Il viaggio non era stato poi dei migliori, ma con le scarse risorse economiche che aveva, era già tanto essere riusciti ad arrivare
incolumi sino ad Atene e poi, da li, non era stato così difficile raggiungere il Grande Tempio. Certo, la difficoltà era relativa visto che un comune essere umano sarebbe perito nel tragitto, tra le montagne irte di pericoli, ma per un Cavaliere la via era relativamente semplice con l’aiuto del cosmo.
I fragili equilibri imposti dalla Guerra imminente, facevano presagire che le difese fossero state ben disposte tutt’intorno ai confini del Tempio e, infatti, non ci volle poi molto per trovare il primo manipolo di soldati ai quali gli bastò semplicemente presentare il proprio Scrigno e dimostrare d’essere un Cavaliere di Bronzo appena investito; alcuni soldati si presentavano con un modo di fare estremamente arrogante e presuntuoso, ma bastava loro presentarsi per ciò che si era davvero per lasciare che questi chinassero il capo e lasciassero libero il passaggio. Passò indisturbato tra le dimore dei Cavalieri di Bronzo e così anche tra quelle dei Cavalieri d’Argento sino a giungere nel piazzale antistante le Dodici Case. Qualche passo ed un paio di gradinate gli consentirono di raggiungere con sufficiente facilità l’ingresso del primo Tempio, quello dell’Ariete custodito dal suo maestro; eppure era certo che quel posto fosse libero in quanto Shion era rimasto nel Jamir e, sicuramente, non si sarebbe scomodato da li per impedire il passaggio del suo allievo.
“
Andiamo.” Disse, attraversando con rispetto il grande ingresso con lo Scrigno in spalla. Proprio come aveva immaginato il Tempio era vuoto e, così, non si perse in convenevoli e l’attraversò correndo, al fine di raggiungere il più velocemente possibile il Secondo Tempio: il Toro.
Ho avuto il permesso di Shion per passare direttamente alla Seconda Casa.