La vecchia arena, Luogo di addestramento di Marcus della Fornace.

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°PaNdEmOnIuM°
view post Posted on 3/10/2009, 02:11 by: °PaNdEmOnIuM°




La risposta che diede Kael'thas non sembrò soddisfare Marcus.
Ma infondo c'era da aspettarselo da un cavaliere che aveva già ben delineato il suo cammino a differenza del ragazzo che era appena all'inizio della sua ricerca.
Sicuramente non era tramite le parole che avrebbe guadagnato la stima del maestro.
Quella falsa partenza gli fece capire quanto doveva seriamente impegnarsi per poter perseguire il suo obbiettivo, ma c'era tempo, almeno per poter riguadagnare terreno.
Per quanto riguardava Elene invece, le sue risposte al quanto taglienti facevano riscontrare un carattere ben più incasinato di quanto si poteva immaginare.

CITAZIONE
Visto che siete qui, immagino che non sappiate cosa sia la risorsa primaria di un Cavaliere di qualsiasi rango sia... o mi sbaglio?

Un nuovo quesito venne sottoposto ai due aspiranti cavalieri.
Molto probabilmente quello a cui si riferiva il maestro era il cosmo, quell'energia che alimentava ogni essere vivente.
Così Kael'thas come al solito decise di intervenire per primo, sperando che questa volta avesse più fortuna nel rispondere correttamente.

Il destino di ogni Saint è legato ad una costellazione e proprio da essa deriva una potente energia interiore. La capacità del cavaliere di attingere a questa energia e di farla esplodere è detta cosmo. La forza combattiva di un Saint dipende dall'estensione del cosmo: più esso è ampio, più il cavaliere è potente, a prescindere dal tipo di cloth che indossa...Le do una dimostrazione

così cominciò la sua ricerca del cosmo... chiuse gli occhi, cercando di isolare la mente dall'ambiente esterno e sondare quindi meglio il proprio animo.
Sembrava avesse dentro qualcosa che gli faceva il solletico. Cercò di riprendere quella strana sensazione, ma quella gli sembrò sfuggire da sotto le dita. Kael’thas sapeva che era inutile cercare di riprenderla, e tentò di pensare a qualcos'altro e a riprendere la concentrazione. Pensò al cielo, al cielo che osservava quando era più piccolo, per andare poi oltre, oltre le nuvole, oltre l’azzurro del cielo, oltre l’atmosfera, fino ad arrivare nel profondo e nero spazio.

Continuava ad avanzar in quell’oscuro limbo, guardandosi attorno, quando, un rumore, come di una goccia che cade su di una superficie, o meglio, un campanellino, creò un eco che pareva venire da ogni direzione, confondendogli i sensi; inspirò profondamente, concentrandosi solo e soltanto alla ricerca di quel suono..; passò diverso tempo, neanche lui sapeva dire quanto, anche il significato di tempo in quel limbo ormai era nullo, poiché tale limbo non ne percepiva gli effetti, restando immutato.
Ogni più piccola parte del suo corpo cominciò ad agitarsi, ogni fibra del suo essere vibrava nel tentativo di risvegliare quell'energia sopita.
Dapprima tutto fu nero.
Sembrava un'oscurità infinita, quasi palpabile, più scura delle stesse notti di Luna nuova.
Non vi erano punti di riferimento a cui aggrapparsi a parte quel suono.
Poi il vuoto.
A Kael’thas sembrò di cadere sempre più in quelle tenebre. Come se d'improvviso il suolo sotto i suoi piedi fosse venuto a mancare e lui stesse precipitando nelle viscere della terra.
Fu allora che la vide: una piccola luce in quell'oscurità infinita.

Quella piccola stella insita del suo animo risplendeva di luce propria, come se un piccolo Sole fosse sempre vissuto in lui, senza avere mai la possibilità di brillare pienamente.

Kael’thas lottò con tutto se stesso per raggiungerla. nuotando in quel mare di tenebre si avvicinò sempre più...e infine la raggiunse.
Improvvisamente tutto fu luce e dal centro del suo cuore sentì scaturire un piacevole tepore che progressivamente si trasformò in vero e proprio calore, diffondendosi in tutto il corpo.
Si sentiva avvolto da un'energia grandissima che lo proteggeva e per la prima volta in vita sua non si sentì più insicuro.
Era una sensazione estremamente piacevole, una sensazione di potenza infinità.
La forza si diffondeva in lui insieme a quell'intensa luce che lentamente stava assumendo sempre più delle sfumature rosse.
Kael’thas aprì i profondi occhi verdi, portò le mani sotto il suo viso impassibile e le guardò.
Entrambe le mani erano circondate da un'aura intensa, così come tutto il suo corpo.
Brillava come una stella appena nata e si sentiva come tale. Sapeva di avere in se la stessa forza di quegli astri che per millenni brillano nel cielo lottando contro le tenebre più profonde.

Si concentrò ancor di più.

Si accorse subito che più si concentrava più quell'aura aumentava di intensità, di potenza e di ampiezza.
°Il cosmo...°

Edited by °PaNdEmOnIuM° - 3/10/2009, 14:10
 
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