Il Re della giungla, Addestramento per Denyel86

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Denyel86
view post Posted on 27/9/2017, 10:24 by: Denyel86
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Il Vuoto

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CITAZIONE
*Narrato*
Parlato
Pensato


*Nel cuore dell'Africa più selvaggia e nera vivevano i più pericolosi predatori del mondo nel loro habitat naturale, la savana. In quella giungla nessuno stolto sano di mente osava avventurarsi da solo, se non per cacciare, e purtroppo, troppo spesso accadeva, vi erano vittime sia umane che animali.
Era sempre stato così, sin dall'alba dei tempi, sin dal principio, la regola era stata creata per un solo e valido motivo, la sopravvivenza del più forte. I deboli erano carne da macello e facevano la stessa identica fine, e ciò valeva nella giungla quanto nelle città urbane, non cambiava nulla, la cosa era uguale, il forte mangiava il più debole ed esso poteva guidare su tutti gli altri, avere il suo branco, i suoi amici, dove c'era sempre un leader, un capobranco, il forte e il debole, il buono e il cattivo, il bianco e il nero, il bello e il brutto, l'opposto di ogni cosa, così era la vita, così sarebbe sempre stato.
Il clima afoso dell'Africa rendeva le giornate umide e soffocanti, ma nonostante questo, April e suo marito Jake si avventuravano nella giunga ugualmente incuranti del pericolo.
Entrambi lavoravano come giornalisti per un giornale inglese, e il loro capo aveva chiesto loro di andare proprio in quelle terre per filmare la vita degli animali del posto, così per sapere come vivevano e quante ancora ce n'erano in vita.
Ben sapendo consapevoli dei rischi che avrebbero corso, la loro guida africana si era rifiutata di accompagnarli, avvertendoli che in quel territorio vi erano leoni e leonesse molto pericolosi e il rischio di venire attaccati era molto alto, ma molto coraggiosamente essi avevano accettato lo stesso, anche senza una guida al loro fianco.
Stavano ormai filmando da un'oretta scarsa quando apparvero i primi animali in vista in lontananza. Il leone maschio, fiero della sua maestosità assieme alla sua femmina e ai loro cuccioli attorno, si era messo a giocare con i piccoli, era grande e grosso, una vera bestia, un degno Re, temuto per la sua ferocità e la sua forza, con i suoi enormi denti appuntiti avrebbe potuto strappare la carne di qualsiasi altra creatura con estrema facilità, ed in quel momento doveva sfamare i suoi figli.
I due stranieri umani continuarono a riprendere tutti felici ed eccitati nel vedere finalmente qualcosa di molto interessante ai loro occhi, che avrebbe fruttato loro un aumento, poco ma sicuro, certo, se solo fossero sopravvissuti abbastanza per tornare indietro, e questo nessuno ancora lo poteva sapere. Di certo a loro il coraggio non mancava.
Ma si sa che non bisognava mai sfidare la sorte, perchè la fortuna prima o poi termina, ed era tempo di mangiare, tempo di caccia.
Lo spuntino era proprio lì a pochi metri di distanza, questo il Re lo sapeva, aveva già fiutato il loro odore da diversi minuti ormai, e anche la Regina, con lui, stava al suo gioco, come se li stessero sfidando a fare una mossa, pronti in qualsiasi momento per andarli a prendere.
Il tutto fu anticipato da qualcosa che cadde in terra, sfuggita di mano al marito della donna, che fece allertare dapprima la Regina che si alzò, e poi il Re al suo fianco, stavolta guardando verso la coppia.
Iniziarono ad avvicinarsi, ma lentamente, come se fosse un gioco per loro e li stessero prendendo in giro, ma quel silenzio opprimente fece rabbrividere la donna che dovette tenere entrambe la mani sulla bocca per non urlare.
Ecco infine le prede, i due umani, caduti nella trappola dei predatori, poveri stolti, ma gli era stato detto chiaramente e più volte di non andare da soli in quel posto, soprattutto senza armi, idioti.
Non ci sarebbe stato nulla da fare, sapevano entrambi che erano ormai spacciati, e non bastavano le lacrime per il loro errore, scappare non era un'opzione, non erano stupidi, lo avevano capito fortunatamente, ma solo questo e troppo tardi.
Il cibo era fresco e vivo, e gli animali avevano fame.
I forti divoravano i più deboli.
E' la vita.
Ma quel giorno le cose andarono diversamente dal solito, sì, qualcosa di inaspettato accadde, perchè ci fu un altro predatore in quel territorio, apparso come dal nulla veloce come un lampo, un fulmine, fermato davanti alla povera coppia. Quello che saltò più all'occhio era la lunga chioma argentata dell'uomo di alta statura e con un fisico alquanto muscoloso segnato da ferite multiple sul corpo, sembrava averne passate tante, ma quella figura fece fermare il Re delle giunga.
I due si guardarono negli occhi a lungo, uno sguardo di sfida, intenso, e solo allora l'uomo dalla lunga chioma prese parola.*

ANDATEVENE SUBITO, GIRATEVI, E LENTAMENTE, A PASSO SVELTO, CONTINUATE A CAMMINARE NELLA STESSA DIREZIONE SENZA MAI VOLTARVI, FATE COSì E VIVRETE, SBAGLIATE QUALCOSA E MORIRETE, A VOI LA SCELTA. MA NON CORRETE, SE AVETE CARA LA VITA, NON CORRETE.

*Era l'unico avvertimento che Ragnar diede alla coppia, consapevole del fatto che non sapeva nemmeno lui se avrebbero davvero avuto salva la vita oppure no, questo lo avrebbe scelto il Re, e lui non lo era.
I due decisero di seguire il loro consiglio, e lentamente, prendendo le loro cose, tornarono indietro sui loro passi.
Furono interrotti dal terribile ruggito del Re che riuscì a gelare i nervi di tutti i presenti, Ragnar compreso, non indifferente a tale maestosità, abituato in passato ad aver e anche fare con delle tigri, ma con i leoni era tutta un'altra cosa.
Ma i due stolti, impauriti, fecero un grave errore, iniziarono a correre.*


NO! DANNAZIONE!


*Il Re scattò, veloce, molto veloce, ma Ragnar gli andò addosso e in un attimo ci fu una grande lotta violenta, una sfida tra due predatori, ma Ragnar era pur sempre solo un umano e quella sarebbe stato il combattimento più difficile della sua vita, ma doveva provarci, tentare, mai si sarebbe arreso, era nella sua indole, piuttosto preferiva la morte, così era fatto.
La Regina, vedendo in due, decise di aiutare il suo Re lasciando così andare via la loro cena, una scelta stupida visto quanto era larga la famiglia da sfamare, ma ci avrebbe pensato più tardi a questo.
Tenere a badare due bestie fameliche era impensabile per chiunque, difatti Ragnar si limitò a schivare velocemente i loro artigli che attaccare, perchè sarebbe bastato pochi loro colpi e sarebbe morto, questo lo sapeva bene, ma non poteva evitare quei colpi all'infinito, il caldo era contro di lui e fu insopportabile.
Le ferite sul corpo aumentarono sempre di più, facevano male, molto male, ma cercò di non pensare al dolore, doveva solo pensare a come sopravvivere senza ucciderli, d'altronde li considevava una famiglia, come tutti gli animali selvatici e carnivori del pianeta, e non voleva ucciderli. Cosa poteva fare dunque?
Si trattava di vita e di morte, e più il tempo passava più sangue perdeva.*

BASTA!NON HO INTENZIONE DI UCCIDERVI!SAZIATEVI PURE CON LA MIA CARNE MA LASCIATE STARE I DUE POVERI INNOCENTI, PERDONATELI, SE POTETE, IN CAMBIO VI OFFRO LA MIA VITA!

*Ragnar si fermò, una mossa alquanto suicida ma lo fece lo stesso, per mostrar loro che lui non aveva nessuna paura di andare all'inferno, ci era già stato diverse volte ormai, a volte lo bramava, lo desiderava, ma nessuno lo aveva ancora accontentato, che sia la volta buona quella?L'avrebbe accettato visto che ormai viveva una vita senza motivo, senza scopo, senza anima, senza niente, vuoto, come un fantasma.*

Edited by Denyel86 - 22/10/2017, 14:10
 
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