Casa dei Pesci

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L o e k
view post Posted on 28/5/2010, 21:32 by: L o e k




I suoi passi risuonavano sul selciato che conduceva alla dodicesima casa. La brezza notturna, così come il lucore lunare, accompagnavano l’Etiope lungo il proprio cammino su quel suolo Sacro alla Dea.
Sul suo volto un’espressione serena et impassibile, sebbene il documento che gli era stato recapitato contenesse un oscuro messaggio che non era passato inosservato sotto i suoi occhi scuri.

Chiarezza non c’è nel cuore di coloro che lottano per Tuo nome, mia Dèa. Dove sei?


Con infinita amarezza, sapeva che ben poco si poteva fare senza un immediato intervento, eppure brancolavano nel buio più fitto: solo pochi indizi, sparsi come i frammenti di un mosaico infinito senza né inizio né fine, potevano essere ricomposti a formare figura.
I suoi abiti leggeri si mossero al vento mettendo in risalto la sua muscolatura ben pronunciata. Si presentava senza la propria Sacra Veste.
Sollevò il mento mentre attraversava il colonnato che indicava l’ingresso della dodicesima casa, volgendo la propria attenzione solo davanti a sé.
Innanzi i suoi occhi una donna e poco più in là una figura seduta dietro una scrivania.

«Loek Cavaliere di Cefeo.»

La voce del moro, profonda e molto bassa, vibrò attraverso l’aree annunciando la propria presenza, sebbene fosse ben conscio che il proprio cosmo era ben percepibile anche a grande distanza.
Rimase in silenzio, ad osservare il cavaliere d’Oro.

Costui è uno dei servi più vicini alla Dèa.

 
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