'animale al suo posto. Fortuna o destino non ho mai capito perchè sono ancora vivo, innumerevoli volte sono stato in punto di morte, col tempo mi ci sono abituato. Quello che ti voglio dire è che gli essere umani sono crudeli per natura, e uccidono tutto ciò che non è come loro, temono tutto ciò che è diverso, e qui veniamo al discorso del perchè volevo sacrificare la mia vita per due di loro, ebbene non ho nessuna risposta soddisfacente da darti, ma quello che posso dirti è che è stato istintivo, niente di più, niente di meno, volevo farlo e l'ho fatto,
punto. Volevo vedere cosa si provava a salvare qualcuno di innocente.


*Non vi era più nessun sorriso sul volto di Ragnar da quando aveva parlato, solo tanta serietà nel suo sguardo duro nel ricordare momenti passati, ma veri, era tutto vero ciò che gli aveva detto, e gli aveva fatto bene parlarne, non era mai successo prima d'ora e ciò lo fece sentire un po meglio. Poi continuò.*

Ho passato gran parte della mia giovinezza a lottare, odiato dagli esseri umani per ciò che ero diventato, non per mia colpa, ma per colpa loro e solo loro, e il mio odio è sempre stata la mia arma, è ciò che mi ha fatto sopravvivere fino ad oggi. Ho capito il tuo discorso e dove vuoi arrivare, vuoi che diventi un cavaliere di Atena, la tua Dea, ma come pensi possa diventarlo dopo tutto quello che ho causato e passato?Dovrei stare dalle parte di coloro che mi hanno sempre disprezzato e trattato come un cane inferiore senza cuore ed anima, cacciato come un'animale senza volerlo quando volevo solo essere lasciato in pace, accettato come loro simile, e trattato come un vero essere umano.

*Il dolore che aveva rinchiuso dentro al suo cuore emerse in tutta la sua terribile sofferenza che si portava dietro da anni ormai, un carico pesante da sopportare, che ora lo stava facendo vedere all'unica persona che considerava un vero e proprio amico, sperando in cuor suo che lo avrebbe compreso, almeno un po.*
 
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view post Posted on 21/10/2017, 13:28
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Il saint ascoltò in silenzio le parole di Ragnar, che presto diedero vita a un lungo sfogo. Rancore e rabbia affioravano tra le righe, sentimenti che nell'uomo erano così facili da suscitare portandolo spesso verso la via del male, perché stoltamente considerata la più semplice.
Babel comprese più che mai lo scetticismo del ragazzo verso il prossimo e non potè constatare quanto i due fossero simili: uno gettato nelle gelide foreste del nord quando era un fanciullo, in balia delle tigri; l'altro costretto all'esilio nell'arsura del Vesuvio sotto il severo sguardo dei suoi mentori quando era poco più che un infante. Entrambi avevano saggiato la pochezza della vita e la compagnia della morte al loro fianco.

Lo so, ti capisco... disse annuendo.
So bene che hai avuto un passato difficile ma non pensare che tu sia l'unico. Non esiste cavaliere che nella sua vita abbia avuto il conforto di conoscere i propri genitori.. orfani gettati nella violenza non appena erano in grado di camminare. Questo basterebbe per fargli covare odio verso tutti coloro che hanno avuto la fortuna di un'adolescenza agiata, normale. Eppure, non solo non provano invidia verso costoro, bensì gli proteggono mettendo in gioco la propria vita se necessario. Perchè? Ti chiederai...

Babel osservò il cielo, il sole di quel pomeriggio sembrava non infastidirlo. Lì, lontano oltre le nubvi, sapeva che la costellazione del leone lo stava osservando, anche se ancora per poco. Proseguì:

E qui che cadi in errore, perché non è affatto vero che tutti gli uomini sono uguali. Ho conosciuto persone mendicare per strade logore in cerca di qualche moneta per comprarsi un pezzo di pane. Chi più di loro dovrebbe odiare il mondo che gli ha sottratto tutto? Eppure la loro bontà si ripercuote sul prossimo, dispensando sorrisi che non costano nulla. Raccontano le loro storie ma non per raccattare spiccioli, bensì per insegnarti che, dopotutto, non ha senso odiare gli altri. Se tu hai subito un'ingiustizia, perché mai pretendere che la subiscano anche altri che nemmeno conosci? Tra le genti regna il caos, disseminati da agenti dell'occulto, sporchi assassini che vivono e sguazzano per compiacersi della loro miseria. Spianano la strada per gli dei che bramano la distruzione del genere umano. Vuoi forse diventare come loro, un codardo? Un approfittatore dei deboli per conseguire un tuo subdolo fine? Perché tale diventeresti, uno che si sollazza nel fregare gli onesti e poco nulla ti rimarrebbe se non la tua miserabile vigliaccheria. Oppure vuoi startene in disparte e inerme e osservare questo scempio? Dimostra invece che tu, insieme a me, e gli altri cavalieri, possiamo ripulire il mondo da questa feccia e porre fine a queste ingiuste prevaricazioni!

Il leone chiuse il pugno, infervorato dal proprio discorso. Rammentava le ultime battaglie e gli innocenti rimasti uccisi dalle smanie degli spettri e dei cavalieri neri che sciamavano sulla Terra. Lui da solo non ce l'avrebbe mai fatta ad arginare la catastrofe imminente, sapeva anche che non sarebbe vissuto ancora a lungo per veder compiersi il suo sogno.

Il mondo è spietato, Ragnar, ed essere il più forte non basta. Devi essere anche giusto se vuoi acquisire quella nobiltà d'animo che ti farà rialzare dopo una caduta, mentre le voci degli innocenti si elevano per gloriare il tuo nome, poiché tu combatti per difenderli, fonte di inesauribile forza. Per questo dico che saresti invincibile, perché anche dopo questa vita nei loro cuori continuerai a esserci.

Ora il suo unico occhio soppesava il ragazzo con l'attenzione che si presta a un fratello.
Sfoga la tua rabbia verso coloro che se lo meritano veramente. Diventa un cavaliere di Atena e io ti insegnerò tutto il mio sapere.
 
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view post Posted on 21/10/2017, 18:13
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*Ragnar ascoltò con attenzione tutto ciò che l'amico in quel momento gli disse senza tralasciare niente, attento al suo discorso e molto interessato a quelle parole di grosso impatto per lui, dicendo cose alquanto importanti che gli diedero modo di pensare, e lo avrebbe fatto.
Non aveva mai pensato di rivedere la sua vita da un'altra prospettiva, fino ad ora aveva sempre pensato solo a lui e mai agli altri, questo perchè nessuno aveva mai fatto lo stesso nei sui riguardi, ne aveva avuto diversi di motivi per comportarsi in tale modo. E sentirsi meno solo era una cosa positiva per lui, sapere che c'erano altri come lui che potevano comprenderlo.*

Proteggere le persone più deboli, combattere per un futuro migliore, credi sia davvero possibile in questo mondo?Non ti nego che è una cosa che vorrei provare a fare, vorrei sapere cosa si prova a combattere per gli altri, credere in qualcosa di reale, di vero. Quando ero un guerriero divino di Asgard combattevo per Odino ma poi anche lui mi ha abbandonato e non ha più creduto in me, per questo ho deciso di lasciare quella terra per sempre, non avevo più nessun motivo per rimanerci. Non conosco la vostra Dea, Athena, so solo che è una donna che si batte sempre per le ingiustizie, forse potrebbe piacermi una Dea così.

*Pensò a come doveva essere combattere per il bene, forse ne valeva davvero la pena, e poi poteva così combattere assieme a Babel, vederlo più spesso, bere assieme, ridere e scherzare, tale pensiero lo fece sorridere.*

Mi stai quindi chiedendo aiuto?Devi proprio essere disperato allora ahahah. Non hai bisogno di me, sei forte abbastanza per fare qualunque cosa tu voglia, e non ti nego che vorrei anche io possedere quel potere. Be, ora, parlami di queste tua Dea, aggiornami su quello che sta succedendo nel mondo, voglio sapere tutto, e se ciò che mi dirai sarà interessante verrò con te, hai la mia parola.
 
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view post Posted on 21/10/2017, 19:56
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Dopo aver ascoltato i dubbi e le giuste perplessità di Ragnar, il cavaliere sorrise, perché sapeva che il gioco era fatto. Tempi addietro era certo che il ragazzo, all'udir simili parole, gli avrebbe riso in faccia, incapace di apprendere virtù come la compassione, la nobiltà d'animo, la generosità. Si sentì rasserenato quindi nell'averlo trovato così cambiato... e così propenso ad abbattere preconcetti di frustrazione e avversione verso il mondo. Infine scoppiò a ridere

E certo, non penserai che sia sempre io a reggere la baracca! E' ora che le reclute si facciano avanti e prendano il mio posto, così che posso ritirarmi serenamente tra vini e bordelli. O devo solo mangiare fango e polvere?

Si guardò intorno, come per fiutare l'aria. Il sole illuminava la radura, un tepore che allettava a stare all'aria aperta, capace di far dimenticare i ricordi di sangue e morte. Poi si sedette sul prato con le gambe incrociate

E allora se vuoi sapere siediti, la giornata è lunga e io ho molto da dirti... molto da insegnarti. Per prima cosa sappi che i nostri giorni sono contati...

E così il leone parlò a ruota libera, con voce ferma e smorzata solo quando citava orrendi episodi a cui aveva assistito. Narrò su come il mondo finora conosciuto fosse in preda al delirio, come la razza umana era caduta nelle barbarie e come il forsennato inseguimento al progresso avesse fatto perdere i valori della vita, destando le antiche divinità che ingenuamente tutti credevano estinte. L'apocalisse stava giungendo da catastrofi naturali di immane potenza, scatenate dagli dei di un tempo, ora desti e decisi a debellare l'umanità per ricrearla a proprio piacimento, mentre Lucifero ed Eris seminano l'anarchia tra le genti. Ora il mondo è frazionato e nessun cittadino è al sicuro, i governi sono assoggettati dal volere di un dio che invoca la guerra e fuori dalle città il caos imperversa, sicché migliaia di disperati trovavano rifugio nelle foreste e nelle montagne, lontano dagli squadroni di razziatori che dominano le strade.

Tutto questo deve finire! proclamò picchiando un pugno sul manto erboso, con una potenza cosmica che lasciò un solco profondo nel terreno.

Da lì iniziò tutto. Passarono i giorni e le settimane durante i quali Ragnar venne sottoposto a duri esercizi fisici per temprare a fondo il suo corpo, a fargli imparare il dolore e a resistere a esso, ma altrettanto estenuanti furono le lunghe ore di concentrazione a fianco di Babel, che gli parlava nella mente per indottrinarlo sulla via del cosmo. Non mancavano certo i momenti in cui i due stavano assieme a mangiare e a ristorarsi con gli altri fuggitivi radunati nei boschi e si davano al folclore della sera. Il leone però evitava di affezionarsi troppo, poiché sarebbe stato inaccettabile se un giorno l''allievo fosse caduto, avrebbe devastato il suo cuore già frantumato dal dolore degli amici persi e da color che non era riuscito a difendere. Desiderava far di Ragnar un guerriero invincibile, devoto alla giustizia, che proseguisse le orme lasciate da quel leone invecchiato e magari fare più di lui.
A Babel piaceva sognare e sperare di aver consegnato al mondo un vero paladino del bene, ma al contempo implacabile con i suoi nemici. Nel mentre però si chiedeva se non fosse stato ingenuo a convincere Ragnar a intraprendere l'impervia via dei cavalieri, obbligando così a porre un giovane in perenne bilico tra la vita e la morte. Non ci pensò più e passato un anno si ritrovarono nello stesso luogo del loro primo conciliabolo.

Ci siamo, questo è il tuo primo vero appuntamento con la morte, dove molti altri hanno fallito...

Questa volta, infatti, non erano da soli: dalla foresta uscirono dei leoni da ogni direzione che calcarono zampe artigliate verso il centro della radura. I loro occhi selvaggi puntavano su Ragnar.
 
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view post Posted on 22/10/2017, 11:22
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Io, una recluta?Tsk, non sono mica un neonato alle prime armi, con chi credi di parlare?L'alcol ti ha proprio fatto rincretinire col tempo, la memoria non è più quella di un tempo eh?Non sei poi così vecchio,
non brontolare, la tua fine non è ancora giunta, dobbiamo o no salvare il mondo assieme?Non vorrai mica lasciarmi solo proprio ora?Guai a te, ti inseguirei fino nel tartaro se anche solo provassi a farlo!


*Assieme se la spassarono per tanti altri minuti, che poi diventarono ore, giorni, a parlare, a ridere, a scherzare, ad imprecare, e più volte passarono alle mani amichevolmente quasi come se fossero fratelli. Col tempo tra i due si instaurò proprio un gran bel rapporto, anzi, un legame forte.
Si sedette davanti a lui e davanti ad un fuoco, la notte calò ma c'era ancora tanto da sapere, così Babel iniziò a parlare e a dirgli tutto quanto.
Ragnar si rese conto che quello che stava succedendo nel mondo aveva le ore contate, l'apocalisse divina stava creando danni e morti in tutti i paesi, e troppa gente innocente che non centrava nulla ci andava di mezzo, non poteva di certo starsene fermo a vederlo accadere, mai sarebbe rimasto a guardare impotente il mondo andare in malora, doveva fare qualcosa, in un modo o nell'altro.
Così chiese a Babel di farlo diventare più forte e insegnargli tutto ciò che sapeva sulla forza, sullo spirito, sul cosmo, sui cavalieri di Atena e ciò in cui credevano, mettendogli in testa tutto il suo sapere, facendogli cambiare mentalità e cancellando l'oscurità che si celava dentro al suo cuore. Da lì iniziò a crescere la luce in lui, facendolo maturare ancora di più.
Alcune volte si mise ad aiutare gli abitanti dei vari villaggi che incontrarono sul loro cammino dando loro da mangiare e da bere, aiutandoli nei loro ruoli quotidiani, e ciò lo fece star bene, a livello mentale, psicologico, diventando altruista.
Gli allenamenti con Babel furono massacranti, ma non chiedeva di meglio, ogni giorno voleva di più, anche se ciò voleva dire cadere, fallire, ma si rialzava sempre alla fine, tentando invano di riuscire a colpire almeno una volta l'amico in diversi momenti della giornata, anche alle spalle o mentre dormiva, arrivando a sfiorarlo solamente senza mai toccarlo.
I due si raccontarono storie sul loro passato arrivando a conoscersi completamente senza avere più segreti l'uno per l'altro, creando in Ragnar anche una sorta di empatia nei suoi confronti.
E più il tempo passava, più la conoscenza si faceva più grande, più imparava a controllare il suo nuovo cosmo non più gelido ma caldo, un rosso fuoco ardente.
Era diventato un uomo nuovo ormai, rinato si poteva dire, dalle ceneri, e ne fu orgoglioso.
Si separarono alla fine, consapevoli del fatto di aver terminato il suo pellegrinaggio, ma con l'ultimo traguardo, doveva meritare la nuova armatura, quindi trovare il suo scopo nel mondo e sconfiggere il male, e così fece.
Al giorno stesso del loro incontro un anno esatto dopo, Ragnar apparve in compagnia del suo amico Babel di nuovo assieme, e dopo avergli raccontato che cosa aveva fatto in quel lasso di tempo decise di fargli vedere i frutti del suo viaggio solitario.*

Nella mia strada ho incontrato il male, ciò in cui sta attanagliando questo mondo distruggendone la pace. Ho fermato assassini, stupratori, mostri di ogni genere, ho fatto il mio dovere e ora capisco che c'è ancora molto da fare. Queste divinità sono al di là del mio potere, voglio diventare forte quanto te Babel, lo desidero come non mai. Desidero salvare questo mondo e liberarlo dall'oscurità, desidero un mondo di pace.

*Dopo quelle parole Ragnar non si era comunque distratto e sentì chiaramente i leoni avvicinarsi sempre di più, circondandoli entrambi, bestie feroci che non avevano nessuna pietà. Stavolta fu diverso però, non c'erano dubbi nel suo cuore, e nessun sacrificio, voleva vivere.
Dal corpo di Ragnar si poteva notare una nuova energia, un'energia che bruciava sempre di più che riusciva a controllare alla perfezione senza nessun problema. Non vi era rabbia o odio in quel cosmo, non vi era negatività o cattiveria, ma una fiamma ristoratrice, calda, positiva e calma.*

Ho capito tutto ora. Non sono qui per farmi del male ma solo per aiutarmi, vero?

*Lo sguardo si fermò sui leoni ammirandone la bellezza, e anch'essi fecero lo stesso con lui notando che non vi era nessuna ostilità nell'uomo dalla lunga chioma argentea, che amava gli animali, anche quelli più pericolosi.*

Se non sono degno allora sbranatemi pure.
 
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view post Posted on 22/10/2017, 12:52
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Babel sapeva che l'allievo sarebbe tornato, grande era in lui la fame della conoscenza, e quindi non si trovò per nulla sorpreso quando se lo ritrovò di nuovo al suo cospetto. Davanti a lui ora non c'era più ombra del discolo ragazzo che aveva conosciuto: c'era un uomo vero, mosso da benevoli intenti, che aveva imparato a stare tra la gente ed essere felice con loro. Babel era riuscito nella sua prova più difficile: cacciare vie le tracce d'oscurità nel cuore del ragazzo per instillargli la luce di Atena, il calore ardente della vita, il fuoco delle emozioni, il seme della comprensione.

Il saint intravide una flebile traccia di cosmo permeare l'intera figura di Ragnar quando i leoni si avvicinarono, frutti di un insegnamento non ancora completo ma che lo sarebbe diventato a breve, magari proprio quel giorno. Per un attimo i leoni indugiarono sul da farsi, quasi rispettosi dinanzi al cenno di cosmo sprigionato dal forestiero, solo quella straordinaria manifestazione pareva essere stata sufficiente per non fare di lui l'ennesimo pasto di carne viva. Quando essa scemò, i leoni però tornarono a ringhiare, sbavando, assaporando il pasto imminente. E si avvicinarono voraci mostrando zanne e artigli acuminati. Un solo balzo e forse della loro preda non sarebbe rimasto nulla se non una carcassa sanguinolenta.

Babel fece qualche passo indietro, ritirandosi di proposito dalla contesa, pur sapendo che in quei pochi secondi avrebbe potuto assistere alla disfatta sanguinosa non solo di un aspirante, ma di un uomo che ormai considerava fratello. Ciononostante non sarebbe intervenuto e implacabile era lo sguardo rivolto all'amico, certo che non lo avrebbe deluso.

col prossimo post fai una bella descrizione del modo con cui sprigioni il cosmo, tale da guadagnarti l'energia gialla
 
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view post Posted on 22/10/2017, 13:32
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Devo concentrarmi, non posso fallire, Babel mi sta guardando, non voglio deluderlo, lui crede in me, nessuno lo ha mai fatto prima, sono in debito con lui.

*Fu allora che Ragnar chiuse gli occhi per riuscire così a concentrarsi al meglio, pur sentendo che i leoni non erano rimasti fermi o si erano ritirati, come se aspettassero una sua mossa prima di attaccare, probabilmente anche loro lo stavano mettendo alla prova. La tensione era alta, non sarebbe stato facile cambiare totalmente il suo spirito.*

Devo capire come usare il mio nuovo cosmo a fin di bene senza far del male agli altri. Ma questo nuovo potere a me sconosciuto e nuovo è rischioso, se non riesco a controllarlo rischierei di bruciare tutta la foresta e non voglio, non voglio far del male a questi animali.

*Questa sarebbe stata la prova più ardua per lui, riuscire a controllare i sentimenti negativi dentro di lui per non esplodere era veramente difficile, un passo falso e tutto sarebbe finito, mesi e mesi di addestramento e lezioni buttate al vento, non lo avrebbe permesso.
Prese un lungo respiro, cercò di rilassarsi completamente, immaginando di essere altrove.
Pensò ai momenti passati con l'amico Babel, spensierati, divertenti, ad ubriacarsi entrambi facendo casini in taverne e bar, e mentre lui andava a donne Ragnar passava le notti a fissare le stelle sognando di far parte dei famosi e valorosi cavalieri di Atena assieme al compagno, uccidendo così la solitudine che spesso era insopportabile. Non era più solo ormai.
Ebbe anche una visione in quel preciso momento, una donna apparve davanti a lui, era bella, dai capelli lunghi viola, vestita di bianco, in una mano impugnava uno scettro, ed emanava una luce calorosa.*

Ragnar, figlio di Asgard, sento il dolore che attanaglia il tuo cuore puro, un dolore che nessun bambino dovrebbe passare. Ma vedo anche in te del buono, e vedo anche un futuro positivo e pieno di pace per te, un futuro al mio fianco come cavaliere di luce e oscurità, lo vedo, lo sento, e spero che prenderai questa strada perchè credo in te. Non sei solo Ragnar, Babel ti seguirà, anche lui crede in te. Rendi il nostro mondo sicuro e migliore, e fatti onore, io sarò sempre al tuo fianco.

*Quelle parole gli diedero speranza e nuova forza, una forza diversa, nuova, che riuscirono a caricarlo di positività, di energia pura e armoniosa, riuscendo a creare il fuoco giusto che non toccò minimamente la foresta e nessuno dei leoni, sprigionando infine la forza della fenice che volò sopra di lui fino a raggiungere il cielo.
Quando riaprì gli occhi fu pervaso da una sensazione di conforto, perchè quelle fiamme erano sicure, c'era speranza in esse.
Era rinato.*
 
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view post Posted on 22/10/2017, 19:45
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Babel, rimasto in disparte a braccia conserte, contemplò l'allievo concentrarsi a fondo, a scovare il cosmo dentro di lui prima dell'assalto fatale dei leoni. Il saint mascherava la sua tensione tenendo l'unico occhio chiuso, battiti di ciglia in cui il destino dell'amico era in bilico... un destino che Babel aveva contribuito a forgiare ponendo Ragnar alla gogna dei leoni, ma quello era l'unico modo per vedere se era davvero un predestinato. Non avrebbe retto lo sconforto di vederlo ucciso, lui che ne era responsabile mai se lo sarebbe perdonato.
Il calore che però emanava il corpo dell'allievo lo rassicurò e un sorriso si dipinse sul volto arcigno.
Quando aprì le palpebre potè vedere l'alone incandescente emanato da Ragnar, una fiamma indomabile che da quel momento non si sarebbe più estinta. Davanti a tale impeto di cosmo, i leoni ringhiarono un'ultima volta, prima di ritirarsi nella foresta. Non lo fecero per timore o sottomissione, semmai perché avevano riconosciuto nel ragazzo un guerriero devoto al bene, in grado di guadagnarsi il loro rispetto.

Il saint emise un sospiro di sollievo, si avvicinò a lui per porgergli una mano sulla spalla con cui congratularsi, ma non fece in tempo, poiché quel momento glorioso venne interrotto dalle urla provenienti dalla foresta e da colonne di fumo che si elevavano dal cielo. Il capo dei villani accampati arrivò trafelato alla radura e gridò:

Sono arrivati!

Fu l'ultima cosa che potè dire quell'uomo perchè stramazzò al suolo per via di una lancia conficcata nella schiena. Babel si chinò su di lui ma era tardi. Conosceva quell'individuo, era un bravo contadino che con il sudore della fronte coltivava la terra e cacciava per dare da mangiare alla prole e ai più bisognosi. Ora costui giaceva riverso tra le braccia di Babel, un uomo buono ucciso da un mondo violento e naufragato nella disperazione.
Alzò lo sguardo verso la foresta, l'occhio lucido si avvide del fuoco che imperversava tra le fronde. Decine di villani entrarono nel villaggio, disperati. Il fuoco avanzava e un nemico era in agguato, ma la via di fuga era preclusa dal letto del fiume che scorreva impetuoso.
Era necessario agire, prima che il fuoco avviluppasse tutti... prima di fare della radura un cimitero di innocenti.
Babel si tuffò nel fiume, l'acqua gli arrivava fino alle costole ma la corrente era tale che dovette ancorarsi a una roccia. Espanse il cosmo, poi guardò Ragnar, confidando che avrebbe inteso. Aveva bisogno di lui per compiere quel miracolo: fermare la corrente e creare un punto transitabile per la gente e approdare al sicuro sull'altra sponda.

Uniamo i nostri cosmi e creiamo una diga, troppe vite sono in gioco. Questo è il momento di dimostrare chi siamo veramente!

Il cosmo ruggente di Babel si espanse quasi per la totale larghezza del fiume, l'acqua ribollì intorno a lui per infrangersi sul suo corpo come uno scoglio. Ciò non sarebbe bastato per creare una diga di cosmo. Stormi di uccelli volavano impazziti, in preda anche loro al panico, ma una solitaria figura alata e fiammeggiante parve sorvolare il cielo e calare in picchiata. Era una fenice e non puntava Babel.

E' venuta per lui... pensò tra trionfo e apprensione.

Il destino di quella gente disperata sarebbe dipeso ora anche dalle imminenti gesta di Ragnar.
 
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view post Posted on 26/10/2017, 11:35
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*Ragnar sentì una nuova forza scorrere in lui, una forza completamente diversa da quella che possedeva ad Asgard, opposta sotto tutti gli aspetti, ma che gli donava un'energia nuova e mai provata prima, che scaldò il suo animo e risvegliò in lui sentimenti a lungo sopiti, meravigliandosi di possederli.
Una nuova fenice era nata dalle ceneri di una tigre spezzata.
Consapevole del fatto che non sarebbe stato uno scherzo controllare tutto quel potere in lui, seppe comunque di non essere solo e ciò gli dava conforto e speranza.*

Grazie amico mio, ti devo molto.

*Ma qualcosa ruppe quel loro momento di festeggiamento, urla sofferenti si avvicinarono sempre di più mentre si poteva vedere del fumo non molto lontano dalla loro posizione, era evidente che stava accadendo qualcosa al villaggio più vicino e quale miglior occasione per andare ad aiutare testando così il suo nuovo potere era.
Un uomo di colore sbucò fuori dalla vegetazione, Ragnar lo riconobbe subito, era il capo del villaggio, un uomo che aveva aiutato senza pensarci due volte, che venne colpito da una freccia senza riuscire a dire altro che due singole parole. "Sono arrivati."
Lo guardò negli ultimi istanti di vita, impotente, senza essere riuscito a fare qualcosa per aiutarlo, nemmeno Babel ci riuscì. Ciò che vide fece esplodere in lui il cosmo della fenice che ritornò a farsi sentire e vedere in tutta la sua energia.*

Succede sempre così, qualcuno di innocente ci va di mezzo e non puoi far nulla per evitarlo,
è troppo pesante, ma non permetterò che accada ancora, non fino a quando esisterò. Non mi fermerà nessuno dal vendicarlo


*Vide Babel muoversi d'istinto e così fece Ragnar seguendolo senza pensarci due volte, ma quando si lanciò nel fiume lui esitò per un momento non trovandola una buona idea, per il momento.*

Ma cosa pensi di fare gettandoti così a capofitto?Sei più impulsivo di me ora, per fortuna ci sono io ad aiutarti.

*Scosse la testa sorridendo poco dopo, capendo subito ciò che voleva fare anche senza bisogno di dirlo, contento che per almeno una volta fu il leone ad aver bisogno di lui e non il contrario, gettandosi così nell'acqua, anche se era un elemento che lui aveva sempre odiato, ma lo fece, con coraggio, per salvare ciò che rimaneva degli abitanti e il più possibile.
Basta morti.
Si unì all'amico e bruciò il suo nuovo cosmo che esplose dando tutto ciò che egli possedeva, sentendo la forza dell'acqua cercare di fermarlo, bloccarlo, indebolirlo, almeno alle gambe, e non fu facile il tutto ma non si arrese.
Gridò utilizzando tutte le sue forze.
Per la prima volta pensò prima al bene degli altri che al suo e se doveva morire per questo se ne sarebbe andato senza nessun rimpianto.*
 
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18 replies since 27/9/2017, 10:24   208 views
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