Il Re della giungla, Addestramento per Denyel86

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giatz
view post Posted on 21/10/2017, 19:56 by: giatz
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Millenary Saint

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Dopo aver ascoltato i dubbi e le giuste perplessità di Ragnar, il cavaliere sorrise, perché sapeva che il gioco era fatto. Tempi addietro era certo che il ragazzo, all'udir simili parole, gli avrebbe riso in faccia, incapace di apprendere virtù come la compassione, la nobiltà d'animo, la generosità. Si sentì rasserenato quindi nell'averlo trovato così cambiato... e così propenso ad abbattere preconcetti di frustrazione e avversione verso il mondo. Infine scoppiò a ridere

E certo, non penserai che sia sempre io a reggere la baracca! E' ora che le reclute si facciano avanti e prendano il mio posto, così che posso ritirarmi serenamente tra vini e bordelli. O devo solo mangiare fango e polvere?

Si guardò intorno, come per fiutare l'aria. Il sole illuminava la radura, un tepore che allettava a stare all'aria aperta, capace di far dimenticare i ricordi di sangue e morte. Poi si sedette sul prato con le gambe incrociate

E allora se vuoi sapere siediti, la giornata è lunga e io ho molto da dirti... molto da insegnarti. Per prima cosa sappi che i nostri giorni sono contati...

E così il leone parlò a ruota libera, con voce ferma e smorzata solo quando citava orrendi episodi a cui aveva assistito. Narrò su come il mondo finora conosciuto fosse in preda al delirio, come la razza umana era caduta nelle barbarie e come il forsennato inseguimento al progresso avesse fatto perdere i valori della vita, destando le antiche divinità che ingenuamente tutti credevano estinte. L'apocalisse stava giungendo da catastrofi naturali di immane potenza, scatenate dagli dei di un tempo, ora desti e decisi a debellare l'umanità per ricrearla a proprio piacimento, mentre Lucifero ed Eris seminano l'anarchia tra le genti. Ora il mondo è frazionato e nessun cittadino è al sicuro, i governi sono assoggettati dal volere di un dio che invoca la guerra e fuori dalle città il caos imperversa, sicché migliaia di disperati trovavano rifugio nelle foreste e nelle montagne, lontano dagli squadroni di razziatori che dominano le strade.

Tutto questo deve finire! proclamò picchiando un pugno sul manto erboso, con una potenza cosmica che lasciò un solco profondo nel terreno.

Da lì iniziò tutto. Passarono i giorni e le settimane durante i quali Ragnar venne sottoposto a duri esercizi fisici per temprare a fondo il suo corpo, a fargli imparare il dolore e a resistere a esso, ma altrettanto estenuanti furono le lunghe ore di concentrazione a fianco di Babel, che gli parlava nella mente per indottrinarlo sulla via del cosmo. Non mancavano certo i momenti in cui i due stavano assieme a mangiare e a ristorarsi con gli altri fuggitivi radunati nei boschi e si davano al folclore della sera. Il leone però evitava di affezionarsi troppo, poiché sarebbe stato inaccettabile se un giorno l''allievo fosse caduto, avrebbe devastato il suo cuore già frantumato dal dolore degli amici persi e da color che non era riuscito a difendere. Desiderava far di Ragnar un guerriero invincibile, devoto alla giustizia, che proseguisse le orme lasciate da quel leone invecchiato e magari fare più di lui.
A Babel piaceva sognare e sperare di aver consegnato al mondo un vero paladino del bene, ma al contempo implacabile con i suoi nemici. Nel mentre però si chiedeva se non fosse stato ingenuo a convincere Ragnar a intraprendere l'impervia via dei cavalieri, obbligando così a porre un giovane in perenne bilico tra la vita e la morte. Non ci pensò più e passato un anno si ritrovarono nello stesso luogo del loro primo conciliabolo.

Ci siamo, questo è il tuo primo vero appuntamento con la morte, dove molti altri hanno fallito...

Questa volta, infatti, non erano da soli: dalla foresta uscirono dei leoni da ogni direzione che calcarono zampe artigliate verso il centro della radura. I loro occhi selvaggi puntavano su Ragnar.
 
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