| Vhan rimase sorpreso nella'pprendere ciò che Marcus aveva intuito, ma il Cavaliere della Fornace non poteva certo biasimarlo: in fondo si trattava di uno sconvolgimento davvero notevole, forse epocale. Vide l'amico guardare nel vuoto, pensando a chissà cosa, e poi passare una mano sulla sua precedente corazza, come se le stesse dicendo addio. Lo spettacolo impressionò Marcus, ma colpì molto di più l'Armatura di Bronzo, la quale provò una pena straziante per ciò che stava succedendo alla sua omologa d'Argento. Marcus portò la mano destra sul bracciale sinistro e lei si calmò in parte, sentendosi rassicurata dal contatto del suo Cavaliere. Poi Vhan si alzò e gli parlò nuovamente. Alle sue parole Marcus tornò composto e gli rispose con tono saldo e sicuro: "E sia, dunque. Non so dirti chi o cosa voglia che tu, oltre all'Armatura d'Oro, diventi il Cavaliere del Toro, ma convidido il tuo ideale: è lo stesso per cui io sono diventato Cavaliere." Si tolse lo scrigno dalle spalle, ma non ordinò alla sua Armatura di tornarvi: avrebbero fatto assieme ciò che andava fatto, per quanto nessuno dei due fosse pienamente convinto dell'oppotunità di abbandonare una compagna di vita, neppure per ordini o esigenze cosiddette "superiori". "Seguimi: usciamo da qui. Ciò che devo insegnarti per farti diventare il nuovo custode della Seconda Casa è meglio che resti fuori da queste mura. Ah, richiudi il tuo scrigno e portalo con te: quando sarà tutto finito ci penserò io a trasportarla" Il Cavaliere di Bronzo quindi si voltò e uscì, scendendo le poche scale che separava l'ingresso di quel luogo dallo spiazzo antistante la Casa stessa. Una volta giunti lì, si rivolse ancora a Vhan. "Bene. Fino ad ora, amico mio, il tuo cosmo ha avuto delle pur piccole tracce elementali... tracce che il Toro non ha mai avuto. Ora, come tuo primo passo per arrivare all'Armatura d'Oro è quello di depurare il tuo cosmo da quegli sparuti poteri di vento che avevi in te. Prova ad emanare il cosmo come sai fare, ma sforzati di emanarlo completamente puro."
|